Romanticismo

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Romanticismo
Alla fine del ‘700 ci troviamo di fronte ad una nuova situazione rispetto all’Illuminismo. I precursori di questa nuova realtà sono i letterati dello Sturm und Drang. Si assiste all‘affermazione della dimensione sentimentale e passionale fino ad allora sottoposta al dominio della ragione. L‘uomo così scopre i suoi sentimenti, i suoi valori, le sue passioni e si rende conto che ciò lo contraddistingue dagli altri uomini.
Tutti i sentimenti naturalmente vengono fuori in maniera tumultuosa poiché fino ad allora erano stati depressi.
Dall’ambito letterario il movimento si sposta negli altri campi, trovando la sua massima fioritura in tutta l’Europa all’inizio dell’Ottocento.
E’ difficile spiegare il concetto di Romanticismo. Sono state date due interpretazioni di fondo. Per una prima lettura , codificata da Hegel, il Romanticismo sarebbe quell’indirizzo culturale caratterizzato dall’esaltazione del sentimento. Ma questa è apparsa troppo angusta per il fatto che privilegia l’aspetto letterario ed artistico del R., mettendone in ombra le componenti filosofiche.
Per una seconda interpretazione il R. tende a configurarsi come un’atmosfera storica, come una situazione mentale generale. Questo significato evidenzia il R. sul piano storico-culturale, vedendo in esso tutta una serie di atteggiamenti che sorgono in relazione a determinate situazioni socio-politiche.
E’ poi difficile se non impossibile esprimere in una sola definizione l’essenza e i caratteri fondamentali del R.. Esso è pieno di ambivalenze poiché in esso coesistono il primato dell’individuo e quello della società, l’esaltazione del passato e l’attesa messianica del futuro, l’evasione nel fantastico e il realismo. Ma quello che rappresenta il punto di forza di tutto il R. è la polemica contro l’illuminismo.
IL SENSO DELL’INFINITO
Al contrario di Kant che aveva costruito una filosofia del finito, i romantici cercano ovunque l’oltre-limite, ciò che si sottrae alle leggi dell’ordine e della misura. Le esperienze dei romantici sono caratterizzate da una sorta di “ebbrezza dell’infinito”, sono anime assetate di Assoluto, desiderose di andare al di là del tempo e dello spazio, del tempo, del dolore, della morte.
I romantici si differenziano però tra di loro per il modo di intendere questo Infinito. Il modello più seguito è quello panteistico. Si concepisce cioè il finito come la realizzazione vivente dell’infinito (realtà stessa dell’infinito). Il panteismo può essere naturalistico (identifica l’infinito con il ciclo eterno della Natura) o idealistico (identifica l’infinito con lo spirito, con l’umanità stessa).
Abbiamo poi il modello trascendentistico per cui l’infinito viene a distinguersi dal finito pur manifestandosi in esso. Il finito appare come la manifestazione dell’infinito. Questo modello ammette la trascendenza dell’Infinito rispetto al finito e considera l’infinito stesso come un dio che è al di là delle sue manifestazioni mondane.
LA VITA COME INQUIETUDINE E DESIDERIO
Un altro dei motivi ricorrenti è la concezione della vita come inquietudine, aspirazione, brama, sforzo incessante. I romantici ritengono che l’uomo sia in preda ad un “demone dell’infinito”, il quale fa sì che egli si trovi in uno stato di irrequietezza e di tensione perenne, che lo porta ad andare al di là dei limiti del finito.
Bisogna prendere in considerazione la parola Sehnsucht (desiderio, aspirazione struggente) la quale forse costituisce la più caratteristica parola del Romanticismo tedesco poiché racchiude in sé l’interpretazione dell’uomo come desiderio e mancanza, desiderio verso qualcosa che sfugge sempre.
La Sehnsucht si accompagna all’ironia e al titanismo. L’ironia consiste nella superiore coscienza del fatto che ogni realtà finita risulta inferiore all’infinito. Il titanismo esprime invece un atteggiamento di sfida e di ribellione, proprio di chi si propone di combattere pur sapendo che alla fine verrà sconfitto. Talvolta il titanismo conduce al suicidio. Il titanismo è detto anche prometeismo poiché i romantici lo personificano nel titano Prometeo simbolo della ribellione in quanto tale.

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