Cile

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Cile
(spagnolo Chile)

Repubblica (República de Chile) dell'America Meridionale.
Superficie: 756.626 km2.
Popolazione: 13.232.000 di ab.
Capitale: Santiago.
Lingua: spagnolo.
Religione: in prevalenza cattolica (89%).
Unità monetaria: peso cileno.
Confini: a nord ha il Perú; a nord-est la Bolivia; a est l'Argentina; a ovest l'Oceano Pacifico.
Ordinamento: Repubblica presidenziale unitaria. Il territorio è ripartito in dodici regioni oltre alla regione metropolitana di Santiago.

GEOGRAFIA
Il Cile è formato da una lunghissima striscia di territorio (4300 km), larga in media 175 km, tra le Ande e l'Oceano Pacifico. Il confine segue lo spartiacque andino. La regione montuosa (Aconcagua, 6959 m; Ojos del Salado, 6880 m) occupa circa la terza parte del territorio. Dalle Ande scendono all'oceano numerosi fiumi, brevi di corso, utili per l'irrigazione. Ben marcata è la divisione del Cile in tre zone. Il Cile settentrionale ha clima caldo e asciutto causato dalla corrente marina fredda di Humboldt. Aspetti desertici presenta la Puna de Atacama. Il Cile centrale ha inverni piovosi (500-1000 mm) ed estati secche: è questo il fulcro del Paese (80% della popolazione e delle industrie), dove si trovano la capitale (Santiago) e il porto più attivo (Valparaíso). Tra le Ande e la catena costiera (che a sud è in parte sommersa con formazione di molte isole) si estende una depressione ben coltivata. Centri importanti sono Concepción e Viña del Mar. Il Cile meridionale ha clima freddo, piovoso (oltre 2000 mm), con venti violenti. Centri principali sono Valdivia e Punta Arenas. Al Cile spettano le due rive dello Stretto di Magellano, con una parte della Terra del Fuoco, oltre alle isole oceaniche di Juan Fernández e di Pasqua. La popolazione è eterogenea con prevalenza di meticci (quasi due terzi); gli Amerindi puri (Araucani e Fuegini) sono scarsi (150.000), mentre il resto è formato da Europei (soprattutto Spagnoli, specie Baschi, quindi Tedeschi, Italiani ecc.).

ECONOMIA
L'economia del Cile si fonda sull'industria mineraria, in particolare di quella del rame, di cui è uno dei primi produttori mondiali, ma anche del molibdeno (al secondo posto tra i produttori mondiali); buoni giacimenti anche di ferro, argento, oro, manganese, zinco, zolfo, petrolio. Nonostante le ricchezze del sottosuolo e la grande disponibilità di energia idroelettrica, la struttura rimane quella di un Paese arretrato senza una solida industria nazionale (significativa solo in campo tessile e alimentare, dello zucchero, del vino e delle carni). L'agricoltura produce cereali (frumento, orzo, avena), patate, barbabietola da zucchero, vite (il Cile è uno dei maggiori produttori di vino in America), frutta. L'allevamento è centrato sui bovini e sugli ovini (lana merino). Buona la pesca e la caccia delle balene.

STORIA
Fu conquistato dagli Spagnoli per opera di Pedro de Valdivia, che combatté contro Inca ed Araucani (1535-1553) e fondò Santiago (1541). I primi moti insurrezionali si ebbero nel 1810 con la costituzione di un governo provvisorio, dipendente però dalla corona spagnola; l'indipendenza fu raggiunta con l'arrivo degli Argentini guidati da J. de San Martín (1817) dopo le vittorie di Chacabuco (1817) e di Maipo (1818). La repubblica fu proclamata dopo la sconfitta della flotta spagnola e la presa di Lima (1821). Dal 1879 al 1883 il Cile combatté la guerra del Pacifico, contro la Bolivia e il Perú, che permise l'acquisto delle saline di Atacama, di Cobija e di Tarapacá e dei territori di Tacna (ritornato al Perú nel 1929) e di Arica. Nella politica interna peso determinante ebbero sempre le forze armate, sostenitrici di una linea fortemente moderata; nel dopoguerra aprì nuove prospettive l'elezione alla presidenza del democristiano E. Frei (1964). Nel 1970 comunisti, socialisti, radicali e socialdemocratici presentarono alle elezioni presidenziali un solo candidato, Salvador Allende, che nel settembre ottenne la maggioranza, iniziando un vasto piano di riforme stroncato dal colpo di Stato del settembre 1973, che instaurò una dittatura militare con a capo il generale A. Pinochet (dal 1974 Capo supremo della nazione). Nel gennaio 1978 un referendum popolare di dubbia legalità confermò Pinochet al potere. Ma in un nuovo referendum del 1988 l'elettorato si espresse contro Pinochet e il regime militare, e nelle elezioni del dicembre 1989 fu eletto presidente della Repubblica il democristiano Patricio Aylwin, che nella sua azione di restaurazione democratica ha dovuto fronteggiare la massiccia ingerenza dei militari. Pinochet è rimasto capo delle forze armate anche dopo le elezioni del 1993 che hanno visto la vittoria del democristiano E. Frei, figlio del presidente degli anni Sessanta.

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