Newyork

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New York (cittа)
GeografiaCittа (7.322.000 ab.; 18.087.000 ab. l'area metropolitana, che comprende anche le cittа del New
Jersey sett. con cui forma la conurbazione New York-Northern New Jersey-Long Island) degli U.S.
A., estesa per 779 kma2 nel settore sud-orient. dello Stato omonimo; и la piщ popolosa metropoli
statunitense ed и inoltre centro finanziario, assicurativo, industriale, commerciale, turistico,
culturale, religioso, amministrativo e politico della massima importanza. La popolazione
newyorkese ha carattere cosmopolita: i neri sono ca. il 23% della popolazione totale, gli Italiani il
20%, i Portoricani il 18%; seguono gli asiatici (3%), per lo piщ Cinesi, quindi Indiani, Filippini,
Coreani, Giapponesi, ecc., i quali risiedono prevalentemente a Chinatown, nella sezione merid. di
Manhattan. Il suo grandioso sviluppo fu dovuto alla felice posizione geografica in una delle
insenature piщ riparate e articolate dell'America Settentrionale, naturale approdo per i
colonizzatori che giungevano dall'Europa, nonchй facile via di penetrazione verso l'interno.
L'odierna cittа и costituita da cinque distinti nuclei urbani (Bronx, Brooklyn, Manhattan, Queens e
Staten Island) disposti intorno alla confluenza del f. Hudson nella New York Bay, insenatura
dell'Oceano Atlantico articolata in Upper Bay e Lower Bay, collegate dai Narrows. Tra tutte
queste complesse articolazioni costiere si trovano, oltre ai cinque distretti urbani che formano la
cittа vera e propria, numerosi altri centri satelliti, come Jersey City, Newark, Elizabeth, Bayonne,
nel New Jersey, Yonkers, Mount Vernon, New Rochelle e altri nello Stato di N., che gravitano
economicamente e culturalmente intorno alla cittа, dando vita a un'enorme conurbazione i cui
limiti territoriali e la cui entitа demografica sono difficilmente definibili. Al suo vastissimo
retroterra N. и collegata da numerose grandi rotabili (highways), linee ferroviarie e dal sistema di
vie d'acqua interne del Barge Canal, che contribuisce a fare del suo porto il maggiore degli U.S.A.
dopo quello di New Orleans. Il porto di N., i cui impianti si estendono per 1215 km (800 km nella
cittа di N.) contando oltre 2000 moli, ha un traffico annuo di 155 milioni di t di merci (esportazione
di frumento, autoveicoli, tessuti, tabacco, prodotti delle industrie meccaniche, chimiche,
alimentari, della carta; importazione di petrolio, zucchero, semi oleosi, polpa di legno, cacao,
caffи, gomma, rame, spezie, frutta, ecc.). N. и anche un importante scalo aereo, sia per il traffico
interno (aeroporto La Guardia), sia per quello internazionale (aeroporto Kennedy) ed и inoltre
servita da 4 eliporti. I distretti urbani sono collegati da numerosi ponti, da 5 tunnel che passano
sotto il f. Hudson e l'East River, da ferry-boats e da una metropolitana. Le industrie di N.
producono soprattutto beni di consumo: ubicate prevalentemente nei distretti di Bronx, Queens,
Brooklyn e Staten Island (Manhattan и soprattutto un grande quartiere residenziale), sono
particolarmente attive nei settori meccanico, meccanico di precisione, grafico-editoriale,
conciario, tessile, dell'abbigliamento, alimentare, chimico, farmaceutico, della gioielleria e delle
materie plastiche. Sede dell'O.N.U., la cittа и infine un importante centro culturale, con 7
universitа, numerosi collegi, musei, biblioteche e fondazioni. StoriaFondata nel 1626 da coloni olandesi sulla punta merid. dell'isola di Manhattan, acquistata dagli
Indiani dietro compenso in merce, fu chiamata Nuova Amsterdam e fino al 1664 fu la capitale
della Nuova Olanda. Gli Inglesi, che vantavano antichi diritti, la strapparono agli Olandesi, la
perdettero (1673), la riconquistarono definitivamente nel 1674 dandole il nome attuale. Nel sec.
XVIII la cittа divenne un centro mercantile e marittimo di prim'ordine e si sviluppт
straordinariamente: nel 1768 vi fu istituita la Camera di Commercio e nel 1792 la Borsa.
L'apertura, nel 1827, del canale Erie la metteva in comunicazione con i Grandi Laghi, mentre,
poco dopo (1832), veniva inaugurata la linea ferroviaria N.-Harlem. Ma l'enorme sviluppo
urbanistico della cittа ebbe inizio intorno al 1860, quando al sistematico afflusso di emigranti
d'oltre oceano s'aggiunse una consistente emigrazione anche dall'interno cosicchй, sul finire del
sec. XIX, la cittа si era giа estesa a Bronx, Brooklyn, Queens, Staten Island, ecc. Urbanistica e arte: pianificazione dell'areaPur mancando inizialmente di una precisa organizzazione urbanistica, quasi subito si formarono
gli assi di Broadway e Wall Street (pomerio della prima palizzata contro gli Indiani). Sotto il
dominio inglese ebbe (dal 1664) un piщ forte e accelerato sviluppo, superando l'East River e
l'Harlem River, con la formazione degli insediamenti di Brooklyn, Queens, Bronx e Richmond. Il
primo piano organico fu attuato per l'area di Manhattan (1807-11) da parte della commissione G.
Morris, S. De Witte e J. Rutherford, con un disegno che, pur rispettando il tracciato obliquo di
Broadway, adottт una griglia di vastissime dimensioni, estesa su un'area tre volte superiore a
quella giа urbanizzata (12 arterie longitudinali e 155 strade trasversali) assunta come principio di
crescita omogeneo che sembrava corrispondere agli ideali jeffersoniani. Tale piano ebbe una
notevole influenza sull'urbanistica americana ed и rimasto alla base dello sviluppo della cittа,
resistendo alla sua accelerata urbanizzazione, fino alla prima metа del secolo successivo.
Del 1857-58 sono l'ideazione e la realizzazione del Central Park di F. L. Olmsted, che costituм
il prototipo di moltissimi altri parchi urbani a scala della metropoli.
Al 1916 risale la grande ordinanza riguardante l'edificabilitа e utilizzazione del suolo, che
distingueva 4 distretti secondo le superfici coperte e i volumi costruiti e divideva la cittа in tre
zone (libera, d'affari, residenziale). Nel 1922 fu istituita la Regional Planning Association di N. i
cui studi portarono a un piano (1928) per la definizione di un nuovo sistema di comunicazioni e di
utilizzazione del suolo. Un nuovo strumento zonizzativo per la cittа fu iniziato nel 1926, ma
apparve solo nel 1951 e modificт soltanto alcuni tipi di controllo sulle costruzioni. Molte di
queste norme riguardavano l'area di Manhattan, dove fin dall'inizio del secolo, in seguito alla
concentrazione delle attivitа terziarie e direzionali in tale zona, si era verificata una
concentrazione degli edifici a sviluppo verticale, localizzati, in particolare, nella downtown fino
agli anni Trenta, nella midtown fino alla metа degli anni Cinquanta (in seguito al Rockefeller
Center del 1931-39). La cittа nei decenni successivi perse granparte del suo apparato
produttivo e commerciale, i grandi impianti portuali si trasferirono nel New Jersey e gran parte
del terreno lungo i fiumi divenne disponibile per funzioni urbane piщ prestigiose. Questa
trasformazione giа in atto nell'East Side negli anni Cinquanta (complesso delle Nazioni Unite,
quartiere residenziale di Johnson e Burgee del 1969) proseguм a Ovest negli anni Settanta con
l'insediamento del World Trade Center, la costruzione della Convention Hall e l'abolizione del
parco ferroviario della Penn Central Station. Un piano per la Lower Manhattan venne
elaborato nel 1966, per ricavare nuovi terreni fabbricabili interrando i moli in disuso. Nel 1975 si
approvт un piano dettagliato cui seguм nel 1979 la stesura definitiva di Cooper, Eckstut
Associates. Si и pianificata cosм la terziarizzazione dell'area, detta Battery Park City, a opera di
C. Pelli Associates. Parallelamente l'Amministrazione ha condotto un'operazione di restauro e
pedonalizzazione del South Street Seaport, quartiere dell'East River, che in seguito dovrebbe
estendersi all'intero Seaport District. Insediamenti residenziali sono invece stati realizzati negli
ultimi anni Ottanta nel cuore del Village (complesso Zeckendorf) e nel West Side (Park
Belvedere). Urbanistica e arte: l'architettura civilePoco rimane dell'originaria colonia olandese e del successivo periodo coloniale inglese (1664-
1716). L'edificio piщ antico di N. и la St. Paul's Chapel di Broadway, iniziata nel 1764 da Th.
McBean sul modello della londinese St. Martin-in-the-Fields; il portico e la guglia sono di P.-Ch.
L'Enfant (1794-96). Vi и poi la serie delle chiese neogotiche, tra cui la Trinity Church, di R. Upjohn
(1840-46); la Grace Church (1846-47) e la St. Patrick's Cathedral (1853-79) di J. Renwick. Nel
campo dell'architettura civile si ricordano il Municipio (City Hall, 1803), in stile Luigi XVI, e la
neoclassica Customs House (ora Sub-Treasury) del 1834-42. Nella seconda metа dell'Ottocento e
nei primi decenni del Novecento il neogotico continuт a essere largamente impiegato
nell'architettura religiosa (come nelle costruzioni dell'architetto Goodhue, tra cui St. Vincent
Ferrer, St. Thomas, 1913), insieme al neomoresco (sinagoga centrale, di H. Fernbach, 1872), al
neoromanico (progetto della cattedrale di St. John-the-Divine, 1891, realizzata perт in stile gotico
inglese nel 1911-30 da Cram e Ferguson), al neorinascimentale e al neoclassico monumentale, in
cui si produsse il gruppo McKim, Mead e White (Villard Houses, 1885; Morgan Library, 1902;
Century Club, 1890; Pennsylvania Station; Metropolitan Museum, ecc.). In questo prevalere degli
stili "storici" si distingue, come opera di buona ingegneria, il ponte di Brooklyn, di J. Roebling
(1883). Con i primi del Novecento ebbe inizio la fase dei grattacieli (Flat Iron Building, di D. H.
Burnham, 1902; Singer Building and Tower, di E. Flagg, 1908; Woolworth Building, di Cass
Gilbert, 1911-13), tutti piщ o meno "nobilitati" da elementi classici o gotici, secondo la tendenza
degli architetti americani del tempo (ben lontani dalla novitа di linguaggio di L. H. Sullivan) a
collegarsi alla tradizione europea. Tuttavia i grattacieli di R. M. Hood (American Radiator
Building, 1924; Daily News Building, 1930), anche se spiccatamente neogotici, cominciano giа a
risentire delle semplificazioni dello stile internazionale importato dagli architetti europei (come
Eliel Saarinen e Mies van der Rohe). Il Rockefeller Center (1931-40) rappresenta il primo
tentativo di risolvere il problema del rapporto tra grattacielo e strutture circostanti. Lo stile
internazionale si affermт nettamente nel secondo dopoguerra, soprattutto nelle opere di architetti
stranieri (Municipal Asphalt Plant, di E. J. Kahn e R. A. Jacobs, 1944; Idlewild Airport Terminal, di
Eero Saarinen, 1948-61; edifici delle Nazioni Unite, tra cui la Torre del Segretariato di Le
Corbusier e Niemeyer, 1950; Chase Manhattan Bank, 1959-60; Seagram Building, di Mies van der
Rohe e Ph. Johnson, 1956-57; ecc.).
MuseiOltre al Metropolitan Museum N. possiede molti altri importanti musei artistici, storici ed
etnografici. Il Museum of Modern Art (il cosiddetto MoMA), ampliato nel 1997 su progetto di Y.
Tamaguchi: comprende sezioni di architettura e design, fotografia, cinema, pittura e scultura
americane ed europee dei sec. XIX e XX, disegni e stampe (tra i dipinti alcune opere celebri quali,
p. es., Les demoiselles d'Avignon di Picasso, la Zingara che dorme di H. Rousseau, Broadway
Boogie-Woogie di Mondrian, Io e il villaggio di Chagall e altre importanti opere di Cйzanne, Van
Gogh, Lйger, Kandinsky, Ernst, Dalм, Duchamp, Magritte e di numerosi artisti americani
contemporanei). Il Solomon R. Guggenheim Museum, nato nel 1937 col proposito di
raccogliere opere di arte moderna non figurativa (il suo nome originario fu infatti Museum of Non
Objective Painting) e sistemato nel 1959 in un edificio di F. L. Wright (sottoposto agli inizi degli
anni Novanta a un importante restauro), comprende ca. 4000 opere di pittura e scultura europee e
americane. Non mancano dipinti dei maestri che preparano il superamento del naturalismo
(Cйzanne, Chagall, Modigliani, ecc.), ma piщ numerose sono appunto le opere cubiste e astratte
(dipinti di Picasso, Braque, Malevic, Metzinger, oltre alle maggiori raccolte statunitensi di opere
di Lйger, Kandinskij e Marc; dipinti di Kokoschka, Klee, Moholy-Nagy, Mondrian, Van Doesburg,
Mirу; sculture di Calder, Arp, Brвncusi, Archipenko, Giacometti, Moore). Il Cooper Union Museum,
ora Cooper-Hewitt Museum, comprende sezioni di arte applicata (ceramiche, vetri, mobili, tessuti)
e un gabinetto di stampe e disegni, soprattutto italiani, provenienti da donazioni private. Il
Whitney Museum of American Art (1930) и dedicato alla pittura e alla scultura americane
moderne. L'Hunting Hartford Museum и pure dedicato all'arte contemporanea. Nel 1935 и stata
aperta al pubblico la Frick Collection che raccoglie dipinti europei dal sec. XIV al XIX. Fondata da
Henry Clay Frick, industriale di Pittsburgh, la collezione ospita notevoli opere di arte italiana
(Giovanni Bellini, San Francesco in estasi; Bronzino, Lodovico Capponi; Tiziano, Ritratto di
giovane in pelliccia), francese (G. de La Tour; Boucher, Le arti e le scienze, otto tele
commissionate da Madame Pompadour; Chardin; Fragonard, Il progresso dell'amore, serie di
pannelli comissionati da Madame du Barry, Ingres), fiamminga (numerosi ritratti di van Dyck),
olandese (Hals, Rembrandt, Vermeer), spagnola (El Greco, Velбzquez, Goya), inglese del sec.
XVIII (eccezionale gruppo di ritratti di Reynolds, Romney, Hogarth, Lawrence, Gainsborough),
americana (ritratti di Whistler). Il Museum of the City of New York (1926) и un museo storico e
documentario della cittа (dipinti, stampe, documenti, arte popolare e decorativa). Il National
Museum of the American Indian (dal 1994 nella nuova sede della Custom House) и il piщ
importante del mondo per quanto riguarda l'etnologia e l'etnografia degli Indiani dell'America
Settentrionale, Centrale e Meridionale. L'American Museum of Natural History ospita
un'importante collezione di documenti dell'area culturale del Nord-Ovest dell'America
Settentrionale. Il Museum of Primitive Art (1954) и dedicato all'arte africana, precolombiana,
preistorica europea e asiatica, dell'Oceano Pacifico. Nel quartiere di Brooklyn si trova il Brooklyn
Museum (costruito nel 1897, ma oggetto di un importante ampliamento nel 1990) che comprende
sezioni di arte egiziana, mediorientale antica, precolombiana; di arte ed etnografia primitiva e
orientale; di pittura europea medievale e rinascimentale; di pittura e di arte decorativa americana
del Sette-Ottocento. BibliotecheN. possiede una rete fittissima di piccole e medie biblioteche, per lo piщ altamente specializzate,
tra cui fa spicco la Pierpont Morgan Library (v. Morgan Library). Tra le grandi biblioteche generali
sono da ricordare le universitarie del City College (ca. 1 milione di volumi) e della Columbia
University (ca. 5 milioni); ma la maggiore и la New York Public Library, fondata nel 1895, che
dispone di ca. 10 milioni di volumi distribuiti in 45 dipartimenti specialistici. SpettacoloCi sono tracce di attivitа teatrali isolate sin dall'inizio del sec. XVIII e si conoscono i nomi di teatri
sin dal 1750, ma и solo nel 1767 con l'apertura del John Street Theatre che la cittа cominciт ad
acquistare una certa importanza teatrale. Al John Street seguм nel 1789 il Park, che, grazie
soprattutto alla gestione di Stephen Price, acquistт in breve grande prestigio, scritturando famosi
attori inglesi e dando ospitalitа ai primi divi indigeni. A questo punto N. aveva ormai vinto la
concorrenza di Filadelfia ed era divenuta l'indiscussa capitale dello spettacolo americano. Al
Park s'affiancarono presto altri teatri: il Chatham Garden, il Lafayette e il Bowery e nel 1833
l'Italian Opera House, poi sostituita dall'Astor Place Opera House e dall'Academy of Music che
rimase il massimo teatro d'opera cittadino sino all'apertura del Metropolitan (1883). Lo spettacolo
stava diventando una grossa industria. I teatri (sempre piщ comodi e sempre meglio attrezzati
tecnicamente) continuarono a moltiplicarsi per tutto un secolo: erano 43 nel 1900, 68 nel 1926, 80
nel 1928. All'epoca dell'attore-impresario, che continuava a presentare anno dopo anno i suoi
cavalli di battaglia con molto Shakespeare e qualche melodramma, e a quella della compagnia di
complesso, con un repertorio scelto in funzione degli attori, seguм, a partire dagli ultimi decenni
dell'Ottocento, l'epoca del produttore che acquistava commedie verosimilmente destinate al
successo, scritturava attori, possibilmente con personalitа divistica, per recitarle, dedicava molte
cure all'allestimento e puntava su un gran numero di repliche per recuperare l'investimento
iniziale e realizzare un profitto.
Era questo il teatro di Broadway (il nome dell'arteria sulla quale e intorno alla quale sorgono
quasi tutte le sale), continuato con alterna fortuna sino a oggi, nonostante le gravi crisi provocate
prima dal cinema sonoro e poi dalla televisione, che diminuirono drasticamente il numero dei
teatri e determinarono la concentrazione degli spettatori su un limitato numero di spettacoli a
grandissimo successo, condannando al fallimento tutte le altre iniziative. Ma la storia del teatro
newyorkese nel sec. XX non и fatta soltanto delle efficaci commedie di consumo, delle grandiose
riviste di Ziegfeld o dell'alto professionismo del musical; a Broadway si и continuato a reagire in
nome di un'avversa concezione del teatro. Tra il 1915 e il 1916 si costituirono infatti, fuori
Broadway, due gruppi importanti, i Washington Square Players che formarono poi la Theatre
Guild, l'organismo produttivo di piщ alto livello artistico tra le due guerre, e i Provincetown
Players che scoprirono e imposero il talento di E. O'Neill. Negli anni Trenta, in piena
depressione, si moltiplicarono i gruppi politicamente impegnati, il piщ importante dei quali, il
Group Theatre, svolse perт tutta la sua attivitа nei teatri di Broadway; negli anni Cinquanta
acquistarono rilievo e importanza i teatri cosiddetti "off-Broadway" che presentarono, con bilanci
molto piщ limitati, testi commercialmente piщ azzardati, indigeni e stranieri; negli anni Sessanta
infine si и imposto il fenomeno di "off-off-Broadway", termine con il quale si definiscono miriadi di
gruppi (tra i quali il Living Theatre, l'Open Theatre, il Bread and Puppet Theatre) che, agendo
spesso in spazi non precipuamente teatrali, hanno svolto e svolgono attivitа d'avanguardia
completamente al di fuori delle norme del teatro commerciale. MusicaGiа nel 1763 si tenevano a N. concerti strumentali e corali; societа musicali eseguivano pagine di
Haydn e Hдndel, inni e cori, talora firmati dai primi compositori locali (James Hewitt, Benjamin
Carr). Popolari erano anche le ballad operas, sul modello inglese (The Beggar's Opera). Dal 1800
si diffuse l'usanza dei concerti estivi nei giardini: miscellanee di brani cantati e suonati, assolo e
duetti. La prima opera rappresentata (da una compagnia italiana) fu Il barbiere di Siviglia (1825);
da allora N. divenne tappa d'obbligo delle tournйe. Dal 1840 vi si diedero concerti sinfonici con
orchestre europee, e nel 1842 sorse la locale Philarmonic Society. A N. passarono virtuosi come
il soprano Jenny Lind (1850), i pianisti Louis M. Gottschalk e Anton Rubinstein (che vi introdusse i
recital solistici), il violinista Ole Bull. Vi era poi il teatro musicale leggero, dal minstrel show al
burlesque, all'operetta; nel 1866, con The Black Crook, nacque la musical comedy, fiorita sul
viale dei teatri, Broadway. Dal 1900, con la voga del ragtime, l'editoria musicale si accentrт in
una strada, Tin Pan Alley, e in breve divenne un'industria, capace di sfornare a getto continuo
canzonette per la stampa, il teatro, il disco e la pianola. A fecondarla furono le invenzioni dei
grandi maestri neri del ragtime, del blues e del jazz: essi perт ne rimasero ai margini, sfruttati, e
popolari solo nel ghetto (v. Harlem). Nel profluvio di musica leggera bianca uscita da Tin Pan
Alley si distinsero grandi autori di canzoni, come Jerome Kern, Irving Berlin, George Gershwin,
Cole Porter, Hoagy Carmichael, Harold Arlen, Richard Rodgers. Dal 1920 la canzone si tinse di
jazz e circolт sui dischi di orchestre da ballo, come quella di Paul Whiteman, l'ideatore del "jazz
sinfonico". Si formт anche una scuola originale di jazz bianco ("jazz di N."), piщ tenue, giocoso e
cameristico del jazz nero di Harlem: vi si distinsero Red Nichols, Eddie Lang, Joe Venuti. La Crisi
del 1929 parve stroncare Tin Pan Alley; ma essa rifiorм nel periodo swing (1935-45), grazie anche
a radio e cinema sonoro, che resero celebri le orchestre di Benny Goodman o Glenn Miller. Lo
swing dei complessini si concentrт invece nella 52ma Strada, su cui si aprivano i locali notturni.
Nel 1938, un concerto alla Carnegie Hall diede avvio al revival del jazz tradizionale e del folk che
si installarono al Greenwich Village, la zona degli artisti. Nel contempo N. vide l'arrivo di
compositori ed esecutori europei fuggiti o esiliati dalle rispettive dittature (Stravinskij, Hindemith,
Bartтk, Schцnberg, Milhaud, Toscanini, Szigeti). Nel 1945 a N. esplose il bebop, che in breve
seppellм l'ormai ripetitivo swing; ma il pubblico e Tin Pan Alley lo rigettarono, preferendo
aggrapparsi alla canzone melodica (Frank Sinatra). La 52ma Strada si svuotт; N. rimase tuttavia
la capitale del jazz grazie ai tanti locali sparsi ovunque, come il Birdland; e tale и rimasta,con alti
e bassi, fino a oggi.
Gli anni Cinquanta videro anche il fulgido tramonto di Broadway, che da allora sopravvive a se
stessa. L'industria della canzone si rinnovт tuttavia con il rock and roll, musica del Sud, diffusasi
soprattutto grazie alla TV. Sebbene il rock sia fiorito anche altrove, con esso N. ha consolidato il
suo ruolo di leader dell'industria musicale, ruolo ormai planetario. Essa и anzi divenuta un
crocevia di musiche - eurocolta, jazz, rock, folk - che genera nuovi ibridi (Third Stream Music,
jazz-rock) e contatti tra arti diverse (come tra il gruppo rock Velvet Underground e il maestro della
pop art Andy Warhol). Donde l'odierno volto bifronte di N., mecca dell'avanguardia multimediale
ma anche dell'industria del consenso. La vivacitа della scena и inoltre favorita da strutture come
il Lincoln Center for the Performing Arts (1966), che con le sue sale da concerto, teatri e
biblioteche и nel suo genere il complesso piщ grande del mondo. Di recente perт, con la crisi
economica, N. и diventata scenario di decisioni prese altrove. L'afflusso di immigrati da tutto il
mondo ha poi generato una feroce conflittualitа di tutti contro tutti, donde la tendenza a un
isolamento regressivo: il rap, la rabbiosa musica del ghetto nero, ne и una manifestazione.
DanzaLe prime tracce dell'arte che contribuirа a trasformare N. in una delle capitali mondiali dello
spettacolo risalgono ai primi decenni del sec. XVIII (1739), quando un maestro di ballo inglese,
tale Holt, si esibм per la prima volta in una serata di danze. Nei decenni successivi seguirono
diverse apparizioni di ballerini provenienti dall'Europa e verso la fine del secolo (1785) и
documentata l'attivitа di quello che viene considerato il primo ballerino professionista americano,
John Durang. Fra la fine del sec. XVIII e l'inizio del XIX il Park Theatre si segnala come teatro con
una propria regolare attivitа anche ballettistica, tanto da ingaggiare come maоtre de ballet un
certo Claude Labassй (1821), proveniente dal Teatro alla Scala di Milano. Numerose furono le
stelle d'oltreoceano che approdarono a N.: nel 1828, da Napoli, giunse Charles Vиstris. Negli anni
Quaranta Fanny Elssler colse a N. numerosi successi, e perfino il giovanissimo Enrico Cecchetti
vi approdт (1858), al seguito di una larga troupe di artisti europei di cui facevano parte i suoi
genitori. L'allestimento, in quegli anni, di alcuni dei titoli di maggior successo del repertorio
europeo contemporaneo, quali La Sylphide (Park Theatre, 1835), Giselle (protagonista Augusta
Maywood, 1846), Sylvia (1886), testimoniano del notevole grado di aggiornamento della scena
newyorkese, rispetto alla migliore produzione europea. D'altro canto, il successo delle cosiddette
extravaganzas sul modello di The Black Crook (1866), che mescolavano musica, danze, folclore,
numeri di canto e di balletto ed elementi della cultura popolare e della nascente tradizione afro-
americana, testimoniano altresм la nascente autonomia creativa della cultura cittadina, che
porterа allo sviluppo di generi autoctoni, distinti dalla tradizione europea, quali la modern dance
(affermatasi a partire dagli anni Dieci del sec. XX grazie all'opera di pionieri quali Isadora
Duncan, Ruth St. Denis, Martha Graham, Doris Humprey, e fiorita ininterrottamente fino ai giorni
nostri grazie all'opera di capiscuola quali Alwin Nikolais, Josй Limуn, Anna Sokolov, Merce
Cunningham, Trisha Brown, Twyla Tharp) e il musical, altro genuino prodotto della cultura
americana, che ha trionfato prima nei grandi teatri di Broadway e poi al cinema. Per quanto
riguarda il balletto, al di lа di un pressochй costante aggiornamento (la prima apparizione della
Pavlova и del 1910, i Ballets Russes di Djagilev debuttarono a N. nel 1916) la cittа, oggi una
delle capitali indiscusse della scena ballettistica internazionale, non ha avuto, fino agli anni
Trenta, una compagnia professionale. Nel 1934 Lincoln E. Kirstein e George Balanchine creano
l'American Ballet, primo dei tentativi dai quali doveva evolversi il New York City Ballet. Nel 1937
Michail Mordkin diede vita al Mordkin Ballet, formato, oltre che da alcuni elementi professionisti
di provenienza europea, anche da alcuni fra i migliori elementi della sua scuola. Nel 1940 Lucia
Chase, raccogliendo un nucleo proveniente dal Mordkin Ballet, crea il Ballet Theatre (oggi
American Ballet Theatre). Й solo nel secondo dopoguerra, perт, che l'attivitа ballettistica ha
conosciuto un enorme sviluppo e ha goduto di una crescente popolaritа, affiancando e finendo
per sopravanzare l'attivitа delle compagnie depositarie della tradizione americana della modern
dance, che pure rimangono un'espressione fondamentale della creativitа coreografica
newyorkese. Nuove prestigiose compagnie di balletto si sono aggiunte alle due principali (fra
queste il Joffrey Ballet, il Dance Theatre of Harlem, l'Elliot Feld Ballet), mentre sul fronte della
modern dance alle compagnie dei pionieri e dei capiscuola degli anni Quaranta si sono aggiunte
quelle dei protagonisti dell'ondata postmoderna degli anni Sessanta e Settanta e una miriade di
gruppi che alimentano ininterrottamente le frange piщ vitali dell'avanguardia non solo
coreografica.
BibliografiaPer la geografia: A. Hepburn, New York City, New York, 1957; C. T. Wu, Chinese People and
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Per la storia: Autori Vari, The Memorial History of the City of New York, from Its First
Settlement to the Year 1892, 4 voll., New York, 1892; M. G. Van Rensselaer, History of The City of
New York in the Seventeenth Century, 2 voll., New York, 1909; W. R. Shepherd, The Story of New
Amsterdam, New York, 1926; G. Moorhouse, New York. Biografia di una cittа, Milano, 1989; F.
Baldassarri, Metropolitan, New York, Firenze, 1991. Per l'urbanistica: J. W. Reps, The
Making of Urban America, Princeton, 1965; P. Hall, Le cittа mondiali, Milano, 1966; M. Manieri
Elia, L'architettura del dopoguerra in USA, Bologna, 1966; V. Scully, American Architecture and
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  1. elia

    topic per trinity grado 4