Cina

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Cina

Repubblica (Zhonghua Renmin Gongheguo, Repubblica Popolare Cinese) dell'Asia orientale.
Superficie: 9.536.499 km2 (al terzo posto nel mondo per estensione dopo la Russia e il Canada).
Popolazione: 1.130.483.000 ab. (al primo posto nel mondo).
Capitale: Pechino.
Lingua: la lingua ufficiale è l'Han (cinese), usato da ca. il 93% della popolazione, seguono l'uiguro (Sinkiang), il tibetano, il mongolo.
Religione: le ultime valutazioni davano 200.000.000 di confuciani, 150.000.000 di buddisti, 30.000.000 di taoisti, 48.000.000 di musulmani e ca. 4.000.000 di cattolici.
Unità monetaria: yuan renminbi.
Confini: confina a nord con la Russia e la Mongolia; a nord-est con la Corea del Nord; a sud col Viet Nam, il Laos, la Birmania, l'India; a sud-ovest con il Bhutan, il Nepal, l'India, il Pakistan, l'Afghanistan, il Tagikistan, il Kirghizistan e il Kazakistan. A est e sud-est è bagnata dal Mar Giallo, dal Mare Cinese Orientale e da quello Meridionale.
Ordinamento: la Cina è una Repubblica popolare ripartita in 22 province, 5 regioni autonome, e 3 municipalità (Pechino, Tientsin e Shanghai). Organo legislativo è l'Assemblea popolare nazionale, i cui membri sono eletti per 5 anni. L'Assemblea elegge il presidente della Repubblica, il primo ministro e il governo. Partito unico è il Partito comunista cinese.

GEOGRAFIA
G Morfologia. Il territorio cinese è in prevalenza montuoso, solo il 30% della superficie si trova a un'altitudine minore di 1000 m sul livello del mare. Le principali catene si estendono in direzione della longitudine (Himalaia, Kunlun, Tien Shan, Altaj), alternandosi a vasti altipiani (Tibet, il maggiore della Terra, con un'altezza media di 4000 m, Mongolia, altopiano del Löss), ai bacini (Tarim), alle strutture collinari del sud-est, alle pianure che si estendono nella parte orientale (Manciuria) su oltre 1 milione di km2. L'elevazione decresce generalmente da ovest a est e da sud a nord. Il punto più elevato è il monte Everest (8872 m, secondo le rilevazioni del 1987) al confine col Nepal; la maggior depressione è quella di Turfan (-154 m), presso Urumchi, nella parte nordoccidentale del Paese.
i Geologia. Il basamento del territorio cinese è costituito da rocce cristalline e metamorfiche prepaleozoiche, interessate nel corso delle ere geologiche da movimenti orogenetici e ricoperte in parte da sedimenti marini e continetali. Caratteristico il löss, deposito eolico con spessore variabile da pochi metri a qualche centinaio, diffuso nel Kansu, Shensi, Honan.
m Idrografia. Dall'altopiano del Tibet si originano i maggiori fiumi, che scorrono verso est e sud-est (Yangtze Kiang, Hwang Ho, Si Kiang); altri fiumi scorrono solo in parte in territorio cinese (Indo, Brahmaputra) o si impaludano nei deserti (Tarim, Edsin); a nord il fiume Amur costituisce il confine con la Russia, lo Yalu con la Corea del Nord. Accanto ai fiumi sono da ricordare i canali: il maggiore è il Grande Canale (1782 km), che collega Pechino con Hangchow. Tra i laghi, il Poyang Hu, il Tungting Hu, lo Hungtze Hu nella pianura dello Yangtze. I laghi salati si trovano per la maggior parte sull'altopiano del Tibet e in Mongolia: il maggiore è il Ching Hai.
p Clima. Le condizioni climatiche sono differenti da nord a sud e da est a ovest. All'interno prevalgono climi continentali, con fortissime escursioni termiche e scarse precipitazioni. Il sud-est è interessato dai monsoni e presenta intensa piovosità estiva e siccità invernale; l'anno è praticamente diviso in due sole stagioni fondamentali, l'estate e l'inverno, con brevissimi periodi intermedi. Nella stagione estiva contro le coste cinesi si scatenano talora i tifoni, masse d'aria molto umida che arrecano mareggiate e inondazioni.
a Economia. Obiettivo fondamentale del governo di Pechino fu l'avvio di una politica di sviluppo industriale nel quadro di una economia pianificata di tipo socialista, che, a differenza di quella sovietica, ha puntato a un certo equilibrio tra industria pesante e industria leggera. L'agricoltura cinese, poco meccanizzata e con scarso uso di fertilizzanti, poggia sulla cerealicoltura: riso, frumento, mais e, in misura minore, segale, orzo, sorgo e miglio, che, accanto al pesce, costituiscono la base dell'alimentazione. La risicoltura è la più estesa e si accentra nell'ampio delta del Si Kiang, nel Kiangsu e nella regione dei laghi dove si pratica la sommersione completa delle terre. Alle colture cerealicole seguono quelle di canna da zucchero, tè, barbabietola, alberi da frutto, canapa, tabacco, cotone. Il patrimonio zootecnico è costituito prevalentemente da animali da cortile, soprattutto là dove si praticano colture intensive; scarsi sono invece i bovini e utilizzati in gran parte come forza da lavoro. Notevole la piscicoltura, praticata nelle zone del centro e del sud. Nelle regioni steppose e semidesertiche del nord-ovest, diffuso l'allevamento degli ovini, dei caprini e dei cammelli. Il patrimonio forestale è scarsamente sfruttato. Il grosso delle industrie siderurgiche è concentrato nel nord e nel nord-est (Shansi, Hopeh, Liaoning, Hupeh) e in genere in Manciuria, dove si trovano i più cospicui giacimenti carboniferi e di minerali di ferro. L'industria metallurgica è assai diffusa nelle regioni del sud, dove si trovano giacimenti di stagno, manganese, rame, piombo, zinco, antimonio (secondo produttore mondiale), tungsteno (la Cina è il primo produttore mondiale), petrolio, ma risente notevolmente della scarsità di energia elettrica. Il settore metalmeccanico annovera grandi complessi per la fabbricazione di macchinario industriale, destinato a fornire gli impianti a nuovi settori produttivi (cantieristico, ferroviario, minerario, elettrico, automobilistico, chimico e tessile). In seguito all'attenuazione degli investimenti nell'industria pesante, sono sorti numerosi impianti destinati a produrre beni per l'agricoltura (macchinario leggero e concimi chimici) e beni di consumo (abbigliamento, domestici e alimentari), localizzati soprattutto lungo la fascia costiera; molto incrementata appare anche la chimica (materie plastiche e artificiali). Sebbene orientata a soddisfare la domanda dello sterminato mercato interno, la produzione agricola e soprattutto industriale alimenta un consistente flusso di esportazioni, specie dopo l'apertura agli investimenti esteri attuata da Teng Hsiao-p'ing.

STORIA
La storia cinese suol farsi iniziare con la dinastia Hsia (2500 a. C.), e all'epoca degli Shang, regnanti dal 1766 ca. a. C., si fa risalire l'ordinamento feudale del Paese che fu travagliato dalle lotte tra i feudatari durante il regno dei Chou (ca. 1030-256 a. C.), sotto il quale si diffusero confucianesimo e taoismo. Shi Huang, principe della dinastia Ch'in, ricompose l'unità politica e assunse per primo il titolo di imperatore (221 a. C.), avviando anche la costruzione della Grande Muraglia; fortunate imprese militari, progresso economico e culturale contrassegnarono il periodo della successiva dinastia Han (206 a. C.-220 d. C.); nuove divisioni interne precedettero l'affermarsi della dinastia dei Chin (265-420) e invasioni di Tatari nel Nord l'avvento al potere dei Sui (590-618). Spettò alla dinastia T'ang (618-907) riportare il Paese a un alto grado di potenza e prosperità; dopo un nuovo periodo di decadenza, i Mongoli invasero la Cina (sec. XIII): il loro khan, Qubilay, fondò la dinastia Yüan, stabilì la capitale a Pechino ed estese la sua influenza sino alla Birmania e a Giava. Cacciati i Mongoli, Chu Yüan-chang (1328-1398) assicurò il trono ai suoi successori, i Ming, durante il regno dei quali il cristianesimo penetrò in Cina (sec. XVI), i Portoghesi si assicurarono le prime basi nel Paese, Spagnoli e Olandesi si impadronirono delle Filippine e di Formosa. Nel 1644 i Mancesi conquistarono l'Impero cinese instaurandovi la dinastia dei Ch'ing (durata sino al 1911), che acquisì Formosa, Mongolia e Tibet prima di avviarsi, a metà del XIX sec., verso la decadenza, favorendo la penetrazione europea in Cina: con la guerra dell'oppio (1840-1842) l'Inghilterra ottenne l'apertura di cinque porti cinesi alle navi occidentali e il possesso di Hong Kong; al termine del conflitto anglo-franco-cinese, col trattato di Tientsin (1861) venne imposta la cessione di nuovi territori. Rivolte interne indebolirono ulteriormente il Paese (rivolta contadina dei T'ai-p'ing, 1850-1864), che perdeva anche il Viet Nam (guerra con la Francia, 1882-1883) e Formosa (guerra cino-giapponese, 1894-1895) prima che la rivolta xenofoba dei Boxers (1900) fosse causa di un nuovo intervento delle potenze europee e di nuove concessioni; ne seguì la nascita di un forte movimento nazionalista, riformista, repubblicano, condotto da Sun Yat-sen. Instauratasi al Sud la repubblica con azione rivoluzionaria (1911-1912), il Nord, caduta la dinastia manciù, rimase sotto il dominio di capi militari locali (i 'signori della guerra'), contro i quali si coalizzarono i nazionalisti del Kuomintang e gli aderenti al neo-costituito Partito comunista (1923-1927); ottenuto il controllo di tutto il territorio nazionale e trasferita la capitale a Nanchino, la coalizione si spezzò e il capo conservatore dei nazionalisti, Chiang Kai-shek, si volse contro i comunisti, aprendo una nuova guerra civile. Contemporaneamente al suo svolgersi, tra il 1931 e il 1937 i Giapponesi occupavano Mongolia e Cina del nord, quindi le regioni di Shanghai, Nanchino e Canton; si formò allora una nuova coalizione in funzione antigiapponese tra Kuomintang e comunisti (che nel 1935 erano sfuggiti all'annientamento trasferendosi in massa nelle regioni settentrionali attraverso la 'lunga marcia' guidata da Mao Tse-tung), durata sino al termine della seconda guerra mondiale. Conclusosi il conflitto, la Cina entrò nell'ONU a fianco delle potenze vincitrici; all'interno, ripresa la guerra civile (1948-1949), la vittoria delle armate comuniste costrinse il governo nazionalista di Chiang Kai-shek a rifugiarsi a Formosa. La Repubblica Popolare Cinese, proclamata nel 1949 da Mao Tse-tung, ottenne l'immediato riconoscimento dell'URSS e degli altri Stati comunisti, nonché della Gran Bretagna e della Svezia (successivamente fu riconosciuta dagli altri Paesi scandinavi, da Francia, Paesi Bassi, Svizzera, Cuba e dalla maggior parte degli Stati africani e asiatici). Avviata la collettivizzazione agricola e un programma d'industrializzazione, nel 1950 la Cina comunista firmò un accordo trentennale di assistenza reciproca con l'Unione Sovietica, e durante il conflitto coreano (1950-1953) fornì considerevoli aiuti alla Corea del Nord; tuttavia con il processo di destalinizzazione avviato dal XX Congresso del PCUS si resero evidenti i primi segni di crisi nei rapporti tra le due maggiori potenze comuniste, anche per il progressivo differenziarsi del modello di sviluppo cinese rispetto a quello sovietico, e che sarebbero sfociati nel 1962 in una rottura completa. Nel frattempo, a seguito di un accordo con l'India (1954), la Cina aveva ottenuto il riconoscimento degli interessi cinesi sul Tibet, di cui prese successivamente possesso, avanzando quindi nuove pretese, accompagnate da operazioni militari, per la rettifica della frontiera con l'India (1962). Negli anni Settanta, la politica estera della Cina (che nel 1964 fece esplodere la propria prima bomba atomica) fu caratterizzata, oltre che dal persistente contrasto con gli USA, dall'approfondirsi del dissidio con l'URSS. Contemporaneamente, all'interno, lo scoppio della cosiddetta 'rivoluzione culturale' (1965-1969) segnava l'inizio di una grave crisi e di importanti mutamenti negli indirizzi politici ed economici. Nel 1968 fu destituito Liu Shao-chi, capo dello Stato, e fu convocato il IX Congresso del PC, che nominò Mao Tse-tung presidente del partito e Lin Piao vicepresidente e successore designato di Mao. Nel marzo 1969 avvennero scontri a fuoco tra le forze cinesi e sovietiche lungo la frontiera sul fiume Ussuri nell'isola Damansk. In luglio altri incidenti nell'isola Golduiski sul fiume Amur e in agosto nella provincia dello Sinkiang, nell'Asia centrale. In settembre Kossighin si incontrò a Pechino con il primo ministro e numero due del regime Chou En-lai, perché la polemica tra Mosca e Pechino aveva raggiunto i limiti massimi di tensione, e nell'ottobre iniziarono a Pechino le trattative russo-cinesi per la soluzione delle questioni di frontiera. Nel 1971 l'improvvisa e misteriosa scomparsa di Lin Piao metteva fine allo scontro profilatosi tra la sua linea (avvicinamento all'URSS e avversione agli USA) e quella di Chou En-lai, sostenitore della coesistenza pacifica. Nel settembre 1972 l'incontro a Pechino tra Mao e il presidente americano Nixon valse alla Cina il riconoscimento ufficiale di grande potenza e l'ammissione all'ONU al posto di Taiwan. La Cina ebbe un momento di grande tensione interna alla morte del presidente Mao (1976), al quale successe Hua Kuo-feng. Con il cambio della guida politica, che ha trovato il suo leader nell'anziano Teng Hsiao-p'ing, continuatore della linea realistica di Chou En-lai, si è affermato un nuovo corso 'pragmatico' che punta sull'efficienza e sullo sviluppo industriale anche con incentivi a forme di iniziativa privata. In politica estera il nuovo corso cinese ha posto fine al contenzioso con l'URSS (visita di Gorbaciov in Cina, 1989) e ha esteso i rapporti con l'Occidente, fino a schierarsi a favore dell'intervento dell'ONU contro l'Iraq nella guerra del Golfo (1991), peraltro reprimendo militarmente il movimento indipendentista tibetano (1987-1988). Netta è rimasta tuttavia la chiusura sul piano delle democrazia politica e dei diritti umani, culminata nella repressione militare delle manifestazioni studentesche di piazza Tien An Men a Pechino con migliaia di vittime (1989) e da una ripresa degli elementi conservatori nel gruppo dirigente comunista. Nel 1992 Teng Hsiao-P'ing si è ritirato da tutte le cariche, pur mantenendo di fatto il controllo del paese, che conosce un'impetuoso sviluppo economico e il manifestarsi di diseguaglianze sociali anche profonde. Nel 1993 Jiang Zemin è stato eletto presidente della Repubblica. Pur avendo riallacciato sempre nel 1993 i rapporti con Taiwan, la situazione tra i due paesi rimane estremamente tesa.

LETTERATURA
I più antichi documenti pervenutici sono iscrizioni oracolari incise su ossa e su scaglie di tartaruga e iscrizioni su bronzi e su pietra, prevalentemente a carattere religioso (secc. XIV-XI a. C.). Con la dinastia Chou (ca. 1030-256 a. C.) abbiamo una letteratura d'argomento prevalentemente filosofico. I testi più antichi vengono raccolti da Confucio e trascritti più tardi dai suoi discepoli. Si tratta dei Wu-ching o Cinque classici, che avranno importanza notevolissima nello sviluppo della cultura e del pensiero cinesi, e dei Quattro libri, opere di ammaestramento morale. Risalgono alla stessa dinastia anche le prime raccolte di veri e propri testi letterari: le Odi, i Documenti e le Mutazioni, considerati i prototipi della poesia, della storia e della filosofia cinesi. Durante il IV sec. a. C. sorge la prima figura di grande poeta: Ch'ü Yüan, autore del famoso poema Incontro al dolore. Sotto la dinastia Han (206 a. C.-220 d. C.) troviamo, in Ssu-ma Ch'ien, il primo e più celebre storico della Cina (Memorie storiche, monumentale opera che tratta la storia cinese dalle origini al 90 a. C e che pone le basi della storiografia cinese). Durante il periodo delle Sei Dinastie (il Medioevo cinese: secc. V-VI d. C.), con l'affermarsi del buddismo rinacque la letteratura filosofica. Con la dinastia T'ang (618-907) la poesia cinese ebbe la sua età dell'oro: un'antologia di poesie T'ang, edita nel XVIII sec., raccoglie circa 49.000 composizioni di oltre 2200 poeti. Il più grande prosatore di questo periodo è Han Yü. Sotto il dominio mongolo degli Yüan (1279-1368) nacque il teatro vero e proprio, in cui coesistono il canto, la recitazione e la danza; si formarono due scuole: una al nord (pei ch'ii), l'altra al sud (nan ch'ii). I più noti drammi Yüan sono L'orfano della famiglia Chao e La storia del padiglione d'Occidente. Nei secoli successivi si sviluppa in modo particolare l'attività degli eruditi, soprattutto enciclopedisti, e la narrativa (la Storia dei Tre Regni, il Fiore di prugno nel vaso d'oro, la Memoria del viaggio in Occidente, il Sogno della camera rossa e la grande raccolta di novelle Racconti fantastici dello studio Liao di P'u Sung-ling). Nel 1917, dopo i rivolgimenti politici, si afferma anche la rivoluzione letteraria, in gran parte a opera di Ch'en Tu-hsiu e di Hu Shih, sostenitore della necessità di sostituire, nelle opere letterarie, la lingua parlata alla lingua scritta. Tra le altre figure del nostro secolo, sono da segnalare i nomi di Lu Hsün, di Kuo Mo-jo, di Pa Chin, di Mao Tun. Per quanto riguarda il teatro, sono da ricordare i nomi di T'ien Han e di Ts'ao Yu; ma è soprattutto da ricordare l'Opera di Pechino, genere nato alla fine del XVIII sec., i cui spettacoli fanno pensare a un armonico incontro tra melodramma e circo, fondendosi in essi il canto e il dialogo, la musica e la danza, la mimica e l'acrobazia. Il teatro d'ombre e gli spettacoli di marionette rientrano nel folclore cinese. Un tipico esempio di opera lirica moderna è la famosa Fanciulla dai capelli bianchi, di cui esistono varie edizioni. Dopo il 1976, eliminato il gruppo politico radicale, la Cina ha conosciuto un periodo di fioritura letteraria in cui, oltre a opere nuove, si sono stampate opere di scrittori proibiti all'epoca della rivoluzione culturale e si sono tradotti capolavori delle letterature straniere. Questa apertura culturale ha subito una battuta d'arresto alla fine degli anni Ottanta dopo i fatti di piazza Tien-An-Mên. Nonostante questo la letteratura cinese ha conosciuto un buon successo in Occidente grazie a un'intensa attività di traduzione e grazie alla presenza all'estero di alcuni autori dissidenti, come Ai Pei e Bei Dao. Dal 1992 le autorità hanno nuovamente concesso limitate aperture all'Occidente.

ARTE
L'arte cinese, prodotto di una civiltà sviluppatasi per quattro millenni senza profonde cesure e senza significativi contatti con l'esterno, si impone per l'estrema raffinatezza di forme, di materiali (giada, porcellana, lacca), di tecniche (pittura su seta, invetriatura nelle ceramiche ecc.). Una delle manifestazioni più alte è data dalla pittura, eseguita su rotoli di carta o di seta, con figure umane, paesaggi, fiori, uccelli, e caratterizzata dalla qualità altissima del tratto. Per quanto riguarda la ceramica, vanto cinese è l'invenzione della porcellana (sotto i T'ang, VII-X sec.). L'architettura, basata sul pilastro e la trave lignea, si caratterizza con l'introduzione del buddismo (pagoda, templi e padiglioni). Notevoli le arti minori, dal mobile laccato ai bronzi, ai tappeti.

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