Il visconte dimezzato

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

IL VISCONTE DIMEZZATO
di Italo Calvino

AUTORE: Italo Calvino nasce a Cuba nel 1923 da genitori italiani. Due anni più tardi la famiglia si trasferisce in Italia dove Calvino trascorre la sua giovinezza. Tra i 16 e 20 anni scrive alcuni racconti, apologhi e opere teatrali. Frequenta l’università di Torino dove il padre era incaricato di Agricoltura Tropicale; in seguito si iscrive anche alla università di Firenze. Nel 1944 inizia ad avere contatti con il PCI, partecipando anche alla guerra partigiana. Attraverso importanti amicizie, come quella con Cesare Pavese, amplia le sue conoscenze in diversi campi che gli permettono di iniziare a scrivere dei racconti per alcuni periodici. Nel 1951 compie un viaggio nell’Unione Sovietica e dalla sua realtà coglie soprattutto dettagli di vita quotidiana, da cui emerge una immagine positiva e ottimistica.
Negli anni ‘50 pubblicò i suoi primi libri e allacciò contatti e strinse amicizie con i maggiori esponenti della cultura europea, in particolare quella francese. Tra il 1952 e il 1956 pubblica numerose opere, tra le quali Il visconte dimezzato. Nel novembre del 1959 parte per un viaggio negli Stati Uniti che racconterà in "Un ottimista in America". A partire dagli anni ‘60 visse tra la Francia e l’Italia, soggiornando a lungo anche in America dove insegnò e tenne conferenze in varie università.
Nel 1963 dopo essere tornato in Italia, Calvino segue con interesse gli sviluppi del movimento detto "neoavanguardia"; l’anno seguente sposa a L’Avana, Esther Judith Singer. Nel 1967 si trasferisce con tutta la famiglia a Parigi, dove abiterà fino al 1980. Nel 1974 comincia a scrivere sul "Corriere della Sera"; questa collaborazione dura fino al 1979. Nel 1978 muore la madre e più tardi si trasferisce a Roma.
Il 6 Settembre 1985 è colto da un ictus a Castiglione della Pescaia, e muore in seguito ad un’emorragia cerebrale la notte tra il 18 e 19 Settembre.
PERSONAGGI:
MEDARDO DI TERRALBA: il visconte non sarebbe una persona nè troppo buona nè troppo cattiva, perché in lui c'è sia una parte malvagia sia una parte caritatevole. Queste due parti però si sono nettamente scisse dando vita ad un Medardo buono ed a uno malvagio. Quest'ultimo è il primo a tornare in patria e prende il suo posto al castello compiendo angherie in tutta la viscontea: divide tutto a metà in verticale, segnando il suo passaggio, e condanna tutti a morte con leggerezza. Il primo invece torna in patria quando ormai la parte destra è qui da molto. La parte sinistra (quella buona, probabilmente perché in questa parte si trova il cuore) è stata salvata da dei monaci che lo hanno curato e rianimato. I due mezzi visconti si innamorano tutte e due di una contadina di nome Pamela. Il primo a corteggiarla è la parte malvagia, ma Pamela lo respingeva, in quanto era troppo malvagio e il suo non era un sentimento vero. Il visconte buono si innamora anche lui di Pamela ma in modo diverso dalla sua metà malvagia. A causa di questa donna i due mezzi visconti si affrontano in un duello in cui riaprono le ferite, ormai chiuse, della violenta divisione. Il medico può così riunire le due metà e riformare finalmente un unico e intero visconte, né troppo buono né troppo malvagio così com'era prima di essere diviso.
LUOGHI:
BOEMIA: in questo luogo Medardo combatte contro i Turchi, viene dimezzato da una palla di cannone e rianimato da dei medici.
TERRALBA: è la viscontea governata da Medardo, in cui si svolge la maggior parte della narrazione; qui vi è un castello con i muri e le torri in rovina e la corte fangosa.
PRATOFUNGO: è un piccolo paese vicino a Terralba, conosciuto come il villaggio dei lebbrosi. Qui vengono infatti portate le persone che si ammalano di lebbra, dove vivono tra continui festeggiamenti. Non coltivano la terra, a parte una vigna di uva fragola con cui producono un vinello che li tiene in stato di ebbrezza permanente.
COL GERBIDO: è il paese dove abitano gli Ugonotti, che erano scappati dalla Francia perché erano perseguitati. Per questo motivo sono diffidenti verso chiunque non faccia parte della loro setta. Non sanno distinguere nettamente il bene e il male e per paura di avere comportamenti scorretti trascorrono il loro tempo fissandosi negli occhi.
TRAMA: Combattendo contro i turchi, il visconte Medardo di Terralba viene diviso a metà verticalmente da una palla di cannone. Ne viene ritrovata dal suo scudiero solo la parte destra, che viene curata dai medici dell'accampamento. Il mezzo Medardo, finita la guerra, torna in patria e si rivela di indole estremamente malvagia: taglia ogni cosa verticalmente per segnare il suo passaggio, obbliga i falegnami a costruire in continuazione forche e ai processi condanna tutti a morte indistintamente. Dopo qualche tempo Medardo si innamora di una contadina di nome Pamela, che però rifiuta il suo amore e scappa nel bosco dopo aver respinto la sua proposta di matrimonio.Non molto tempo dopo arriva a Terralba la parte di Medardo che si credeva perduta: essa si rivela eccessivamente buona, poiché non solo aiuta i poveri, gli ammalati e tutti i bisognosi, ma predica anche la bontà universale e la giustizia, giudicando ogni minimo atto immorale. Anche il Medardo buono si innamora di Pamela, e trascorre con lei molto tempo; lei trova tuttavia noioso anche questo visconte, perché è l'esagerato all'opposto del primo. Si arriva così inevitabilmente ad un duello tra i due visconti in cui entrambi lottano tenacemente, ma si feriscono a vicenda riaprendo le ferite di guerra. Il medico può in questo modo riunire le due metà, ricreando così il Medardo intero che c'era prima, né buono né cattivo, ma molto saggio perché ha l'esperienza di due uomini.

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