Sigmund Freud

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Categoria:Filosofia

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Testo

Sigmund Freud
La vita
Nasce a Freiberg, in Moravia, nel 1856 da genitori ebrei. Si trasferirono a Vienna nel 1860 dove Freud si laureò in medicina e intraprese gli studi di anatomia del sistema nervoso lavorando nel laboratorio neurofisiologico di Brücke. Abbandona la ricerca nel 1882 per ragioni economiche e diventa medico dedicandosi alla psichiatria. Grazie ad una borsa di studio si reca a Parigi, dove Jean-Martin Charcot stava studiando i fenomeni isterici. Poi passa un breve periodo a Nancy dove veniva praticata l’ipnosi. Tornato a Vienna conduce della ricerche con Josef Breuer e scopre l’inconscio e fonda la teoria psicoanalitica. Col successo delle sue teorie nel 1910 nasce a Norimberga la Società internazionale di Psicoanalisi. Nel 1933 i nazisti bruciano le sue opere. Lascia Vienna e si reca esule a Londra dove muore nel 1939. Le sue opere principali sono: “Studi sull’isteria”, “L’interpretazione dei sogni”, “Psicopatologia della vita quotidiana”, “Il motto di spirito e i suoi rapporti con l’inconscio”, “Frammento di un’analisi d’isteria”, “Tre saggi sulla sessualità”, “Totem e tabù”, “Lutto e malinconia”, “Introduzione alla psicoanalisi”, “Al di là del principio del piacere”, “Psicologia delle masse e analisi dell’io”, “L’io e l’Es”, “L’avvenire di un’illusione”, “Il disagio della civiltà”, “Analisi terminabile e interminabile”.
Il caso di Anna O.
La medicina ottocentesca si muoveva su un piano teorico di tipo positivistico-materialistico. Tendeva ad interpretare tutti i disturbi della personalità in chiave somatica e a non prendere sul serio quegli stati psiconevrotici in cui non fossero rintracciabili lesioni organiche. Questo aveva suscitato interesse già ai medici Charcot e Breuer. Il primo era riuscito ad utilizzare l’ipnosi come metodo terapeutico per controllare i sintomi isterici mediante suggestione. Breuer andò oltre utilizzando l’ipnosi come mezzo per richiamare alla memoria avvenimenti penosi del passato dimenticati poiché il superamento di tali amnesie favoriva la liberazione di cariche emotive. Il caso più famoso per quanto riguarda Freud è il caso di Anna O., un’isterica gravemente ammalata, in cura da Breuer per sintomi come paralisi motorie, turbe della vista e dell’udito, tosse nervosa, anoressia, idrofobia (paura di bere) e improvvisamente dimenticava la sua lingua madre, il tedesco, e parlava correttamente solo inglese. Mediante l’ipnosi Breuer aveva scoperto che da piccola la paziente aveva visto il cane della governante, verso il quale nutriva ostilità, bere da un bicchiere e aveva provato un forte senso di repulsione. Pur avendo rimosso l’episodio la paziente mostrava sintomi idrofobi, spariti soltanto dopo aver ricordato l’episodio. Breuer lasciò allora la paziente credendola guarita e anche a causa delle gelosie della moglie. Breuer venne però richiamato, perché la paziente non vedendolo più, era in preda ad una gravidanza isterica. Il rapporto che si era creato era molto stretto e la paziente addossava sul medico tutti i suoi stati d’animo. Grazie allo studio di questo caso, Breuer e Freud misero a punto il metodo catartico (spazzare il camino), che consisteva nel tentativo di provocare una scarica emotiva (abreazione) capace di liberare il malato dai suoi disturbi. Ponendosi il problema dell’eziologia, le ragioni dell’isteria, Freud arrivò alla scoperta che la causa è da cercarsi in un conflitto tra forze psichiche inconsce, operanti al di là della sfera di consapevolezza, i cui sintomi risultano psicogeni. La scoperta dell’inconscio segna l’atto di nascita della psicoanalisi, che si configura come psicologia abissale o del profondo.
La realtà dell’inconscio e i modi per accedere ad esso
Prima si riteneva che la psiche si identificasse con la coscienza. Freud invece afferma che la maggior parte della vita mentale si svolge al di fuori della coscienza e l’inconscio rappresenta la realtà abissale primaria di cui il conscio è la manifestazione visibile. L’inconscio viene eletto a punto di vista privilegiato da cui osservare un uomo. Freud divide l’inconscio in due zone. La prima è il preconscio, comprende l’insieme dei ricordi che pur essendo momentaneamente inconsci con uno sforzo possono diventare consci. La seconda è il rimosso, comprende quegli elementi psichici stabilmente inconsci mantenuti tale da una forza detta rimozione che può essere superata solo attraverso tecniche apposite. Per un certo periodo la tecnica usata da Freud fu l’ipnosi, ma la sua scarsa efficacia lo convinsero a cercare un nuovo metodo: le associazioni libere. In questo modo non si forza il malato ma lo fa rilassare (qui l’idea del divano) per metterlo in grado di abbandonare i propri pensieri per creare, attraverso le sue parole, delle catene associative collegate con il materiale rimosso. Questo metodo però presenta delle difficoltà che solo lo sforzo del paziente e dello psicoterapeuta si possono superare. Tutto deve essere al servizio della cura, compreso il transfert. Il transfert, o traslazione, è il trasferimento sulla persona del medico di stati d’animo ambivalenti provati dal paziente, anche sentimenti rimossi. Nel suo aspetto positivo implica un attaccamento amoroso verso il medico, voler guadagnare la sua approvazione, e a volte può essere positivo per la cura. Infatti il paziente scorge nell’analista una persona importante della sua infanzia e per questo trasferisce su di lui i sentimenti che ha o aveva per quella persona. Questa traslazione è detta transfert ed è ambivalente: possono essere sentimenti di affetto e quindi è positivo ma anche di ostilità e quindi negativo. Nel primo caso aiuta alla guarigione perché il paziente cerca di attirare l’attenzione del medico e di trovare la sua approvazione. Esiste anche un contro-transfert, cioè quando è lo psicoanalista che instaura un rapporto con il paziente e anche questo può essere positivo o negativo.
Scoperto questo nuovo mondo dell’inconscio, Freud decide di studiare le manifestazioni di quest’ultimo che sono i sogni, gli atti mancati e i sistemi nevrotici.
La scomposizione psicoanalitica della personalità
Freud rifiuta la concezione dell’Io come un’unità semplice riconducibile all’Io cosciente, ma afferma che la psiche è un’unità complessa costituita da più sistemi con compiti diversi e distribuiti in un certo ordine. La prima topica, o topoi, viene elaborata nell’ “Interpretazione dei sogni” e distingue tre sistemi: il conscio (Cs), il preconscio (Pcs) e l’inconscio (Ucs). La seconda topica distingue le tre istanze: l’Es, l’Io e il Super-io. L’Es, in tedesco pronome neutro terza persona singolare, è il polo della personalità, la forza impersonale e caotica che costituisce la matrice della psiche. Per questo non conosce né il bene né il male ma obbedisce solo al principio del piacere. Esiste al di fuori delle forze spazio-temporali di Kant e ignora le leggi della logica. Il Super-io è la coscienza morale, l’insieme delle proibizioni installate nell’uomo, è il successore o rappresentante dei genitori. L’Io è la parte organizzata della personalità che deve fare i conti con l’Es, il Super-io e il mondo esterno. Infatti ha il compito di equilibrare, tramite compromessi, il contrasto tra loro. Il tipo di rapporto tra l’Io e i suoi “padroni” rappresenta il criterio di distinzione tra normalità e nevrosi. Nell’individuo normale, l’Io riesce a mantenere l’equilibrio tra le forze fornendo soddisfazioni all’Es rimanendo nelle regole del Super-io. Ma se le esigenze dell’Es sono notevoli o il Super-io è troppo debole o troppo rigoroso, può accadere che l’uno o l’altro prendano il sopravvento e l’Io non ha più il controllo. Il soggetto diventa un delinquente o un perverso, oppure può autoinfliggersi dei sistemi di difesa o rimozione. La seconda topica è adatta per la caratteristica conflittuale della psiche e obbedisce a esigenze diverse dalla prima topica. Bisogna evitare di confonderle o di farle corrispondere.
I sogni, gli atti mancati e i sintomi nevrotici
Nell’opera “Interpretazione dei sogni”, Freud vede la via che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica. Ritiene infatti che i sogni sono l’appagamento camuffato di un desiderio rimosso e per motivare questa tesi distingue all’interno dei sogni un contenuto manifesto (la scena onirica così come viene vissuta) e un contenuto latente (l’insieme delle tendenze che danno luogo alla scena onirica). Questo perché si tratta di desideri inaccettabili dal soggetto che cadono sotto l’azione della censura, quindi il contenuto manifesto e la forma travestita del contenuto latente. Se il sogno rappresenta quindi la realizzazione di un desiderio, l’interpretazione consiste nel fare il processo a ritroso dal contenuto manifesto a quello latente, per poter cogliere i messaggi segreti dell’Es. Invece in “Psicopatologia della vita quotidiana”, prende in esame quei contrattempi della vita quotidiana (lapsus, errori, dimenticanze, incidenti banali) che prima si attribuivano al caso. Applicando il principio del determinismo psichico, Freud scopre come anche questi fenomeni hanno un preciso significato, scorgendo in essi l’ennesima manifestazione camuffata dell’inconscio, un compromesso tra intenzione cosciente del soggetto e pensieri inconsci nella psiche, definendoli come atti mancati. In questi atti mancati troviamo i lapsus linguae (cioccolata e giocattolo = cioccolattolo) ma vale per qualsiasi incidente, magari legato ad un sentimento spiacevole. Per i sintomi nevrotici, Freud fa un discorso analogo definendoli come il punto d’incontro tra una o più tendenze rimosse e le forze della personalità che si oppongono al conscio. In più scoprì presto che alla base dei sintomi psiconevrotici ci sono sempre impulsi rimossi di natura sessuale.
La teoria della sessualità e il complesso edipico
Prima di Freud la sessualità era identificata con la genitalità, ossia il congiungimento con un individuo del sesso opposto ai fini di procreare. Secondo questo schema la sessualità dovrebbe mancare nell’infanzia e subentrare intorno alla pubertà esprimendosi in fenomeni di attrazione con l’altro sesso e avere come scopo l’unione sessuale. Resterebbero però inspiegate tutte le tendenze sessuali differenti dal coito come ad es. la sessualità infantile, la sublimazione (il trasferimento di una carica in origine sessuale su un oggetto non-sessuale come il lavoro, l’arte ecc) e le perversioni (un’attività sessuale che ha rinunciato al fine produttivo e persegue solo il conseguimento del piacere). Di conseguenza Freud dovette ampliare il concetto di sessualità fino a vedervi un’energia in gradi di dirigersi verso mete diverse e oggetti diversi. Quest’energia venne denominata da Freud libido e considerata come un flusso migratorio localizzato di volta in volta in alcune parti del corpo, dette zone erogene (generatrici di piacere erotico). Freud elaborò anche una dottrina della sessualità infantile demolendo il pregiudizio secondo cui la sessualità appartiene solo all’età adulta e respingendo l’idea del bambino come un angioletto asessuato. Freud definisce infatti il bambino come un essere perverso polimorfo, cioè un individuo capace di perseguire il piacere indipendentemente da scopi produttivi (perverso) e con i più svariati organi corporei (polimorfo). In particolare egli sostiene che lo sviluppo psicosessuale avvenga in tre fasi ognuna caratterizzata da una zona erogena: fase orale, anale e genitale.
1) La fase orale caratterizza i primi medi di vita e dura fino a un anno e mezzo circa, ha come zona erogena la bocca e risulta connessa alla principale attività del bambino in questo periodo: il poppare.
2) La fase anale va da un anno e mezzo circa a tre anni, ha come zona erogena l’ano ed è collegata alle funzioni escrementizie, oggetto di particolare interesse per il bambino.
3) La fase genitale ha inizio alla fine del terzo anno, ha come fattore erogeno la zona genitale. Si suddivide in due sottofasi: fallica e genitale in senso stretto.
- La fase fallica è chiamata così perché la scoperta del pene è oggetto di attrazione sia per il bambino che per la bambina che soffrono del complesso di castrazione (il primo vive nella minaccia di essere evirato, la seconda si sente già evirata e prova invidia) e perché l’organo di eccitamento sessuale è il pene e il suo equivalente femminile, la clitoride.
- La fase genitale in senso stretto segue a quella fallica dopo un periodo di latenza (dal quarto o sesto anno fino all’inizio della pubertà) ed è caratterizzata dall’organizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato degli organi genitali.
Connessa alla sessualità infantile, un’altra nota dottrina freudiana è quella relativa al complesso di Edipo. Questo complesso prende il nome dal personaggio greco di Edipo, destinato dal Fato ad uccidere il padre e sposare la madre Giacasta. Consiste nell’attaccamento libidico verso il genitore di sesso opposto e in un atteggiamento ambivalente e tendenza all’identificazione e componenti di ostilità verso il genitore di egual sesso. Per il figlio verso la madre è detto complesso di Edipo, per la figlia verso il padre complesso di Elettra. Tale complesso si sviluppa fra i tre e i cinque anni, durante la fase fallica, e determina la futura struttura della personalità. Freud ne parla in “Introduzione alla psicoanalisi”, dove vede che il maschio vorrebbe avere la madre solo per sé e avverte incomoda la presenza del padre e si adira se questo si permette tenerezze con la madre. Spesso può dare diretta espressione verbale ai suoi sentimenti promettendo alla madre che la sposerà. Quando il piccolo mostra una curiosità sessuale per la madre, magari pretendendo di dormirle accanto, essere presente alla toeletta o intraprende addirittura tentativi di seduzione, la natura erotica del legame con la madre è garantita. Quanto alla femmina, il complesso di Elettra si mostra in modo analogo, con la civetteria che mette in opera i mezzi della futura femminilità. Non trascuriamo di aggiungere che spesso sono i genitori stessi a esercitare un’influenza decisiva abbandonandosi all’attrazione sessuale anteponendo in modo evidente il proprio affetto al figlio/figlia.
La religione e la civiltà
Nell’ultimo periodo della sua vita Freud si esprime sui temi della religione e della civiltà. Per quanto riguarda le rappresentazioni religiose, ritiene che non sono risultati finali del pensiero ma illusioni, appagamenti dei desideri più antichi. Tali desideri sarebbero quelli tipicamente infantili di sentirsi protetti contro i pericoli della vita. A sua volte Dio sarebbe la proiezione psichica dei rapporti ambivalenti con il padre terreno. Per quanto riguarda la civiltà, implica un costo in termini libidici essendo costretta a deviare la ricerca del piacere in prestazioni sociali e lavorative. La civiltà dà origine a un Super-io collettivo incarnato da una serie di norme e divieti. Questo non significa che Freud sia contro la civiltà o che vagheggi un’umanità buona da recuperare oltre le imposizioni sociali. L’antropologia di Freud vuole essere realistica e pessimistica. Freud non crede nella felicità dell’uomo ma afferma che la sofferenza è una componente strutturale della vita che ci costringe a patire e infine morire. E contro coloro che ritengono l’uomo una creatura gentile che vuole essere amata, ribatte che l’uomo è al contrario una creatura con doti istintive come l’aggressività. Di conseguenza lo stato civile è un male minore rispetto ad un’umanità libera di dar sfogo a tutti i suoi desideri. Non solo l’uomo non sarebbe felice ma diventerebbe più pericoloso per il prossimo. Questo non significa che Freud descrive il disagio della civiltà ma fra i modelli estremi di una società repressiva o senza regole, è favorevole a uno Stato che nel limite del possibile cerca di ridurre gli spazi di repressione e sofferenza facendo in modo che l’inevitabile prezzo da pagare allo stato sia meno oneroso. Negli ultimi scritti Freud divide le pulsioni in due specie: quelle che tendono a conservare e a unire, quindi erotiche o genericamente sessuali; quelle che tendono a distruggere e uccidere, quindi aggressive e distruttive. Nella lotta tra Eros e Thanatos, Freud ha visto l’intera storia del genere umano.
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