nord e sud del mondo

Materie:Altro
Categoria:Geografia

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Testo

UNITA’ 1 (p 2)
NORD E SUD DEL MONDO
SVILUPPO: è la capacità di una società di soddisfare i bisogni primari della popolazione e di permettere di accrescere il proprio benessere e deriva da:
- ECONOMICO una crescita economica: crescita del reddito e della produzione
- SOCIALE un miglioramento della qualità della vita: istruzione, disoccupazione, disuguaglianze sociale, salute dove non ci sia una situazione di guerra o di conflitto
Un altri criteri che definiscono la situazione di sviluppo o sottosviluppo di un paese sono:
- CRESCITA NUMERICA DELLA POPOLAZIONE: infatti spesso i paesi poveri hanno una crescita di popolazione molto elevata e i bambini che nascono hanno prospettive di vita difficili rispetto a quelli del mondo. In alcuni casi sono attuate POLITICHE DEMOGRAFICHE per frenare la crescita
- SITUAZIONE GEOPOLITICA: in cui i paesi si trovano in una situazione di guerra e conflitti interni (Africa, Centroamerica, Europa balcanica e area del Caucaso, Asia centro meridionale)
Inoltre per non avere una situazione di sottosviluppo non devono esserci CARENZE ALIMENTARI, SANITARIE e SPOSTAMENTI DI MASSA da zone di tensione.
IL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE ha contribuito solo in parte a ridurre le differenze di sviluppo, e l’intensificazione delle relazioni economiche con gli Stati e le regioni e la integrazione nel sistema mondo è forte solo per alcuni paesi mentre per altri sono deboli o nulle.
La SUDDIVISIONE DI AREE FORTI E AREE DEBOLI non è statica ma è DINAMICA in quanto vi sono paesi che sono cresciuti economicamente e altri che sono peggiorati come l’Argentina.
IL SUD DEL MONDO
- POTENZE ECONOMICHE DI SECONDO LIVELLO: sono solo secondi ai paesi sviluppati più importanti, e sono INDIA, BRASILE, SUDAFRICA e molto importante è la CINA
- NUOVI PAESI INDUSTRIALI o paesi NIC: hanno avuto un rapido processo di industrializzazione grazie a particolari requisisti (basso costo del lavoro, governi stabili, presenza di aree urbane e infrastrutture). Sono COREA DEL SUD, SINGAPORE, TAIWAN e con uno sviluppo meno intenso o iniziato di recente TURCHIA, PAKISTAN, FILIPPINE, INDIONESIA, MALAYSIA,CILE ecc.
- PRODUTTORI DI PETROLIO: paesi africani (Nigeria, libia, algeria) asiatici (iran, iraq, arabia suadita, kwait) americani (Venezuela, messico) che hanno permesso di accumulare grandi capitali e assicurarsi tecnologie e tecnici stranieri
- QUARTO MONDO: paesi che non hanno risorse naturali, redditi bassi, elevata crescita demografica, popolazione attiva è dedita all’AGRICOLTURA che spesso non soddisfa le esigenze alimentari minime, l’INDUSTRIA è quasi assente, il COMMERCIO si basa sul baratto, devastati dalle GUERRE. Esempio l’Africa al Sud del Sahara, piccoli paesi dell’America centrale, alcuni della meridionale andina, in Asia lo Yemen, il Bnagladesh, Nepal, Afghanistan, Cambogia, Laos, Papua nuova guinea piccoli statI insulari dell’Oceania
ECONOMIE IN TRANSIZIONE: sono quei paesi che sono passati da un sistema economico e sociale comunista quasi completamente basato sul ruolo dello stato, ad altre forme di organizzazioni, e sono i PESI DELL’EUROPA DELL’EST E L’EX UNIONE SOVIETICA (russia, polonia, repubblica ceca, slovenia, ungheria).

Il mondo può essere diviso in due grandi parti:
- la prima parte definita NORD DEL MONDO possiede un alto livello di salute e un benessere medio della popolazione, ha a disposizione quasi 80% della ricchezza mondiale
- la seconda parte definita SUD DEL MONDO dove la qualità della vita è inferiore e al suo interno presenta differenze consistenti dove ci sono paesi come il MESSICO o l’ARGENTINA che hanno un tenore di vita medio, e in altri paesi dove ci sono gravi problemi di fame che interessano 750 milioni di persone

PROBLEMATICHE LEGATE ALL’ALIMENTAZIONE
Mediamente una persona dovrebbe assumere giornalmente 2500 calorie e non meno di 2100 sotto le quali si ha una SOTTOALIMENTAZIONE. Parte della popolazione che soffre di questi problemi si trova nel Medio Oriente, Bolivia, Perù, centro America, gran parte dell’Africa, India, sud-est Asiatico.
Gli altri paesi assumo anche oltre le 3000 calorie e hanno problemi di SOVVRAPPESO, OBESITA’ E PROBLEMI CARDIOVASCOLARI.
UNITA 3 (p 25)
I CAMMINI VERSO LO SVILUPPO
Per uscire dalla condizione di sottosviluppo i paesi sottosviluppati hanno adottato principalmente 2 strategie economiche. Tenendo conto delle peculiarità di ogni singolo paese invece che adottare un modello generale:
- ESTROVERTITO: Più dipendente dall’estero, più rapido, privilegia le richieste del mercato mondiale e del Nord del mondo (scelte rivolte l’esterno) soprattutto di tipo agricolo, minerario e industriale meglio vendibili all’estero. Nonostante ci siano paesi del Sud del mondo che esportano più del 80% di prodotti agricoli di piantagione, la popolazione soffre la FAME i quanto i prodotti agricoli loro destinati sono INSUFFICIENTI. Ci sono casi in cui si ha il 50% dell’esportazione di UN SOLO PRODOTTO, come in Africa Centrale, dove la situazione è molto rischiosa e grave. (es. Etiopia, Burundi, Ruanda-CAFFE’ / Ciad-COTONE / Ganbia-ARACHIDI / Brasile-CAFFE’, SOIA CAUCIU’)
- AUTOCENTRATO: meno dipendente dall’estero, meno rapido, al contrario del primo punta prima alla soddisfazione dei bisogni della popolazione locale seguendo propri sentieri di sviluppo tenendo conto del livello tecnologico e della cultura interna, i legami con la storia economica locale e con l’ambiente, orientata sui bisogni e sui mercati nazionali, evitando eccessivi indebitamenti.Hanno seguito questa strategia la CINA e l’INDIA.

LE SCELTE ECONOMICHE:AGRICOLA E INDUSTRIALE
Per uscire dal sottosviluppo un paese deve attuare scelte economiche di tipo AGRICOLO e INDUSTRIALE:
- SCELTA AGRICOLA: ci sono paesi che per uscire dalla condizione di sottosviluppo danno la priorità all’agricoltura invece che l’industria. Questa PRIORITA’ è presente nei paesi del QUARTO MONDO che più che una scelta di sviluppo rappresenta una scelta obbligata per la sopravvivenza. Ci sono poi i PAESI DEL SUD che invece hanno attuato dei PROVVEDIMENTI in campo agricolo denominati RIVOLUZIONE VERDE che all’inizio consisteva nello studio della struttura biologica della pianta per modificarne i alcuni caratteri per renderla più resistente e adattabili al tipo di clima (es. con stelo più corto per resistere al vento)e suolo tropicale o subtropicale oppure rendere il ciclo vegetativo più breve in modo che la coltivazione risulti più breve e meno costosa. Da quando questi studi (fatti per prima in Messico col grano e nelle Filippine col riso, e poi cereali base dell’alimentazione umana) ebbero successo, alcuni organismi internazionali come l’ONU o la BANCA PER LA RICOSTRUZIONE E LO SVILUPPO hanno cominciato a finanziare questi esperimenti. Col tempo però sorsero delle DIFFICOLTA’ perché i sementi dovevano essere importati e costavano troppo, inoltre il contadino non dispone delle informazioni sulle nuove tecniche di lavorazione e non dispone dei mezzi per acquistare i prodotti chimici, il concime e l’acqua che serve. A questo punto solo le aziende MEDIO-GRANDI e le grandi proprietà terriere possono utilizzare questi sementi selezionati e vengono privilegiati per gli investimenti, le innovazioni e le conoscenze tecniche, per cui la condizione del contadino resta immutata e viene favorito l’aumento delle DIFFERENZE SOCIALI.
- SCELTA INDUSTRIALE: esistono 3 tipi di strategie di sviluppo industriale: la sostituzione delle importazioni, la crescita delle esportazioni e la trasformazione delle materie prime. Nella PRIMA si privilegiano le produzioni nazionali sostituendo progressivamente l’importazione dei prodotti industriali, viene attuata tenendo conto del fatto che il paese ha un mercato interno importante, cioè un numero di abitanti elevato che possa acquistare le produzioni nazionali. Questa industrializzazione viene finanziata e gestita dallo STATO, da IMPRESE NAZIONALI e da BANCHE che forniscono crediti e stabilimenti. (può essere applicata anche parzialmente con singoli prodotti o brevi periodi, infatti la COREA del SUD e TAIWAN l’hanno adottato nel periodo dello sviluppo). La SECONDA consiste appunto nell’aumento delle esportazioni, strategia adottata soprattutto dall’ASIA ORIENTALE dove la COREA DEL SUD, SINGAPORE E TAIWAN sono diventati temibili concorrenti dei paesi sviluppati in produzioni industriali come l’elettronica, la cantieristica e tessile facendo così parte del mercato internazionale. Hanno ricevuto anche INTERVENTI STRANIERI soprattutto giapponesi, ma anche statunitensi e europei. Per essere così COMPETITIVI di rilevante importanza è stata la possibilità di avere una manodopera abile e un basso costo. Nella TERZA la scelta industriale consiste nella lavorazione delle proprie risorse naturali all’interno del paese invece che esportarle grezze, e possono riguardare le risorse del sottosuolo, le produzione agricole, di legname e pesca. Nei paesi ricchi di BAUXITE producono l’ALLUMINIO (Giamaica, Suriname), in quelli ricchi di STAGNO hanno attivato la METALLURGIA DELLO STAGNO (Malaysia), oppure per i paesi PETROLIFERI si ha impiantato INDUSTRIA PETROLCHIMICA producendo benzina, oli combustibili (Kuwait, Arabia Saudita) che in alcuni casi il ricavo della loro esportazione ha favorito la diversificazione e il completamento del settore industriale (Algeria, Venezuela, Iraq)

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