Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

TITOLO: Il Gattopardo
AUTORE: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
LUOGO DI EDIZIONE: Milano
EDITORE: Giangiacomo Feltrinelli
DATA DI EDIZIONE: novembre 1999 (prima edizione, novembre 1974)
PREMESSA: Gioacchino Lanza Tomasi
L’AUTORE: Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo 1896-Roma 1957) nacque dalla famiglia aristocratica dei Principi di Lampedusa, duchi di palma e Montechiaro. Trascorse la fanciullezza in Sicilia, prese parte alle due guerre mondiali e compì lunghi viaggi in Europa. Appassionato lettore di libri storici e di romanzi stranieri, soprattutto francesi, si dedicò alla narrativa negli ultimi anni della sua vita. Il suo più famoso successo, Il Gattopardo, pubblicato dopo la sua morte nel 1958, costituì un “caso letterario”, sia per la personalità allora misteriosa dell’autore, sia per la sua ironica rappresentazione dei mutamenti storico-sociali del periodo risorgimentale. Questo libro fu anche trasposto nel cinema da Visconti nel 1963. Altre opere, di minor importanza, sono Racconti (1961), Lighen, Lezioni su Stendhal (1971), Invito alle Lettere Francesi del Cinquecento (1979).
RIASSUNTO: Don Fabrizio Salina era un ricco siciliano che viveva con la sua famiglia in una villa sfarzosa posta tra i suoi feudi e che godeva di un rispetto indiscusso dagli abitanti dei suoi territori. La sua vita e quella della sua famiglia scorrevano tranquilla. Un giorno, i Garibaldini sbarcarono in Sicilia e Tancredi, squattrinato, si unì a loro; Don Fabrizio era preoccupato dello sbarco perché capì di essere l’ultimo vero principe dei Salina. Dopo poco tempo, tutta la famiglia Salina si trasferì a Donnafugata per le vacanze estive e qui una sera la famiglia Salina cenò con Don Calogero, sindaco di Donnafugata, che in poco tempo aveva saputo raccogliere un gran patrimonio, e con sua figlia Angelica. Concetta, una delle figlie di Don Fabrizio, era innamorata di Tancredi e sperava di sposarlo. Tancredi, però, quando vide Angelica, rimase estasiato dalla sua bellezza e dalla sua simpatia e, ricambiato dell’amore, dopo non molto tempo la sposò. Don Fabrizio non era molto contento di questo matrimonio poiché Angelica apparteneva a una classe sociale inferiore rispetto a quella di Tancredi, ma capì il mutamento dei tempi e non si oppose al matrimonio. La loro vita trascorre all’insegna di feste e cene. Don Fabrizio si ammalò e dopo non molto tempo morì. Anche Tancredi morì. Caterina e Concetta vivevano sole nella loro villa con i servitori, fino a quando entrambe vecchie morirono anch’esse.
ANALISI DEI PERSONAGGI PRINCIPALI:
Don Fabrizio Corbera Principe di Salina:è il protagonista del romanzo. Si presenta come un uomo di grande forza e di dimensioni spropositate. All’inizio del romanzo egli ha quarantacinque anni, una pelle bianchissima, capelli biondi, occhi azzurri per le sue origini tedesche. Le sue grandi mani sanno accartocciare le monete e spesso, a causa della sua ira, le posate di casa hanno bisogno di riparazioni. Le sue mani, però, sono anche dotate di delicatezza. Di carattere il principe si presenta autoritario, con una rigidità morale e da una rigidità morale. Ama molto le scienze matematiche, che applica sull’astronomia traendone sufficienti riconoscimenti pubblici e grandi gioie private. Ha fatto costruire un osservatorio. E’ molto legato all’astronomia e per essa ha una passione irrefrenabile, tanto da avere una precisione formidabile nei suoi calcoli e prevedere anche i movimenti degli astri. Lo studio dell’astronomia fa dimenticare al Principe tutti gli aspetti più meschini della vita, infatti anche al ballo a Palazzo Ponteleone, Don Fabrizio desidererebbe andare all’osservatorio perché non si sente a suo agio tra quelle persone che lo considerano uno “stravagante”per il suo interessamento alla matematica. Don Fabrizio ha sette figli, ma a loro preferisce Tancredi poiché lo considera bello, simpatico e attivo, al contrario dei suoi figli, che considera mosci e privi di qualsiasi entusiasmo. Egli è tutore di Tancredi. La sua vita è caratterizzata da un continuo, che lo porta ad osservare la rovina del proprio ceto, senza intervenire. Tra i pensieri più ricorrenti del Principe c’è la morte, che viene considerata come desiderio di staccarsi dalla noie e dalle angosce della vita quotidiana e viene considerata come mezzo per giungere ad una vita più tranquilla e serena. La morte si sente maggiormente nel settimo capitolo, intitolato “La morte del Principe”, quando il Principe, appunto, muore all’età di sessantotto anni. Egli non è triste, anzi sente l’avvicinarsi della morte come un desiderio che piano piano diventa realtà. Viene introdotto dal narratore attraverso una descrizione fisica diretta, ma poco precisa.
Tancredi Falconeri:è il nipote di Don Fabrizio. Sua padre aveva sposato la sorella di Don Fabrizio e aveva sperperato tutto il patrimonio. Rimasto orfano a quattordici anni, viene preso in custodia da Don Fabrizio. Tancredi si presenta come un giovane sui ventun anni, alto, magro, occhi azzurri e con la voce leggermente nasale. A causa della sua persona affettuosa, beffarda, adattabile, spensierata, attiva e con spirito, diviene il giovane preferito di Don Fabrizio, gli sta a cuore più dei suoi figli. Viene presentato come un giovane dalla condotta poco esemplare, dato che fa parte anche di un gruppo di liberali che a quel tempo si organizzavano segretamente. E’ un ragazzo intelligente e colto. Durante un pranzo a Donnafugata, conosce Angelica e se ne innamora follemente, dimenticando Concetta, fino a quando, chiede a Don Fabrizio, tramite lettera la mano di lei e la sposa. Egli pare così diventare un bravo ragazzo, legato ad Angeli dal suo amore, non curando la classe sociale alla quale ella apparteneva. Tancredi si distingue dagli altri personaggi perché, a differenza degli altri aristocratici palermitani, si schiera a favore dei garibaldini. Decide di partecipare al movimento rivoluzionario, in breve tempo viene promosso capitano. Dopo non molto tempo ottiene un mese di licenza, durante il quale si reca a Donnafugata. Viene presentato dal narratore attraverso un ritratto fisico diretto, ma poco preciso, viene delineato a grandi linee.
Concetta Corbera: è una delle figlie di Don Fabrizio. E’ una signorina orgogliosa e carina, tanto è vero che riceve le attenzioni del conte milanese. E’ innamorata del cugino Tancredi, ma egli non la ricambia. Il padre intuisce il suo amore per il cugino, poiché dopo la partenza del giovane ella ha una certa ansia sul volto. La notizia ufficiale gli giungerà solo attraverso Padre Pirrone. Durante il primo pranzo a Donnafugata ella sente che Tancredi è attratto dalla bellezza di Angelica e cerca di fargli notare i difetti di essa e la differente educazione. Ella, nei confronti del padre, ha una certa sottomissione, facendo sempre la volontà del padre, anche se a volte prova una certa ira nei confronti dei suoi “ordini”. Alla morte del padre, Concetta è l’unica che non versa alcuna lacrima, ancora risentita di essere stata da lui sacrificata per il “bene” del “suo” Tancredi. Diviene proprietaria della villa Salina insieme alle sue due sorelle, Caterina e Carolina. Un giorno riceve la visita di Tassoni, ospite di Angelica, che le rivela che l’episodio dell’assalto al convento narrato da Tancredi era falso:capisce, allora, che la sua vita è stata condizionata dalla sua imprudenza, dal suo orgoglio. Non potendo attribuire ad altri la propria felicità, si ritira nella sua camera, dove fa portar via da una cameriera il cane Benedicò imbalsamato, caro al padre, poiché anche lui insinua “ricordi amari”. Viene introdotta con un ritratto indiretto durante la narrazione dei fatti.
Don Calogero Sedara:è il sindaco di Donnafugata e il padre di Angelica. Rappresenta la classe borghese che sta prendendo il sopravvento. Egli si è arricchito in breve tempo grazie alla sua furbizia e alla sua arguzia, divenendo un uomo molto ricco, ma distinguibile dai nobili a causa dei suoi atteggiamenti abbastanza rozzi e inadatti all’ambiente regale in cui viene posto. Si presenta come un uomo avente sempre le guance mal rasate, abiti bislacchi e un persistente olezzo di sudore. A volte da segni di una certa intelligenza. E’ sposato con Donna Bastiana, una bella donna che esce soltanto per andare alla prima messa delle cinque e che non sa né leggere né scrivere né leggere l’ora, quasi non sa parlare. Don Calogero per questo non la porta mai con sé. Grazie al fidanzamento della figlia Angelica con Tancredi viene invitato al ballo dai Ponteleone.
Angelica Sedara:è la figlia di Don Calogero. Si presenta come una ragazza alta, magra, occhi verdi, ben fatta. E’ nota soprattutto per la sua bellezza e proprio per la sua bellezza conquista ogni cuore. Ha studiato in collegio a Firenze. Al pranzo di Donnafugata sostituisce la madre e incanta tutti i Salina per la sua bellezza, in quanto era ricordata tredicenne poco curata e bruttina. Al pranzo siede vicino a Tancredi, si innamora di lui e dei suoi occhi azzurri. Ma in Tancredi vede piuttosto la possibilità di avere un posto importante tra la nobiltà siciliana. Ella agisce come il padre, pur di ottenere quello che vuole non si fa scrupoli. Don Fabrizio chiede a nome di Tancredi, che nel frattempo si era arruolato tra i garibaldini, a Don Calogero la mano della figlia Angelica. Al suo arrivo a casa, Tancredi avvisa Angelica con un biglietto ed ella corre immediatamente a casa Salina, mettendosi uno scapolare di ruvidissimo panno, che metteva in risalto la sua figura snella. Da questo momento le visite di Angelica a villa Salina divengono più frequenti ed ella conosce sempre di più ogni parte della villa. Tancredi intanto le insegna i modi di comportamento dell’aristocrazia ed ella li può mettere in pratica al ballo dai Ponteleone, dove suscita molto sbigottimento tra i veri aristocratici. Viene introdotta dal narratore con un ritratto diretto non molto preciso. Ella è un personaggio dinamico, infatti prima è una borghese che non conosce i modi di fare aristocratici, ma dopo l’incontro con Tancredi ella diviene nobile e i suoi atteggiamenti divengono sempre più vicini a quelli aristocratici.
Padre Pirrone:è l’uomo di chiesa di casa Salina e il precettore dei figli di Don Fabrizio.

AMBIENTE E TEMPO: la vicenda si svolge in Sicilia. Vi sono alcuni interni dove si svolge il
romanzo. Innanzi tutto, Palazzo Salina. All’interno di esso tutto era fastoso, arredato in stile rococò.
Altro luogo è la residenza estiva a Donnafugata. Infine abbiamo la sala da ballo dei Ponteleone.
La vicenda si svolge tra maggio 1860 e maggio 1910, in tutto cinquant’anni. Viene rivolta però maggior attenzione agli avvenimenti tra il 1860 e il 1862, quando sta per verificarsi il raggiungimento dell’unità italiana. Il romanzo inizia infatti con lo sbarco dei Mille a Marsala, effettuato per la conquista del Regno delle Due Sicilie, dove regnava Francesco II dal 1959.
TEMATICHE TRATTATE DALL’OPERA: la situazione politico-sociale; la decadenza dell’aristocrazia e, in minor parte, il rapporto tra i membri della stessa famiglia.
INTENZIONI DELL’AUTORE: l’autore ha voluto descrivere la situazione in Sicilia mentre stava
per verificarsi l’unità d’Italia e il decadimento dell’aristocrazia.

CITAZIONI DAL TESTO:”…La sensazione di trovarsi prigioniero di una situazione che
evolvesse più rapidamente di quanto fosse previsto era particolarmente acuta quella mattina.
La sera prima infatti, la corriera che dentro la cassa giallina portava irregolarmente la scarsa posta
Di Donnafugata gli aveva recato una lettera di Tancredi. …”

CONSIDERAZIONI PERSONALI: questo libro è molto interessante per conoscere la situazione storico-politica dell’epoca. Con esso si può inoltre capire meglio cosa ha portato alla situazione attuale italiana. Il libro mi ha entusiasmato maggiormente per quel che riguarda il contesto storico, che non per quel che riguarda la trama. La narrazione a volte è stata un po’ troppo pesante e noiosa e non di facile scorrimento.

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