Il parafulmine di Franklin e Beccaria

Materie:Appunti
Categoria:Fisica

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Testo

Il parafulmine
Etimologia: Para-: primo elemento di parole composte, tratto da parare; indica riparo, protezione rispetto a ciò che è espresso nel secondo elemento (paracadute, parafango, parafulmine ); Fulmine-: scarica elettrica, accompagnata da rumore (tuono) e radiazione luminosa (lampo ), che si produce per una forte differenza di potenziale elettromagnetico tra una nube e la terra, tra due nubi o tra due punti di una stessa nube. Dal latino fulmine (trad. fulmine, saetta; derivato del verbo fulgeo, forma poetica di fulgo, risplendere, brillare, sfavillare, accendersi).
Definizione: dispositivo destinato a proteggere le costruzioni dalle scariche elettriche atmosferiche. il parafulmine nella sua forma più semplice è costituito da un ' asta metallica che termina con una punta e viene collegato al suolo mediante un grosso conduttore. oggi si preferiscono parafulmini la cui asta è di lunghezza ridotta, mentre il numero delle punte è, generalmente, elevato. Il parafulmine fu inventato da FRENKLIN ne11752.
Un po' di storia...
Sebbene si ritenga che l'inventore del parafulmine sia stato Franklin ci sono prove per affermare che invece l'idea sia stata di Giovanbatista Beccaria, un frate di Mondovì considerato dal popolino un mago per la sua nota passione per l'elettricità (fenomeno ancora quasi del tutto sconosciuto a metà settecento ). Lui impiantò in una torretta un piccolo osservatorio di meteorologia sormontato da una spranga di ferro: il primo parafulmine (siamo infatti all 'inizio del 1752). Presto le sue opere gli procurarono fama mondiale e l'amicizia di Benjamin Franklin, con cui terrà una fitta corrispondenza. Ed è proprio dalla collaborazione con Franklin che nascono alcuni dei suoi trattati più importanti. Infatti 1 'uomo di Filadelfia (Franklin) sebbene munito di grande perspicacia era sprovvisto di concezioni accademiche e nonostante le sue teorie rivoluzionarie non riuscì mai ad imporsi nel mondo della cultura perché il suo linguaggio e soprattutto il suo modo di parlare non era
quello dei dotti. Beccaria, che si era accorto delle potenzialità di Franklin, lo aiutò a formalizzare le sue idee con la logica di dimostrazioni rigorose ed esperimenti accurati fino a farle accettare alla comunità scientifica.
Il nome di Benjamin Franklin (1706-1790) però non deve evocare solo il parafulmine. L 'uomo di Filadelfia, come spesso viene chiamato, è stato molte altre cose: letterato, statista, finissimo diplomatico, ascoltato sociologo, tipografo, editore, fondatore di ospedali e, perché no? , musico, bon viveur e ghiottone.
Come si è arrivati all'invenzione vera e propria.
Le prime esperienze sui parafulmini si devono a Benjamin Franklin. Nell’esperimento originale Franklin voleva dimostrare la natura elettrica del fulmine e, assistito dal figlio William, fece volare un aquilone munito di una punta metallica e collegato a terra tramite un filo di seta durante un temporale. La punta dell’aquilone si caricò di elettricità e lo scienziato ne verificò la presenza avvicinando la mano ad una chiave legata al filo ad altezza d'uomo. In questo modo chiuse il circuito formato tra aquilone-punta metallica-filo-terra e percepì il passaggio di corrente attraverso il proprio corpo. Solo in seguito si rese conto della pericolosità del suo esperimento. In seguito a questa esperienza Franklin sviluppò il concetto di parafulmine, per la prima volta nella storia, nella piena coscienza della sua funzione. Infatti l'esperimento portò Franklin a pensare di applicare la sua teoria alla pratica: si procurò un'asta metallica e la fissò sul punto più alto della casa, in modo da attirare i fulmini; mise poi insieme una serie di fili, anch' essi metallici, che correvano lungo i lati dell ' edificio, finendo poi nel terreno. A veva trovato il modo di "catturare" le
scariche elettriche provocate dai fulmini e farle poi abbattere a terra, il tutto sfruttando la capacità del metallo di essere un ottimo conduttore di corrente elettrica. Da quel momento vennero installati i parafulmini.
Come funziona un parafulmine?
Il parafulmine si basa essenzialmente sul potere dispersivo delle punte.
Per capire il suo funzionamento è però necessario fare una serie di premesse:
• Nelle nuvole le cariche positive sono nella parte alta e quelle negative in una zona più bassa la cui temperatura tipica è 10°C.
• Il fulmine si genera tra due campi elettrici di segno opposto aventi grande differenza di potenziale (diverse centinaia di volt).
• La formula per ricavare il valore del campo elettrico generato da un conduttore sferico carico è e quella per il valore del potenziale dove k è una costante e Q è la carica posseduta dal corpo. Entrambi i valori (campo e potenziale) sono inversamente proporzionali al raggio della sfera e quindi risulta e ugualmente .
Nel momento in cui si forma una nuvola, questa con la sua disposizione di cariche tipica, allontana gli elettroni che si trovano nello spazio sottostante. Tutto (alberi, case, persone) si carica, per induzione elettrostatica, positivamente nella parte più vicina alla nuvola creando così un campo elettrico opposto a quello della perturbazione e generando conseguentemente una differenza di potenziale. Il segreto del parafulmine sta proprio nel generare un campo elettrico molto più forte di quello degli altri corpi nelle vicinanze. Infatti come già detto questo è costituito da un’asta la cui sommità può essere considerata come una sfera di raggio infinitesimale e per le considerazioni precedenti possiamo affermare che anche con una piccolissima carica il campo e il potenziale assumono valori molto grandi. Il fulmine viene così attratto dalla punta del parafulmine. Ora, affinché questo processo abbia una qualche utilità, bisogna che il parafulmine possa scaricare l’energia che arriva dal fulmine e per questo viene collegato attraverso fili metallici di sezione considerevole a terra. Insomma, il fulmine viene intercettato e dirottato verso mete che non può danneggiare.
Curiosità e approfondimenti.
• Le cariche nelle nuvole.
In una nube generalmente le cariche positive si accumulano alla sommità e quelle negative sul fondo, probabilmente per fenomeni legati alle palline di neve che congelandosi si spezzano e le parti esterne cariche positivamente vengono attirate verso l’alto mentre queele interne, più pesanti e cariche negativamente si accumulano sul fondo.
• La vita di un fulmine.
I fulmini si sviluppano attraverso diversi stadi. Tutti i fulmini sono scariche elettriche che hanno luogo quando all'interno di una nube si forma un campo elettrico tra le cariche elettriche positive in alto e quelle negative in basso. Le cariche negative si concentrano al livello di 10°C.
Il primo ramo di un fulmine, detto scarica pilota, è relativamente debole e discende dalla nuvola sviluppandosi lungo un cammino ramificato. Quando un ramo raggiunge una struttura sopraelevata sulla superficie della terra la carica negativa della nube defluisce sul suolo carico positivamente.
• Fulmine, lampo, tuono.
Ognuno di questi termini ha un significato diverso: il fulmine è definito come una scarica elettrica atmosferica che avviene con manifestazioni di luce (lampo, causato dallo sprigionarsi di grandi quantità di energia) e rumore (tuono, causato dall’improvvisa dilatazione dell’aria attorno al fulmine per le alte temperature che si raggiungono).
• La distanza di un fulmine.
Tenendo conto del fatto che la luce arriva quasi istantaneamente poiché viaggia ad una velocità di circa 300000 Km/s mentre il suono a soli 300 330 m/s, possiamo stabilire approssimativamente la distanza di un fulmine contando i secondi che intercorrono tra il lampo ed il tuono e tenendo presente che ogni secondo è pari ad una distanza di circa 300 330 metri.
• Copertura di un parafulmine.
In generale un parafulmine efficiente protegge un’area di raggio pari a cinque volte la sua altezza da terra. Per questo motivo le ciminiere e i fumaioli industriali, essendo molto alti (50-100m), avevano un’elevata capacità protettiva verso gli edifici sottostanti.
• Tipi di parafulmine.
Quello descritto finora prende il nome di parafulmine a stilo e corrisponde al tipo ideato da Franklin, e viene di solito impiegato nella protezione di edifici molto alti ed a sviluppo prevalentemente verticale, come torri, fumaioli di fabbriche, ciminiere, grattacieli. Spesso le punte dell'asta del parafulmine sono multiple e raccolte a configurazione stellare rispetto ad un punto centrale collegato al cavo conduttore di rame; questa configurazione aumenta il raggio di protezione del parafulmine rispetto all'asta verticale singola. A seconda del tipo di materiale utilizzato e della geometria della punta identifichiamo tra i parafulmini a stilo: quello a punta multipla in bronzo di Granet, quella di platino di Perrot, la punta multipla di Padre Secchi, a carbone di Patterson, a forca di Collaud, la punta multipla in zinco del Genio Militare, la punta a scaglioni di Buchin, quella ad aghi infusibili di Borghini e lo scaricatore a propaggine costituito da una sfera a più punte.
Per la protezione di edifici più estesi si preferisce la Gabbia Melsens, formata da una rete di conduttori che contorna l'intero edificio, in modo da formare una vera e propria gabbia di Faraday che avvolge l'intera costruzione e messa a terra con il suolo. Tale sistema è più costoso ma più efficace e sfrutta come conduttori la rete di tubazioni dell'acqua già presente nell'edificio.
In alternativa diverse aste possono essere collegate in serie o in parallelo e posizionate in più punti
dell'oggetto da proteggere in modo da assicurarne la protezione uniforme in tutte le sue parti costituendo una gabbia di Faraday esterna; generalmente questo sistema viene utilizzato per la protezione di edifici come duomi o cattedrali che presentano multe guglie (es. Duomo di Milano) e campanili in modo da assicurarne la copertura totale.
Il parafulmine radioattivo possiede le punte delle aste ricoperte di sostanze a debole radioattività, con la funzione di ionizzare l'aria circostante la punta e facilitare l'efficacia dell'asta ad attirare su di se il fulmine piuttosto che sull'edificio.
Per la protezione di linee elettriche di trasporto di alta ed altissima tensione si utilizzano scaricatori di alta tensione, ovvero funi di guardia posizionate sopra ai cavi di alta tensione e collegate a terra lungo i pali di sostegno stessi. I parafulmini sulle navi sono del tipo a stilo sugli alberi collegati con funi di guardia tese tra gli alberi e discese collegate elettricamente alla parte dello scafo immerso in acqua. L'ultimo tipo, il parafulmine laser, è più moderno ed ancora in fase di progettazione/ sperimentazione e sfrutta il principio che fasci laser di opportuna lunghezza d'onda e focalizzati con opportune geometrie a seconda dei casi, ionizzano l'aria nei punti di focalizzazione costituendo un cammino conduttore preferenziale alla scarica del fulmine. Vengono utilizzati laser infrarossi ed ultravioletti utilizzati singolarmente o accoppiati (sistema più efficace). Il sistema è ancora in fase di prototipo per cui non è ancora utilizzato nelle costruzioni comuni. Verosimilmente, dato l'alto costo di funzionamento del laser, verrà impiegato a protezione di edifici come centrali elettriche.
• Parafulmine nella storia
Negli scavi delle rovine di Thebe, in Egitto, si sono trovate tracce di parafulmini risalenti al 1300 a.C., mentre al 1170 a.C. si riferiscono delle sbarre metalliche con punta dorata installate dal faraone Ramsete III, rintracciate negli scavi di Medinat-Abu, che molto probabilmente svolgevano la funzione di parafulmine. Il parafulmine è efficiente se l'altezza dell'asta corrisponde al raggio del cerchio di protezione, se le sezioni dell'asta e del conduttore che collega l'asta alla terra sono adeguate, nonché, cosa importantissima, se la presa di terra risponde a particolari requisiti costruttivi. Sono stati trovati esempi simili a quelli precedenti anche nel tempio di Salomone a Gerusalemme. Questo inoltre aveva pareti rivestite d’oro e le grondaie di metallo che terminavano in vasche immense site sotto il vestibolo del tempio.
• Alberi esplosivi.
Quando un fulmine colpisce un albero, se questo non è ricoperto di pioggia, lo attraversa scaricandosi all'interno delle vie linfatiche; qui la resistenza è sufficiente a riscaldare i tessuti fino
all'evaporazione provocando un'onda d'urto in grado di lacerare il tronco e provocare la rottura dell'albero; in caso in cui l'albero sia ricoperto da un velo d'acqua piovana, questa agisce come conduttore alle elevate tensioni di un fulmine, ionizzandosi e scaricando il fulmine a terra lungo la superficie dell'albero che così rimane intatto.
• Come migliorare la propria condizione in caso di emergenza.
Se ci si trova in un temporale improvviso e non ci sono ripari nelle vicinanze (uno dei luoghi migliori dove ripararsi è l’autovettura) la cosa migliore da fare è liberarsi di tutti gli oggetti metallici che si hanno addosso e quindi cercare di bagnare il più possibile i propri indumenti. Questi infatti con l’acqua acquistano una maggiore conduttività e quindi costituiscono una strada preferenziale per il transito della scarica elettrica fino a terra. Venire colpiti da un fulmine è comunque rischioso perché si rischia facilmente un arresto cardiaco o respiratorio, nonché la contrazione involontaria dei muscoli che può portare anche alla frattura di alcune ossa.
• Episodi curiosi.
- A differenza di quanto afferma il detto "un fulmine non cade mai due volte nello stesso punto" l'ufficio meteorologico degli Stati Uniti riporta lo strano caso in cui un ranger di un parco nazionale è stato colpito sette volte da un fulmine.
- Marzo 1876: Secondo "Scientific American", molti testimoni della contea di Bath (Kentuky) riferirono di avere visto piovere pezzetti di carne dal cielo sereno ed alcuni frammenti sembravano proprio carne arrosto. La causa potrebbe essere un fulmine che ha cotto in volo uno stormo di uccelli.
- 9 luglio 1995: Un fulmine durante un temporale a Bristol (Florida) colpì un albero e inviò la scarica attraverso l'acqua di una vicina fossa biologica. L'esplosione dell'acqua catapultò in aria un uomo di 69 anni che se ne stava seduto sul water. Il poveraccio venne soccorso, ma non riportò gravi conseguenze fisiche per l'accaduto.

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Il parafulmine
Etimologia: Para-: primo elemento di parole composte, tratto da parare; indica riparo, protezione rispetto a ciò che è espresso nel secondo elemento (paracadute, parafango, parafulmine ); Fulmine-: scarica elettrica, accompagnata da rumore (tuono) e radiazione luminosa (lampo ), che si produce per una forte differenza di potenziale elettromagnetico tra una nube e la terra, tra due nubi o tra due punti di una stessa nube. Dal latino fulmine (trad. fulmine, saetta; derivato del verbo fulgeo, forma poetica di fulgo, risplendere, brillare, sfavillare, accendersi).
Definizione: dispositivo destinato a proteggere le costruzioni dalle scariche elettriche atmosferiche. il parafulmine nella sua forma più semplice è costituito da un ' asta metallica che termina con una punta e viene collegato al suolo mediante un grosso conduttore. oggi si preferiscono parafulmini la cui asta è di lunghezza ridotta, mentre il numero delle punte è, generalmente, elevato. Il parafulmine fu inventato da FRENKLIN ne11752.
Un po' di storia...
Sebbene si ritenga che l'inventore del parafulmine sia stato Franklin ci sono prove per affermare che invece l'idea sia stata di Giovanbatista Beccaria, un frate di Mondovì considerato dal popolino un mago per la sua nota passione per l'elettricità (fenomeno ancora quasi del tutto sconosciuto a metà settecento ). Lui impiantò in una torretta un piccolo osservatorio di meteorologia sormontato da una spranga di ferro: il primo parafulmine (siamo infatti all 'inizio del 1752). Presto le sue opere gli procurarono fama mondiale e l'amicizia di Benjamin Franklin, con cui terrà una fitta corrispondenza. Ed è proprio dalla collaborazione con Franklin che nascono alcuni dei suoi trattati più importanti. Infatti 1 'uomo di Filadelfia (Franklin) sebbene munito di grande perspicacia era sprovvisto di concezioni accademiche e nonostante le sue teorie rivoluzionarie non riuscì mai ad imporsi nel mondo della cultura perché il suo linguaggio e soprattutto il suo modo di parlare non era
quello dei dotti. Beccaria, che si era accorto delle potenzialità di Franklin, lo aiutò a formalizzare le sue idee con la logica di dimostrazioni rigorose ed esperimenti accurati fino a farle accettare alla comunità scientifica.
Il nome di Benjamin Franklin (1706-1790) però non deve evocare solo il parafulmine. L 'uomo di Filadelfia, come spesso viene chiamato, è stato molte altre cose: letterato, statista, finissimo diplomatico, ascoltato sociologo, tipografo, editore, fondatore di ospedali e, perché no? , musico, bon viveur e ghiottone.
Come si è arrivati all'invenzione vera e propria.
Le prime esperienze sui parafulmini si devono a Benjamin Franklin. Nell’esperimento originale Franklin voleva dimostrare la natura elettrica del fulmine e, assistito dal figlio William, fece volare un aquilone munito di una punta metallica e collegato a terra tramite un filo di seta durante un temporale. La punta dell’aquilone si caricò di elettricità e lo scienziato ne verificò la presenza avvicinando la mano ad una chiave legata al filo ad altezza d'uomo. In questo modo chiuse il circuito formato tra aquilone-punta metallica-filo-terra e percepì il passaggio di corrente attraverso il proprio corpo. Solo in seguito si rese conto della pericolosità del suo esperimento. In seguito a questa esperienza Franklin sviluppò il concetto di parafulmine, per la prima volta nella storia, nella piena coscienza della sua funzione. Infatti l'esperimento portò Franklin a pensare di applicare la sua teoria alla pratica: si procurò un'asta metallica e la fissò sul punto più alto della casa, in modo da attirare i fulmini; mise poi insieme una serie di fili, anch' essi metallici, che correvano lungo i lati dell ' edificio, finendo poi nel terreno. A veva trovato il modo di "catturare" le
scariche elettriche provocate dai fulmini e farle poi abbattere a terra, il tutto sfruttando la capacità del metallo di essere un ottimo conduttore di corrente elettrica. Da quel momento vennero installati i parafulmini.
Come funziona un parafulmine?
Il parafulmine si basa essenzialmente sul potere dispersivo delle punte.
Per capire il suo funzionamento è però necessario fare una serie di premesse:
• Nelle nuvole le cariche positive sono nella parte alta e quelle negative in una zona più bassa la cui temperatura tipica è 10°C.
• Il fulmine si genera tra due campi elettrici di segno opposto aventi grande differenza di potenziale (diverse centinaia di volt).
• La formula per ricavare il valore del campo elettrico generato da un conduttore sferico carico è e quella per il valore del potenziale dove k è una costante e Q è la carica posseduta dal corpo. Entrambi i valori (campo e potenziale) sono inversamente proporzionali al raggio della sfera e quindi risulta e ugualmente .
Nel momento in cui si forma una nuvola, questa con la sua disposizione di cariche tipica, allontana gli elettroni che si trovano nello spazio sottostante. Tutto (alberi, case, persone) si carica, per induzione elettrostatica, positivamente nella parte più vicina alla nuvola creando così un campo elettrico opposto a quello della perturbazione e generando conseguentemente una differenza di potenziale. Il segreto del parafulmine sta proprio nel generare un campo elettrico molto più forte di quello degli altri corpi nelle vicinanze. Infatti come già detto questo è costituito da un’asta la cui sommità può essere considerata come una sfera di raggio infinitesimale e per le considerazioni precedenti possiamo affermare che anche con una piccolissima carica il campo e il potenziale assumono valori molto grandi. Il fulmine viene così attratto dalla punta del parafulmine. Ora, affinché questo processo abbia una qualche utilità, bisogna che il parafulmine possa scaricare l’energia che arriva dal fulmine e per questo viene collegato attraverso fili metallici di sezione considerevole a terra. Insomma, il fulmine viene intercettato e dirottato verso mete che non può danneggiare.
Curiosità e approfondimenti.
• Le cariche nelle nuvole.
In una nube generalmente le cariche positive si accumulano alla sommità e quelle negative sul fondo, probabilmente per fenomeni legati alle palline di neve che congelandosi si spezzano e le parti esterne cariche positivamente vengono attirate verso l’alto mentre queele interne, più pesanti e cariche negativamente si accumulano sul fondo.
• La vita di un fulmine.
I fulmini si sviluppano attraverso diversi stadi. Tutti i fulmini sono scariche elettriche che hanno luogo quando all'interno di una nube si forma un campo elettrico tra le cariche elettriche positive in alto e quelle negative in basso. Le cariche negative si concentrano al livello di 10°C.
Il primo ramo di un fulmine, detto scarica pilota, è relativamente debole e discende dalla nuvola sviluppandosi lungo un cammino ramificato. Quando un ramo raggiunge una struttura sopraelevata sulla superficie della terra la carica negativa della nube defluisce sul suolo carico positivamente.
• Fulmine, lampo, tuono.
Ognuno di questi termini ha un significato diverso: il fulmine è definito come una scarica elettrica atmosferica che avviene con manifestazioni di luce (lampo, causato dallo sprigionarsi di grandi quantità di energia) e rumore (tuono, causato dall’improvvisa dilatazione dell’aria attorno al fulmine per le alte temperature che si raggiungono).
• La distanza di un fulmine.
Tenendo conto del fatto che la luce arriva quasi istantaneamente poiché viaggia ad una velocità di circa 300000 Km/s mentre il suono a soli 300 330 m/s, possiamo stabilire approssimativamente la distanza di un fulmine contando i secondi che intercorrono tra il lampo ed il tuono e tenendo presente che ogni secondo è pari ad una distanza di circa 300 330 metri.
• Copertura di un parafulmine.
In generale un parafulmine efficiente protegge un’area di raggio pari a cinque volte la sua altezza da terra. Per questo motivo le ciminiere e i fumaioli industriali, essendo molto alti (50-100m), avevano un’elevata capacità protettiva verso gli edifici sottostanti.
• Tipi di parafulmine.
Quello descritto finora prende il nome di parafulmine a stilo e corrisponde al tipo ideato da Franklin, e viene di solito impiegato nella protezione di edifici molto alti ed a sviluppo prevalentemente verticale, come torri, fumaioli di fabbriche, ciminiere, grattacieli. Spesso le punte dell'asta del parafulmine sono multiple e raccolte a configurazione stellare rispetto ad un punto centrale collegato al cavo conduttore di rame; questa configurazione aumenta il raggio di protezione del parafulmine rispetto all'asta verticale singola. A seconda del tipo di materiale utilizzato e della geometria della punta identifichiamo tra i parafulmini a stilo: quello a punta multipla in bronzo di Granet, quella di platino di Perrot, la punta multipla di Padre Secchi, a carbone di Patterson, a forca di Collaud, la punta multipla in zinco del Genio Militare, la punta a scaglioni di Buchin, quella ad aghi infusibili di Borghini e lo scaricatore a propaggine costituito da una sfera a più punte.
Per la protezione di edifici più estesi si preferisce la Gabbia Melsens, formata da una rete di conduttori che contorna l'intero edificio, in modo da formare una vera e propria gabbia di Faraday che avvolge l'intera costruzione e messa a terra con il suolo. Tale sistema è più costoso ma più efficace e sfrutta come conduttori la rete di tubazioni dell'acqua già presente nell'edificio.
In alternativa diverse aste possono essere collegate in serie o in parallelo e posizionate in più punti
dell'oggetto da proteggere in modo da assicurarne la protezione uniforme in tutte le sue parti costituendo una gabbia di Faraday esterna; generalmente questo sistema viene utilizzato per la protezione di edifici come duomi o cattedrali che presentano multe guglie (es. Duomo di Milano) e campanili in modo da assicurarne la copertura totale.
Il parafulmine radioattivo possiede le punte delle aste ricoperte di sostanze a debole radioattività, con la funzione di ionizzare l'aria circostante la punta e facilitare l'efficacia dell'asta ad attirare su di se il fulmine piuttosto che sull'edificio.
Per la protezione di linee elettriche di trasporto di alta ed altissima tensione si utilizzano scaricatori di alta tensione, ovvero funi di guardia posizionate sopra ai cavi di alta tensione e collegate a terra lungo i pali di sostegno stessi. I parafulmini sulle navi sono del tipo a stilo sugli alberi collegati con funi di guardia tese tra gli alberi e discese collegate elettricamente alla parte dello scafo immerso in acqua. L'ultimo tipo, il parafulmine laser, è più moderno ed ancora in fase di progettazione/ sperimentazione e sfrutta il principio che fasci laser di opportuna lunghezza d'onda e focalizzati con opportune geometrie a seconda dei casi, ionizzano l'aria nei punti di focalizzazione costituendo un cammino conduttore preferenziale alla scarica del fulmine. Vengono utilizzati laser infrarossi ed ultravioletti utilizzati singolarmente o accoppiati (sistema più efficace). Il sistema è ancora in fase di prototipo per cui non è ancora utilizzato nelle costruzioni comuni. Verosimilmente, dato l'alto costo di funzionamento del laser, verrà impiegato a protezione di edifici come centrali elettriche.
• Parafulmine nella storia
Negli scavi delle rovine di Thebe, in Egitto, si sono trovate tracce di parafulmini risalenti al 1300 a.C., mentre al 1170 a.C. si riferiscono delle sbarre metalliche con punta dorata installate dal faraone Ramsete III, rintracciate negli scavi di Medinat-Abu, che molto probabilmente svolgevano la funzione di parafulmine. Il parafulmine è efficiente se l'altezza dell'asta corrisponde al raggio del cerchio di protezione, se le sezioni dell'asta e del conduttore che collega l'asta alla terra sono adeguate, nonché, cosa importantissima, se la presa di terra risponde a particolari requisiti costruttivi. Sono stati trovati esempi simili a quelli precedenti anche nel tempio di Salomone a Gerusalemme. Questo inoltre aveva pareti rivestite d’oro e le grondaie di metallo che terminavano in vasche immense site sotto il vestibolo del tempio.
• Alberi esplosivi.
Quando un fulmine colpisce un albero, se questo non è ricoperto di pioggia, lo attraversa scaricandosi all'interno delle vie linfatiche; qui la resistenza è sufficiente a riscaldare i tessuti fino
all'evaporazione provocando un'onda d'urto in grado di lacerare il tronco e provocare la rottura dell'albero; in caso in cui l'albero sia ricoperto da un velo d'acqua piovana, questa agisce come conduttore alle elevate tensioni di un fulmine, ionizzandosi e scaricando il fulmine a terra lungo la superficie dell'albero che così rimane intatto.
• Come migliorare la propria condizione in caso di emergenza.
Se ci si trova in un temporale improvviso e non ci sono ripari nelle vicinanze (uno dei luoghi migliori dove ripararsi è l’autovettura) la cosa migliore da fare è liberarsi di tutti gli oggetti metallici che si hanno addosso e quindi cercare di bagnare il più possibile i propri indumenti. Questi infatti con l’acqua acquistano una maggiore conduttività e quindi costituiscono una strada preferenziale per il transito della scarica elettrica fino a terra. Venire colpiti da un fulmine è comunque rischioso perché si rischia facilmente un arresto cardiaco o respiratorio, nonché la contrazione involontaria dei muscoli che può portare anche alla frattura di alcune ossa.
• Episodi curiosi.
- A differenza di quanto afferma il detto "un fulmine non cade mai due volte nello stesso punto" l'ufficio meteorologico degli Stati Uniti riporta lo strano caso in cui un ranger di un parco nazionale è stato colpito sette volte da un fulmine.
- Marzo 1876: Secondo "Scientific American", molti testimoni della contea di Bath (Kentuky) riferirono di avere visto piovere pezzetti di carne dal cielo sereno ed alcuni frammenti sembravano proprio carne arrosto. La causa potrebbe essere un fulmine che ha cotto in volo uno stormo di uccelli.
- 9 luglio 1995: Un fulmine durante un temporale a Bristol (Florida) colpì un albero e inviò la scarica attraverso l'acqua di una vicina fossa biologica. L'esplosione dell'acqua catapultò in aria un uomo di 69 anni che se ne stava seduto sul water. Il poveraccio venne soccorso, ma non riportò gravi conseguenze fisiche per l'accaduto.

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