Una vita violenta, Pier Paolo Pasolini

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

Pier Paolo Pasolini (1922-1975)
“Una Vita Violenta” 1959

Il narratore è esterno alla storia e nel rispetto dello stile verista che caratterizza questo romanzo corale, Pasolini lascia che siano i personaggi a parlare, senza intervenire con commenti o giudizi espliciti, ma sempre rimanendo dietro ai personaggi. Ne risulta perciò una narrazione a focalizzazione interna, in quanto l’azione viene filtrata dagli stessi personaggi, e in particolare da Tommaso. La narrazione è ambientata nella Roma degli anni Cinquanta, in una realtà sociale formatasi dopo le distruzioni dei bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale. La scelta di questa collocazione temporale non è del resto casuale. Primo perchè è proprio in quel periodo (1950), che Pasolini si trasferì a Roma con la madre (risale a questi anni il contatto dell’autore con l’ambiente di borgata), gli risultò quindi inevitabile ambientare Una vita violenta, nello stesso periodo e luogo in cui a lui toccò vivere; secondo perchè proprio gli anni Cinquanta furono tra i più difficili per l’Italia, appena uscita dalla guerra e non ancora completamente rimessa; gli effetti disastrosi della sconfitta bellica si possono scorgere tra le pagine del romanzo, i cui protagonisti vivono in un villaggio di baracche in mezzo all’immondizia, e vedono la concessione di un alloggio in una palazzina popolare come una manna dal cielo. Ambientato fra il sottoproletariato romano degli anni Cinquanta il romanzo è caratterizzato della cruda realtà delle borgate romane in cui emerge la vicenda esemplare di Tommaso Puzzilli, un "ragazzo di vita" che arriva attraverso le sue esperienze ad acquisire consapevolezza umana e politica. Nato fra le baracche dell’estrema periferia, da una famiglia miserabile, Tommaso, violento e amorale, vive di espedienti e partecipa anche a spedizioni teppistiche. Per una rissa in cui ha accoltellato un altro giovane, Tommaso viene condannato a due anni di carcere e, uscendo di prigione, trova la famiglia trasferita in un appartamentino dell’Ina case, finalmente ottenuto dopo tante richieste. A Tommaso, affascinato dal "lusso" quasi "borghese" della sua nuova abitazione, sembra di poter ora intraprendere una vita nuova e rispettabile, ma alla visita militare risulta ammalato di tubercolosi ed è perciò costretto a un lungo ricovero che elimina ogni possibilità di lavoro e di guadagno. Entrerà in ospedale (Forlanini) e all’interno del reparto tubercolosi verrà a contatto con un gruppo di giovani politici ricercati. Qui comincia per Tommaso un processo di maturazione che lo porterà a prendere coscienza della sua condizione individuale e sociale. Una volta dimesso dall’ospedale Tommaso dà la sua adesione al Partito comunista e, quando l’Aniene inonda un quartiere di baraccati, egli accoglie prontamente l’invito dei compagni della sezione gettandosi fra l’acqua e il fango per aiutare i pompieri impegnati nei soccorsi. Questo gesto generoso è però fatale a Tommaso, in quanto gli procura un nuovo, violento attacco della sua malattia polmonare che lo porterà alla morte.
Il Protagonista del romanzo è Tommaso Puzzilli, ragazzo che non sa ottenere dalla vita ciò di cui ha bisogno se non con l’aiuto della violenza, quando finalmente capirà cosa vuol dire vivere, quando sarà deciso a mettere la testa a posto, a cercare un lavoro, a fidanzarsi con Irene, sarà troppo tardi: la violenza e la difficile vita degli anni trascorsi in gioventù gli hanno ormai segnato l’esistenza e si esprimono con la violenza della tubercolosi. Pasolini fa di Tommaso un ragazzo generico, violento e delinquente come tanti altri, lo lascia volutamente privo di una caratterizzazione perlomeno fisica. Irene , personaggio secondario a cui Pasolini conferisce il ruolo di fidanzata di Tommaso, a cui il ragazzo è molto più attaccato per le sue doti fisiche piuttosto che per altro. La ragazza invece si dimostra molto affezionata a lui, tanto da obbedirgli in più di una situazione. I compagni di Tommaso: Lello, il Zimmìo, Ugo, il Cagone, il Budda, Carletto, il Zucabbo, il Matto... sono tutti personaggio con lo stesso profilo psicologico di Tommaso che vivono le sue stesse giornate ed esperienze. Torquato, Maria, Tito e Toto Rispettivamente il padre, la madre, ei due fratelli minori di Tommaso; a loro si aggiunge un fratello maggiore, di cui però non sappiamo nulla. Per Tommaso però la famiglia non ha molta importanza. Questo perchè la vera famiglia sono per il protagonista gli amici, i compagni di brigata, con cui trascorre tutto il suo tempo. Il romanzo è ambientato nella periferia di Roma e in particolare nella zona di Pietralata, sulle rive dell’Aniene. Nella prima parte del romanzo le vicende hanno come sfondo la “Piccola Shangai”, il villaggio di baracche dove vivevano Tommasino e i suoi amici. Successivamente le vicende si spostano in alcuni quartieri romani, all’ospedela Forlanini e all’Ina case. Le vicende coprono un arco di tempo pari a circa sette anni: all’inizio del romanzo, infatti, Tommaso afferma di non avere ancora tredici anni compiuti, mentre negli ultimi capitoli, durante l’incontro con un prete, dice di doverne compiere venti a novembre. Sono frequenti alcuni scarti temporali, come la permanenza di Tommaso in prigione (due anni) e soprattutto in corrispondenza dei cambi di capitoli. I temi principali contenuti nel testo sono: la violenza spesso associata alla delinquenza, che caratterizza la prima parte del romanzo e importante è anche il divario tra ricchi e poveri, tra i “figli di papà” e i delinquenti che Tommaso sembra percepire appena dopo essersi trasferito all’Ina case, nella seconda parte del romanzo quando incontra Lello che chiede l’elemosina e prova una sensazione di profondo distacco. Decisa è la scelta linguistica di Pasolini, che conduce quasi tutta la narrazione con il dialetto romanesco, questo non per dare un aspetto colorito al romanzo, ma per evidenziare la cruda realtà dei ragazzi delle borgate dell’immediato secondo dopo guerra.

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