Socrate

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Socrate
(parte terza)
INTELLETTUALISMO E VOLONTARISMO ETICO
Quando S. sostiene che l’uomo scopre la verità e che questa sua volontà è una forza che vince e che domina ogni altra forza che voglia guidare la nostra vita, egli è convinto che l’uomo può conoscere il bene e che tuttavia può decidere di fare il male. Questo in S. è chiamato volontarismo etico. Tuttavia S. sostiene che chi non vive conformemente alla realtà non è colui che pur conoscendo la verità non voglia vivere secondo essa bensì è colui che non la conosce: intellettualismo etico (la vera tesi di S.). di conseguenza, l’agire male è un non sapere. S. comincia a stabilire che le cose che danno piacere non sono male, in quanto danno piacere ma in quanto sono seguite da dolore e infelicità: quindi se non ci fossero tali conseguenze negative il bene coinciderebbe col piacere. Poi le azioni buone ma dolorose non sono buone in quanto dolorose ma in quanto sono seguite dalla felicità, dal benessere, dal piacere. Il bene è piacere e il male è dolore in senso ampio. Ma nessuno, quello che fa lo fa per subire il maggiore dolore bensì per godere il maggiore piacere. Chi dunque fa il male lo fa perché non sa che il piacere da lui goduto sarà seguito da un maggio dolore: non lo sa veramente, incontrovertibilmente, non possiede la verità del bene e del male. Se sapesse veramente in che misura ciò che gli può fare è bene e in che misura è male non farebbe mai il male.
Prospettive di salvezza sono anche per S. sapere veramente la misura del bene e la misura del male. Questa sarebbe l’unica e autentica virtù, sarebbe raggiungere la verità, sarebbe la salvezza della vita.
Sapendo tuttavia che l’uomo difficilmente arriva a possedere la verità, S. stesso diceva di lasciarsi guidare nella sua vita da un demone, ossia da una voce divina che lo tratteneva dal compiere determinate azioni. Questo è un po’ il criterio della fede, secondo cui si regoli chi non possiede la verità.
Nick: malva

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