gli indiani d'america

Materie:Altro
Categoria:Geografia

Voto:

1 (2)
Download:229
Data:22.03.2006
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
indiani-america_4.zip (Dimensione: 4.33 Kb)
trucheck.it_gli-indiani-d-america.doc     24 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

RELIGIONE:
Per gli Indiani tutti i fenomeni che non possono essere spiegati con l’esperienza quotidiana o con sue dirette applicazioni rientrano nella sfera del soprannaturale (ciò è per essi la “medicina”); l’origine del mondo e delle sue varie forme, i mutamenti cui è soggetta la natura (come, ad esempio, i moti periodici degli astri), i pericoli improvvisi, la malattia e la morte rappresentano la manifestazione di una entità spirituale. Questa spesso si concretizza in diverse forme (animali, alberi, astri), ma in qualche caso non viene identificata materialmente ma venerata, secondo una visione del mondo panteistica, come un unico Grande Spirito che è parte di ogni cosa. L’uomo può comunicare con il soprannaturale mediante le visioni e i sogni, i cui protagonisti sono le sue stesse materializzazioni; il protagonista di una visione diventa “spirito-guida” individuale.
Nella pratica religiosa esistono due figure fondamentali: lo sciamano e il sacerdote, lo sciamano, o “uomo-medicina” (il termine “medicina” in questo contesto non ha il significato che ha nella nostra tradizione, ma quello di “mistero” o “soprannaturale”), è colui che è stato dotato dalla natura di una capacità particolare di comunicare con il mondo soprannaturale mediante le visioni nonché di dimostrarne l’esistenza con la pratica della magia (lo sciamano deve avere astuzia, fantasia ed una personalità inquieta, tormentata, attratta più dal mistero dell’oscurità, del sogno o della morte di quanto non lo sia dalla vita; è credenza popolare indiana che ancora nel grembo materno egli non sogni la sua vita futura come si crede accada normalmente, ma sogni il modo per evitare di nascere). Il sacerdote è il “ministro del culto”, conoscitore e maestro del cerimoniale rituale.
La conoscenza del cielo e dell’origine e delle peculiarità degli astri, è quindi tra le prerogative dello sciamano, il quale scopre la correlazione tra i moti del sole e l’alternarsi delle stagioni, e cerca di interpretare i movimenti della luna nonché il sorgere e il tramontare di alcune delle stelle più luminose (Rigel, Sirio...), o della sacra Stella del Mattino (Venere), cui gli indiani del Sud-Ovest (Pueblos) e alcune famiglie delle pianure (Pawnee) dedicano un culto particolare.

IL CIELO NELLA LA RELIGIONE E NELLA MITOLOGIA
Il principale rapporto tra il cielo, con i suoi moti apparenti, e la religione consiste nel legame esistente tra le feste religiose stagionali ed il movimento del Sole nella volta celeste, la cui osservazione sistematica rendeva gli sciamani in grado di determinare con esattezza i tempi opportuni per lo svolgimento delle stesse. Tutto ciò contribuisce a rendere il Sole una delle divinità principali anche presso la civiltà degli indiani d’America come in tutte le culture legate a tradizioni antichissime; nella mitologia religiosa indiana il Sole diventa il dispensatore di luce e di vita, ma anche Colui che può distruggerla. Per i Natchez (che popolavano il basso Mississippi) era la divinità suprema e costituiva il simbolo della massima autorità politica e sacerdotale del popolo nonché della casta dominante. Tra i popoli delle pianure della regione centrale degli odierni Stati Uniti d’America, ad esso è dedicata la cerimonia votiva più importante di tutto il rituale indiano: la “Danza del Sole”, comune a tutte le famiglie indiane delle pianure (Sioux, Pawnee, Crow...), che in molti casi prevedeva il terribile rituale dell’hock swinging (descritto dettagliatamente dal pittore-giornalista americano R. Catlin che fu il primo bianco autorizzato ad assistervi, e immortalato nel film “Un uomo chiamato cavallo”). In esso, tra l’altro, colui che formulava il voto, dopo quattro giorni di digiuno assoluto, e dopo lunghi e complessi preparativi, si autolesionava facendosi conficcare nella pelle del petto dei cavicchi appuntiti e dello spessore di un dito, veniva poi agganciato alla sommità di un alto palo centrale tramite delle corde, sollevato da terra e fatto ruotare lentamente fino allo sfinimento per il dolore, sopportato stoicamente per ore invocando il Grande Spirito con lo sguardo rivolto ai feticci collocati alla sommità del palo o direttamente al Sole.
Nella mitologia il rapporto tra gli indiani e la Natura (e quindi il cielo) si esprime nel modo più vario e ricco di colore e poesia. Gli antropologi suddividono la mitologia indiana in tre diversi temi fondamentali: l’origine del mondo (la cosmogonia), i miti dell’eroe furfante (tra cui quelli che hanno come protagonisti il vecchio uomo-coyote o il corvo, che rivestono la doppia funzione di eroi fondatori e di ladri astuti), i miti sulla natura.

Esempio