Scheda del libro "Anni d'infanzia un bambino nei lager Jona oberski"

Materie:Tesina
Categoria:Geografia
Download:1998
Data:22.05.2006
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Testo

ANNI D’ INFANZIA
UN BAMBINO NEI LAGER
AUTORE : Jona Oberski
RECENSIONE :
Jona e sua madre furono presi dai soldati , mentre il padre era a lavorare in ufficio , caricati su un treno e portati al campo. La madre rassicura Jona che c’ è stato uno sbaglio che loro non sarebbero dovuti partire con gli altri , che aveva lasciato un biglietto a papà e che dopo pochi giorni sarebbero tornati a casa. Il secondo giorno arrivò una lettera di papà il quarto un pacchettino. Una settimana dopo tornarono a casa dove c’ era ad aspettarli papà. I genitori si baciarono e poi piansero. Per il suo compleanno Jona ricevette molti regali ma il suo preferito era il burattino di legno piatto dal corpo marrone rosso e giallo con la faccia sorridente , se si tirava una cordicella il burattino si muoveva ballando. Papà gli faceva fare cavalluccio. Un giorno quando Jona va con la mamma al negozio sotto casa. Piove e lì vicino c’ è della sabbia così la madre gli da secchiello e paletta lasciandolo a giocare da solo mentre lei va in casa. Mise in piedi i mattoni e fece delle formine. A un certo punto arriva un bambino che calpesta le formine gli strappa il cappuccio dalla testa e gli butta la sabbia addosso. Si alza sconcertato e corre impaurito a casa. Più tardi tornò a casa il papà e gli raccontarono tutto lui chiese se era stato il figlio del negoziante Jona rispose di sì. Il padre andò a parlare con il negoziante tornò dopo un po’. Disse che il negoziante aveva detto che non era stato di certo suo figlio , che lui aveva continuato a venderli tutto come sempre e che questo gli aveva procurato non pochi problemi , che la mamma lo aveva lasciato giù da solo. Il papà disse che la mamma non avrebbe dovuto più farlo. Il giorno dopo a mezzogiorno la mamma piangeva perché il negoziante non voleva più venderle nulla diceva che era proibito. Però la mamma poteva sempre andare nel negozio di un conoscente che di certo li avrebbe aiutati. Quando arrivò l’ uomo dei vetri la mamma svegliò Jona dal suo sonnellino pomeridiano. Jona guardava l’ uomo che puliva vetri , aiutava la mamma a bagnare i vestiti che poi stirava e bevevo il suo latte caldo. Un giorno presero il traghetto tutti e tre insieme e il capitano permesse a Jona di condurre il traghetto , così Jona gli regala un sigaro. Un giorno il padre di Jona lo porta con sé in ufficio. La mamma prima di uscire gli cuce la stella gialla (quella di David) sul cappotto. Dovettero camminare molto il padre suonò il campanello più volte intensamente come non aveva mai fatto. Il signor Daniel gli accolse , nel locale c’ erano dei tavoli con tante macchine da scrivere. Il signor Daniel gli permise di scrivere con una di queste. Papa tornò ringraziò il sg. Daniel e tornarono a casa con il foglio scritto a macchina. Una notte arrivò un soldato col fucile urlava diceva di sbrigarsi , la mamma disse a Jona di vestirsi prepararono velocemente la valigia e presero il burattino. Uscirono di casa seguendo il soldato che gli incitava di sbrigarsi la mamma per andare più veloce lo convinse a portare una valigia , il soldato lo fece anche se non era consentito. Dopo aver camminato per un pezzo arrivarono in una casa piena di gente. Dissero alla famiglia che non era consentito portare 2 valigie e 2 borse ma solo 1 valigia per ogni adulto. Così la mamma tentò di mettere molte cose nelle 2 valigie e il resto lo lasciò in un angolo della stanza. La gente trovava che i soldati erano prepotenti. Venne un camion sul quale dovettero salire tutti era pieno zeppo. Quando furono arrivati gli fecero scendere ed entrare in un teatro fra tutta quella gente Jona intravide Trude. C’ erano dei tavoli con dei soldati che timbravano la gente. Poi uscirono e corsero assieme agli altri alla stazione di Muiderpoort salirono su un treno carico di persone diretto a Westerbook. Il padre disse che ora si poteva sperare di andare in Palestina era da tanto che aspettavano. Papà insegna a Jona le lettere dell’ alfabeto ebraico, imparò delle canzoncine assieme ad altri bambini in una piccola classe, la sera tutta la gente del campo si ritrovava a cantare in una baracca. L’ indomani al suono di una sirena si dovettero vestire di gran fretta e riunirsi nel piazzale se avessero chiamato il loro nome sarebbero partiti e così fu. In treno qualcuno cominciò a cantare il canto era il “Canto della Speranza”. Nel nuovo campo maschi e femmine erano divisi e non vedevano mai il padre. In questo campo Jona mangiava pochissimo e la mamma lo sgridava dicendogli che si sarebbe ammalato. Il giorno dopo la mamma mandò Jona a riportare le pentole in cucina assieme agli altri bambini. Il manico era troppo alto per lui così i ragazzi più grandi portarono i pentolo ni. Superato il recinto arrivarono alle cucine dove (faceva un gran caldo) dove si dovevano pulire le pentole tutti i ragazzi si chinarono tranne Jona. La volta seguente il signore della cucina diede un cucchiaio a Jona così che potesse mangiare anche lui. Andarono a trovare papà di nascosto il giorno del suo compleanno, ecome regalo gli diedero una tortina fatta con avanzi di cibo della mensa. Papà era cambiato aveva la barba molto lunga e la testa rasata. Il giorno dopo era il compleanno di Jona ma come regalo non c’ era nulla. I bambini lo sfidarono dicendogli se aveva il coraggio di fare marameo a un mof lui lo fece ma fu fermato in tempo da un ragazza. Il padre di Jona morì lui e la madre piansero molto. Adesso stava coi bambini grandi perché aveva visto morire suo padre. Sempre in una prova di coraggio Jona andò all’ osservatorio che era in realtà l’ obitorio dove i corpi venivano ammassati uno sull’ altro senza neanche un lenzuolo intravide quello di suo padre. Un giorno dopo molti giorni furono caricati tutti su un treno viaggiarono a lungo ma la maggior parte del tempo Jona dormì. Un giorno si fermarono e poterono anche scendere dal treno e prepararsi una zuppa alle ortiche. Ma a un certo punto un soldato tedesco gli obbligò a risalire minacciandoli con un fucile. Un bel giorno arrivarono i russi con prigionieri i tedeschi il treno ripartì erano tutti stanchi ma salvi. Il treno si fermo nella stazione della città di Trobitz, la mamma fu ricoverata all’ ospedale, lui Trude e un’ altra donna Eva furono ospitati nella soffitta di una casa. Il giorno dopo andarono a trovare la mamma (lui e Trude) e le portarono delle patate, lei non le voleva , si comportava in modo strano era impazzita. La mamma era morta ma Jona non lo sapeva. Dopo dei giorni Trude glielo disse però fu spinta da Eva Jona si arrabbio molto e disse che era colpa di Trude se la mamma era morta. Iniziò il viaggio per Mokum (Amsterdam) e Jona fu costretto a farsi la pì pì addosso perché non sapeva farla in piedi dal camion. Ad Amsterdam Trude affidò Jona ai coniugi Daniel e Lisa perché doveva partire per un viaggio. Questa situazione diventò ben presto permanente e questi diventarono i genitori adottivi di Jona Oberski.
A CHI LO CONSIGLIERESTI :
Lo consiglierei a chiunque perché è molto interessante per capire meglio quella strage che è stato lo sterminio di massa degli ebrei.
LA FRASE CHE MI HA COLPITO DI PIU’ :
“ Un momento dopo vidi un soldato. Teneva il fucile sotto braccio e sparava nel terreno. E intanto avanzava, lentamente. Dietro di lui non restava più nessuno. Veniv sempre più vicino. Io afferrai la mano di Trude e cominciai a tirarla. Le dissi che dovevamo salire sul treno, altrimenti il soldato ci avrebbe sparato. Lei si alzò con calma, mi prese per mano e si avviò lentamente con me verso lo sportello del vagone dove stava la mamma. Trude disse che non c’ era nessuna premura, ma che io naturalmente potevo salire quando volevo, se avevo paura. Davanti allo sportello ci arrestammo. Trude fissava il soldato. Adesso era proprio vicinissimo. Io la tiravo per la mano, perché il predellino era troppo alto per me e bisognava che mi aiutasse. Il soldato si fermò accanto a noi. Trude lo guardò fisso e lui guardò lei. Io guardavo nel buco della canna del fucile udii Trude ripetere ancora che non c’ era premura. Lui disse : “ Salire ”. Trude osservò che non ci voleva nessuna bravura a fare paura alla gente quando si aveva un fucile in mano. Che guardasse un po’ me. E gli domandò che senso poteva avere salire quando non c’ era nemmeno la locomotiva. Lui disse : “ Fa in modo di essere salita quando ritorno. Questa notte gli sportelli verranno chiusi a chiave ”. Proseguì la sua strada. Il fucile roteò intorno a noi. Udii uno sparo. Tentai di salire sul predellino, ma ricaddi giù. “ Lo trovi magari divertente, eh, vigliacco ? ” gridò Trude. Il soldato rise. ”
PERCHE’ :
Questa frase mi è piaciuta perché è l’ unico momento in cui un ebreo, seppure in condizioni di vita estreme, riesce a ribellarsi. Trude pur mettendo a repentaglio la propria vita trova il coraggio e l’ orgoglio per difendere la propria dignità ed al contempo attaccare il mof disprezzando apertamente il suo comportamento.
GIUDIZIO SULL’ OPERA :
E’ un racconto scritto in maniera diretta perciò cruda, racconta solo lo svolgimento dei fatti senza nessun commento. Noi, attraverso gli occhi di un bambino innocente e spaventato che subisce lo svolgersi degli avvenimenti senza capirli, comprendiamo la tragedia umana del popolo ebraico.

Esempio



  


  1. Federica e Alessandro

    Come mai nel film Jona che visse nella balena il nome di Trude si trasforma in Simona?

  2. valery

    anni d'infanzia un bambino nei lager riassunto