Francia, ordinamento politico

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Testo

Popolazione
La Francia ha una popolazione di 57.800.000 abitanti. Dopo la seconda guerra mondiale si è assistito nel paese a un incremento demografico dovuto al ritorno in patria di cittadini emigrati nelle colonie e all'affluenza di manodopera straniera.
Lingua e religione
Lingua ufficiale del paese è il francese.
Il cattolicesimo è professato da circa il 75% dei francesi che praticano la religione: le altre principali confessioni sono l'islamismo, il protestantesimo e l'ebraismo.
Arte
La forma di pittura più diffusa in Francia era l’impressionismo espresso in particolar modo da Cezanne, Gauguin e Pissarro.
Musei e biblioteche
La maggior concentrazione di musei e biblioteche si trova, naturalmente, a Parigi. Tra questi si citano la Bibliothèque nationale, il Musée du Louvre e il Centre Georges Pompidou.
Economia
La Francia ha conosciuto un primo sviluppo industriale con la valorizzazione delle aree minerarie del Nord e della Lorena, la nascita dell'industria tessile e altre attività legate ai rapporti commerciali con i suoi vasti domini coloniali; tuttavia la sua piena affermazione come grande paese industriale moderno si è avuta dopo la seconda guerra mondiale.
Agricoltura
La viticoltura costituisce una preziosa risorsa e, con l'Italia, la Francia detiene il primato mondiale della produzione di vino.
Le principali colture sono il frumento, patate, mais e tabacco.
Industria
Il settore industriale francese assorbe circa il 30% della popolazione attiva. Un ruolo di primo piano hanno l'industria siderurgica e metallurgica.
L'industria tessile ha una posizione mondiale di primo piano e a essa è legata una fiorente industria dell'abbigliamento.
Flussi monetari e commercio
L'unità monetaria della Francia è il franco francese.
Commercio e servizi assorbono circa il 55% della forza lavoro: la Francia è tra i primi paesi al mondo per volume di scambi commerciali. I principali prodotti di esportazione sono veicoli, ferro e acciaio, capi di bestiame e carne macellata, petrolio raffinato, capi di abbigliamento, tessuti e vino.
Ordinamento dello stato
La Francia, repubblica presidenziale, deriva il suo ordinamento dalla Costituzione promulgata nell'ottobre 1958 in base alla quale la sovranità della repubblica risiede nel popolo francese, che esercita il potere politico attraverso un Parlamento rappresentativo nonché attraverso consultazioni referendarie. Il Parlamento francese si compone dell'Assemblea nazionale (577 deputati) e del Senato (321 membri). La prima è eletta a suffragio universale diretto e ciascun partito vi è rappresentato in proporzione alla quota di voti ottenuti nel suffragio popolare: i deputati ricoprono la loro carica per un mandato di cinque anni. I senatori sono eletti per nove anni a suffragio popolare indiretto, ovvero da membri di altri organi rappresentativi.
La Costituzione del 1958 istituì un nuovo organo, il Consiglio costituzionale, al quale è conferito il potere generale di garantire la regolarità delle elezioni e dei referendum e di decidere in merito alla costituzionalità delle leggi; il consiglio è composto di nove membri designati e di tutti gli ex presidenti della repubblica. In Francia il diritto di voto è conferito al conseguimento del diciottesimo anno d'età.
Potere esecutivo
Il presidente è eletto per un mandato di sette anni a suffragio universale diretto. Il presidente è capo delle forze armate e presiede il Consiglio superiore della magistratura, il Consiglio di difesa nazionale e il Consiglio dei ministri (Gabinetto di governo); designa inoltre il primo ministro e nomina i ministri di governo.
Il primo ministro e il Consiglio dei ministri sono responsabili unicamente di fronte all'Assemblea nazionale, nonostante il capo del governo abbia il diritto di chiedere al Senato l'approvazione di una dichiarazione programmatica. L'adozione di una mozione di censura da parte dell'Assemblea nazionale, o la mancata approvazione di una dichiarazione programmatica avanzata dal Consiglio dei ministri, obbligano il primo ministro alle dimissioni.
Potere legislativo
Il Parlamento francese è composto da due camere, ma il potere legislativo supremo è conferito all'Assemblea nazionale. Il Senato è un organo consultivo che ha diritto di esaminare e di esprimere pareri in merito alla legislazione e alle direttive politiche emanate dall'Assemblea nazionale e di ritardare, ma non di impedire, l'approvazione delle leggi. In caso di disaccordo tra le due camere in merito a un progetto di legge, la decisione finale è demandata all'Assemblea nazionale, la quale può accettare il parere espresso dal Senato o anche, dopo un determinato periodo di tempo, riadottare la propria originaria decisione.
Il Consiglio economico e sociale, composto di rappresentanti dei diversi gruppi di lavoratori e di datori di lavoro e di organizzazioni professionali e culturali, esercita una funzione consultiva in materia economica nei confronti dell'Assemblea nazionale e del Consiglio dei ministri. La Costituzione del 1958 limita l'attività dell'Assemblea nazionale a due sessioni annuali, stabilisce che per l'adozione di un voto di censura contro il governo sia necessaria una maggioranza assoluta e proibisce ai promotori di una mozione di censura che non venga adottata di presentare una mozione analoga nel corso della stessa sessione. L'adozione di un emendamento costituzionale richiede l'approvazione di entrambe le camere del Parlamento e di un successivo referendum popolare, o la semplice approvazione da parte dei tre quinti del Parlamento.
Partiti politici
La scena politica francese si è spesso caratterizzata per la presenza di numerosi gruppi politici, molti dei quali divisi da questioni politiche o teoriche solo secondarie. Le leggi elettorali introdotte sotto la Quinta Repubblica, tuttavia, hanno spinto verso la fusione o la coalizione tra partiti politici indipendenti. Quattro gruppi principali – due organizzazioni di centro-destra e due partiti di sinistra – hanno dominato la politica francese negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. Il Rassemblement pour la République (Raggruppamento per la Repubblica), o RPR, fondato nel 1976 dall'ex primo ministro Jacques Chirac, si richiamava alle idee dell'ex presidente Charles De Gaulle. L'Unione per la democrazia francese (UDF), una coalizione formatasi intorno al Partito repubblicano, era fortemente legata all'ex presidente Valéry Giscard d'Estaing. A sinistra si trovavano il Partito socialista, guidato dal presidente francese François Mitterrand, e il Partito comunista francese, guidato da Georges Marchais.
Nelle elezioni parlamentari del 1993 i socialisti sono stati battuti da una coalizione tra RPR e UDF, che ha ottenuto più dell'80% dei seggi all'Assemblea nazionale. Considerata la determinazione di Mitterrand a rimanere in carica fino alle elezioni presidenziali del 1995, iniziò per la Francia un periodo di "coabitazione" conclusosi con l'elezione di Jacques Chirac.
Sistema giudiziario
In Francia l'amministrazione della giustizia compete per le cause civili e penali di minor gravità a tribunali locali chiamati Tribunali di istanza e Tribunali di grande istanza. Per i crimini punibili con la carcerazione fino a cinque anni e per le cause civili più importanti sono competenti i tribunali correzionali. La Corte d'appello riceve i ricorsi da questi tribunali di grado inferiore. I processi per le cause penali di maggiore importanza sono celebrati di fronte alle Corti d'assise. Il ricorso contro le sentenze emesse dalle Corti d'assise e dalle Corti d'appello è possibile di fronte alla Corte di cassazione che ha il potere di annullare le sentenze e di istituire nuovi processi.
Storia
Le più antiche culture di cui si abbiano tracce risalgono al Paleolitico.
Altri momenti importanti si ebbero durante la Gallia romana e i regni Merovingi e Carolingi.
Personaggio di spicco fu Carlo Magno che fu incoronato a Roma da papa Leone III imperatore dei romani.
Altre iportanti dinastie furono quelle capetingia e dei Valois.
Il Rinascimento e la Riforma
Carlo VIII e i successori Luigi XII e Francesco I approfittarono della crescente forza economica della nazione e della situazione di stabilità interna per condurre spedizioni militari in Italia.
L'ultima parte del secolo fu un periodo particolarmente difficile per la Francia. La Riforma protestante, che aveva avuto in un primo tempo scarso seguito nel paese, fece proseliti tra la nobiltà e nelle classi inferiori. Enrico II, ritenendo il calvinismo una minaccia per l'autorità regia, tentò di reprimerlo, avviando una lunga e sanguinosa serie di guerre di religione in cui si inserivano parimenti questioni di conflitti dinastici e politici.
Importanti sovrani in Francia furono i Borboni, Luigi XIV e Luigi XVII.
La rivoluzione del 1789
Il 5 maggio 1789 i deputati eletti agli Stati Generali si riunirono a Versailles; il 17 giugno i membri del Terzo Stato si autoproclamarono Assemblea nazionale costituente e invitarono gli altri stati a non separarsi prima di aver dato alla Francia una costituzione.
Quando, nel mese di luglio, il governo tentò di sciogliere l'assemblea con la forza, il popolo di Parigi insorse e occupò la Bastiglia: il re fu costretto ad accettare l'Assemblea nazionale che, allarmata dal diffondersi nelle campagne di una rivolta di contadini, abolì tutti i diritti e i privilegi feudali, la nobiltà ereditaria e i titoli.
La Convenzione nazionale nel settembre del 1792 proclamò la Prima repubblica francese.
A sbloccare la situazione intervenne il colpo di stato del giovane generale Napoleone Bonaparte: nel novembre del 1799 questi rovesciò il Direttorio e il mese seguente istituì il Consolato.Nel 1804 Napoleone proclamò l'impero francese e si autoincoronò imperatore. Nel impose il suo dominio su quasi tutta l'Europa.
La monarchia costituzionale
Luigi XVIII concesse una carta costituzionale (1814) che istituiva una monarchia parlamentare e riaffermava le riforme sociali contenute nei codici napoleonici.
La rivoluzione del 1848
Nel febbraio del 1848 il tentativo del governo di impedire una dimostrazione dei repubblicani diede origine a una serie di scontri che sfociarono in una rivoluzione. Un gruppo di capi repubblicani formò un governo provvisorio, proclamando la Seconda repubblica francese.
La Seconda repubblica e il Secondo impero
Nei primi quattro mesi della Seconda repubblica i repubblicani moderati e i repubblicani radicali si contesero il controllo del paese. In aprile le elezioni favorirono una maggioranza di moderati all'Assemblea costituente.
La Costituzione adottata nel novembre del 1848 istituì una repubblica presidenziale con un'unica assemblea legislativa. Luigi Napoleone Bonaparte, nipote dell'ex imperatore, divenne presidente.
Fino al 1860 Napoleone III governò la Francia come un sovrano assoluto, ma in seguito cominciò a trasferire il potere agli organi rappresentativi così che, nel 1870, il paese tornò a essere una monarchia parlamentare.
La Terza repubblica
Nel marzo del 1871 scoppiò una rivolta di repubblicani radicali che istituirono la Comune di Parigi.
La maggioranza realista all'Assemblea mirava a restaurare la monarchia ma nel 1875 i repubblicani ottennero i voti sufficienti per far approvare una Costituzione repubblicana.
La prima guerra mondiale
Quando la Francia entrò in guerra nell'agosto del 1914 il popolo francese si unì nella difesa del paese, mettendo da parte gli aspri conflitti sociali e politici dei decenni precedenti.
Nel luglio del 1918 gli Alleati sferrarono un'offensiva che costrinse il governo tedesco a chiedere la pace. L'11 novembre 1918 la Repubblica tedesca negoziò l'armistizio e il 28 giugno 1919 firmò il trattato di Versailles, con il quale la Francia riottenne l'Alsazia e la Lorena.
Il periodo tra le due guerre
Il più urgente problema interno dopo la guerra fu la stabilizzazione del franco, che nel 1926 venne fissato a un quinto del suo valore prebellico. La svalutazione colpì particolarmente la borghesia.
Negli anni Venti e Trenta quella della sicurezza nazionale rimase una preoccupazione costante e primaria per il paese. La Francia in un primo tempo si alleò con il Belgio e con gli stati europei orientali in funzione antitedesca.
La seconda guerra mondiale e la Quarta repubblica
Il 10 maggio 1940 le forze tedesche invasero l'Olanda, il Belgio e la Francia. Il 10 luglio 1940, il Senato e la Camera dei deputati si riunirono a Vichy e approvarono la concessione di pieni poteri a Pétain per governare il paese e redigere una nuova Costituzione. Le forze che resistevano all'invasione tedesca si riunirono invece intorno al generale Charles De Gaulle che riuscì a costituire una propria forza armata.
Il 25 agosto gli americani liberavano Parigi e De Gaulle costituì un governo provvisorio sotto il suo stretto controllo. Le principali realizzazioni della Quarta repubblica, la cui Costituzione entrò in vigore alla fine del 1946, furono indirizzate a riforme di tipo sociale e di sviluppo economico. Nel 1946 fu istituito un sistema di sicurezza sociale generale che assicurava cure mediche, pensioni di invalidità e di vecchiaia e indennità di disoccupazione a tutti i cittadini. L'agricoltura venne rivoluzionata dalla fusione delle proprietà terriere e dall'adozione di macchinari e metodi moderni. Un piano nazionale per la modernizzazione dell'industria produsse un fortissimo sviluppo industriale.
La Quarta repubblica crollò in seguito allo sviluppo delle lotte nazionaliste nelle colonie francesi.
La Quinta repubblica
Nel settembre del 1958 l'esito del referendum popolare con cui fu approvata la nuova Costituzione della Quinta repubblica si tradusse in un generale e unanime voto di fiducia a favore di De Gaulle.
Il problema più urgente che De Gaulle si trovò ad affrontare fu la questione algerina, impossibile da risolvere militarmente. Nel 1960 egli aprì i negoziati di pace con i ribelli algerini, che perseguì fino a giungere alla proclamazione dell'indipendenza dell'Algeria.
A De Gaulle succedettero Pompidou, d’Estaing, Mitterand e, per ultimo, Chirac.

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