Il Messico

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MESSICO
ASPETTI FISICI
Il Messico è lo stato più esteso e importante fra quelli che fanno da ponte tra l’America settentrionale e la meridionale.
Gran parte del territorio messicano è formato da altipiani, elevati dai 1500 a oltre 2000 m, fra cui l’Altopiano o Meseta centrale, chiuso verso il Pacifico dalle catene della Sierra Madre del sud, e verso il golfo del Messico dalla Sierra Madre orientale. Sul versante rivolto al golfo del Messico, si estendono alcuni bassopiani; nell’estremo sud le pianure le pianure sono in parte paludose e in parte più aride nello Yucàtan del nord, mentre le foreste tropicali si estendono dalle pianure ai rilievi meridionali più bassi. Infatti il clima è tropicale umido nelle bassure litoranee, via via sempre più temperato dall’altitudine salendo sull’Altopiano centrale, e più freddo sulle sierre elevate.
Il Messico si trova vicino a una delle maggiori linee di frattura tra le zolle continentali, per cui i terremoti sono frequenti e sono numerosi i vulcani attivi.
I territori settentrionali sono steppici o desertici adatti solo all’allevamento brado del bestiame, salvo che nelle aree irrigue. L’Altopiano centrale, invece, accoglie gran parte della popolazione, ed è il cuore insediativo ed economico del paese.

CRESCITA DELLA POPOLAZIONE E URBANESIMO VELOCE
Sull’Altopiano centrale fiorì la civiltà degli Aztechi che, nel XVI secolo, fu distrutta dagli spagnoli nel giro di pochi anni. Città del Messico sorge sul sito dell’antica Tenochtitlan, capitale dello stato azteco, che fu rasa al suolo dal conquistatore spagnolo Hernan Cortes nel 1521. Con la distruzione della civiltà azteca, gli indios furono relegati ai margini della società.
Le terre temperate hanno quindi sempre accolto la maggioranza della popolazione, anche nel periodo attuale, in cui si verifica un’eccezionale crescita demografica e urbana. L’aumento naturale della popolazione messicana è stato favorito da una forte natalità. La prorompente espansione delle città si deve soprattutto all’immigrazione dalle campagne di milioni di contadini, che vanno a ingrossare le periferie urbane fatte di case precarie. Questo fenomeno è gigantesco nella conurbazione della capitale, Città del Messico, ma interessa tutte le città maggiori. Una parte consistente di emigrati dalle campagne, ma anche dai quartieri poveri delle città, tenda l’emigrazione clandestina negli Stati Uniti.

SQUILIBRI ECNOMICI
L’intervento statale nell’economia ha agito profondamente dal dopo guerra agli anni settanta, per creare le condizioni per lo sviluppo. Il Messico possiede buone risorse minerarie (per esempio è il primo produttore mondiale di argento); inoltre abbondanti petrolio e gas naturale si estraggono da tre zone presso il golfo del Messico e anche in mare.
L’agricoltura è tra le più produttive dell’America latina, e ha lunghe tradizioni. Le rivoluzioni messicane, come quella famosa del 1910-1920 sono state portate avanti dai contadini, che combatterono per il possesso della terra, detenuto allora da grandi latifondisti, eredi della colonizzazione spagnola.
L’agricoltura occupa poco meno di un terzo della popolazione attiva. In parte, le colture producono per la sussistenza, cioè l’alimentazione della stessa popolazione contadina, come il mais, prodotto in grande quantità (se ne ricavano le famose tortillas), i fagioli, e altri cereali, come frumento, avena, orzo, riso nei bassipiani umidi, ecc. La frutta è prodotta in notevoli quantità. Il caffè si coltiva fra le terre d’altopiano, e alimenta una buona esportazione. Caratteristica del Messico è la coltivazione dell’ Agave, originaria dello Yucatan, dalla quale si ricava una fibra molto resistente, l’henequen; sono abbastanza diffusi anche il cotone e la canna da zucchero.
L’industria e il terziario sono diffusi nelle grandi città mentre presso i giacimenti di petrolio funzionano potenti impianti di raffinazione e nelle maggiori regioni minerarie sono attivi stabilimenti per la lavorazione dei minerali estratti. Ma l’apparato industriale è insufficiente.
Il turismo è molto sviluppato soprattutto nei centri balneari sulla costa del pacifico. Nonostante le crisi economiche ricorrenti, il sottosviluppo indiscutibile di alcuni settori economici e il gigantismo urbano che porta gravi problemi ambientali e sociali, il Messico è un paese con notevoli potenzialità.
CILE
Il Cile ha una forma molto particolare e riconoscibile: un lunghissimo nastro di terra, stretto fra la cordigliera delle Ande e l’oceano Pacifico. In questa parte dell’America meridionale l’azione di conquista della Spagna si scontrò con la tenace resistenza degli Indios Araucani. Tuttavia anch’essi vennero distrutti dalla colonizzazione, insieme agli altri popoli indigeni del Cile. Per lungo tempo fu governato da un’oligarchia democratica conservatrice, formata dai discendenti degli spagnoli; in tempi recenti (1970), con la salita al potere di Salvador Allende, il Cile era entrato a far parte dei paesi socialisti.
Questa fase si è bruscamente interrotta con un colpo di stato militare, seguito da una dittatura durata fino al 1981, quando è iniziato il ritorno alla democrazia.

I PAESAGGI NATURALI
Il territorio del Cile si estende il latitudine per circa 4.300 km, frantumandosi al sud in una miriade di isole e penisole. A nord si trova il grande bacino desertico dell’ Atacama, che orlato dai rilievi andini, fra cui vi sono cime vulcaniche molto elevate. Il Cile è un paese a elevato rischio sismico. Nel tratto mediano del paese si apre la Grande Valle Centrale, che è racchiusa da due Cordigliere: essa rappresenta la regione più fittamente popolata e coltivata.
La Patagonia cilena, frastagliatissima con fiordi e migliaia di isole, termina sullo stretto di Magellano.
Le regioni a clima temperato occupano il centro e il sud, dove ci sono ancora estese foreste di conifere. La punta subpolare e la Terra del Fuoco sono caratterizzate dalla tundra e da deserti freddi.
La rete idrografica è formata soprattutto da fiumi brevi, che talora finiscono in conche saline interne (le salares).
Appartiene al Cile Rapa Nui più conosciuta come isola di Pasqua, in pieno oceano Pacifico.

POPOLAZIONE E CITTA’
Nella popolazione cilena restano tracce delle antiche genti indios (5%), che vivono nelle regioni meridionali. Il resto è formato da meticci e da creoli che discendono dagli europei, di lingua spagnola e in maggioranza cattolici.
La popolazione urbana del Cile è cresciuta notevolmente negli ultimi decenni. Fra le città costiere spicca Valparaiso, il principale porto cileno. Questa città, fondata dagli spagnoli nel XVI secolo, è stata più volte ricostruita dopo i terremoti ed è un’importante mercato agricolo e centro industriale. La capitale Santiago si trova alle pendici delle Ande centrali e il suo centro storico conserva ancora architetture coloniali spagnole. Santiago ospita anche i centri direzionali e gli edifici governativi.

UN’ECONOMIA DEBOLE
La principale ricchezza del Cile è costituita dalle risorse del sottosuolo: l’industria estrattiva è infatti il settore fondamentale dell’economia nazionale. Il Cile è il primo produttore al mondo di rame, che si concentra nelle regioni centro settentrionali, e grande importanza riveste anche l’estrazione dei nitrati di sodio. A questi si affiancano altri minerali fra cui ferro, oro, argento, zinco e petrolio, scoperto nella Terra del Fuoco. La presenza del ferro ha stimolato la siderurgia, unica voce importante di un’industria poco sviluppata.
L’agricoltura è ancora un’attività economica significativa, anche se la produzione è insufficiente al fabbisogno nazionale, ma in compenso la pesca fornisce un prodotto abbondante. L’allevamento è fondato soprattutto sugli ovini, fra cui le pecore merinos note per la lana pregiata.

PERU’
E’ un paese di alta montagna e di altopiano, percorso da nord a sud dalla Cordigliera delle Ande sul lato rivolta all’oceano Pacifico, con una stretta fascia litoranea pianeggiante e collinare più arida, al centro della quale sorge la capitale Lima, enorme agglomerato in continua crescita. A nord e ad est le catene montuose digradano verso la regione forestale, solcate dai fiumi tributari del Rio delle Amazzoni. Le coste sono lambite dalla fredda corrente di Humboldt, che arricchisce le acque di pesci.
L’agricoltura sulla costa è prevalentemente di piantagione (cotone, canna da zucchero, caffè, agrumi), mentre nell’interno, nelle valli andine, e soprattutto di sussistenza. La coltivazione della coca è molto diffusa. Il sottosuolo è ricco di minerali (rame, argento, ferro, piombo, petrolio e gas naturale).
Fu un grande impero retto dagli Incas, di cui restano, a testimonianza dell’elevato grado di civiltà raggiunto, il monumentale sito archeologico di Machupicchu e altre rovine.
Sottomesso nel cinquecento alla corona spagnola per opera del conquistatore Pizarro, ottenne l’indipendenza trecento anni più tardi. Il Perù per molti anni è stato segnato da povertà e arretratezza.
Di recente la situazione economica pare migliorare lentamente.

ASPETTI FISICI DELL’AMERICA MERIDIONALE
Bagnata dall’oceano Pacifico a ovest e dall’oceano Atlantico a est, L’America meridionale si estende soprattutto nel senso della latitudine.
La posizione geografica del sud America è meno fortunata di quella del nord America: oltre ad avere il suo maggiore sviluppo nella zona torrida, il sud America ha la parte più espansa a nord del tropico del Cancro ed è il più isolato dei continenti abitati. La forma assomiglia a quella di un triangolo, con il lato maggiore sul Pacifico e i lati minori sull’Atlantico.
La costa sull’aperto Atlantico è generalmente bassa e spesso paludosa: solo in qualche tratto alla pianeggiante fascia costiera si sostituiscono gli speroni del tavolato roccioso del Brasile che giungono fino al mare. Il primo tratto di costa è privo di insenature, con l’eccezione degli estuari del Rio delle Amazzoni: la costa comincia a diventare lievemente più articolata con la baia di Guanabara, famosa per la sua bellezza.
La costa del Pacifico, dalla foce del fiume Tuira alla Terra del Fuoco, è generalmente alta, a causa della catena delle Ande, che corre sempre lungo la costa. Solo nel tratto più meridionale la costa è incisa da fiordi e fronteggiata da numerose isole costiere. Oltre alle isole costiere possiamo notare nel Pacifico l’arcipelago delle Galapagos, a cavallo dell’equatore, le minuscole San Felix e San Ambrosio e l’arcipelago Juan Fernandez.
L’America meridionale presenta un rilievo che ha evidenti analogie con l’America settentrionale. La disposizione del rilievo è uno degli elementi fondamentali della geografia del sub continente: essa determina infatti le linee fondamentali dell’idrografia e ha un’enorme influenza sulle condizioni climatiche.
Il sistema montuoso occidentale, che si svolge per circa 7500 km dal mare delle Antille alla Terra del Fuoco, viene chiamato nel suo insieme Cordigliera delle Ande (Cordigliera è un termine di origine spagnola che significa catena). Rispetto alle catene del nord America la cordigliera delle Ande, che è di formazione geologica recente, è meno estesa in larghezza, più compatta, più elevata e meno facilmente transitabile. Non si tratta di una sola catena, ma di un fascio di catene intersecate da valli, ora ben distinte fra loro, ora separate dai vasti altipiani, ora vicine l’una all’altra tanto da potersi considerare una sola catena. In tutta la regione andina numerosi sono i vulcani e i frequenti terremoti. Le pianure e i bassopiani che si estendono tra le Ande e gli altipiani orientali formano un’unica grande fascia pianeggiante che attraversa da nord a sud tutto il continente, dal delta dell’Orinoco e da quello del Rio delle Amazzoni fino al tavolato della Patagonia.
Le alte terre orientali costituiscono la parte più antica del sub continente, e si possono dividere in tre zone: il massiccio della Guiana, le alte terre brasiliane e il tavolato patagonico.
-Il massiccio della Guiana è un tavolato piuttosto uniforme, rotto qua e là da rilievi e inciso da alti gradini.
-Nelle alte terre brasiliane si suole distinguere l’altopiano brasiliano e l’altopiano del Mato Grosso.
-Il tavolato patagonico declina a ripiani verso l’Atlantico.
La presenza della cordigliera delle Ande e la posizione del territorio rispetto all’equatore sono i fattori fondamentali del clima dell’America meridionale. La temperatura infatti è calda nel territorio a cavallo dell’equatore. Scendendo verso sud, nella zona temperata la temperatura si abbassa progressivamente e le differenze stagionali sono sempre più sensibili: si va dalle estati calde agli inverni non molto freddi della pianura centrale.

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