L'africa Oientale

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Testo

L’Africa Orientale
Caratteristiche geografiche
Nell’Africa Orientale compresa tra il Mar Rosso e il basso corso del fiume Zambesi si trovano due grandi serie di catene che costituiscono il più vasto ed elevato sistema montuoso del continente: a nord l’Altopiano Etiopico, a sud gli altipiani della regione dei grandi laghi. Tra i due altipiani si estendono due grandi fosse, gigantesche fratture apertesi nella crosta terrestre in epoca geologicamente abbastanza recente. Anche questa è una caratteristica esclusiva di questa zona dell’Africa. La più antica è la fossa centrale che è in gran parte occupata dal Lago Tanganica e dai laghi più piccoli Kivu, Edoardo e Alberto; assai più estesa in lunghezza è la fossa orientale che partendo dal Lago di Nassa, prosegue nei territori della Tanzania e del Kenya, tocca il Lago Rodolfo e i laghi della regione galla, quindi prosegue nella depressione della Dancalia (la più bassa dell’Africa, che giunge fino a 173 m sotto il livello del mare) e infine continua nel Mar Rosso. Lungo i ripidi margini delle due fosse si allineano le montagne più alte dell’Africa: il Kilimangiaro (un vulcano spento alto quasi 6000 metri); il Kenya (altro massiccio vulcanico) e il maestoso Ruwenzori, che superano di poco i 5000 m.
L’altopiano Etiopico è un enorme blocco montuoso, solcato da numerose fratture ed eroso dalle acque dei fiumi. A ovest digrada lentamente verso il bassopiano sudanese, mentre ad est scende ripido sulla Dancalia con un ininterrotto susseguirsi di cime spianate dall’erosione, conosciute col nome locale di ambe (=montagne). Dall’altopiano scendono i tre maggiori affluenti di destra del Nilo (Acabo-Sobàt; Nilo Azzurro, emissario del Lago Tana e Atbara), nonché l’Omo-Bottego, immissario del Lago Rodolfo. Al di là della fossa dei Galla, inizia l’Altopiano gallo-somalo, che da un’altitudine di oltre 4000 m digrada verso l’Oceano Indiano e termina nella pianura della Somalia centro meridionale. Dall’Altopiano somalo discendono numerosi corsi d’acqua, fra cui il Giuba e lo Uebi Scebeli.

La regione dei grandi laghi è formata da una vasta zona di alte terre (superiori in genere ai 1000 m), su cui si innalzano i grandi massicci montuosi di cui abbiamo già parlato. In questa zona si trovano i tre laghi più vasti dell’Africa (Vittoria, Tanganica, Nassa). Ognuno di essi scarica le sue acque in uno dei fiumi principali del continente direttamente o attraverso emissari: il lago Vittoria nel Nilo, il Tanganica nel Congo e il Niassa nello Zambesi.
Popolazione e vicende storiche
Rapporti tra Africa e Asia attraverso il Mar Rosso, e tra Africa nera e bacino del Mediterraneo attraverso la valle del Nilo, sono venuti fin dai tempi più antichi, e da questi contati derivano le caratteristiche etniche del tutto particolari di questo lembo del continente. Nella parte più interna dell’Altopiano etiopico vivono gli Abissini,un popolo di ceppo semitico proveniente dall’Arabia che, grazie anche all’isolamento geografico, ha conservato intatte le proprie caratteristiche etniche, la lingua (amarico) e la religione cristiana nell’antichissimo rito copto; sui versanti esterni dell’altopiano, Galla, Somali e Dancali formano una popolazione di ceppo camitico profondamente influenzata dagli arabi e che è stata in gran parte islamizzata. La regione dei grandi laghi ospita invece popolazioni nere di ceppo bantu o sudanese, in parte islamizzate o cristianizzate e in parte praticanti culti animistici, gli Swahili, distribuiti lungo la costa, derivano dalla più complessa fusione di neri, Arabi, Indiani e sono in maggioranza convertiti all’islamismo. Solo la sezione meridionale dell’Africa orientale ha conosciuto una vasta colonizzazione europea, mentre a nord questa ha avuto una scarsa penetrazione, affermatasi in prevalenza lungo la fascia costiera.

Kenya Repubblica situata nell’Africa orientale, delimitata a nord dal Sudan e dall’Etiopia, a est dalla Somalia e dall’oceano Indiano, a sud dalla Tanzania, a ovest dal lago Vittoria e dall’Uganda. Ha una superficie di 582.646 km2 e la sua capitale è Nairobi.
Territorio
Il territorio del Kenya può essere suddiviso in quattro grandi regioni naturali: le basse pianure costiere che si affacciano sull’oceano Indiano, il vasto altopiano arido della zona nordorientale, gli alti rilievi delle regioni centrali di origine vulcanica che culminano nei 5199 m del monte Kenya e la grande depressione della Rift Valley, nella sezione occidentale del paese. I fiumi principali sono il Tana e il Galana, a regime e portata variabile in base alla frequenza delle precipitazioni, mentre lungo i confini si trovano il lago Turkana (o lago Rodolfo) e una piccola sezione del lago Vittoria.
Clima
Il Kenya è attraversato dall’equatore, un fattore che influenza il clima del paese le cui variazioni sono inoltre determinate dalla vicinanza dell’oceano e dall’altitudine. A nord dell’equatore il clima è caldo e relativamente secco, con precipitazioni molto scarse. A sud dell’equatore si distinguono tre zone climatiche: l’umida fascia costiera colpita da frequenti precipitazioni portate dagli alisei, le zone temperate dell’altopiano dove si registra una temperatura compresa tra i 12 °C e i 26 °C e la regione del lago Vittoria caratterizzata da un clima tropicale. La stagione più piovosa è quella primaverile, da marzo a giugno, periodo in cui si registrano le temperature più basse.
Riserva di caccia, Kenya
Una giraffa sovrasta un gruppo di zebre nel tipico ambiente della Savana in una delle numerose riserve di caccia del Kenya. Nonostante sia stata bandita nel 1977, la caccia continua ad essere praticata dai bracconieri, costituendo una grave minaccia per il grande patrimonio faunistico del paese.
Flora e fauna
Le differenti condizioni climatiche e di altitudine determinano nel paese la presenza di diversi tipi di vegetazione. Lungo le coste crescono foreste di palme, mangrovie, tek, copale e sandalo mentre le aree pianeggianti sono caratterizzate da estesi tratti di savana comprendenti baobab, euforbie e acacie. Sui rilievi la foresta umida che copre i bassi versanti lascia il posto, a quote più elevate, a savane e a praterie dove, oltre i 3500 metri, crescono lobelie giganti e seneci.
Elefanti, rinoceronti, zebre, giraffe e leoni sono presenti in gran numero nelle savane dove, insieme ad altre specie di mammiferi minacciati di estinzione, sono oggi protetti in riserve e parchi naturali. Numerosissime sono inoltre le specie di uccelli e di rettili presenti nel paese, fra le quali il pitone e il cobra.
Popolazione
La popolazione del Kenya è suddivisa in più di trenta etnie appartenenti a quattro famiglie linguistiche: i bantu, i nilotici, i paranilotici e i cushitici. Un tempo il paese era abitato da gruppi stanziati lungo la costa e, nelle regioni interne, dai masai che oggi vivono soprattutto nelle regioni meridionali. Attualmente l’etnia più numerosa è rappresentata dal gruppo bantu dei kikuyu (21% della popolazione); altri gruppi relativamente numerosi sono i luhya (14%), i kamba (11%), tutti di lingua bantu, i luo (13%), di lingua nilotica, e i kalenjin (11%), paranilotici. Nel paese vivono inoltre esigue minoranze di asiatici, europei e arabi.
In base al censimento del 1992, il paese ha una popolazione di 25.200.000 abitanti (1992), con una densità di 43 unità per km2; numerosi sono gli insediamenti rurali mentre i centri principali, oltre a Nairobi, sono Mombasa (537.000 abitanti), la maggiore città portuale, Kisumu, porto sul lago Vittoria, e Nakuru.
In base a una stima la popolazione keniota è per il 38% protestante, per il 28% cattolica e per il 6% musulmana. Per il resto pratica culti tradizionali africani. La lingua ufficiale è lo swaili; tra gli indigeni sono diffusi il kikuyu, il luo e il kamba.
Istruzione e cultura
L’educazione primaria, gratuita ma non obbligatoria, ha la durata di sette anni. All’inizio degli anni Novanta le circa 2600 scuole secondarie contavano 660.800 studenti. Gli atenei del paese sono l’Università di Nairobi (fondata nel 1956), la Kenyatta University (Nairobi, 1972), l’Egerton University (1939) a Nakuru, la Moi University (1984) a Eldoret e il Jomo Kenyatta University College of Agriculture and Technology. Fra le università specializzate si ricordano il Politecnico di Mombasa (1948), il Conservatorio del Kenya (1944), il Politecnico del Kenya (1961) e lo Strathmore College (1960), tutti a Nairobi.
Molte delle principali istituzioni culturali keniote si trovano a Nairobi o a Mombasa. Nairobi è sede del Museo Nazionale (storia naturale e geologia), degli Archivi Nazionali e della McMillan Memorial Library. A Mombasa ci sono il Fort Jesus Museum (museo di storia) e il Kitale Museum, museo di storia e scienze.
Economia
Nel 1991 il prodotto nazionale lordo del Kenya era di circa 8505 milioni di dollari (stima della Banca Mondiale 1989-1991), equivalente a circa 340 dollari pro capite. L’agricoltura è il settore economico principale, in grado di coprire il 27% del prodotto interno lordo e di occupare il 77% della popolazione attiva. L’industria mineraria è di relativa importanza ma quella manufatturiera è in crescita e rende quasi il 21% del PIL. Dopo la seconda guerra mondiale il Kenya godette di uno dei tassi di sviluppo economico più elevati del mondo, grazie a investimenti stranieri su larga scala e all’apporto di personale amministrativo e tecnico europeo. Nel 1967, dopo aver ottenuto l’indipendenza, il Kenya si unì a Tanzania e Uganda per formare la Comunità dell’Africa Orientale, con lo scopo di sviluppare un mercato comune: l’iniziativa rimase operativa fino al 1977.
Piantagioni di tè, Kenya
La raccolta del tè in una piantagione del Kenya. Insieme al caffè, il tè viene coltivato soprattutto nella fertile regione sudoccidentale del paese. L'agricoltura costituisce la principale risorsa economica del paese.
Agricoltura
Nonostante i terreni coltivabili abbiano in Kenya un’estensione limitata, il sistema agricolo è molto diversificato e capace di soddisfare i bisogni alimentari della popolazione. Sui rilievi si coltivano patate, caffè, tè, cotone, cereali, fagioli, nocciole e tabacco, mentre nelle regioni costiere crescono canna da zucchero, mais, ananas e canapa. Il caffè, il tè, la canapa, il piretro e i prodotti ortofrutticoli sono i principali articoli d’esportazione. Di rilievo sono inoltre l’allevamento di bovini e ovini e l’industria casearia basata sulla produzione di burro e latte.
Industria
Il Kenya ha scarse risorse minerarie e l’attività estrattiva è quindi assai modesta. Vengono prodotti soda, sale, fluorite, minerale di ferro, oro, granato e calcare. In tempi recenti sono stati scoperti giacimenti di piombo e argento vicino a Mombasa.
Anche se in espansione, gran parte dell’industria produce solo su scala ridotta ed è attiva soprattutto nella lavorazione di prodotti alimentari e materie prime destinate al consumo locale. Nel paese sono presenti cementifici, impianti per la raffinazione del petrolio e birrifici. Fiorente è l’industria del turismo, attratto dai centri balneari e dalle riserve naturali quali il parco nazionale Tsavo, la riserva nazionale Marsabit e il parco Masai Mara, nel Kenya sudoccidentale.
Flussi monetari e commercio
La valuta nazionale è lo scellino del Kenya. Le principali destinazioni delle esportazioni keniote sono la Germania, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e l’Uganda, paesi ai quali vengono destinati caffè, tè, prodotti petroliferi, ananas, pelli, canapa, soda ed estratto di piretro (usato negli insetticidi). Le importazioni provengono principalmente da Gran Bretagna, Germania, Emirati Arabi e Giappone e comprendono petrolio greggio, macchinari industriali, veicoli a motore, ferro e acciaio, concimi agricoli e prodotti farmaceutici.
Trasporti
La Kenya Railways Corporation gestisce un servizio che si avvale di una rete ferroviaria di circa 2650 km, direttamente collegata con quella ugandese. La rete stradale (54.700 km) è asfaltata solo per il 15%. Mombasa è il porto principale e sul lago Vittoria è attivo un servizio di battelli che rende raggiungibili i laghi ugandesi Albert e Kioga. Il Kenya dispone di due aeroporti internazionali situati a Nairobi (aeroporto Jomo Kenyatta) e a Mombasa.
Ordinamento dello stato
Il Kenia è governato in base alla costituzione adottata con la dichiarazione d’indipendenza del 1963. Gli emendamenti attuati nel 1964 fecero del paese un membro del Commonwealth. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente che viene eletto direttamente dal popolo, rimane in carica per cinque anni e nomina il vice-presidente e il consiglio dei ministri scegliendoli fra i membri dell’Assemblea nazionale unicamerale. L’Unione africana nazionale del Kenia (KANU) è stato l’unico partito politico legalmente riconosciuto fra il 1982 e il 1991 ma, di fatto, il Kenya ha un sistema monopartitico fin dal 1969.
Il sistema giudiziario keniota consiste di due corti principali e di diversi tribunali minori. Le prime sono la Corte d’Appello composta dal giudice presidente e da cinque giudici associati, e l’Alta Corte del Kenya, composta da sette giudici. I tribunali minori includono la pretura residente, quella distrettuale e i tribunali qadi, che si occupano delle questioni di diritto islamico.
Il Kenya è suddiviso in sette province amministrative, gestite da consigli provinciali i cui membri vengono nominati dal presidente. A loro volta le province sono suddivise in 40 distretti ciascuno dei quali è diretto da consigli locali con funzioni amministrative. Le autorità locali principali sono suddivise in consigli di contea e municipi. Sotto di essi operano i consigli urbani, le autorità di quartiere, i consigli d’area e quelli locali. L’amministrazione locale gode di considerevole autonomia. Molti consigli raccolgono i fondi necessari per finanziare progetti sanitari, edili e di assistenza sociale, e per contribuire al sostegno dei costi dell’educazione. Nairobi è un distretto a statuto speciale.

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