Sigmund Freud

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia
Download:388
Data:22.05.2000
Numero di pagine:9
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
sigmund-freud_1.zip (Dimensione: 23.74 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_sigmund-freud.doc     106 Kb


Testo

SIGMUND FREUD

VITA
Freud nacque a Freiberg in Moravia (oggi Pibor, repubblica Ceca) nel 1856, da una famiglia ebrea. Fin dai primi anni della sua vita fu costretto a numerosi spostamenti dovuti al forte antisemitismo presente in Moravia, al termine di questi, si stabilì con la famiglia a Vienna dove, dopo aver frequentato il ginnasio, abbandonato il desiderio di divenire avvocato, studiò medicina. Dopo la laurea ed alcuni anni di attività nel laboratorio universitario di Ernst Wilhelm von Brucke, Freud lavorò presso l’ospedale di Vienna, seguendo la scuola del medico Meynert. Quest’ultimo si trovava ad affrontare la diffusione dell’isteria, una malattia da sempre nota ai medici e le cui cause, secondo le sue teorie, erano di natura organica, in particolare erano lesioni al cervello e, anche quando gli esami di laboratorio non diagnosticavano alcuna lesione, essa era supposta esistente, poiché non si ammetteva l’esistenza di cause non organiche ad una malattia.
Questa teoria non convinceva pienamente Freud, tanto che egli accettò di buon grado la proposta di recarsi a Parigi per seguire le lezioni del più famoso specialista di nevrosi: Jean Martin Charcot, con la speranza di trovare una spiegazione soddisfacente alle cause dell’isteria. Secondo la teoria di Charcot, i pazienti isterici ai quali non era stata diagnosticata alcuna lesione al cervello soffrivano di tale malattia a causa di una debolezza mentale acquisita ereditariamente, Freud condivise tale teoria e imparò a trattare i disturbi nervosi con la suggestione ipnotica e tali insegnamenti lo condussero allo studio dell’isteria e della psicopatologia.
Entusiasta delle conoscenze acquisite, Freud, tornato a Vienna, aprì uno studio privato per la cura delle malattie nervose, e nel 1891 pubblicò la sua prima opera “Sull’afasia”, successivamente scrisse un articolo sulle paralisi infantili, ma fin da questi anni il suo orientamento cominciava a cambiare, in quanto egli era alla ricerca di spiegazioni psicologiche e non fisiologiche dei disturbi mentali.
Dopo dieci anni di attività clinica Freud ne raccoglie i risultati nell’opera “Studi sull’isteria” (1895), in cui egli afferma che generalmente il paziente sottoposto ad ipnosi ricorda eventi particolarmente intensi vissuti prima di ammalarsi, eventi che hanno causato in lui forti emozioni che non ha saputo o potuto esprimere quando le ha vissute e che quindi sono rimaste imprigionate nel suo inconscio, e proprio questi sentimenti repressi sarebbero le cause delle nevrosi. Freud, a questo punto, decide di sostituire l’ipnosi con un nuovo metodo di indagine psicoanalitica, le libere associazioni: il paziente lascia fluire liberamente tutto ciò che gli viene in mente fino a giungere a ricordare l’elemento causa della malattia che, Freud osservò, era comunemente legato ad abusi sessuali subiti dal paziente nella prima infanzia, deducendone che sono questi elementi la causa delle nevrosi in età adulta. Ma i risultati a cui giunse si rivelarono errati quando compiendo un’autoanalisi, Freud osserva che quanto scoperto analizzando i suoi pazienti è riscontrabile anche in se stesso, ma egli sa di non aver subito alcun tipo di violenza, quindi la teoria secondo cui queste violenze erano la causa delle nevrosi fu abbandonata a favore di una nuova teoria sulla sessualità esposta nell’opera “Tre saggi sulla sessualità”.
Nel frattempo Freud aveva scritto altre opere come: “L’interpretazione dei sogni” (1901), la sua opera più importante, e “Psicopatologia della vita quotidiana”.
Nel 1920 con la pubblicazione dell’opera “Al di là del principio del piacere” si può notare una svolta nel pensiero di freudiano, con l’introduzione di concetti come “pulsione di vita” (eros), “pulsione di morte” (thanatos), “tre istanze della psiche” (es., io, super-io); queste nuove idee sono riscontrabili nelle opere successive “L’io e l’es”, “Inibizione, sintomo e angoscia”, ma non mancarono le opere più divulgative come “La mia vita e la psicoanalisi” e “Introduzione alla psicoanalisi”.
Nel 1923 fu colpito da cancro alla bocca, ma nonostante la malattia continuò i suoi studi sulla civiltà, la religione, sulla storia, per fornire una visione globale dell’uomo; dopo l’invasione nazista dell’Austria del 1938, si rifugiò con la famiglia a Londra dove morì nel 1939.
LA PSICOANALISI
Freud sapeva che la psicoanalisi, la scienza da lui teorizzata, avrebbe trovato difficoltà ad affermarsi, in quanto essa era difficile da capire ma soprattutto in quanto era sconvolgente, con le sue ipotesi stravaganti ed opposte alla mentalità comune, egli tuttavia scelse di portare avanti le sue idee nonostante le numerose opposizioni.
Bisogna ricordare che un forte contrasto alle sue teorie fu sostenuto dal nazismo che condannava non tanto i contenuti di esse, quanto il fatto che essa era una scienza ebraica, perché teorizzata da un ebreo.
La psicoanalisi è un metodo terapeutico e uno studio teorico dei processi psichici dell’inconscio, l’inconscio è un aspetto della psiche di un soggetto di cui egli non è cosciente, ma che egli controlla tramite l’attività di “censura” che la coscienza fa su di esso. Tuttavia talvolta tale censura non riesce completamente nel suo controllo e parte dell’inconscio emerge nello stato cosciente del soggetto, spesso causando nevrosi; compito della psicoanalisi è sfruttare questi momenti di debolezza della psiche per conoscere l’inconscio del soggetto.
Questi episodi consistono nei sogni, negli atti mancati o casuali, nei lapsus verbali e nelle molte azioni del soggetto di cui egli sembra non essere cosciente nel momento in cui le compie, infatti, queste azioni tradiscono elementi dell’inconscio, ed è per questo motivo che spesso quando si compiono tali atti involontari, per quanto essi siano insignificanti all’occhio di chiunque, si prova un forte senso di disagio: si è andati a toccare qualcosa che la nostra psiche ha riposto in una parte di sé il cui accesso alla coscienza è negato.
Freud dedicò molto spazio allo studio di questi fenomeni e soprattutto al sogno, al punto di scrivere un intero libro sull’argomento: “Il sogno e la sua interpretazione”.
L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
Freud, con l’interpretazione dei sogni sapeva di entrare in un campo di indagine complesso, in cui le convinzione mediche e filosofiche si contrapponevano con diverse teorie: fino ai primi del ‘900 i filosofi ritenevano che i sogni fossero situazioni di elevazione del soggetto a stati superiori alla propria dimensione o manifestazioni psichiche di origine sconosciuta, mentre secondo la medicina essi erano semplicemente manifestazioni dovute alle condizioni fisiche del soggetto. Freud fu il primo a capire che il sogno è in realtà un processo psichico ben più complesso, dovuto alla presenza nella nostra psiche di due diverse funzioni, una detta “funzione primaria”, che contiene al suo interno tutti gli elementi psichici il cui accesso alla coscienza dell’individuo è inibito grazie ad una posizione psicologica di censura (STATO DI INIBIZIONE), e una “funzione secondaria” a cui appartiene tutta la parte cosciente della psiche; durante il sonno la censura posta tra queste due funzioni allenta per così dire il suo controllo, e quando alcuni elementi della funzione primaria passano nella funzione secondaria, essi, sotto opportuna modificazioni, si manifestano nella mente del soggetto sotto forma di sogni.
Questo passaggio dalla funzione primaria alla funzione secondaria si ha perché il materiale contenuto nella funzione primaria è generalmente un desiderio non realizzato che l’individuo ha censurato perché lo ritiene sconveniente, inutile, superfluo, e quindi esso è carico di energia che lo fa emergere in modo più o meno velato.
Freud chiamò ciò che si sogna “contenuto manifesto” e ciò che sta alla base del sogno, cioè le idee da cui esso si origina “contenuto manifesto” del sogno; il rapporto che intercorre fra contenuto latente e contenuto manifesto varia da sogno a sogno e quanto più esso è complesso tanto più il sogno risulta senza senso e quindi difficile da interpretare.
Il processo psichico con cui il contenuto latente si trasforma in contenuto manifesto è detto “processo onirico” e l’attività necessaria per risalire al contenuto latente del sogno viene detta “processo analitico”; per compiere tale processo analitico è necessario scomporre il sogno in parti e far fluire liberamente il pensiero a partire da ciascuna di queste parti, fra le idee che seguiranno tale flusso di pensieri si troveranno elementi comuni tramite i quali si potrà risalire al contenuto latente, cioè quel desiderio represso che tende ad uscire allo scoperto, solo sostituendo il contenuto latente all’interno del sogno quest’ultimo assumerà un senso.
Il processo onirico si svolge in diverse fasi:
• CONDENSAZIONE: le idee latenti che concorrono alla formazione di un sogno che vengono associate fra loro per somiglianza, legami logici, contatto o corrispondenza, vengono riassunte in un solo elemento del sogno, cioè ogni particolare del sogno può essere il risultato della fusione di più idee latenti. Può però avvenire anche il contrario: più particolari di un sogno sono riconducibili ad una stessa idea latente.
• SPOSTAMENTO: le idee latenti sono diverse dalle idee presenti nel contenuto manifesto perché il processo onirico cambia le immagini del contenuto latente con altre ad esse legate ma più neutre, cioè che mostrano meno apertamente ciò che è stato inibito e rimosso.
• SIMBOLISMO: le idee latenti per poter essere espresse tramite le immagini concrete di un sogno devono essere rappresentate da immagini concrete, cioè da simboli, tali simboli possono variare da individuo ad individuo, o addirittura nello stesso individuo in tempi diversi, ma esistono anche dei simboli che assumono lo stesso significato per tutti gli individui, e questi sono soprattutto i simboli legati alla sfera della sessualità.
• REVISIONE FINALE: i risultati dei passaggi precedenti sono disposti per creare un insieme coerente. Questa attività è di natura intellettuale (quindi cosciente) e risponde al bisogno di logicità dell’intelletto, anche se in realtà questi legami logici sono presenti già nel contenuto latente e qui vengono solo riprodotti.
Tenendo in considerazione questi processi un buon analista può risalire alle idee latenti che stanno alla base delle nevrosi dei loro pazienti, ma Freud avvisa i medici di non restare legati, in una terapia, al tentativo di interpretare integralmente ogni sogno, è meglio seguire via via ogni cambiamento del paziente e seguire di volta in volta i sogni raccontati, soprattutto senza ignorare l’utilizzo delle libere associazioni, in quanto anch’esse forniscono materiale molto utile per la terapia.
LA TEORIA DELLA SESSUALITA’
Durante il trattamento delle nevrosi Freud si era accorto che l’analisi spesso conduceva ad episodi dell’infanzia del paziente in cui generalmente comparivano abusi sessuali da parte di adulti. Se inizialmente Freud pensò di avere a che fare con persone che avevano realmente subito tali abusi, successivamente modificò la sua teoria (grazie anche ad un’autoanalisi) anticipando elementi di quella che sarebbe stata la sua teoria della sessualità: è il bimbo che nell’infanzia prova una forte attrazione verso il genitore dell’altro sesso, sviluppando una serie di fantasie sessuali che, a causa del loro contenuto incestuoso, vengono presto rimosse, entrando a far parte dell’inconscio. Non essendoci però in esso differenze fra immaginazione e realtà, durante un analisi queste fantasie vengono ricordate come reali.
A partire da questi dati Freud elaborò una sua teoria, che espose nell’opera “Tre saggi sulla sessualità”, in cui vede la sessualità come un elemento caratterizzante l’individuo fin dall’infanzia, sconvolgendo le teorie di fine ‘800 che vedevano il bambino come un essere asessuato.
La sessualità è costituita da una serie di pulsioni parziali che si sviluppano col tempo e variano le fonti da cui trarre piacere, ma hanno sempre lo stesso scopo: il soddisfacimento fisico; nel neonato queste pulsioni sono legate alla funzione dell’alimentazione attraverso la suzione (fase orale), via via il bambino stacca questo legame alimentazione-suzione e impara a succhiare indipendentemente dal mangiare, cercando il piacere orale nella suzione fine a se stessa.
Nel secondo anno di vita la ricerca del soddisfacimento del bambino si rivolge alla zona anale (fase anale) e ciò è dovuto all’educazione degli sfinteri: il bimbo prova piacere nel trattenere o espellere le feci secondo la sua volontà. Solo nel terzo anno la ricerca del piacere si concentra sui genitali, ed è in questo periodo che il bambino distribuisce i suoi desideri al di fuori di sé, rivolgendosi ai genitori.
Questa fase, caratterizzata dal cosiddetto “complesso d’Edipo”, vede il bambino innamorarsi del genitore del sesso opposto e provare sentimenti di rivalità verso il genitore dello stesso sesso: il maschio tende a consolidare lo stretto rapporto già esistente con la madre ma trova l’ostacolo del padre che ha una posizione di privilegio con la madre e relega il piccolo in una condizione di dipendenza; questa situazione crea nel bambino un sentimento di rivalità verso il padre che termina quando il bambino inizia a temere una punizione da parte del padre (complesso di castrazione) e quindi ne diventa un alleato. Nella bambina ilo procedimento è leggermente diverso: quando nota le differenze fra lei e il padre, identifica queste differenze come una privazione, una sua inferiorità di cui la colpevole è la madre, verso cui la bimba prova ostilità. Inoltre, ella cerca di sostituire la madre per poter avere anche lei un bambino dal papà; tale complesso termina sia per la paura di perdere l’amore della mamma, sia per le spinte sociali che vogliono che la bimba assuma un ruolo femminile identificandosi con la madre.
Dopo il terzo anno, tutte queste pulsioni vengono sublimate in affetto, fino a giungere alla “fase di latenza”, fra i sei e gli 11 anni, quando il bimbo è pronto ad entrare nella società grazie alla scolarizzazione.
Solo nella pubertà questo complesso si ripresenta per l’ultima volta, fino a quando io bambino ormai diventato adolescente rivolge queste pulsioni all’esterno della famiglia alla ricerca di qualcuno che completi la sua incompletezza.
Freud osservò anche che la causa delle nevrosi poteva essere ricercata nell’atteggiamento dei genitori durante lo sviluppo sessuale del figlio: un atteggiamento eccessivamente repressivo nei confronti delle sue pulsioni può portare a nevrosi, ma un atteggiamento eccessivamente concessivo poteva portare a perversioni. Inoltre Freud sostenne l’importanza di un’adeguata istruzione sessuale ai bambini fin dalla loro prima infanzia, perché non rispondere alle inevitabili domande del bambino è un modo per aumentare la sua curiosità a riguardo, dando l’impressione che il sesso sia qualcosa di negativo; secondo Freud i genitori tendono a non parlare di questi argomenti “tabù” sia perché sono ignoranti in materia da un punto di vista teorico, sia perché sono animati da falsi pudori, sia perché spesso hanno essi stessi la coscienza sporca, ma soprattutto perché pensano in questo modo di rallentare il normale sviluppo dell’interesse del bambino nei confronti del sesso, ma questo è un processo inevitabile e si rischia che il bambino, perdendo fiducia nei genitori, vada alla ricerca di informazioni attraverso altri mezzi, ricevendo anche messaggi non educativi o errati.
Una buona educazione sessuale, secondo Freud, deve seguire i ritmi del bambino rispondendo via via alle sue richieste, inoltre si deve dare una spiegazione degli elementi fondamentali della riproduzione entro la scuola elementare e approfondire l’argomento, parlando anche degli obblighi morali del singolo nella soddisfazione materiale delle sue pulsioni non oltre i dodici anni.
1

1

Esempio