Shopenhauer: appunto sui concetti chiave

Materie:	Riassunto
Categoria:	Filosofia
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Data:	05.05.2005
Numero di pagine:	4
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EDUCAZIONE AMPIA CON MOLTI VIAGGI ALL’ESTERO
OSTILE NEI CONFRONTI DEL MONDO ACCADEMICO MA RISPETTO PER SCHELLING
CON IL TEMPO DIVENNE FAMOSO
CONVINTO DEL DUALISMO DELLA REALTÀ CHE IN KANT VEDEVA RICONOSCIUTO NELLA DISTINZIONE TRA FENOMENO E NOUMENO, DIVENNE ALL’IMPROVVISO DI MODA COME IL FILOSOFO DEL PESSIMISMO E DELLA DRAMMATICA CONDIZIONE UMANA.
L’IDEALISMO AVEVA VOLUTO ROMPERE LA TRADIZIONE DUALISTICA DELLA FILOSOFIA PROCLAMANDO L’IMMANENZA DELLA RAGIONE NELLA REALTÀ, SHOPENHAUER TORNA A KANT E DICE CHE ANCHE PER LUI LA REALTÀ ERA SEPARATA, NON IN 2 DIMENSIONI, MA IN DUE LIVELLI: UNO CONOSCIBILE (FENOMENO) E UNO NO (NOUMENO). QUI PERÒ, SI STACCA DA KANT PERCHÉ AFFERMA CHE LA REALTÀ FENOMENICA È ILLUSORIA (IL MONDO È VISTO COME RAPPRESENTAZIONE) E ALLORA PENSA DI DOVERSI CONCENTRARE SULLA PARTE DI MONDO CHE NON PUÒ RIDURSI ALLA CONOSCENZA SENSIBILE (IL MONDO COME VOLONTÀ). ANCHE LUI COME K RITIENE CHE LA NATURA DELLA CONOSCENZA SIA APRIORISTICA, PERÒ NON DISTINGUE TRA FORME DELL’APPRENSIONE (SPAZIO-TEMPO) E FORME DELL’INTELLETTO (CATEGORIE); LUI AMMETTE SOLO TRE FORME A PRIORI (SPAZIO TEMPO E CAUSALITÀ). QUINDI (COME SI VEDE DAL TITOLO DELLA SUA OPERA) DIVIDE LA REALTÀ DEL MONDO TRA VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE ED INTERPRETA LA VOLONTÀ COME FORZA IRRAZIONALE, INDETERMINATA, UN IMPULSO PRIMORDIALE E TOTALIZZANTE; MENTRE INTERPRETA LA RAPPRESENTAZIONE COME UNA SUA MANIFESTAZIONE INDIVIDUALE. STRAVOLGE LO SCHEMA METAFISICO TRADIZIONALE CHE RICONOSCEVA IN UNA CAUSA RAZIONALE E IN UNA NATTURA EFFETTUALE I 2 PIANI DELLA REALTÀ, INFATTI X LUI LA CAUSA DELLA REALTÀ CONCRETA È DEL TUTTO IRRAZIONALE. I SINGOLI ESSERI VIVENTI HANNO VOLONTÀ DI AFFERMARSI SPESSO L’UNO AI DANNI DELL’ALTRO E LUI NON RIESCE AD IMMAGINARE CHE LE LORO ENERGIE SI POSSANO COORDINARE IN SENO ALLA SOCIETÀ E ALLO STATO; RITENEVA CHE IL MOTIVO DELL’INQUIETUDINE DEGLI UOMINI FOSSE PIÙ PROFONDO DI UNA SEMPLICE AFFERMAZIONE DI LIBERTÀ FRUSTRATA. L’INDIVIDUO È IL FRUTTO DELL’INDIVIDUAZIONE DELLA VOLONTÀ IN UNA RAPPRESENTAZIONE, SENTE QUINDI DENTRO DI SÉ, NON LA SPINTA ALLA CONOSCENZA DELLA VERITÀ, BENS’ UNA FORZA IRRAZIONALE CHE NON È BEN CONTENTA IN QUELL’INVOLUCRO NATURALE. L’INDIVIDUO È SOLO UNA SEMPLICE PARTE DEL MONDO, MA HA IN SE TUTTA LA VOLONTÀ CHE NON SI DIVIDE, MA SI “INDIVIDUA” IN UNA RAPPRESENTAZIONE.
QUESTO CONFLITTO INTERNO GENERA LA VITA ANCHE A LIVELLO INORGANICO TRA VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONI, CHE NON RIESCONO A CONTENERE BENE LA FORZA DELLA VOLONTÀ; PERTANTO LA NATURA È PER LUI LA DIMENSIONE DELLA SOFFERENZA E LA MORTE È L’INEVITABILE VITTORIA DELLA VOLONTÀ CHE SI LIBERA DAL CORPO CHE L’HA CONTENUTA: IN FONDO LA VITA È UNA LUNGA MALATTIA DOVUTA ALLA INCOMPATIBILITÀ DI VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE, COSTRETTE TUTTAVIA A CONVIVERE DOLOROSAMENTE. UNA VOLTA STRAPPATO IL “VELO DI MAYA” CHE MASCHERA CON RAPPRESENTAZIONE INGANNEVOLE LA REALTÀ IRRAZIONALE DELLA VOLONTÀ, ALL’UOMO NON RESTA CHE SOTTRARSI ALL’INDIVIDUAZIONE. IL SUO CORPO, PERCORSO COSTANTEMENTE DA IRREQUIETEZZE BIO-CHIMICHE, SOCCOMBERÀ ALLA MALATTIA, MA LA MENTE DELL’UOMO PUÒ CERCARE DI LIBERARSI DALLA SUA DOLOROSA CONDIZIONE COMBATTENDO LA VOLONTA’ DI VIVERE. VISTO CHE LA VITÀ È IL RISULTATO DELLA CONVIVENZA FORZATA TRA VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE, RINUNCIAMO ALLA ILLUSORIA AFFERMAZIONE DELLA NOSTRA VOLONTÀ SU TUTTO E SU TUTTI, CHE È IL TORMENTO A CUI SIAMO CONDANNATI, E SOSTITUIAMOLA CON LA VOLUNTAS, CIOÈ CON L’ASTENSIONE DA QUALSIASI AZIONE AFFERMATIVA! NEGARE LA VOLONTÀ DI VIVERE NON VUOL DIRE SUICIDARSI, IL SUICIDIO SAREBBE LA SUPREMA ACCETTAZIONE DELLA VOLONTÀ, PERCHÉ ESSA TRIONFEREBBE ANTICIPATAMENTE SU DI NOI DESTINATI COMUNQUE A MORIRE. SUGGERISCE ALLORA UNA PRATICA DI PROGRESSIVO DISTACCO DALLA VITA, CHE SI ATTUA ATTRAVERSO UNA TAPPA ESTETICA, UNA MATURAZIONE ETICA E SI PERFEZIONA IN UNA DIMENSIONE MISTICA. L’ARTE È IL PRIMO DISTACCO DAL MONDO DELLA RAPPRESENTAZIONE, IN QUANTO L’APPAGAMENTO ESTETICO CONSISTE IN UN CONTATTO CON UNA DIMENSIONE + VERA DI QUELLA MATERIALE, PERCHÉ È PORTATRICE DI FORME OGGETTIVE DELLA VOLONTÀ. FRA LE ARTI ESISTE UNA GERARCHIA, AL VERTICE È LA MUSICA, CHE È L’IMMAGINE STESSA DELLA VOLONTÀ. ATTRAVERSO L’ARTE L’UOMO HA CAPITO CHE LA VOLONTÀ È UN’ALTRA COSA RISPETTO ALLA RAPPRESENTAZIONE, E ALLORA, GRAZIE A QUESTA COMPRENSIONE, È PORTATO ALLA COMPASSIONE NEI CONFRONTI DEI SUOI SIMILI, SENTIMENTO CHE PER S È IL PRINCIPIO E IL FONDAMENTO DELL’ETICA. QUESTO NN ELIMINA LA DIMENSIONE INDIVIDUALISTICA DELL’UOMO, TANTO È VERO CHE LA COSCIENZA DI PATIRE O SUBIRE LA STESSA REALTÀ NON PORTA AD UN SENTIMENTO DI FRATELLANZA. È SOLO IL SINTOMO DEL DISTACCO DALLA VOLONTÀ DI VIVERE, VISTO CHE NON PROVIAMO + PER IL NOSTRO SIMILE UN SORDO ANTAGONISMO, MA UNA SORTA DI NUOVA INDIFFERENZA SIA CHE CI APPAIA SIMILE A NOI SULLA STRADA DELL’EMANCIPAZIONE, SIA CHE SI AFFANNI ANCORA INUTILMENTE, VITTIMA DELLA VOLONTÀ DI VIVERE. IN QUESTA CONDIZIONE DI LONTANANZA DALLA REALTÀ NATURALE E UMANA, L’INDIVIDUO È PRONTO PER IL SALTO + DIFFICILE: QUELLO DEL DISTACCO DAL SUO CORPO. DANDO ASCOLTO ALLA VOLONTÀ DI CUI È PERMEATO SI STACCA DALLA RAPPRESENTAZIONE CHE LO INDIVIDUA E FLUISCE NELLA TOTALITÀ DELLA VOLONTÀ SENZA DESIDERI E SOFFERENZE PERCHÉ PRIVO DI COSCIENZA. E LA SALVEZZA X LUI È IN QUESTA FUGA PERFETTA DAL MONDO COME RAPPRESENTAZIONE; VERSO IL NULLA CHE È TUTTO.
NEGA LA NOSTRA LIBERTÀ: ALLA RADICE DI OGNI NOSTRO ATTO CI SONO 2 FATTORI: CIRCOSTANZE ESTERNE CHE SOLLECITANO L’AMORE, E IL CARATTERE INDIVIDUALE, CHE CARATTERIZZA CIASCUNO DI NOI. SONO 2 FATTORI DETERMINATI E ANCHE PENSANDO CHE L’UOMO PUÒ AGIRE IN BASE ALLA RAGIONE, QUESTO NON CI AUTORIZZA A METTERE IN DISCUSSIONE IL PRIMATO ASSOLUTO DELLA VOLONTÀ SULLA RAGIONE