ricerca: I PAESI DELL'IUNIONE EUROPEA

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Testo

PAESI CHE PRENDERANNO PARTE ALL’UE DAL 2004
• REPUBBLICA CECA
• ESTONIA
• CIPRO
• LETTONIA
• LITUANIA
• MALTA
• UNGHERIA
• POLONIA
• SLOVACCHIA
• SLOVENIA
Dal 1° maggio 2004 la superficie territoriale europea aumenterà del 34% mentre la popolazione passerà dagli attuali 395 milioni a circa 500 milioni di persone, permettendo a 105 milioni di consumatori supplementari, il cui potere d'acquisto sta aumentando rapidamente, di accedere al mercato unico comunitario. Il divario tra i 15 Stati membri ed i Paesi candidati, soprattutto in merito all'occupazione, all'inflazione, al PIL pro-capite, alla condizione generale di diritti e servizi riconosciuti, è ancora molto ampio. Infatti, il tasso medio del PIL pro-capite registrato dai 10 Paesi candidati ammonta a circa 5.300 Euro, con le eccezioni di Cipro (14.000), la Lettonia (3.300) e la Polonia (4.400), contro la media europea che si attesta intorno ai 22.000 Euro annui. Discorso a parte deve essere fatto per il tasso d'inflazione che rimane ben al di sopra della media europea (2,7% nel 2002), con punte dell'8,1 della Slovenia e 6,2 dell'Ungheria. Anche se i Paesi candidati mostrano una comunanza di interessi alla base della loro volontà di entrare in Europa, le situazioni locali sono così diverse da richiedere una breve descrizione delle singole realtà, presentate secondo l'ordine di adesione all'Unione Europea.
LETTONIA
Superficie: 64.626 Km²
Abitanti: 2.385.000 (stime 2001)
Densità: 37 ab/Km²
Forma di governo: Democrazia parlamentare
Capitale: Riga (921.000 ab.)
Altre città: Daugavpils 90.000 ab., Liepaja 85.000 ab.
Gruppi etnici: Lettoni 58%, Russi 30%
Paesi confinanti: Estonia a NORD, Russia ad EST, Bielorussia e Lituania a SUD
Monti principali: Gaizina Kalns 311 m
Fiumi principali: Daugava (Dvina Occidentale) 1020 Km (totale, compresi tratti russo e bielorusso), Gauja 360 Km
Laghi principali: Lubanas Ezers 90 Km²
Isole principali: -
Clima: Temperato
Lingua: Lettone (ufficiale), Lituano, Russo
Religione: Luterana, Cattolica
Moneta: Lat lettone
Dopo un breve periodo di indipendenza tra le due guerre mondiali, la Lettonia fu annessa all'Unione Sovietica nel 1940. L'indipendenza è stata riconquistata pienamente nel 1991. Le ultime truppe sovietiche hanno lasciato definitivamente il paese solo nel 1994, motivo che spiega la cospicua minoranza russa che rappresenta circa il 30% della popolazione.
L'economia di transizione si è ripresa bene dalla crisi finanziaria russa del 1998, grazie ad una politica di bilancio oculata e ad un riorientamento graduale delle esportazioni verso i paesi dell'UE, che ha diminuito la dipendenza commerciale dalla Russia. La maggior parte delle aziende, banche e beni immobili sono stati privatizzati rapidamente. L'industria della produzione e della lavorazione del legno (costruzioni, carta...) è il punto di forza dell'economia del paese e rappresenta circa un quarto delle esportazioni totali. Tale successo deriva dall'alta qualità della materia prima prodotta e dalla buona rete di trasporti, sia via mare che via terra.
Molto sviluppati risultano inoltre, il settore chimico, petrolchimico e cantieristico, la produzione di materiale ferroviario e di autoveicoli, alcuni settori ad alta tecnologia
POLONIA
Capitale: Varsavia
Lingua: polacco
Moneta: zloty
Popolazione: 38.634.000
Superficie: 312.685 kmq
La Polonia si distingue per essere una delle economie in transizione più aperte e di successo. Il passaggio ad un'economia di mercato è stato più agevole che negli altri Stati ex–comunisti per diversi motivi: come la vicinanza alla Germania, la memoria storica di un'economia di mercato e per l'intraprendenza della popolazione.
Fondamentale per questo processo è stata, inoltre, una politica economica volta ad incentivare sia la privatizzazione delle piccole e medie imprese statali sia la creazione di nuove industrie attraverso l'introduzione di una legislazione più liberale. Di grande importanza, infine, sono stati degli investimenti diretti esteri nel Paese che hanno permesso una rapida crescita dell'intero comparto industriale. Inoltre, il governo polacco, per raggiungere l'obiettivo dell'ingresso nell'UE, ha adottato, negli ultimi anni, una politica monetaria restrittiva, per contrastare l'inflazione e garantire, in questo modo, una vera e propria liberalizzazione dei prezzi.
Il Paese è molto ricco di risorse naturali tra cui rame, zinco, ferro, lignite e petrolio. La produzione industriale riguarda il settore metallurgico, dell'acciaio, tessile e chimico. Mentre il settore terziario e del commercio (high–tech e servizi), di recente sviluppo, stanno diventando sempre più importanti in termini di occupazione e di ristrutturazione dell'economia. L'agricoltura pur avendo, ancora, un ruolo importante con il 20% della popolazione impiegata, contribuisce solo per meno del 5% alla creazione del PIL nazionale.
UNGHERIA
Capitale: Budapest
Lingua: ungherese
Moneta: fiorino ungherese
Popolazione: 10.179.000
Superficie: 93.033 kmq
L'Ungheria, sottoposta al domino dell'Impero Austro–Ungarico, è indipendente dal 1918. Diventata una repubblica popolare nel 1947, si è distaccata dal blocco sovietico alla fine degli anni '80 e nel 1990, dopo libere elezioni, si è dotata di istituzioni democratiche.
Il Paese fu il primo tra le economie a pianificazione centralizzata ad abolire formalmente il monopolio di stato. Gli ostacoli alla privatizzazione del settore bancario furono velocemente eliminati e buona parte dei settori energetici e dei servizi pubblici venduti e privatizzati. Il coinvolgimento di privati in comparti quali l'elettricità e la fornitura di gas sorpassa ormai i livelli di molti dei paesi UE.
Il processo di transizione avviato fin dal 1989 ha portato ad un forte ridimensionamento del settore agricolo, accompagnato da un'analoga contrazione del settore industriale e da una netta espansione del settore terziario. La produzione agricola si concentra sui cereali (frumento e mais), sulla barbabietola da zucchero e sul tabacco. La viticoltura alimenta una buona produzione e esportazione di vini pregiati (Tokaj).
Tra le esportazioni rilevanti citiamo quelle dei prodotti agroalimentari come quelle delle carni insaccate (salame ungherese) e delle conserve. L'estrazione della bauxite rappresenta l'unica attività mineraria di rilievo. Nell'ambito del settore energetico l'Ungheria importa quasi il 60% del suo fabbisogno totale, la parte restante è coperta dall'estrazione del petrolio, che copre circa un quarto del consumo, del gas naturale, del carbon fossile, della lignite e sono, inoltre, presenti diverse centrali nucleari.
CIPRO
Capitale: Nicosia
Lingue greco e turco
Moneta sterlina cipriota
Popolazione 757.000
Superficie 9.253 kmq
Fisicamente divisa in due, secondo la "Green Line", dall'intervento militare turco nel 1974, la Repubblica di Cipro internazionalmente riconosciuta è costituita da ciprioti–greci che coprono approssimativamente i due terzi meridionali dell'isola.
L'auto-proclamatasi "Repubblica Turca del Nord di Cipro", la cui popolazione è composta da ciprioti–turchi, è riconosciuta come Stato e supportata solo dalla Turchia e occupa la parte restante dell'isola. Ultimamente la Turchia si è impegnata a dare il proprio contributo per una soluzione pacifica della divisione di Cipro secondo gli auspici delle Nazioni Unite.
La Repubblica di Cipro ha una forte economia basata in gran parte sui servizi e su un turismo in espansione, dove è occupata più del 65% della popolazione. L'industria (in particolare quella manifatturiera) e l'agricoltura, pur impiegando circa il 30% della popolazione, producono solo il 25% del PIL nazionale. La crescita nei servizi ha permesso a Cipro di avere notevoli aumenti di produttività negli ultimi anni con una consistente crescita economica. La disoccupazione è rimasta limitata, solo il 3,4%, anche fra i gruppi tradizionalmente più "vulnerabili".
ESTONIA
Capitale: Tallin
Lingue: estone e russo
Moneta: corona estone
Popolazione: 1.371.000
Superficie: 45.227 kmq
Indipendente dal 1918, fu annessa all'URSS nel 1940, dopo un breve periodo di occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. Ritornata indipendente nel 1991, la nuova Costituzione del 1992 ha dato al paese un governo di tipo parlamentare.
A partire dagli anni '90 le autorità estoni hanno avviato un processo di transizione economica verso un'economia di mercato. La stabilità monetaria è stata la condizione primaria per la realizzazione di tali riforme che ha coinvolto tutti i settori. Con la liberalizzazione dei prezzi del 1992, al governo è rimasto solamente il controllo di alcuni tipi di servizi, tra cui la regolamentazione dei prezzi dell'energia e degli affitti. I prodotti maggiormente esportati sono i macchinari, il materiale elettrico, il legno ed i manufatti tessili.
Grande importanza riveste, inoltre, l'allevamento, soprattutto quello bovino e suino. Il turismo e il commercio di transito contribuiscono considerevolmente all'economia del paese. La Finlandia e la Svezia sono tra i suoi maggiori partner commerciali.

REPUBBLICA SLOVACCA
Capitale: Bratislava
Lingua: slovacco
Moneta: corona slovacca
Popolazione: 5.401.000
Superficie: 49.035 kmq
In seguito alla caduta del comunismo e ad una rinnovata volontà di autonomia, la Slovacchia è diventata una repubblica indipendente dal gennaio 1993. La sua crescita economica è sempre stata incentrata sulle esportazioni di prodotti industriali pesanti (siderurgia, industria degli armamenti, chimica), la cui importanza strategica era stata definita all'interno del piano di sviluppo economico dell'ex URSS e dei paesi satelliti.
Con l'inizio della transizione economica tali attività hanno incontrato grosse difficoltà di ristrutturazione o riconversione. Nel corso degli anni '90 le esportazioni sono state riorientate verso i mercati occidentali, grazie alla buona competitività dei prodotti, caratterizzati da una buona qualità e da costi di produzione contenuti. Il ridimensionamento del settore agricolo ed industriale è stato accompagnato dall'espansione del settore terziario, in particolare dei servizi, la cui quota è aumentata fino a raggiungere quasi la metà del PIL nazonale.
La Slovacchia si trova, oggi, a dover far fronte ad una società in continua trasformazione grazie ad un rapido processo di transizione economica che ha creato una netta divisione tra le fasce di popolazione relativamente agli standard di vita. La presenza di minoranze (ungherese e rom) sul territorio slovacco ha creato non pochi problemi sociali interni che sono stati affrontati dal governo, che in questo modo ha ottenuto l'ingresso nell'Unione europea.
SLOVENIA
Capitale: Lubiana
Lingua: sloveno
Moneta: tallero sloveno
Popolazione: 1.990.000
Superficie: 20.273 kmq
La Slovenia appartenente un tempo all'impero Austro–Ungarico, ha fatto successivamente parte della Jugoslavia. È sempre stata la più ricca delle repubbliche balcaniche: nel 1990, rappresentava solo il 9% della popolazione jugoslava, ma copriva circa il 16% della produzione totale e il 27% del commercio estero.
Nel 1991, raggiunta l'indipendenza, ha iniziato il processo di riforma economica che si è rivelato meno doloroso che in altri paesi, grazie anche a rapporti commerciali consolidati con i mercati occidentali. In termini fiscali, il paese ha tratto vantaggio dalla dissoluzione della Jugoslavia: il gettito è rimasto invariato, ma sono diminuiti i trasferimenti verso le altre repubbliche.
La Slovenia non dispone di molte risorse del sottosuolo, il bacino carbonifero di Velenje fornisce la maggior parte del combustibile per la produzione elettrica del paese, che però non soddisfa la domanda interna. Per ridurre le importazioni, il paese ha posto in essere un serio piano di investimenti per la realizzazione di una catena di centrali idroelettriche sulla Drava, sulla Sava e sull'Isonzo.
La struttura economica della Slovenia si basa in larga parte sull'industria manifatturiera e sui servizi. I settori che maggiormente contribuiscono alle esportazioni sono: dispositivi e macchinari elettrici, metalmeccanica, elettronica, farmaceutica, tessile e abbigliamento. Anche l'attività artigianale è molto sviluppata, soprattutto la lavorazione del legno.
LITUANIA
Capitale: Vilnius
Lingua: lituano
Moneta: litas
Popolazione: 3.693.000
Superficie: 65.200 kmq
La Lituania è stata la prima delle tre repubbliche baltiche a dichiarare la sua indipendenza dall'URSS nel 1990. Il comparto industriale lituano, nella strategia sovietica, era orientato alla produzione di beni tipici dell'industria leggera, in particolare nei settori dei beni di consumo del tessile e dell'agroalimentare.
La crisi del sistema economico sovietico ha lasciato il paese in un contesto economico senza istituzioni bancarie, privo di una propria moneta locale e senza il concetto giuridico di proprietà privata. Questi aspetti sono stati le prime emergenze che il governo ha dovuto fronteggiare nel processo di riconversione economica, congiuntamente alle insufficienze del sistema produttivo, quali l'obsolescenza, il sovradimensionamento o la poca attenzione alla qualità.
L'economia lituana era profondamente legata alla Russia e per questo è stata la repubblica baltica che ha più risentito della crisi finanziaria russa del 1998. Oggi il commercio e le esportazioni sono sempre più orientate verso l'Europa e sono in corso, inoltre, grandi programmi per privatizzare il comparto industriale ed i settori di pubblica utilità, quale il settore energetico. In generale, comunque più dell'80% delle imprese è stato privatizzato.
Il paese, a differenza dell'Estonia e della Lettonia, le cui economie ruotano attorno ai centri di sviluppo delle capitali, ha uno sviluppo uniforme di diversi poli urbani, oltre alla capitale Vilnius importanti sono le città di Klaipeda, Kaunas, Panevezys.
Particolarmente sviluppato è il settore agricolo che riveste un'importanza simile a quella dello stesso in Polonia. Le principali colture riguardano i cereali (orzo, frumento e segale), le barbabietole da zucchero, il lino e gli ortaggi. Il ricco patrimonio forestale (costituito soprattutto da conifere) viene sfruttato intensamente. Sono molto sviluppati, infine, le industrie elettrotecniche, elettroniche, dell'arredamento, tessili e dell'abbigliamento.
MALTA
Capitale: Valletta
Lingua: maltese e inglese
Moneta: lira maltese
Popolazione: 391.000
Superficie: 316 kmq
Malta, situata all'estremità sud del continente europeo, è un punto di incontro fra l'Europa e l'Africa, un crogiolo di civiltà nel cuore del Mediterraneo, i cui inizi risalgono a migliaia di anni fa. Ex colonia inglese, è diventata Stato indipendente nel 1964.
La struttura economica era incentrata sulla base militare britannica, che generava un quarto del reddito nazionale. Successivamente si sono sviluppati i servizi portuali, la cantieristica, il settore manifatturiero e il turismo. Attualmente hanno un ruolo dominante i servizi (turismo, servizi finanziari ed alle imprese) e il settore manifatturiero [elettronica avanzata]. Il governo di Malta sta cercando di promuovere la diversificazione economica, soprattutto attraverso l'incentivazione degli investimenti esteri. Nonostante l'assenza di fiumi, l'agricoltura, caratterizzata da piccoli campi terrazzati, è molto ricca.
Anche l'apicoltura, rinomata già nell'antichità, è ancora molto fiorente. Le relazioni con l'Italia, il primo fornitore di Malta, sono molto strette: la lingua italiana è diffusa, gli aiuti italiani hanno sostenuto a partire dagli anni '80 l'ancoraggio del Paese all'Occidente e stimolato le relazioni economiche bilaterali.
REPUBBLICA CECA
Capitale: Praga
Lingua: ceco
Moneta: corona ceca
Popolazione: 10.283.000
Superficie: 78.866 kmq
In Cecoslovacchia, il regime comunista ha mantenuto il controllo fino al novembre 1989. Dopo la cosiddetta "rivoluzione di velluto", fu formato un governo di intesa nazionale, con i comunisti membri di minoranza, e Vaclav Havel fu eletto Presidente della Repubblica. Il 1° Gennaio 1993, con la separazione consensuale dalla Slovacchia, nacque la Repubblica Ceca.
La presenza di solide basi democratiche, le rigorose politiche economiche, il boom del turismo ed un settore industriale ben sviluppato hanno guidato una rapida e funzionale trasformazione economica. Le industrie di trasformazione, metallurgica, chimica, del vetro e agroalimentare sono altamente sviluppate e coprono quasi la totalità delle esportazioni nazionali.
Il settore agricolo, anche se con un peso economico minore rispetto a quello industriale, è presente sul territorio e si concentra sulla produzione di cereali, di canna da zucchero e di luppolo. Il paese è ricco di materie prime, tra cui il carbone e la lignite.

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