La metamorfosi

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Testo

Maura Zuccolotto 19 agosto 2000

FRANZ KAFKA
LA METAMORFOSI

AUTORE Nato a Praga nel 1883, Kafka si laureò in legge, fece pratica presso un avvocato, poi nel 1907 si impiegò alle assicurazioni generali e nello stesso anno iniziò a scrivere. Risalgono al 1910 l’inizio del Diario e la stesura di America. Nel 1914-15 egli lavora al Castello e al Processo; Medico di campagna è del 1919. I racconti e le novelle poi occuparono Kafka fino al 1924, quando morì di tubercolosi in un sanatorio a Vienna.
ANNO di PUBBLICAZIONE 1912
TIPOLOGIA Testo narrativo
CONTENUTO Una mattina, al suo risveglio, Gregor Samsa svegliandosi si trova trasformato in un insetto. Dopo aver osservato il suo nuovo e ripugnante corpo, egli si ricorda degli impegni di lavoro (è un commesso viaggiatore) e si accorge di essere in ritardo; non è ancora disceso dal letto che i genitori e la sorella Grete bussano alla sua porta per chiamarlo. La porta è chiusa a chiave, nessuno può entrare, ma Gregor, anche se malvolentieri, è costretto a scendere e aprire quando a chiamarlo è il procuratore della sua azienda, accorso per assicurarsi che il suo dipendente abbia una scusa sufficiente. Gregor ha ormai accettato la sua condizione e nella speranza che gli altri facciano la stessa cosa, spalanca faticosamente la porta, ma immediatamente tutti gli altri scappano alla sua vista; dopo lo sconcerto il padre impugna un bastone e con un fare minaccioso ricaccia lo scarafaggio gigante nella camera; questo rimane incastrato tra gli stipiti della porta e riceve una violenta pedata che lo ferisce su un fianco, ma che lo conduce finalmente al sicuro. Svegliatosi, Gregor trova del latte in una ciotola: subito si getta su quel cibo prelibato, ma resta deluso di non riuscire a berlo, disgustato. Inizia così la lunga prigionia di Gregor, che chiuso in camera origlia i discorsi dei genitori ed ha solo il conforto di vedere la sorella Grete, l'unica a occuparsi di lui, portandogli del cibo e riordinando la sua stanza. Presto l’intera famiglia deve trovare un lavoro per mantenersi, poiché è venuto meno l’apporto economico di Gregor, che prima era fondamentale. Gregor si nasconde con un lenzuolo sotto il divano per non spaventare sua sorella; questa ricambia la cortesia organizzando il trasloco dei mobili della camera, per permettere a Gregor di muoversi liberamente sui muri e sul soffitto. Gregor si oppone però allo spostamento di un quadro che ritrae la sua fidanzata, appiccicandocisi sopra. La madre lo scorge e sviene; sopraggiunge il padre e punisce il parassita scagliandogli addosso con brutale violenza alcune mele; una di esse si conficca nel dorso di Gregor, che ferito gravemente si rifugia stordito nella sua tana. Intanto la vita della famiglia va avanti sempre più faticosamente e ben presto la sorella perde la pazienza negando le cure all’“insetto”, il quale da tempo non tocca più cibo. Poi entrano in scena nuovi personaggi: una vecchia donna per le pulizie, che deride bonariamente lo scarafaggio, e tre affittuari, che sono molto esigenti nei confronti degli incerti padroni di casa. Una sera essi cenano nel salotto attiguo alla camera di Gregor, che esce dalla porta e li spia incuriosito. Terminato il pasto, gli ospiti si fermano ad ascoltare Grete alle prese con il violino; lo scarafaggio è sempre più interessato alla musica e si espone, invece gli ospiti, che non gradiscono più lo spettacolo, restano solo per cortesia. All'improvviso notano l’insetto che avanza: nello stupore generale, si rifugiano in camera e annunciano di disdire immediatamente il contratto affittuario. Gregor è immobile, paralizzato; sua sorella denuncia il suo comportamento distruttivo per tutta la famiglia, accusandolo di essere la causa di tutti i guai. Il padre concorda e si avvicina cupo verso quello che non considera più suo figlio; questi, sempre più debole, a fatica ritorna in camera e decide di liberare i suoi da tante sofferenze, lasciandosi morire di fame. Il mattino seguente la donna di servizio lo trova disteso inerte per terra, e dà l'annuncio della sua morte ai familiari; essi accorrono e considerano il fatto come una liberazione. I pensionanti vengono cacciati di casa, come pure la domestica; l’intera famiglia si congeda dal lavoro, per ritrovare la serenità e la prosperità che il parassita Gregor aveva tolto. Riconquistata la pace, eliminato il problema, essi sono finalmente liberi.
PERSONAGGI I personaggi del racconto sono pochi e costituiscono un unico nucleo familiare, ma i rapporti che li legano sono molto complessi da analizzare. Gregor Samsa, la rappresentazione metaforica di Franz Kafka, è un commesso viaggiatore alle dipendenze di una ditta molto esigente. Il suo lavoro è stressante, ma egli vi si dedica con tutto sé stesso, tanto che da ben cinque anni non prende un giorno di ferie. Gregor lavora per ripagare i debiti del padre e mantenere la sua famiglia, un compito molto duro, ma Gregor aumenta le sue privazioni e fatica il doppio pur di non desistere. Ed ecco che col passare del tempo, il lavoro inghiotte tutto il tempo di Gregor, il quale non ha più né svaghi né solidi rapporti umani; il giovane diviene schiavo dell'azienda e della famiglia, prigioniero della sua camera, e senza svaghi egli perde anche la facoltà della parola; a questo punto Gregor non è più un essere umano, bensì un rifiuto prodotto dalla società, una vittima incapace di reagire: svegliandosi un mattino, si ritrova scarafaggio, in un corpo che l’autore descrive poco per volta, come fosse una scoperta graduale. Analizzando i comportamenti di Gregor e cercando di capire come un uomo possa diventare un insetto, si riesce a comprendere la psicologia dell'autore. In primo luogo, è evidente il difficile rapporto che lega padre e figlio: Samsa si sente parassita e persecutore, ma i veri parassiti sono i familiari, mentre lui è una vittima, totalmente dipendente dagli ordini paterni. Il signor Samsa è così autoritario che il figlio non osa neppure opporsi ai suoi ordini, rimanendo sempre privo di qualsiasi forma di indipendenza. Il legame che unisce Gregor alla famiglia è fortissimo, ma viene vissuto come una costante oppressione. Il figlio è incapace di agire e di volere, perciò subisce la superiorità del padre che diventa un’ossessione: il padre è superiore, perciò può urlare, insultare e picchiare avendo sempre ragione. Gregor è vittima della figura paterna, ma si potrebbe dire che è anche colpevole, perché incapace di reagire scappando di casa; consapevole di questa colpevolezza, non esiterà a porvi rimedio con la morte volontaria, espiazione di tutti i mali della famiglia Samsa. Il padre esercita nei confronti del figlio una violenza non solo psicologica, ma anche fisica, che Kafka descrive in scene molto intense. Nel racconto il legame particolare che lega Gregor a sua sorella è solamente accennato da alcune riflessioni che Gregor fa e dalle assidue cure che Grete apporta nei primi mesi all'insetto. Ma dopo che Gregor dimostra di voler abbandonare la famiglia per una donna, la sorella cambia totalmente atteggiamento nei suoi confronti. Grete trascura Gregor, è negligente e gli nega anche il cibo; per lei, l'insetto schifoso non ha più alcun senso. Al contrario, Gregor degenera arrivando a desiderare fisicamente la sorella, come traspare dal racconto stesso: Gregor, con questo episodio, è arrivato al termine della sua metamorfosi, lui non è più un essere umano, bensì un animale che va eliminato. Al culmine del rapporto incestuoso, durato anche troppo, Grete dà un taglio netto al passato e pone fine ad un’ignobile situazione, denunciando agli occhi del severo padre il fratello parassita. Gregor è vissuto senza un vero amore, senza svaghi, senza libertà di parola, senza emozioni: che senso ha la sua vita? Egli è ormai un insetto da eliminare, e solo con la morte la sua esistenza ottiene un triste significato: l’intera famiglia viene liberata da una grande sventura e può finalmente ritrovare la pace.
TECNICHE NARRATIVE Lo stile di Kafka è conciso ed essenziale per lasciare spazio di riflessione ed immaginazione al lettore; egli elimina la similitudine per raccontare la propria esperienza, adottando una metafora che colpisce il lettore. Kafka non ricorre a particolari tecniche narrative, ma la sua abilità è evidente nell’inventare i personaggi (prendendo comunque spunto dalla realtà) e nel narrare scene molto coinvolgenti.
NARRATORE La narrazione è condotta in terza persona da Franz Kafka, il quale espone con semplicità e senza tanti artifici le avventure di se stesso, ma invece di farlo adottando "l’io" decide di trasportarle su una figura a lui parallela, frutto della sua fantasia: Gregor Samsa. In questo modo la narrazione risulta originale e permette al lettore di trarre conclusioni personali, senza che ci sia un io narrante a guidarle. Infine, la narrazione è lineare, senza flash-back né prolessi, per incentrare l’attenzione sul presente, sulla metamorfosi di Gregor.
TEMPO Il racconto è stato scritto tra il novembre ed il dicembre del 1912, e presumibilmente la storia è ambientata nello stesso anno, ma tra l'inverno e la primavera; tuttavia mancano riferimenti cronologici precisi, né l’autore avrebbe ragione di farne, perché il racconto può essere adattato a qualsiasi epoca, rimanendo sempre valido nei suoi messaggi. Si sa solamente che esiste il treno, si usa ancora la luce a gas e la gente comune si sposta in carrozza.
SPAZIO La vicenda è ambientata interamente in casa Samsa, in particolar modo nella stanza di Gregor e nel salotto. Le descrizioni degli interni sono poche e brevi, per lasciare spazio al racconto e non distrarre il lettore, ma hanno la funzione di caratterizzare gli stati d'animo dei personaggi, in particolar modo quello di Gregor, che si riflette nella stanza col tempo sempre più buia e vuota. Lo scarafaggio vive prigioniero nella sua camera, e cerca un contatto con il mondo esterno affacciandosi alla finestra e restando per ore ad osservare la strada: nei suoi pensieri si scatena allora l’idea di evadere, ma ne è incapace perché troppo legato alla famiglia.
GIUDIZIO La metamorfosi è un testo ricco di insegnamenti, in cui i messaggi sono però nascosti dietro a descrizioni o brevi periodi, e perciò vanno interpretati a fondo per essere compresi. Kafka vuole esprimere la sua opposizione all’ordine oppressivo della famiglia della sua epoca; attraverso un racconto che lo vede protagonista in terza persona rende noto tutto il suo disagio e la sua ostilità nei confronti di una figura paterna troppo autoritaria. Ho apprezzato molto il suo stile nel raccontare, perché è semplice ma dà spazio ad ampie riflessioni, specie in merito ai personaggi ed ai loro atteggiamenti; è questo un libro che, come una favola, va interpretato e mi ha appassionato pagina dopo pagina. Ogni riga di testo è importantissima per comprendere ciò che Kafka desidera trasmettere e il libro prevede quindi una viva partecipazione del lettore, al quale spetta il compito di decifrare i messaggi dell’autore.

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