Alessandro Volta

Materie:Appunti
Categoria:Fisica

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Alessandro Volta

Alessandro Volta nasce a Como nel 1745, sesto figlio di un conte decaduto. Si dedica da autodidatta agli studi scientifici e pubblica nel 1769 una memoria in cui introduce il concetto di stato elettrico di un corpo. La sua prima grande invenzione è l’elettroforo, costruito nel 1775. Nel 1776 si interessa al “gas delle paludi”, cioè il metano, e comincia a studiare le caratteristiche dei gas, anticipando le scoperte di J. Dalton e di J.L. Gay-Lussac sulla dilatazione dei gas. In seguito a questi studi nel 1777 è in grado di costruire una “lampada perpetua”, nota appunto come “lampada di Volta”.
Compie una serie di viaggi all’estero ed entra in contatto con i più famosi scienziati del suo tempo, tra i quali Lavoisier (1743-1794). Viene poi chiamato a insegnare fisica sperimentale all’Università di Pavia. In quegli anni le sue scoperte si susseguono numerose e a ritmo incalzante: nel 1778, studiando i conduttori elettrici, introduce l’uso dei termini “tensione” e “capacità elettrica”; nel 1780 inventa il condensatore d’elettricità e nel 1782 enuncia il teorema sulla quantità elettrica di un conduttore proporzionale alla sua capacità e alla sua tensione, che costituisce la prima legge quantitativa di elettrostatica valida ancora oggi.
Nel frattempo, precisamente nel 1780, ha compiuto la scoperta che l’ha reso famoso, la pila, descritta per la prima volta in una lettera del 20 marzo 1780 indirizzata al presidente della Royal Society. Il trionfo tributatogli dal mondo scientifico e anche da Napoleone in persona non intaccarono la sua naturale modestia. Volta muore a Como nel 1827.
Per tutto il XVIII secolo ci si era interrogati sulla natura dei fenomeni elettrici, senza però riuscire a spiegarli, nonostante la grande quantità di dati accumulati grazie ai numerosi esperimenti compiuti. L’opera di Volta chiarisce il concetto di corrente elettrica e rende nota la natura dei fenomeni elettrici, fino a quel momento talmente misteriosa da permettere le ipotesi più fantasiose e le speculazioni di molti ciarlatani.
Grazie a Volta si comincia a considerare la corrente elettrica un elemento fluido, in grado di scorrere da una sorgente verso un altro corpo, e non più come un fenomeno statico. Le mosse per la sua più grande scoperta gli sono offerte dalle osservazioni elettrofisiologiche compiute sulle rane da Galvani (1737-1789), ma in seguito ai suoi studi Volta attribuisce l’elettricità presente negli esperimenti di Galvani ai due metalli usati e non al corpo delle rane. Volta dimostra che costruendo catene doppie bimetalliche, separate fra loro da un liquido acido, le forze elettromagnetiche si sommano: è il principio fondamentale della pila. La prima pila costruita da Volta è costituita da dischetti di rame e di zinco, sovrapposti alternativamente e separati da dischi di feltro impregnato di una soluzione salina leggermente acidificata. Con la pila nasce il primo dispositivo capace di produrre corrente elettrica continua dalle enormi potenzialità.

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