Iran

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Testo

Iran
(fino al 1935 Persia)

Stato (Jomhuri-ye Eslami-ye Iran) del Medio Oriente.
Superficie: 1.643.510 km2.
Popolazione: 58.110.000 ab.
Capitale: Teheran.
Lingua: persiano.
Religione: musulmani per lo più sciiti, poi cristiani (in prevalenza armeni e nestoriani), ebrei e parsi.
Unità monetaria: rial.
Confini: è bagnato a nord dal Mar Caspio, a sud dal golfo Persico e dal golfo di 'Oman. Confina a ovest con l'Iraq e la Turchia, a nord con l'Armenia, l'Azerbaigian e il Turkmenistan, a est con l'Afghanistan e il Pakistan.
Ordinamento: Repubblica islamica. Il presidente della Repubblica è eletto a suffragio diretto e dura in carica 4 anni al pari del Parlamento unicamerale. Al faghih (capo religioso) spetta il controllo delle leggi e degli organi dello Stato, compreso il presidente della Repubblica.

GEOGRAFIA
G Rilievo. L'Iran occupa la parte occidentale dell'altopiano iranico. A nord l'Iran è separato dal Mar Caspio dai Monti Elburz, catena che si abbassa a est nei monti del Khorasan e culmina nel Damavand (5605 m). A sud si estende la catena dello Zagros, costituita da più fasci di rilievi paralleli, che attraverso i monti del Fars si ricollega ai rilievi del Belucistan. All'esterno degli archi montuosi si estendono le pianure del Gilan e del Mazandaran a nord, a sud-ovest del Khuzistan.
t Clima. Il clima dell'altopiano iranico è tipicamente continentale, con piogge molto scarse e notevoli escursioni termiche giornaliere e annue. La fascia costiera del golfo Persico ha d'inverno temperature tiepide, estati assai calde e forte umidità, mentre le pianure caspiche godono di clima subtropicale di tipo monsonico, con abbondanti precipitazioni estive.
Idrografia. Quasi tre quarti del Paese sono occupati da bacini chiusi, che non mandano le acque al mare. Si gettano nel Mar Caspio il Sefid, l'Aras e l'Atrek, che segnano per un tratto la frontiera con l'Armenia e il Turkmenistan. Tra i tributari del golfo Persico il principale è il Karun. Il lago più vasto è quello di Urmia, salato e a superficie variabile.
f Popolazione. I Persiani costituiscono la maggioranza della popolazione; essi appartengono alla famiglia indoeuropea e presentano il tipo della razza europoide. Affini a loro, ma diversi per modo di vita (esercitano la pastorizia piuttosto che l'agricoltura), sono i Curdi, come pure i Bactiari e i Luri. Diversa è la popolazione dell'Azerbaigian, imparentata con i Turchi, mentre nel Khuzistan prevale l'elemento arabo. Altre minoranze sono costituite da Armeni e da Europei. La popolazione nomade è valutata sui 3-4 milioni. La natalità risulta elevata e alto l'incremento annuo.
' Economia. L'agricoltura, che occupa il 27% della popolazione attiva, pone a coltura solo l'8,6% del suolo utilizzabile: 2,5 milioni di ha sono irrigui e danno buoni raccolti, il resto è a coltivazione estensiva. Sono molto diffuse le condutture sotterranee, lunghe 40-50 km, dette khanati, che portano l'acqua dalle pendici dei rilievi alle pianure vicine. Malgrado la riforma agraria del 1963, la proprietà è tuttora mal ripartita, salvo nelle province caspiche. Le principali coltivazioni sono: frumento, coltivato anche nei terreni stepposi, orzo, riso, coltivato nelle province caspiche e nella valle del Karun, cotone, tabacco, barbabietole, datteri. Le montagne periferiche conservano in parte ancora il loro mantello forestale. L'allevamento ha grande importanza, date le abitudini nomadi d'una parte degli abitanti, costretta dall'ambiente arido a spostamenti stagionali. Prevalgono ovini e caprini, ma vi è pure gran numero di bovini, equini (soprattutto asini), cammelli e bufali. I principali prodotti sono la lana, le pelli, le budella (per carni insaccate). In passato era vivace l'artigianato (tappeti, stoffe pregiate ecc.), accanto al quale sono sorte industrie alimentari, del cemento, del vetro, della gomma, cartarie, tessili. Tra le risorse minerarie emerge il petrolio, estratto principalmente nella zona del golfo Persico. Diversi oleodotti convogliano il petrolio ad Abadan (raffinerie) e ai terminali d'imbarco di Kharg. Ingente anche la produzione di gas naturale. Il processo di industrializzazione avviato negli anni Sessanta e Settanta sulla base dei proventi petroliferi è stato frenato dalla lunga guerra con l'Iraq e dalle fortissime tensioni interne successive alla rivoluzione del 1979.

STORIA
L'Iran moderno nasce col risveglio nazionale nei primi anni del nostro secolo contro la progressiva penetrazione russa e inglese nel Paese. Ma fu solo dopo la prima guerra mondiale che lo scià Reza Pahlavi poté inaugurare un periodo di riforme e di maggiore indipendenza nei confronti delle potenze straniere. Nel 1941 per la sua politica filo-germanica lo scià dovette abdicare in favore del figlio Mohammed, mentre URSS e Inghilterra occupavano il Paese. Negli anni 1950-1951 Mossadeq, leader del partito del Fronte nazionale, avviava una politica di riforme comprendente, fra l'altro, la nazionalizzazione dell'industria petrolifera. Nel 1953 lo scià riusciva ad abbattere il governo di Mossadeq, instaurando un regime dispotico sostenuto dagli USA; dieci anni più tardi diede inizio a una campagna di vaste riforme e di modernizzazione del Paese (rivoluzione bianca). Non riuscì però a vincere l'opposizione, che si manifestò con dimostrazioni e scioperi, guidati all'interno dal movimento religioso islamico e, dal suo esilio di Parigi, dall'ayatollah Khomeini. Nel 1979 lo scià dovette abbandonare il Paese e Khomeini vi fece ritorno, accolto come capo religioso e politico, facendo proclamare la Repubblica islamica. La situazione interna, già assai precaria, fu aggravata dalla guerra con l'Iraq (1980-1989). Alla morte di Khomeini (3 giugno 1989), la guida politico-religiosa dell'Iran è stata affidata a Seyed Ali Khamenei, il quale ha ceduto la presidenza della Repubblica al moderato H.A.A. Rafsanjani, che nel 1990-1991 ha avviato una ripresa di contatti con l'Occidente, facilitata dalla posizione contro S. Hussein in occasione dell'invasione irachena del Kuwait. Nel 1993 le elezioni hanno confermato alla presidenza Rafsanjani, che ha dovuto affrontare una pesante situazione economica aggravatasi nel 1995 con la dichiarazione di embargo da parte degli Stati Uniti e con il progressivo isolamento internazionale dovuto ai rapporti del paese con il terrorismo internazionale. Questo e i maggiori contatti con la cultura occidentale, grazie alla televisione, ha causato alcuni episodi di ribellioni, subito sedati dal governo.

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