Teoria dei colori

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale

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Testo

Titolo: TEORIA DEI COLORI – tra scienza e mistero
Autore: J.W. GOETHE

Riassunto
All’inizio del libro è presente una dedica alla duchessa Luisa di Sassonia e un’introduzione in cui è raccontata e spiegata la voglia di sapere dell’uomo sulla natura e in cui sono espresse delle prime considerazioni in merito al tema dello scritto.
Il tedesco Goethe espone la propria teoria riguardante i colori, analizzando le proprietà, le caratteristiche e i fenomeni con cui si manifestano.
Nella prima Sezione parla dei colori fisiologici e di quelli patologici che riguardano soprattutto la luce e l’oscurità e gli effetti che provocano sull’occhio (per esempio le immagini, le ombre colorate, gli aloni soggettivi per quanto riguarda i primi, mentre in merito ai secondi si limita solo ad una descrizione).
Nella seconda e terza Sezione distingue i colori fisici (suddivisi in catottrici, parottici, epottici,) da quelli chimici analizzando, per esempio, fenomeni come la rifrazione, la fissazione e la trasmissione del colore; nella parte successiva del libro espone le proprie considerazioni circa i rapporti di prossimità con altre materie e gli effetti sensibili-morali del colore.

Commento
Sebbene il titolo sia adeguato all’opera scritta, non capisco invece la scelta del sottotitolo “tra scienza e mistero”; infatti non sono presenti aspetti misteriosi, per esempio riguardanti la sfera religiosa (il problema tra scienza e religione) oppure il soprannaturale, e ogni argomento che potrebbe risultare non comune o fuori dal normale è spiegato e chiarito anche con degli esempi o dimostrazioni.
Il linguaggio utilizzato dallo scrittore è semplice e chiaro, sicuramente comprensibile da tutti, anche perché l’autore non fa uso frequentemente di termini specifici; i concetti espressi sono di facile comprensione, anche se, secondo me, bisogna possedere almeno delle minime nozioni generali riguardanti la materia descritta, poiché Goethe dà per scontato alcuni concetti; per esempio parla di rifrazione con manifestazione di colore o di immagini spostate mediante rifrazione senza comunque spiegare il fenomeno fisico.
Il libro presenta una struttura logica che consente al lettore di capire meglio il testo;
all’ inizio l’autore analizza il fenomeno della luce (luminosità e ombra) e gli effetti che subisce l’occhio (soprattutto lo spostamento della retina); poi parla del colore come manifestazione luminosa e lo suddivide in due argomenti (fisiologici e patologici); quindi tratta dei colori “veri”, distinguendoli in fisici e chimici; scrive dell’ equilibrio cromatico, poi della mescolanza, della fissazione, della trasmissione, quindi analizza vari aspetti della natura, quali minerali, mammiferi, uccelli, in relazione al colore; come ultimo lo scrittore esprime i rapporti di prossimità con altre materie e gli effetti sensibili-morali che ne seguono.
Oltretutto Goethe ha diviso il suo libro in piccoli paragrafi numerati (dall’ 1 al 920); secondo me è stata una scelta intelligente, poiché nel momento in cui doveva fare riferimento ad un certo specifico argomento, gli è bastato scrivere il numero corrispondente del verso, cosicché sono tornato indietro facilmente e ho riletto le righe che servivano a chiarire il concetto finale.
Inoltre il testo è dotato di alcune schede allegate che permettono di seguire meglio la spiegazione dell’autore (ovviamente sono presenti i riferimenti per l’utilizzo delle tabelle).
Per quanto riguarda l’utenza, a mio parere questo volume è destinato a qualsiasi persona che abbia un minimo di conoscenze fisiche; risulta divulgativo per la chiarezza espositiva e la linearità del linguaggio.
Questo libro è sicuramente interessante, mi ha dato nuove conoscenze riguardo al colore e alla luce; una nota sicuramente positiva è l’inserimento abbastanza frequente di esperimenti e esempi che rendono ulteriormente comprensibile l’argomento trattato.
Mi è piaciuto anche perché l’autore non si dilunga inutilmente per esprimere un concetto, ma scrive il necessario per descriverlo e farlo capire.

Esempio