La Nigeria

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La Nigeria
1. INTRODUZIONE
Nigeria (Federal Republic of Nigeria; Repubblica Federale della Nigeria), repubblica federale dell'Africa occidentale, delimitata a nord dal Niger, a est dal Ciad e dal Camerun, a sud dal golfo di Guinea e a ovest dal Benin. Ha una superficie di 923.768 km². Il suo nome deriva da quello del fiume principale, il Niger. La capitale è Abuja, mentre Lagos è la maggiore città del paese.
Composta inizialmente da un insieme di regni e di stati basati sulle diverse etnie, l'area dell'attuale Nigeria passò sotto il dominio britannico nel 1906, e divenne stato indipendente, membro del Commonwealth britannico, il 1° ottobre 1960. In seguito a un periodo di tensioni tra i diversi gruppi etnici, specialmente gli yoruba del sud-ovest, gli ibo del sud-est, gli hausa e i fulani (o fulbe) del nord, la Nigeria è stata sottoposta a un governo militare dal 1966 al 1979, cui ha fatto seguito un breve periodo di governo civile (1979-1983), destituito da un colpo di stato militare. Tra il 1967 e il 1970 gli ibo cercarono, senza successo, di staccarsi dalla Nigeria costituendo la Repubblica del Biafra.
2. TERRITORIO
La Nigeria, formata da un altopiano attraversato dai fiumi Niger e Benue, è costituita da quattro regioni fisiche. Lungo la costa, il paesaggio è caratterizzato da foreste di mangrovie e da paludi, che si estendono per alcuni chilometri nell'entroterra; nella regione del delta del Niger la fascia costiera raggiunge un'ampiezza di circa 100 km. Oltre la costa penetrano verso l'interno le valli del Niger e del Benue lungo le quali alle pianure succede un'ampia zona collinare, boscosa, che gradualmente si innalza a formare gli altipiani rocciosi di Jos e di Bauchi. Al di là di questi altipiani, la savana, una vasta pianura costellata da affioramenti granitici, che si estende fino alle zone semidesertiche del Sahel, nell'estremo nord, costituisce la principale area agricola della Nigeria. A est, al confine con il Camerun, è situato il massiccio dell'Adamaua, ove si innalza il Dimlang (o Vogel Peak), la cima più elevata del paese (2042 m).
Il fiume Niger e i suoi tributari, il Benue, il Kaduna e il Sokoto, percorrono gran parte della Nigeria. Nel nord-est i fiumi sfociano nel lago Ciad. La navigazione del Niger e dei suoi affluenti è limitata dalle rapide e da stagionali variazioni di profondità.
In Nigeria si distinguono due zone climatiche: lungo la costa, la massa d'aria equatoriale marittima determina un clima caratterizzato da forte umidità e piogge persistenti; al nord la massa d'aria tropicale continentale, proveniente dal Sahara, porta venti secchi e carichi di sabbia (come l'harmattan); la temperatura e le piogge variano in modo considerevole secondo la stagione. La massima piovosità, concentrata soprattutto a sud del paese, si riscontra nei mesi che vanno da aprile a ottobre; la media delle precipitazioni va dai 2497 mm di Port Harcourt, sul delta del Niger, agli 869 mm di Kano, nel nord del paese.
2.1. Flora e fauna La vegetazione si differenzia a seconda delle regioni climatiche. Il sud, particolarmente ricco di acque, è parzialmente coperto da fitte foreste tropicali di latifoglie, mentre nelle regioni dell'altopiano e della savana le foreste cedono il passo alle praterie e ad alberi robusti come il baobab e il tamarindo. Spostandosi infine verso l'estrema regione nordoccidentale del Sahel si incontra in prevalenza una vegetazione di tipo semidesertico. Per quanto riguarda la fauna, i grandi rettili (coccodrilli e serpenti) popolano le paludi e le zone della foresta pluviale. Alcuni esemplari di antilopi, cammelli e iene vivono nel nord del paese, mentre i grandi mammiferi africani, un tempo presenti in Nigeria, si sono estinti a causa del moltiplicarsi degli insediamenti umani.
3. POPOLAZIONE
Con più di 250 gruppi etnici, la Nigeria costituisce un complesso mosaico linguistico, sociale e culturale. Più della metà della popolazione è formata dai gruppi degli hausa e dei fulani a nord, degli yoruba a sud-ovest e degli ibo nel sud-est. Tra gli altri gruppi etnici presenti nel paese si ricordano gli edo, gli ijaw e gli ibibio nel sud, i nupe e i tiv nella zona centrale del paese e i kanuri nel nord-est.
Sebbene la Nigeria sia riconosciuta come la nazione africana più popolosa, il numero esatto e la distribuzione dei suoi abitanti hanno costituito argomento di grandi controversie politiche all'interno del paese. Secondo i risultati del censimento del 1998 il paese contava 110.532.242 abitanti (di cui circa il 40% residente nelle aree urbane), con una densità media di 120 unità per km2.
3.1. Città principali
Lagos, la più grande città della Nigeria, maggiore centro commerciale e principale porto del paese, ha una popolazione di circa 5 milioni di abitanti (stima del 1995). Nel dicembre del 1991 la capitale federale è stata spostata da Lagos ad Abuja, nella zona centrale del Federal Capital Territory. Altri centri urbani di rilievo sono Ibadan, Aba, Abeokuta, Ado-Ekiti, Ede, Enugu, Ife, Ila, Ilesha, Ilorin, Iwo, Kaduna, Kano, Maiduguri, Mushin, Ogbomosho, Onitsha, Oshogbo, Port Harcourt e Zaria.
3.2. Lingua e religione La lingua ufficiale è l'inglese. L'hausa, una lingua franca dell'Africa occidentale, è quella più largamente usata, soprattutto nel nord; sono diffuse anche le lingue yoruba, ibo, kanuri e tiv .
Circa il 48% degli abitanti è musulmano e vive nelle aree degli hausa, dei fulani e dei kanuri nel nord del paese. Tra i cristiani, circa il 34% della popolazione, i cattolici sono concentrati nel sud-est, mentre i metodisti e altri gruppi hanno un forte seguito sia nel sud-est che nel sud-ovest.
4. ISTRUZIONE E CULTURA
Entro i confini della moderna Nigeria sopravvivono alcune delle più antiche tradizioni culturali e artistiche dell'Africa occidentale, su cui si sono innestate, nel periodo coloniale, influenze europee. Il rinvenimento delle sculture in terracotta degli artisti Nok (500 a.C.) e dei magnifici bronzi del Benin (XIV-XV secolo) ha permesso di conoscerne e apprezzarne la ricchezza. Nel periodo postcoloniale, le moderne tendenze artistiche, letterarie e cinematografiche hanno arricchito il patrimonio culturale tradizionale, in concomitanza con il tentativo di modernizzazione del paese, avviato dal governo federale, utilizzando gli introiti della vendita del petrolio grezzo per finanziare un sistema educativo di tipo occidentale. La letteratura orale tradizionale ha significativamente influenzato famosi scrittori nigeriani del XX secolo come Amos Tutuola, il premio Nobel Wole Soyinka, Chinua Achebe e, più recentemente, Ben Okri.
Fin dal 1830 i missionari introdussero un sistema educativo di tipo occidentale, che non riuscì tuttavia a soppiantare completamente le tradizionali scuole coraniche, presenti soprattutto a nord. Nonostante nel 1976 siano state istituite scuole elementari gratuite, le strutture scolastiche sono ancora insufficienti e il tasso di alfabetizzazione si aggira intorno al 57,1%. Secondo il nuovo piano di educazione, introdotto nel 1982, la scuola elementare (ufficialmente obbligatoria), ha una durata di sei anni, mentre la scuola secondaria è organizzata in due cicli di tre anni ciascuno. Istituti di istruzione superiore di tipo occidentale sono stati creati in tutto il paese fin dal 1948, anno di fondazione dell'Università di Ibadan.
Tra le istituzioni culturali più importanti si citano il Museo nazionale di Lagos, che ospita una ricca collezione di oggetti artistici di tutte le epoche, la Biblioteca nazionale della Nigeria, sempre a Lagos, e l'Archivio nazionale di Ibadan.
5. ECONOMIA
La Nigeria, paese tradizionalmente agricolo, era in grado, fino agli anni Settanta, di soddisfare il fabbisogno interno di derrate alimentari, riuscendo contemporaneamente a esportare una discreta varietà di prodotti come olio di palma, cacao, caucciù e arachidi. Dagli anni Settanta tuttavia, le esportazioni di petrolio hanno radicalmente cambiato la politica economica del paese. Dopo il crollo del prezzo del petrolio negli anni Ottanta, il governo ha cercato, con piani ambiziosi, di invertire questa tendenza, riuscendovi però solo parzialmente, dal momento che la vendita del greggio rappresenta ancora la principale fonte di entrata valutaria. Attività secondarie per l'economia del paese sono invece lo sfruttamento delle risorse forestali e la pesca, essenzialmente di tipo lacustre e fluviale.
La drastica diminuzione delle entrate provenienti dal petrolio insieme al rapido aumento della popolazione hanno portato a un calo del prodotto interno lordo (PIL) pro capite, passato dai 520 dollari USA annui della metà degli anni Ottanta ai 270 dollari USA del 1988. Nel 1997 il PIL pro capite era calcolato in circa 340 dollari USA annui.
5.1. Agricoltura
L'agricoltura, che occupa la maggior parte della popolazione nigeriana, resta un'attività di pura sussistenza, ancora incentrata su piccole aziende a conduzione familiare. Nelle regioni del nord si coltivano principalmente sorgo, riso, arachidi, cotone e miglio e si allevano bovini, mentre il sud produce perlopiù granturco, patate dolci, palme da olio e cacao. L'allevamento di animali da cortile, ovini e caprini è diffuso in tutto il territorio, così come le coltivazioni di manioca, legumi, pomodori e soprattutto canna da zucchero e banane. All'inizio del XIX secolo l'olio di palma divenne il principale prodotto di esportazione, ma la sua importanza diminuì nei primi anni Cinquanta del secolo, quando i maggiori introiti vennero determinati dall'esportazione di cacao e arachidi.
5.2. Risorse minerarie Grandi giacimenti di petrolio e di gas naturale (destinato a uso interno per alimentare le centrali elettriche, che soddisfano la maggior parte del fabbisogno energetico del paese) sono situati sul delta del fiume Niger e in mare aperto, nelle antistanti baie di Benin e Bonny (Biafra), nel golfo di Guinea. Per quanto riguarda il petrolio, che viene estratto dalle principali compagnie petrolifere internazionali in associazione con la compagnia di Stato NNPC (Nigerian National Petroleum Corporation), la Nigeria si colloca tra i maggiori produttori mondiali. Il paese dispone inoltre di consistenti giacimenti di carbone, piombo e zinco e di modesti depositi di oro e uranio. Nella regione della savana vengono inoltre estratte piccole quantità di calcare, sale, lignite e minerali ferrosi, mentre nell'area dell'altopiano di Jos si trovano stagno e columbite.
5.3. Industrie manifatturiere Dislocate in varie regioni del paese vi sono piccole imprese a conduzione familiare, la cui attività è basata soprattutto sulla lavorazione artigianale di ceramica, legno, tessuti, pellami, materiale da costruzione, granaglie macinate e bevande. Negli anni Settanta vennero create, soprattutto nel sud, industrie su vasta scala, comprendenti stabilimenti per l'assemblaggio di motori automobilistici, raffinerie di petrolio e fabbriche per la produzione di tessuti, articoli in gomma, prodotti farmaceutici, pasta di legno e carta, sigarette, alluminio, ferro, acciaio e prodotti petrolchimici.
5.4. Trasporti e comunicazioni La Nigeria ha una rete stradale che copre circa 193.198 km, asfaltati per il 19%. Negli anni Settanta e Ottanta sono state costruite autostrade che collegano Lagos a Ibadan, al Benin e ad altre aree popolate del paese, facendo declinare l'importanza della rete ferroviaria, che si estende per circa 3557 km. Dotata di numerosi scali portuali, come quelli di Lagos, Port Harcourt, Warri, Calabar, Bonny e Burutu, la Nigeria ha inoltre due aeroporti internazionali, situati a Lagos e a Kano, e aeroporti minori per i voli interni.
5.5. Flussi monetari e banche La moneta corrente è il naira, suddiviso in 100 kobo. La valuta e le attività bancarie sono controllate dalla Banca centrale di Nigeria (fondata nel 1958).
Il mercato interno della Nigeria è incentrato sulla vendita di generi alimentari e di beni di consumo, mentre le esportazioni si basano, per oltre l'85%, sulla vendita del greggio. Vengono prevalentemente importati veicoli a motore e pezzi di ricambio, macchinari, prodotti industriali di base e generi alimentari. I principali partner commerciali sono Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Canada, Brasile e Portogallo. Nonostante la ricchezza prodotta dalla massiccia esportazione del petrolio, il paese è gravato da un elevatissimo debito pubblico, in continua ascesa.
6. ORDINAMENTO DELLO STATO La vita politica della Nigeria è stata caratterizzata fin dall'indipendenza, raggiunta nel 1960, oltre che dai continui interventi militari, dalle rivalità tra il nord musulmano e tradizionalista, dominato dagli hausa e dai fulani, e il sud più occidentalizzato e guidato dagli yoruba e dagli ibo. Dopo il regime militare (1966-1979), il 1° ottobre 1979 venne ristabilito un governo civile, che utilizzò la Costituzione promulgata già nel 1978; questa venne però abrogata in seguito al colpo di stato militare del 31 dicembre 1983. La nuova Costituzione, attesa per il 1989, che avrebbe dovuto riattribuire potere a un governo civile, non venne mai promulgata in quanto un nuovo colpo di stato militare (1993) impose il ripristino della Costituzione del 1978. Allo stesso tempo venne proibita ogni attività politica, soppressi gli unici due partiti politici ufficiali, sciolto il Parlamento e destituiti i 30 governatori eletti. Nel maggio 1994 fu quindi istituita una Conferenza nazionale costituzionale, che nell'aprile 1995 approvò formalmente un nuovo progetto di Costituzione, il quale prevedeva l'alternarsi alla presidenza di rappresentanti del nord e del sud, oltre a specificare le modalità di costituzione di nuovi stati, distretti amministrativi locali e nuove rappresentanze elettorali, con l'abolizione della messa al bando dell'attività politica.
In seguito alla soppressione della Costituzione del 1978, dopo il colpo di stato del 1985, il potere esecutivo venne affidato al presidente, che agiva consultandosi con i 29 membri del Consiglio delle forze armate. Quest'ultimo venne sciolto nel gennaio 1993, alla vigilia delle elezioni democratiche e sostituito da un Consiglio transitorio composto da 29 membri civili. Le elezioni presidenziali, tenutesi nel giugno dello stesso anno, vennero però annullate e fu insediato un governo ad interim, destituito in novembre da un nuovo colpo di stato. Il ministro della Difesa, generale Sani Abacha, assunse le funzioni di capo dello stato e formò un Consiglio provvisorio di governo composto da undici membri e da lui stesso guidato. Venne inoltre formato un Consiglio esecutivo di 33 membri, presieduto dallo stesso Abacha.
In seguito al colpo di stato del 1993 l'Assemblea nazionale bicamerale, eletta l'anno precedente, fu sciolta e, nell'aprile 1994, il governo militare annunciò un programma di graduale transizione per il ritorno a un governo civile. Tuttavia il 1° ottobre 1995 Abacha annunciò che sarebbero occorsi almeno tre anni per completare il periodo di transizione e il governo militare sarebbe quindi rimasto in carica fino al 1° ottobre 1998; in quell'occasione non venne fissata alcuna data per l'elezione di un nuovo organo legislativo nazionale.
Il tribunale di più alto grado è la Corte suprema federale, composta da un giudice di grado superiore e da altri 15 membri designati dal capo di stato. Di rango inferiore sono la Corte d'appello federale, l'Alta Corte federale e le alte corti di ogni singolo stato. Inoltre, alcuni stati della federazione hanno tribunali islamici o corti che giudicano in base ad antiche leggi della tradizione nigeriana.
6.1. Suddivisioni amministrative Ottenuta l'indipendenza, la Nigeria venne divisa in tre regioni: il nord, dominato dalla tradizionale aristocrazia degli hausa e dei fulani, l'ovest dominato dagli yoruba e l'est controllato dagli ibo. Nel 1966 il paese venne inoltre diviso in tanti piccoli stati, ulteriormente frammentatisi nei trent'anni successivi nel tentativo di assecondare le ambizioni delle diverse etnie. Secondo la Costituzione del 1978 i governatori degli stati avrebbero dovuto essere nominati mediante elezione, mentre dal 1983 al 1990 furono scelti dal Consiglio militare. Nel 1991 la creazione di altri nove stati portò il numero totale a trenta, con circa seicento suddivisioni amministrative. Dopo il colpo di stato di Abacha (1993) tutti gli organismi di governo locale vennero sciolti.
6.2. Partiti politici e relazioni internazionali Prima dell'indipendenza, la vita politica nigeriana era dominata dal Congresso dei popoli del nord (NPC), dall'Assemblea nazionale dei cittadini nigeriani (NCNC), un partito guidato dagli ibo con una forte presenza nel sud-est, e dal Gruppo d'azione (AG), che guidava il governo del sud-ovest ed era controllato da uomini politici yoruba. Con l'indipendenza l'NPC e l'NCNC formarono una coalizione, mentre le divisioni nei partiti del sud furono all'origine di violenze e accuse di corruzione durante le elezioni federali e regionali del 1964 e del 1965. Nel 1966 i partiti politici furono infine aboliti. Alla fine degli anni Novanta l'opposizione ad Abacha e al governo militare venne espressa attraverso organizzazioni politiche non ufficiali, come la Coalizione democratica nazionale (NADECO). Molti leader e attivisti politici furono perseguitati e imprigionati. Agli inizi del 1996 il governo militare ha garantito la ripresa delle attività politiche, purché ufficialmente approvate, ma non ha fatto che rimandare la concessione del permesso per la formazione dei partiti politici.
La Nigeria è membro delle Nazioni Unite, dell'Organizzazione per l'unità africana, dell'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale e di molte altre importanti associazioni internazionali. La sua appartenenza al Commonwealth britannico è stata sospesa nel 1995 in seguito all'esecuzione di Ken Saro-Wiwa, attivista per i diritti umani, nell'attesa del ritorno a una forma democratica di governo.
7. STORIA Poco si conosce della storia antica del paese, ma tracce di cultura neolitica sono state rinvenute a Nok, località a sud-ovest della città di Jos, nella Nigeria centrale.
In epoca medievale stati organizzati erano presenti nella zona settentrionale della regione. Intorno al lago Ciad nell'VIII secolo fiorì l'impero Kanem-Bornu, che intorno al 1300 divenne un importante centro di cultura islamica in grado di rivaleggiare con l'impero Mali e raggiunse il massimo splendore come regno indipendente sotto Idris Alooma, il quale estese il proprio dominio su molti stati orientali degli hausa, mentre gli stati dell'ovest continuarono a essere dominio dell'impero Songhai. Dopo la caduta di quest'ultimo e il declino di Kanem-Bornu, alla fine del XVI secolo, gli stati hausa riguadagnarono la propria indipendenza, che conservarono fino all'inizio del XIX secolo. I fulani, popolo di pastori divenuti potenti sotto la guida di Usuman dan Fodio, si stanziarono nella parte settentrionale del territorio fin dal XVI secolo, mentre la parte sudoccidentale fu popolata dagli yoruba.
7.1. L'esplorazione del territorio Tra il XVII e il XVIII secolo gli europei stabilirono basi per il commercio di schiavi nell'area del delta del Niger. Gli inglesi, in particolar modo, penetrarono all'interno verso la fine del XVIII secolo, soprattutto a seguito di spedizioni che cercavano di stabilire nuove zone di influenza e aprire nuovi sbocchi commerciali. Il primo a fornire significative notizie riguardanti il corso del Niger fu l'esploratore scozzese Mungo Park, che condusse due spedizioni nel 1795-96 e nel 1805. Le altre spedizioni volute dal governo britannico nel 1821 e nel 1825, guidate da Hugh Clapperton, non riuscirono nel tentativo di portare a termine il lavoro intrapreso da Park. Tuttavia Clapperton, che morì nel corso della seconda spedizione, fu in grado di fornire la prima relazione geografica sulla zona della Nigeria settentrionale. Richard Lemon Lander, un assistente di Clapperton, e suo fratello John completarono nel 1830 l'esplorazione iniziata da Park, raggiungendo da Bussa il delta del Niger.
Altro grande esploratore delle zone interne della Nigeria fu il tedesco Heinrich Barth, che, dopo aver attraversato il Sahara nel 1850, esplorò per due anni la zona settentrionale del paese, la sezione centrale del Niger, il lago Ciad e il fiume Benue, riuscendo a raggiungerne la sorgente.
7.2. La colonizzazione Presto agli esploratori si sostituirono i mercanti, che stabilirono sfere d'influenza britannica che prepararono la strada al dominio coloniale. Il formale processo di colonizzazione ebbe inizio intorno al 1860 lungo la costa. Nel 1851 la Gran Bretagna prese pieno possesso dell'isola di Lagos, fondando l'omonima colonia.
L'autorità britannica venne in seguito estesa lungo la zona costiera sia a est che a ovest della colonia di Lagos. Dopo la conclusione di alcuni trattati con i governatori locali, il protettorato britannico, denominato nel 1893 Protettorato della costa del Niger, venne stabilito nell'area orientale del delta ed esteso poi a nord fino al Benue (1885), in conseguenza di quanto previsto dalla conferenza di Berlino che accelerò la "corsa all'Africa" da parte delle potenze europee, stabilendo che nessun nuovo protettorato o annessione lungo la costa sarebbe stato riconosciuto se non fosse stato accompagnato da una "effettiva occupazione" da parte della potenza colonizzatrice; nel 1890 questa regola venne quindi estesa anche alle regioni interne.
Il regno del Benin, nel sud-ovest, fu annesso al Protettorato della costa del Niger nel 1897. Dopo ulteriori espansioni territoriali nel sud-est, l'intera regione, fatta eccezione per la colonia di Lagos, venne quindi ribattezzata Protettorato della Nigeria meridionale nel 1900.
Nel 1886 il controllo britannico si estese agli emirati fulani del nord. Nello stesso anno un decreto reale concesse alla Compagnia nazionale africana (NAC) – in seguito ribattezzata Reale Compagnia del Niger (RCN) – il potere di amministrare i territori sotto il controllo britannico. Nel 1900 la corona britannica acquisì il diretto controllo delle attività amministrative e militari della RNC.
Nel 1914 i territori furono unificati nella Colonia e Protettorato della Nigeria, che a fini amministrativi venne diviso in Colonia di Lagos e Province settentrionali e meridionali. Nel 1922 alla Nigeria venne aggiunta una parte della colonia tedesca del Camerun, governata con un mandato della Società delle Nazioni.
7.3. L'indipendenza Dopo la seconda guerra mondiale le richieste nigeriane di autogoverno condussero alla promulgazione di una serie di Costituzioni. Nel 1954 la Nigeria divenne una federazione e a ogni regione venne data la possibilità di autogoverno, seppur dipendente da regole poste a protezione della stessa federazione.
Il 1° ottobre 1960 la Nigeria divenne stato indipendente nell'ambito del Commonwealth britannico e il 7 ottobre membro delle Nazioni Unite. Come primo ministro fu eletto Abubakar Tafawa Balewa, a capo di una coalizione governativa che rappresentava i principali partiti delle regioni settentrionale e orientale. Il governatore generale Nnamdi Azikiwe divenne presidente il 1° ottobre 1963 quando il paese adottò la forma di governo repubblicana; precedentemente, l'11 e il 12 febbraio 1961, la sezione settentrionale dell'ex Camerun britannico aveva deciso di entrare a far parte della Nigeria.
Fin dai primi giorni dell'indipendenza, divergenze politiche e rivalità etniche e religiose lacerarono la federazione. Nel 1962 una grave crisi politica si aprì nella regione occidentale, dominata dagli yoruba e dal loro partito politico Gruppo d'azione, il principale blocco di opposizione alla coalizione governativa nel Parlamento federale.
7.4. La guerra civile
Le lotte politiche e la corruzione culminarono nel colpo di stato militare del gennaio 1966, durante il quale perse la vita il primo ministro Balewa. Venne costituito un governo militare guidato dal generale di divisione Johnson Aguiyi-Ironsi, che abolì il sistema federale. In luglio Ironsi venne assassinato; il suo successore, il generale di divisione Yakubu Gowon, ripristinò il sistema federale.
Nel maggio 1967 il governo federale annunciò la sua intenzione di dividere in tre stati la regione orientale, dove gli ibo rappresentavano la maggioranza della popolazione; gli ibo sarebbero in tal modo rimasti privi di sbocchi sul mare e isolati dalla zona delle ricche aree petrolifere. La regione orientale, guidata dal tenente colonnello Odumegwu Ojukwu, decise quindi per la secessione proclamando la Repubblica del Biafra. In luglio scoppiò una guerra che durò due anni e mezzo provocando un milione di vittime e si concluse solo con la resa del Biafra il 15 gennaio 1970.
7.5. Il governo civile La Nigeria conobbe quindi alcuni anni di sviluppo economico, sostenuto dai crescenti profitti della vendita del petrolio, di cui il paese divenne il quinto produttore mondiale; tuttavia l'instabilità politica provocò una serie di colpi di stato che infine portarono al potere il generale Olusegun Obasanjo.
Nel 1978 fu varata una nuova costituzione; nel 1979 ritornò un governo civile e Alhaji Shehu Shagari fu eletto alla presidenza del paese.
Il governo di Shagari avviò ambiziosi programmi di sviluppo e tentò di impostare una nuova politica agricola che permettesse al paese di attenuare la crescente dipendenza dalle importazioni di prodotti alimentari. La crisi petrolifera dei primi anni Ottanta vanificò tuttavia gran parte di questi sforzi. Il calo dei proventi del petrolio, la cattiva gestione amministrativa e la corruzione dilagante condussero il paese a una grave recessione economica.
Nell'agosto 1983 Shagari venne rieletto presidente e il suo raggruppamento politico, il Partito nazionale della Nigeria, ottenne la maggioranza nelle successive elezioni. La posizione economica della Nigeria continuò comunque a peggiorare e nel dicembre 1983 Shagari venne deposto da un colpo di stato guidato dal generale Muhammad Buhari.
7.6. Il ritorno al regime militare Buhari, nel tentativo di risollevare l'economia, adottò un rigido programma di austerità che gli alienò la fiducia di gran parte dei suoi sostenitori e, nell'agosto 1985, venne deposto in seguito a un ulteriore colpo di stato guidato dal generale Ibrahim Babangida.
Babangida rinegoziò parte dei debiti internazionali e allentò i controlli governativi sull'economia. Nel 1990, dopo un ennesimo tentativo di colpo di stato, in ossequio a un programma che prevedeva il graduale ritorno a un governo civile, si tennero le elezioni amministrative, cui fecero seguito, nel 1992, le elezioni parlamentari.
Nel giugno 1993 si tennero consultazioni elettorali per eleggere un presidente non appartenente al corpo militare, che vennero vinte dall'uomo d'affari Moshood Abiola, ma furono annullate da Babangida, che nell'agosto si dimise e lasciò il potere nelle mani di un governo ad interim, guidato da Ernest Shonekan. In novembre il ministro della Difesa, generale Sani Abacha, rovesciò il governo di transizione, mise al bando i partiti politici e imprigionò molti oppositori, tra cui Abiola. Tuttavia, su pressioni internazionali, annunciò successivamente che vi sarebbe stato un graduale ritorno al governo civile a partire dal gennaio 1996.
7.7. La condanna internazionale La lentezza del processo di democratizzazione e il comportamento di Abacha nei confronti degli oppositori politici furono oggetto di dure condanne internazionali nel corso del 1995. Il regime di Abacha continuò comunque a tenere in carcere Moshood Abiola e i suoi sostenitori, nonostante gli appelli del presidente sudafricano Nelson Mandela e dell'arcivescovo anglicano Desmond Tutu.
Le critiche al regime si intensificarono dopo l'esecuzione, il 10 novembre, dello scrittore Ken Saro-Wiwa, nonostante le richieste internazionali di clemenza. I capi di stato dei paesi appartenenti al Commonwealth, riunitisi in Nuova Zelanda, votarono la sospensione della Nigeria, stabilendo che se non fosse stato ripristinato un regime democratico entro due anni, la Nigeria sarebbe stata espulsa dall'organizzazione. Nello stesso tempo la Coalizione democratica nazionale (NADECO) e altri partiti politici nigeriani presentarono richieste per il ritorno a un governo democratico. Anche l'Unione Europea inasprì le sanzioni contro la Nigeria, ma Abacha considerò le critiche provenienti dall'estero e le azioni del Commonwealth come interferenze negli affari interni.
Nelle prime settimane del 1996 il figlio di Abacha, Ibrahim, rimase ucciso in un incidente aereo; contemporaneamente all'aeroporto di Kano e in un hotel di Kaduna esplodevano alcune bombe. Abacha accusò paesi stranieri di fornire denaro e armi agli oppositori del regime e anche il premio Nobel (in esilio) Wole Soyinka venne indicato come uno dei responsabili degli attentati.
Durante il 1996 e il 1997 proseguirono i lavori della Commissione elettorale nazionale per preparare il ritorno al governo civile, previsto per il 1998.
7.8. Sviluppi recenti Nel 1998 la situazione nigeriana è improvvisamente mutata. Dopo le elezioni di marzo boicottate dalle opposizioni e vinte dal dittatore Abacha, questi è morto, in circostanze non del tutto chiarite, a giugno. Alla sua morte è seguita quella del suo tenace oppositore Abiola, che stava per tornare in libertà usufruendo delle misure che il generale Abdulsalam Abubakar, succeduto ad Abacha, aveva preso a favore dei detenuti politici. Con le elezioni presidenziali del febbraio 1999 (vinte da Olusegun Obasanjo, il generale che alla fine degli anni Settanta aveva restituito il potere ai civili), la Nigeria ha finalmente intrapreso la strada verso la normalizzazione, che tuttavia è ostacolata da un’oligarchia militare che conserva il potere reale e dalle varie fazioni e clientele politiche che non rinunceranno facilmente ai privilegi loro assicurati da anni di corrotta conduzione del potere.

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