Il barone rampante, Calvino

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Data:03.10.2001
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Testo

SCHEDA LIBRO
IL BARONE RAMPANTE

L'autore Italo Calvino antepone al suo libro "il barone rampante" una prefazione celandosi sotto il nome del professore Tonio Cavilla, che non è altro l'anagramma del suo nome, con la quale ha voluto spiegare e consigliare il metodo migliore per accostarsi a questo tipo di lettura: considerarlo una sorta di "Alice nel paese delle meraviglie", un romanzo ricco di fantasia, che cela dietro il divertimento letterario un gioco che spesso va complicandosi come nel caso del suggestivo tuffo da parte dell'autore nell'epoca dello svolgimento dell'azione, il 18° secolo. Il libro nasce da un'infanzia legata ai ricordi infantili e i momenti di abbandono lirico dell'autore, anche se rari e sempre controllati, sono un elemento caratteristico senza del quale il libro probabilmente non sarebbe neanche nato. Si potrebbe pensare quasi nascosto dentro il libro, un altro libro più sommesso, di nostalgica evocazione di un paesaggio attraverso la memoria. Il romanzo si svolge in un paese immaginario, Ombrosa, ma bisogna rendersi conto che questa cittadina si trova in un punto imprecisato della Riviera ligure. Dai dati biografici dell'autore si sa che è di San Remo, che nella cittadina ligure ha passato infanzia e giovinezza fino all'immediato dopoguerra. Ma si sa che nell'immediato dopoguerra la riviera è diventata irriconoscibile per il modo caotico in cui si è riempita di caseggiati urbani fino a trasformarsi in grandi distese di cemento e che ormai in questo periodo solo le speculazioni economiche predominano i rapporti di gran parte della società. È da questi elementi che nasce la radice lirica del libro, la prima spinta all'invenzione poetica. Infatti partendo da un mondo che non esiste più , l'autore regredisce a un mondo mai esistito ma che contenga i nuclei di ciò che è stato e di ciò che avrebbe potuto essere.
Il protagonista del libro è Cosimo Piovasco di Rondò, figlio del Barone Arminio Piovasco e della Generalessa Corradina, erede al titolo di Barone in qualità di primogenito maschio. Il 15 giugno 1767 tutta la famgilia al completo, l'Abate Fauchelafleur, precettore dei ragazzi, e il Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega, fratello naturale del Barone, quindi zio di Cosimo, erano riuniti a tavola mentre era servita una pietanza preparata dalla sorella di Cosimo, Battista, a base di lumache. Per capire il rifiuto di Cosimo e del fratello minore Biagio per questo cibo bisogna capire la personalità un po’ perversa e malvagia di Battista, con tutta la storia che precede questo evento che può essere considerato la goccia che fa traboccare il vaso. Cosimo rifiuta di mangiare il piatto di lumache, davanti a un'imposizione del padre viene cacciato da tavola e come protesta alla sua condizione familiare molto frustrante sale sugli alberi e non scende più dall'età di dodici anni.
La valle di Ombrosa era molto conosciuta per i numerosi e fitti boschi, la prima cosa che Cosimo fece fu quella di uscire dal proprio giardino per recarsi nel misterioso giardino confinante dei Marchesi d’Ondariva. Qui, dove erano presenti numerose e anche rare specie di piante, vide una bambina di circa dieci anni che si dondolava su un’altalena appesa ad un albero. Fecero presto amicizia e Viola lo sfidò a non mettere mai più a terra.
Cosimo conobbe poco dopo i ladri di frutta della zona. In quei tempi, frequentava sia loro che Viola finché, poco tempo dopo, i ladri vennero catturati mentre stavano rubando sugli alberi e Viola fu costretta dai genitori a frequentare un collegio.
Cosimo si era adattato a vivere comodamente stando sugli alberi; infatti dormiva in un sacco appeso ad un ramo, per lavarsi aveva ideato un sistema di dighe che gli permettevano di far la doccia su d’un ramo, per fare i suoi bisogni aveva trovato un piccolo torrente già inquinato da altri escrementi, per mangiare raccoglieva frutta e cacciava selvaggina, per vestirsi scuoiava gli animali che aveva ucciso e si vestiva col pelo. Aveva tutto tranne che, come ogni cacciatore che si rispetti , un cane. Un giorno, notò un piccolo bassotto che seguiva i cani lupo in una battuta di caccia e chiese al cacciatore che gli era vicino se fosse suo. A Cosimo arrivò una risposta negativa, così quel piccolo bassotto diventò il suo cane con il nome di Ottimo Massimo.
In quei tempi si verificavano molti furti e il principale indiziato era un certo Gian Dei Brughi. Cosimo non l’aveva mai visto e così un giorno, mentre era in fuga dalle forze dell'ordine, Cosimo lo salvò e fecero presto amicizia . Cosimo gli insegnò la passione per la lettura e il bandito, ben nascosto, divorava decine e decine di testi. Un giorno due compari del bandito vennero a trovarlo e, sotto minaccia di strappare pagine di un libro che non aveva ancora finito di leggere lo costrinsero a fare un colpo con cui lo consegnarono alla polizia.
Una notte Cosimo vide il Cavalier Avvocato camminare in mezzo al buio con in mano un lume verso la riva del mare. Cosimo lo seguì e vide che faceva degli strani segnali ad alcuni pirati che si avvicinavano e scaricavano merce in una grotta. Corse subito a chiamare dei suoi amici che da tempo si trovavano in mezzo alla foresta e pativano la fame. Questi arrivarono però prima che i pirati se ne andassero: ci fu così uno scontro in cui il Cavalier Avvocato sfortunatamente morì.
Quando Cosimo diventò adulto Viola tornò a casa e i due si innamorarono. Cosimo però non riusciva a soddisfare l’amore di Viola che perciò lo lasciò.
Partecipò anche alla rivoluzione d’Ombrosa con lo scopo di annetterla alla Repubblica Francese e incontrò Napoleone nel periodo del suo impero.
Dopo aver vissuto la morte del padre e della madre, all’età di sessantacinque anni Cosimo morì in un modo strano: mentre era appollaiato su un albero alto, una mongolfiera passò sopra di lui e forse per provare un'emozione nuova si appese all’ancora della mongolfiera, mentre questa passava su un tratto di mare si buttò.
Il narratore del libro è un testimone interno: Biagio il fratello del protagonista. Da sempre vivace sostenitore del fratello, con il quale avrebbe voluto condividere questa esperienza "fantastica" e che forse non ha potuto fare sia a causa della vigliaccheria sia a causa della tenera età in cui si trovava all'inizio della vicenda.
Cosimo è un personaggio fisicamente molto agile e attivo, psicologicamente molto testardo e con uno strano modo di superare le difficoltà: nascondersi. È abbastanza introverso, molto disubbidiente e a volte bugiardo, ma porta sempre a termine quello che inizia con una grandissima forza di volontà. Ha degli ideali molto ambiziosi e riesce a raggiungerli con la sua salda personalità e l'ampia cultura. È comunque un barone e come tale la sua unica occupazione è saltare di albero in albero e talvolta di procurasi il cibo.
Un libro molto avvincente e indubbiamente simpatico, adatto a un pubblico di qualsiasi fascia d'età.

BIOGRAFIA
Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas, Cuba, nel 1923. Così, lo scrittore ricorda: " Sono figlio di scienziati. Mio padre era un agronomo, mia madre botanica, entrambi professori universitari. Io sono la pecora nera, l'unico letterato della famiglia. Mio padre di famiglia repubblicana, anticlericale, massonica. Mia madre di famiglia laica, era cresciuta nella religione del dovere e della scienza. Si conobbero attraverso uno scambio di pubblicazioni scientifiche, a Cuba. Io nacqui in un villaggio vicino all'Avana, il 15ottobre 1923".
Frequenta il liceo a Sanremo, dove conosce Eugenio Scalfari. Inizia poi l'università di Agraria a Torino, ma si trasferisce ben presto all'università di Lettere a Firenze. La guerra scoppia in Europa. Nel 1943, Calvino, dopo l'armistizio, si iscrive al Partito comunista e inizia la guerra partigiana, con la seconda divisione d'assalto "Garibaldi". Sulla scelta comunista, lo stesso Calvino ricorda anni dopo: "La mia scelta non fu affatto sostenuta da motivazioni ideologiche... Sentivo che in quel momento quello che contava era l'azione; e i comunisti erano la forza più attiva e organizzata".
Dall'esperienza della guerra nascono i primi racconti di Calvino.
Cesare Pavese, che apprezza le sue doti letterarie, lo incoraggia. Proprio grazie a Pavese, Calvino inizia la sua collaborazione con la casa editrice Einaudi e pubblica nel 1947 il suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno. Segue nel 1949 Ultimo viene il corvo: entrambi gli scritti traggono origine dall'esperienza della Resistenza e appartengono alla stagione del neorealismo.
Se L'entrata in guerra (1954) si richiama ancora alla memoria del conflitto, tuttavia il tono autobiografico e fantasioso si allontana dallo stile documentaristico del neorealismo. Ma è soprattutto con la trilogia dal titolo I nostri antenati (1960), composta da Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente, che la sua vena fantastica si sviluppa definitivamente.

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