Cent'anni di solitudine - Marquez

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

RIASSUNTO DEL LIBRO
“Cent’anni di solitudine”
José Arcadio Buendia, con la moglie Ursula ed alcuni amici abbandonano il loro paese d’origine per fuggire dallo spettro di un uomo morto, e fondano un nuovo paese: Macondo. In questo paese si dispiegherà per cento anni la stirpe dei Buendia. Sarà proprio la capostipite Ursula, con la sua pluri centenaria esistenza, a ricongiungere tra di loro tutti i membri della famiglia. La stirpe dei Buendia è segnata da un destino di ciclicità, infatti in ogni generazione, nei componenti maschili, si ripropongono nomi e caratteri identici: i José Arcadio sono di corporatura massiccia, energici ed estroversi, ma comunque solitari; gli Aureliano sono di fisico esile e delicato, introversi, solitari, e chiaroveggenti. La vita della famiglia Buendia e di Macondo è scandita dalla guerra civile del generale Aureliano Buendia, e dallo sfruttamento economico della compagnia Bananiera del signor Brown. Il generale Aureliano Buendia, come tutti gli Aureliani, solitario e schivo, ebbe, in tutta la vita, un umico momento di felicità: quando prese in moglie la giovanissima Remedios, una bambina di 10 anni, che morì in seguito alle complicanze della gravidanza. Egli conduce la guerra civile, a capo dei liberali, ma in lunghissimi anni di violenza, non raggiunge mai una vittoria. Trasformato in un eroe nazionale finisce per morire solitario costruendo pesciolini d’oro. Accanto alla figura del colonnello spicca quella del fratello Arcadio, sanguigno e allegro. Questi, fuggito con la carovana degli zingari di Melquiàdes, lo zingaro che per 100 anni ha cambiato la vita della famiglia B., torna dopo molti anni e sposa la sorellastra Rebecca, adottata da bambina, che era già promessa all’italiano Pietro Crespi. E fu proprio il lungo fidanzamento tra Rebecca e Pietro Crespi a far nascere un profondo rancore in Amaranta, sorella di Rebeca, anch'essa innamorata del musicante italiano. Amaranta poi nel corso degli anni riverserà quel rancore sui suoi futuri pretendenti, prima lo stesso Pietro Crespi, che si ucciderà, poi il colonnello Gerinaldo Mar. La famiglia Buendia ritrova momentaneamente l’allegria con Aureliano Secondo, figlio di Santa Sofia de la Piedad, uomo felice, instancabile organizzatore di feste e insuperabile scialacquatore. Egli si sposerà con Fernanda del Carpio, ultima discendente di una famiglia aristocratica, molto bigotta e autoritaria, ma vivrà quasi sempre con la concubina Petra Cotes per 2 motivi:
1. Può vivere più liberamente, senza restrizioni e lamenti;
2. La vicinanza con l’amante rende fertili tutti i suoi animali che si moltiplicano a dismisura rendendolo esageratamente ricco.
Dalla moglie, Aureliano secondo, ebbe tre figli: José Arcadio, Renata Remedios e Amaranta Ursula
La compagnia bananiera che si stabilì a Macondo inizialmente portò ricchezza e benessere, ma come la guerra civile del generale Buendia, porterà alla fine allo sterminio di 3000 lavoratori.
Dopo questo evento, preceduto dalla clausura forzata di Renata e la nascita di Aureliano, suo figlio, ha inizio la lenta decadenza dei Buendia e di Macondo che si concluderà con la distruzione di entrambi. L’ultimo discendente della famiglia Buendia sarà un bambino con la coda di maiale, nato dal rapporto incestuoso di Aureliano e Amaranta Ursula, che morirà dopo pochi giorni dalla nascita divorato dalle formiche. Il racconto termina svelando cosa era scritto nelle indecifrabili pergamene dello zingaro Melquiàdes che avevano incuriosito tutti gli Aureliani. Lo zingaro nelle pergamene aveva predetto dettagliatamente tutte le vicende che avrebbero coinvolto tutti i Buendia, dal capostipite José Arcadio all’ultimo discendente. Proprio mentre Aureliano sta traducendo l’ultimo rigo delle pergamene, nel quale è predetta la distruzione di Macondo, un uragano distrugge Macondo e cancellava dalla memoria di tutti il ricordo della famiglia Buendia.

Antonio Parziale Atripalda (AV)

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