La situazione ambientale in Italia

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Testo

Ambiente Italia 2000
C'è stato un balzo in avanti per le aree protette: nell'ultimo decennio il territorio tutelato è cresciuto del 75%, passando da 575mila a 2.300.000 ettari (il 7% della superficie complessiva del Belpaese) cui vanno aggiunti gli oltre 270mila ettari delle riserve e delle aree marine protette. L'agricoltura biologica ha perso quei tratti distintivi di attività di nicchia: negli ultimi 5 anni sono stati convertiti oltre 441.000 ettari (gli ettari "bio" erano appena 70mila nel 1994): e oggi interessa il 3,5% della produzione complessiva (praticamente il 3,5% in più rispetto a 10 anni fa). La raccolta differenziata dei rifiuti nell'ultimo decennio è passata dallo zero per cento (alla fine degli anni '80 era poco più di un esperimento) al 9,7%. Le ruspe hanno cominciato ad abbattere alcuni "ecomostri" sacri dell'abusivismo edilizio (il Fuenti, le villette nell'Oasi del Simeto): 1.000 sono state le demolizioni nel corso del 1998. E fin qui siamo alle luci. Ma tante sono ancora le ombre: più del 30% degli abitanti dei capoluoghi di provincia è tuttora privo di un sistema di depurazione; circa il 35% della popolazione servita dalla rete acquedottistica non dispone di acqua sufficiente per almeno tre mesi l'anno e nel Mezzogiorno la situazione raggiunge punte drammatiche con "crisi" idriche che periodicamente lasciano a secco 7 cittadini su 10; nelle aree urbane è in continua crescita l'inquinamento acustico (rischio rumore per 25 milioni di italiani), l'ozono, nonché il tasso di motorizzazione: ci sono oggi 54 auto ogni 100 abitanti, una densità ineguagliata a livello europeo. Quanto all'innovazione tecnologica, l'Italia segna il passo: dei 91.410 nuovi brevetti acquistati soltanto 2.700 (il 3%) è made in Italy. E ancora la politica fiscale: è cresciuto il peso tributario complessivo, è diminuita la rilevanza delle tasse energetico-ambientale.
Numero di campi dove si sperimentano coltivazioni transgeniche
Austria
3
Belgio
99
Germania
105
Danimarca
40
Spagna
140
Finlandia
22
Francia
443
Regno Unito
179
Grecia
19
Irlanda
4
Italia
233
Paesi Bassi
109
Portogallo
12
Svezia
53
Mentre nei paesi industrializzati il consumo di pesticidi sembra essere in declino in Italia la riduzione del loro impiego è meno evidente e si attesta a livelli equivalenti a quelli del 1985.

In costante ascesa è invece la consistenza del parco auto italiano: ci sono ormai 54 vetture ogni 100 abitanti (31 milioni in totale. Questo ingorgo non è privo di conseguenze per quello che riguarda smog e rumore: circa il 100% degli abitanti dei centri urbani è sottoposto a livelli di fonoinquinamento notturno dannosi per la salute (le amministrazioni comunali, a 4 anni esatti dall'approvazione della legge antidecibel ancora stentano a far partire i piani di disinquinamento acustico), l'ozono estivo in Italia raggiunge concentrazioni record.
L'ingorgo quotidiano
Anno
Auto/100 Abitanti
1961
4,8
1971
20,9
1981
32,9
1991
50,1
1992
51,7
1993
51,9
1994
51,8
1995
52,9
1996
53,2
1997
53,9

E sono i cittadini, per primi, a segnalare tra le emergenze il traffico, lo smog, il rumore. Ecco qui infatti, regione per regione, la percentuale di famiglie che definisce un problema grave o abbastanza grave il solito ingorgo quotidiano, l'inquinamento atmosferico e la massiccia presenza di decibel. E i dati sotto riportati crescono ovviamente in modo esponenziale se nel computo totale si considerano solo le risposte date da chi abita in città.
Regione
Traffico %
Smog %
Rumore %
Piemonte
47,4
42,4
39,9
Valle d'Aosta
35,2
30,4
28,5
Lombardia
51,7
52,2
40,8
Bolzano
45,2
40,4
33,7
Trento
38,7
23,1
22,7
Veneto
46,5
30,2
30,2
Friuli V.G.
41,9
32,7
31,2
Liguria
53,1
38,8
43,5
Emilia Romagna
43,8
38,4
32,5
Toscana
48,7
38,1
36,4
Umbria
42,8
32,1
33,2
Marche
37,1
25,8
30,9
Lazio
58,3
51,7
46,3
Abruzzo
33,3
21,1
27,7
Molise
22,1
12,6
21,8
Campania
47,4
41,1
45,9
Puglia
51,8
37,4
44,5
Basilicata
23,8
14,7
18,9
Calabria
36,3
18,8
31,7
Sicilia
43,0
27,6
39,2
Sardegna
41,9
23,1
34,1
Italia
47,3
38,5
38,4
Trafficate le città italiane e ancora con dotazioni di verde non sempre apprezzabili. Solo a Bologna, Firenze, Torino e Milano almeno il 75% degli abitanti ha giardini o parchi urbani attrezzato a portata di piede (meno di 15 minuti di cammino cioè dalla propria abitazione).
Percentuale abitanti che possono raggiungere a piedi uno spazio verde in meno di 15 minuti Città
Sopra il 90%
Bologna
Tra l'80% ed il 90%
Torino, Firenze
Tra il 70% e l'80%
Milano, Venezia
Tra il 60% ed il 70%
Roma, Genova
Tra il 40% ed il 50%
Bari, Catania
Tra il 30% ed il 40%
Napoli
Tra il 20% ed il 30%
Palermo
Rivincita del verde sul fronte aree protette. Dopo l'istituzione dei grandi parchi nazionali tra il 1922 ed il 1968, lo sviluppo del sistema delle aree protette si concentra essenzialmente nell'ultimo decennio. E' in questo periodo che sono state poste sotto tutela e rese operative il 75% delle aree protette complessive. Oggi l'Italia può contare su 2.300.000 ettari di terra e 270.000 ettari di mare sotto tutela: ci sono 20 parchi nazionali, 154 riserve naturali statali, 71 parchi naturali regionali, 171 riserve naturali regionali, 94 altre aree protette. Se si tiene conto inoltre del territorio complessivo interessato dalla Rete ecologica nazionale si giunge invece ad una quota prossima al 18-20% del Paese. Lo stesso territorio è però ancora devastato dall'abusivismo edilizio: 25mila le costruzioni fuorilegge sorte nel 1998, il 12,7% della produzione edilizia totale. Qui la nota positiva arriva però dall'inversione di tendenza in atto: grazie alla costante opera di denunzia e sensibilizzazione di Legambiente alcuni ecomostri sacri dell'abusivismo edilizio come il Fuenti o le ville e le villette abusive sorte all'interno dell'oasi naturale del Simeto (CT) sono state demolite. Nei primi dieci mesi di quest'anno sono state 1.000 le costruzioni illegali abbattute: con ogni probabilità un numero superiore al numero complessivo di demolizioni degli ultimi 10 anni. E sempre in questo campo va sottolineata la recente approvazione in Consiglio dei Ministri del ddl anti-abusivismo. Sempre sul fronte legalità vengono ricordate da Ambiente Italia le cifre dell'attività delle eco mafie: nel 1998 sono stati accertati in Italia 30.957 illeciti penali in campo ambientale, mentre nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) sono state arrestate o denunciate 4.416 persone.
La recente introduzione della carbon-tax è un segnale di inversione di tendenza, che da solo potrebbe però essere insufficiente persino a stabilizzare l'incidenza della tassazione ambientale e ad arrestarne il continuo declino. A proposito di emissioni: pur sulla base di soli dati stimati, l'Italia emerge in Europa come la nazione nella quale è più preoccupante la dispersione nell'ambiente di sostanze tossiche. Secondo le stime riportate da Eurostat e dalla commissione Ue l'Italia ha determinato il 27,4% del totale dei rilasci di metalli pesanti in atmosfera di tutta la comunità. Cifra doppia rispetto a quella stimata dalla Germania che segue l'Italia in classifica. Dall'inquinamento dell'aria a quello idrico: la capacità di depurazione è ancora insufficiente nelle città (complessivamente è inferiore al 70%) e pessima è la gestione delle risorse idriche: gli acquedotti in Italia sono oltre 13mila, gestiti da circa 7.000 enti e società diverse, con un volume complessivo di acqua addotta pari a circa 8 miliardi di metri cubi l'anno. Circa il 35% della popolazione servita dalla rete acquedottistica però non dispone di acqua sufficiente per almeno tre mesi l'anno e nel Mezzogiorno la situazione raggiunge punte drammatiche con "crisi" idriche che interessano sette cittadini su dieci. L'acqua potabile a tutt'oggi è utilizzata per scopi civili solo nel 10% dei casi, a dispetto della carenza rilevata in molte regioni. La parte del leone la fa il comparto agricolo che "beve" circa il 70% delle risorse, mentre l'industria ne consuma il 20%. L'Italia è inoltre ai primissimi posti in Europa per prelievo idrico pro-capite. Si tratta di 980 metri-cubi annui per abitante contro i 604 della media Ue. E a far aprire così i rubinetti contribuiscono tariffe tra le più basse d'Europa.
La pagella ambientale dell'Italia
Buoni
Cattivi
Agricoltura biologica
(3,5% della superficie complessiva)
Prodotti Tipici
(99 golosità già registrate presso Ue)
Aree Protette
(75% istituito negli ultimi dieci anni)
Repressione abusivismo edilizio
(1000 demolizioni ultimi 10 mesi)
Raccolta Differenziata
(9,4% totale rifiuti)
Visitatori musei e archeositi statali
(27 milioni/anno)
Programma Agende 21 locali
(coinvolge 50 tra comuni, province, regioni)
Kyoto club
(cartello di 40 imprese tra quelle con maggiori trend sviluppo per riduzione gas di serra)
Consumo pesticidi
(165000 tonnellate)
Campi sperimentali di Ogm
(233; seconda in Europa)
Animali in pericolo
(68% specie vertebrati a rischio)
Abusivismo edilizio
(25000 costruzioni abusive nel Õ98)
Rifiuti in discarica
(77,8%)
Spesa per la cultura
(Italia 118000 lit/procapite; Svezia 201000)
Illegalità ambientale
(30.957 ecoreati nel 1998)
Fiscalità su consumi energetici
(9,4% del totale, livelli uguali a quelli Õ75)
Innovazione tecnologica
(91410 brevetti,solo 3% made in Italy)
Tasso di motorizzazione
(54 auto/100 abitanti)
Rumore
(98% popolazione cittˆ a rischio) Dissesto idrogeologico
(1500 comuni colpiti da alluvioni in 50 anni)

Esempio