"Nel nome della rosa" di Umberto Eco

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

IL NOME DELLA ROSA
di Umberto Eco

-BIOGRAFIA DELL’AUTORE
Umberto Eco nacque ad Alessandria nel 1932. Docente universitario, studioso di estetica, interessato all’arte di avanguardia e alle forme della cultura di massa, pubblicista, si è rivelato dapprima come brillante teorico del Gruppo ’63, poi come semiologo e scrittore . E’, infatti, ordinario di Semiotica e presidente della scuola superiore di Scienze Umanistiche presso l’Università di Bologna .
Le opere:
-1962 - Opera aperta ;
-1963 - Diario minimo ;
-1968 - La struttura assente ;
-1979 - Lector in fabula ;
-1980 - Il nome della rosa ;
-1988 - Il pendolo di Foucault ;
-1993 - La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea ;
-1994 - L’isola del giorno prima ;

-PERSONAGGI
ADSO DA MELK, tedesco, narra la storia già da vecchio nella quale è protagonista accanto a Guglielmo da Baskerville, suo maestro spirituale e suo confessore(entrambi i personaggi dell’ordine francescano).Vive la vicenda da giovane inesperto ed inconsapevole del male del mondo (abbandonandosi anche una volta con una donna al peccato carnale),anche se durante il suo svolgimento cresce molto sia da un punto di vista spirituale che intellettuale, questo anche grazie al suo grande desiderio di capire gli eventi a volte eccessivo.
GUGLIELMO DA BASKERVILLE, uomo sulla cinquantina con un fisico alto e magro, sopracciglia molto folte e bionde, lentiggini sul viso.Molto razionale ed acuto nelle sue intuizioni è possessore, come tutti gli intellettuali dell’epoca, di un sapere enciclopedico da cui trae grande spunto per affrontare ogni episodio della sua vita con la massima sagacia e saggezza; inoltre a differenza della mentalità del tempo molto conservatoria, lui possiede il desiderio e la curiosità verso le innovazioni e verso le nuove tecnologie.E’ stato in passato inquisitore e poi inviato come mediatore tra il Papato, l’Impero, e l’ordine francescano.
JORGE DA BURGOS, è il più vecchio del monastero, cieco ma sa muoversi come se non lo fosse; nonostante la sua età ha ancora una voce molto forte ed un acuto intelletto. Odia il riso perché ritiene che questo sconfigga la paura, unico fattore che porta al rispetto delle divinità: la paura di Dio;proprio per questo tiene nascosto il ”Il libro della poetica di Aristotele” che giustifica e condivide il riso.E’ molto rispettato e stimato dai monaci, passa la maggior parte del suo tempo nella biblioteca a dar loro consigli e suggerimenti infatti grazie a lui Abbone fu nominato abate e Malachia bibliotecario manovrandoli per quarant’anni.
MALACHIA DA HIDESHEIM, bibliotecario dell’abbazia, alto, magro e spesso vestito di vesti nere con il cappuccio alzato a simboleggiare il suo finto “io” melanconico e pensieroso. E’ in verità molto semplice.
ABBONE, grazie a Jorge abate del monastero e guida non solo spirituale dell’ordine benedettino. Molto colto, prova soddisfazione nel dimostrare il suo sapere come nel caso delle pietre preziose;a volte dimostra insicurezza come quando richiede l’aiuto di Guglielmo per svelare il motivo delle misteriose morti. E’ anche un uomo conservatorio: simboleggia l’amore per le cose materiali.
BERNARDO GUI, è un uomo molto esile, inquisitore del Papato in verità falso ricercatore della giustizia a causa della sua sete di sapere.
SALVATORE, è un monaco ignorante e rozzo con il compito all’interno dell’abbazia di procurare ragazze a Remigio, motivo per cui è catturato ed ucciso in seguito da Bernardo Gui. La sua tonaca sempre sporchissima conferma questa sua trascuratezza verso il proprio aspetto.
REMIGIO, è l’uomo che amministra ed approvvigiona l’intera abbazia, il cellario. Di aspetto piccolo ma robusto e veloce; è il terzo condannato da Gui dopo la ragazza e Salvatore per del suo passato da eretico causato dalla sua scarsa fede.
SEVERINO DA SANT’EMMERANO, è il monaco che si occupa degli orti e dell’ospedale. Conosce benissimo il campo dell’erboristeria fornendo a Malachia erbe che provocano visioni; aiuta quando può Guglielmo soprattutto in occasione della sua scoperta del libro di Aristotele subito rivelata al monaco francescano (Guglielmo).
ALINARDO DA GROTTAFERRATA, è il monaco più anziano ma è ritenuto un pazzo da tutti gli altri, aiuta molto Guglielmo nello scoprire la biblioteca.
UBERTINO DA CASALE, frate dell’ordine di San Francesco accolto nel monastero, è costretto poi a fuggire all’arrivo di Gui a causa delle sue precedenti questioni con il Papato riguardo la povertà di Cristo.
BERENGARIO DA ARUNDEL, monaco giovane, soffre di convulsioni e la notte fa spesso bagni con delle erbe. Commette un peccato carnale con Adelmo e viene scoperto da Guglielmo. Muore quando legge l’avvelenato libro di Aristotele.
NICOLA DA MORIBONDO, vetraio dell’abbazia, viene nominato cellario dopo la condanna di Remigio.
BENCIO DA UPSALA, monaco studioso di retorica; è lui a svelare la relazione tra Berengario e Adelmo a Guglielmo e ad aiutarlo fino a quando non viene nominato aiuto bibliotecario.

-STILE
Nel romanzo è grande la varietà dei linguaggi, forse tra tutti il predominante è quello formale. Linguaggio che cambia naturalmente a seconda del grado e del tipo di cultura di chi parla, in alcuni casi sono presenti termini insoliti, arcaismi come ad esempio frasi interamente in latino.
Inoltre è molto usato il linguaggio figurato nelle descrizioni “allegoriche” a dimostrazione del fatto che nel Medioevo nulla era lasciato al caso, al contrario tutto aveva un preciso significato simbolico o religioso. Il tono del libro è prevalentemente drammatico a causa delle frequenti morti all’ interno dell’abbazia.

-TEMI E STRUTTURE
Da buon romanzo giallo, tema centrale dell’opera sono sicuramente le indagini di Guglielmo e Adso, frati francescani chiamati appositamente dall’abate dell’ordine benedettino, sui misteriosi omicidi dell’abbazia,i quali simboleggiano allegoricamente la ricerca della verità assoluta, della piena ragione grazie all’intelletto e alla razionalità, contrastate già in precedenza dalla totale irragionevolezza e ottusità della mentalità del tempo e quindi anche da personaggi di molto conto della società medievale (come ad esempio Bernardo Gui, uomo “annebbiato”dalla sete di cariche superiori). Certamente presenti altri temi tra cui il problema sulla povertà del clero, affrontato nel libro grazie ad una discussione tra dei frati francescani (tra cui anche Guglielmo) e alcuni rappresentanti del Papato, e quello delle eresie che in quegli anni si scoprivano numerose anche grazie ai metodi utilizzati dai tribunali dell’inquisizione per ottenere una confessione eretica( ad esempio quelli usati durante la lunga notte che ha causato la dichiarazione di eretico, ottenuta per la disperazione e per il grande dolore provati dal povero Salvatore).
Il romanzo di 501 pagine è diviso in sette giornate. Tra una giornata e l’altra è sempre presente un breve riassunto dello “scritto” che si andrà a leggere di lì a poco.

-TEMPI E LUOGHI
Il Narrato è posto in una settimana nel XIV secolo, forse alla fine del 1327. Siamo verso la fine del Basso Medioevo, un periodo di grande regresso culturale, sociale ed economico. In questo mondo degradato spicca però la Chiesa, che conosce degrado, almeno di tipo economico,i cui rappresentanti si danno da fare per abbellire le proprie chiese, o abbazie, o bruciare gente qua e là.
Tornando al libro, è da notare come gli avvenimenti non siano narrati nell’ordine fabula in quanto l’intera catena di omicidi è ricostruita solo al termine della vicenda così come nel corso del romanzo appaiono nuovi elementi sul passato di alcuni monaci ( Jorge, Remigio, Salvatore).
Tutta la vicenda si presenta come un grande flashback in quanto è un ricordo di un’esperienza vissuta in gioventù da Adso. All’interno di questo sono presenti altri flashback, alcuni necessari alla ricostruzione della verità, altri che raccontano di avvenimenti esterni all’abbazia.
Il tutto si svolge in una ricca abbazia del nord Italia. Dall’esterno la si vede come un edificio imponente, con le sue alte mura, e costruita secondo dei numeri “sacri”:ogni torre, o finestra, o muraglione, èin qualche modo riconducibile ad un simbolo. Al suo interno vi sono vari edifici:stalle,bagni,officine…,ma i più importanti sono la chiesa e l’Edificio, all’interno del quale vi sono le cucine, lo scriptorium e la biblioteca, un mirabile esempio di architettura che, seguendo i canoni di cui sopra, custodisce i suoi segreti con un complicato ma ammirevole sistema di stanze simmetriche individuate mediante dei versetti incisi sopra le porte e racchiude il Finis Africae, la parte in assoluto più misteriosa.

-FORTUNA
L’opera, scritta tra il 1978 e il 1980, può attirare diverse categorie di lettori: si può essere attratti dalla trama e dai colpi di scena, dalle discussioni e dai dibattiti filosofici o dalla fedele ambientazione nel Medioevo.
Lo stesso Umberto Eco ha dichiarato di aver scritto questo libro “per semplice gusto fabulatorio” e “perché glie ne è venuta voglia”, quindi solo perché ama scrivere; afferma anche che è consolazione di uno scrittore il fatto che si possa scrivere per puro amore della scrittura.
Nonostante questa sua trasparente trascuratezza il libro ha avuto un grande successo internazionale, è stato tradotto in molte lingue ed è rimasto a lungo in testa alle classifiche di vendita italiane. Dalla storia ne è stato anche tratto un film.

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