Rinascimento nella filosofia

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Testo

Il contesto storico culturale
Il periodo designato come età del Rinascimento va dagli inizi del XV all’intero XVI secolo; la rottura spirituale e religiosa operata dalla riforma protestante; la straordinaria fioritura culturale dell'umanesimo. Mentre si afferma un'economia mercantile di tipo capitalista crescono gli scambi a livello internazionale. L'Italia perde gradualmente la sua centralità economica e culturale a favore di altri paesi più dinamici. Il Rinascimento ferisce soprattutto a Firenze, città ricca e raffinata. L'invenzione, intorno alla metà del XV secolo, della stampa a caratteri mobili produce cambiamenti profondi della società e nella cultura. Il sapere se organizza non solo nelle università e nelle istituzioni ecclesiastiche ma anche nelle corti signorili e nelle accademie. Fioriscono le grandi scuole umanistiche; uno dei tratti più evidenti della nuova epoca è la laicizzazione della cultura. Appartengono a questo periodo alcune figure di uomini universali che spaziano in campi diversi della cultura, dalle arti alla filosofia, dall'impegno scientifiche tecnico a quello letterario. Innanzitutto si respinge l'identificazione del medioevo con l'oscurantismo; anche la demarcazione tra umanesimo il Rinascimento oggi viene intesa da molti non tanto come effettiva separazione fra due fasi diverse, quanto come di due aspetti diversi dello stesso processo culturale
Profilo del Rinascimento
IL RITORNO AGLI ANTICHI E LA FILOLOGIA
gli umanisti sono convinti che recuperando il valore autentico della cultura antica greca e romana e riallacciandosi a destra sia possibile progettare e realizzare un mondo profondamente rinnovato. Essi intendono solo restituire testi alla loro stesura originaria o soprattutto recuperare il significato autentico: così si è potuto dire che la filologia è la vera filosofia dell'umanesimo.
DIGNITà DELL’UOMO
vi è l’idealizzazione della natura umana, le sue prerogative e capacità. L'uomo può lottare contro la fortuna può battersi per affermare se stesso il suo desiderio di gloria amore e felicità. Il pensiero rinascimentale afferma la possibilità per l'uomo di cambiare il mondo di controllarne e dominarne le forze: la realtà non è più immutabile e da contemplare poi si presenta vivente e modificabile
IL PRIMATO DELLA VITA ACTIVA
La dimensione pratico-operativa dell'esistenza: quella di chi si afferma come condottiero, il mercante o artista e si mostra capace di dominare il mondo naturale e umano. Si fanno sostenitore di un ideale di vita attiva cioè di colui che s'impegna direttamente nella vita politica e traducono quell'ideale operoso e attivo di umanità in opere artistiche letterari in cui esso trova una piena celebrazione. Affermano un nuovo valore del lavoro inteso come fulcro delle attività umane, come fonte di virtù e di verità. Niccolò Machiavelli ha una visione della politica come scienza autonoma.
REFORMATIO DELLA CHIESA E UNITà RELIGIOSA DEL GENERE UMANO
pur avendo dato avvio alla costruzione di un pensiero laico sull'uomo e sul mondo, il Rinascimento è stato in larga parte segnato anche dall'aspirazione a una rinascita cristiana. Costante severa si rileva la critica nei confronti della decadenza dei costumi del clero. Non è il cristianesimo della fuga dal mondo,1 religione che riconosce valorizza pienamente la dignità dell'uomo e si realizza come dignitàs. Numerosi umanisti sostengono l'idea dell'unità religiosa del genere umano, cioè di una religione naturale.
UNA NUOVA CONCEZIONE DELL’ARTE
Le arti figurative avevano costituito nel medioevo un settore delle arti meccaniche servili, nettamente subordinate alle arti liberali. Ora sono inserite a pieno titolo fra le arti liberali.
LA NATURA COME REGNUM HOMINIS
un altro segno di modernità ravvisabile nella cultura di quest'epoca è la nuova visione della natura che vi si afferma. I filosofi non considerano più natura come espressione singolo del divino ma come regno dell'uomo. La visione della natura esprime ancora l'idea qualitativa e non quantitativa della realtà fisica; prevale la convinzione che tutto ha natura sia animata.
LE SCIENZE OCCULTE
sull'idea dell'universale animazione della natura può di una conoscenza occulte che in precedenza erano tenute ai margini della cultura ufficiale e che ora anche la riscoperta di alcune opere antiche sono soggette di interesse: astrologia, magia, alchimia, ermetismo
Rinascimento e filosofia
il Rinascimento a pane con una stagione povera sul piano filosofico la cultura rinascimentale soprattutto centrata sugli studi orientati più sulla più sulla filologia o sulla rete. Eppure sostengono altri studiosi propri nel Rinascimento si può rintracciare l'emergere e raffermarsi di alcuni elementi fondamentali del pensiero moderno. Il Rinascimento non lega più alla filosofia ad una rivelazione religiosa, ma concepisce come razionale interrogazione dell'uomo sull'uomo, sul mondo e sulle cose. Tra due filosofie è platonismo ad essere egemone, e platonici sono i maggiori filosofi del Rinascimento. Il platonismo rinascimentale si caratterizza come una concezione filosofica-religiosa che in nome della comune aspirazione divina che ama gli uomini ad abbandonare le antiche divisioni. Anche l'aristotelismo mostra la capacità di rinnovarsi, presentandosi con modello di pensiero capace di favorire un avanzamento del sapere scientifico in piena autonomia rispetto la religione (epicureismo, scetticismo)
Nicola Cusano: l’infinità divina e la docta ignorantia
Nicola Cusano considerato il maggior filosofo del 400 nasce nel 1401 presso Treviri. De concordantia cattolica è un compromesso fra le tesi dei fautori dell'autorità del concilio e quelli dei fautori dell'autorità del pontefice. Solo con l'armonia fra le diverse istanze e componenti cristiane, la Chiesa potrà tornare ad essere luogo di convivenza.
INFINITà DIVINA E SAPERE CONGETTURALE
La filosofia di Cusani non si fonda su due concetti fondamentali:
• l'infinita di Dio, cioè alla sua infinita distanza dall'uomo, la sua incommensurabilità veramente umana
• La docta ignorantia, ossia l'idea che presa coscienza di quelle incommensurabilità quindi dei limiti del proprio sapere l'uomo possa comunque svolgere un percorso di ricerca. Cusano riprende l'antico motivo della teologia negativa, di Dio possiamo dire che cosa non è, piuttosto che ciò che è. L'ignoranza si trasforma così in coscienza del limite; la via verso la verità si snoda attraverso un percorso conoscitivo complesso. Non potendo conoscere la realtà divina in se stessa e neppure l'essenza delle cose, possiamo solo formulare delle congetture su posizioni.
LA COINCIDENZA DEGLI OPPOSTI E L’INFINITO
l'infinita di Dio trasgressione nella dottrina della coincidenza degli opposti. In Dio si realizza a coincidenza degli opposti poiché in lui vengono a coincidere tutti gli attributi, anche quelli fra loro contrari. In altri termini, proprio perché è infinito, Dio è al di là di ogni imitazione. Cusano trova nel concetto matematico di infinito.
DIO E IL MONDO
il sapere congetturale dell'uomo si misura inoltre col problema del rapporto fra Dio e il mondo. Stabilito che Dio è massimo assoluto rispetto al quale ogni cosa potrà presentare di stesse tribù di una maniera limitata da essere tutto aperto il mistero di come il mondo si leghi alla trascendenza assoluta di Dio. Intendendo cioè il rapporto fra Dio e il mondo in termini di implicazione di tutte le cose in Dio e di iris di creazione di essere a partire da lui. Ma Cusano si preoccupa di precisare che, mentre il mondo le cose, in quanto particolari sono limitate ed opposte tra loro, in Dio sono presenti in quanto totalità e unità; il mondo possiedono struttura matematica e l'ordine stabilito da Dio, nega che la sostanza celeste sia diversa da quella terrestre. Si dovrà dire che più che infinito l'universo è limitato in quanto tale senza centro né circonferenza. Cadono per tanti presupposti del geocentrismo e la terra che non occupo più il posto centrale nell'universo ma si muove di moto circolare non perfetto.
Marsilio Ficino: “l’uomo copula mundi”
UNA PIA PHILOSOPIA
Marsilio Ficino: la loro degenerazione è risultato della loro separazione: per tale ragione la filosofia delle ora di diventare una pia philosofia.. L'opera di rinnovamento della civiltà cristiana potrà avere luogo sulla base di una teologia platonica
L’UOMO SNODO DELL’UNIVERSO
per Ficino l'anima è il luogo spirituale in cui avviene l'incontro dell'uomo con Dio. Essa è intesa come copula mundi, punto di unione e di snodo dell'universo, luogo nel quale s'incontrano e si intrecciano le cose superiori e così inferiori: l'anima si colloca al centro dell'universo
EROS E LA BELLEZZA
Ficino ritenne motivo platonico dell’ Eros, del movimento amoroso che innalza l'anima dal mondo dell'esperienza alle idee eterne. In tal modo egli fornisce un importante contributo alla riflessione estetica delle rivalutando la funzione della questo infatti è espressione visibile della verità divina. L’ universo stesso è armonia: è come una composizione musicale formata dall'accordo di infinite note. L'anima innalza l'uomo sopra l'uomo e lo converte in Dio.
Pico della Mirandola
LIBERTà E DIGNITà DELL’UOMO
Giovanni Pico della Mirandola critica l'umanesimo letterario. Si preoccupa di trovare un punto di convergenza tra il platonismo l'aristotelismo, l’Averroismo; egli ravvisa una sostanziale unità e concordia dottrinale dell'affermazione della verità universale. Per il filosofo la rigenerazione spirituale dell'umanità richiede una pacificazione generale del genere umano l'obiettivo della pace filosofica non è raggiunto sette tesi vengono condannate come eretiche. Pico riprende il platonismo di Ficino ma ne stempera la polemica aristotelica. Al centro del pensiero vi è l'idea della libertà e dignità dell'uomo.a differenza delle altre creatura l'uomo è stato creato da Dio senza una natura predeterminata. La sua natura è di non avere natura, l'uomo contiene in sé i germi di ogni vita e diverrà ciò che avrà deciso di essere: pianta, bestia, animale razionale, anima e figlio di Dio. Dall'uso che l'uomo fa della propria libertà e capacità di autodeterminazione, dipende non solo la sua unione con Dio ma quella di tutto il creato. La magia è il totale compimento della filosofia naturale e somma sapienza. Il mago mediante la conoscenza delle virtù e dei legami nascosti delle cose è in grado di controllare le forze. L'astrologia invece viene attaccata da Pico perché costituisce la negazione stessa della libertà. Distingue l'astrologia matematica o speculativa cioè l'astronomia dall'astrologia giudiziale. Mentre la prima ci permette di conoscere la realtà armonica dell'universo, la seconda crede di poter prevedere il futuro umano in base alla congiunzioni astrali.
Pietro Pomponazzi
L’AUTONOMIA MORALE DELL’UOMO
Pietro Pomponazzi è il maggior rappresentante dell'aristotelismo rinascimentale: ha sostenuto la mortalità della anima, ha sottomesso l'uomo al determinismo astrale a cui nulla si sottrae. Per Pietro occorre affrontare dalle dure di Aristotele senza ridursi ad essere passivi e superficiali ripetitori della sua dottrina nega il libero arbitrio dell'uomo, incompatibile con il rapporto di necessità che lega il the aristotelico al mondo. Distingue la filosofia della religione mentre la prima si rivolge ai due si, la seconda cerca di adattar dottrina alla mentalità del volgo la differenza fra la fede e la ragione appare ben chiara quando si parla di miracoli. Per la ragione si tratta solo di eventi naturali che si verificano raramente in occasione di particolari congiunzioni astrali. Pomponazzi è sostenitore del determinismo astrologico cioè dell'influenza determinante degli astri sui fenomeni naturali e umani. Quanto all'anima essa occupa una posizione intermedia nell'ordine del mondo, poiché si colloca fra il mondo superiore, di natura spirituale, e quell'inferiore, di natura materiale; sostiene che l'anima è forma d'eco non è separare dal corpo né vi possono essere sue operazioni indipendenti da esso. La ragione può riconoscere solo una tendenza dell'anima all'immortalità. Egli sostiene la piena autonomia della morale dalla religione. In realtà la virtù è premio a se stessa. L'azione virtuosa riesce a rendere l'uomo felice togliendogli dall'animo ogni dubbio e turbamento.

NATURALISTI ITALIANI DEL RINASCIMENTO
La Chiesa dopo il concilio di Trento dall'altro opera un controllo capillare della vita culturale italiana, utilizzando i due strumenti del santo ufficio e dell'indice dei libri proibiti. Tre effetti negativi provocati dal rigido controllo ecclesiastico sulla cultura vi è certamente lo sviluppo di una tendenza diffusa alle conformismo, ad una sorta di autocensura. Proprio questi drammatici conflitti mosso tuttavia la vitalità della forza e l'originalità del peso delle, in cui si delineano due tendenze. La prima è costituita dal naturalismo, che presenta un chiaro orientamento anzi aristotelico. Esso poggia sull'idea che tutto natura sia animata. La seconda tendenza è costituita dal profetismo etico religioso. Dall'atteggiamento si traduce una sistematica critica della situazione religiosa dell'Italia dell'Europa.
Bernardino Telesio
La sua concezione del mondo è apertamente anche aristotelica, egli sostiene che la natura deve essere intesa ixta propria principia, cioè secondo regole e principi ad essa intrinseci. La natura si regge su se stessa, nonna su principi estranei; ed io ad averlo stabilito, determinando le regole costanti dell'accadere degli enti. Dio opera, quindi nell'universo non come causa immediata di ogni vento ma attraverso le cause naturali. Telesio intende così contrapporsi all'aristotelismo. La sua visione della natura, ispirata a naturalismo press socratico, è di tipo qualitativo. Per lui natura è riconducibile a tre principi costitutivi: due forze agenti, il caldo e il freddo, e una massa corporea. La terra immobile, mentre il sole si muove. Telesio sostiene inoltre che nella natura ogni cosa sente. Tutti gli esseri hanno un'anima che la natura stessa è un tutto vivente e senziente.l'anima umana è essa stessa corporea composta di materia più sottile. Telesio sostiene che nell'uomo esista una forma superaddita un'anima divina anche infusa nell'uomo da Dio stesso e che è immortale. Nell'uomo la sensibilità è capace di conoscere il mondo, proprio in quanto partecipa dell'universale sensibilità. L'intelletto non è qualcosa di diverso dalla sensibilità. Anche la concezione morale di Telesio ha un carattere naturalistico. Il principio essenziale cui ogni essere dell'universo si ottiene è l'autoconservazione. L'ostessa viene l'uomo: quando opera a favore della propria conservazione e li provo un senso di piacere; quando invece subisce qualcosa che tende distruggerlo prova dolore.
Giordano Bruno
LA LOTTA PER LA VERITà
RINASCITA FILOSOFICA, RELIGIOSA E MORALE
La concezione del mondo di giordano Bruno appare spregiudicata. La sua fiducia nella ragione e la coerenza con cui ha lottato sacrificando la sua stessa vita hanno fatto di queste filosofo un singolo dell'autonomia e della libertà del pensiero. Egli è mosso da una curiosità incessante; si sente investito di una grande missione di rischiaramento filosofico e religioso a beneficio dell'umanità e rivendica il pieno diritto della ragione alla ricerca e al filosofare, schierandosi contro la tendenza a delimitarne e a ridurne l'esercizio da parte delle autorità religiose. Egli respinge con forza l'idea che la speculazione possa essere ostacolata e impedita da motivi di fede. In una prima fase sostiene la distinzione di campo tra filosofia e la religione che successivamente ritiene che la religione cristiana sia responsabile della decadenza e della crisi della società e della cultura. Bruno assume come proprio compito quello della rinascita della religione della sua riforma che ritiene necessaria per restaurare la società e il sapere. Una religione naturale considerata capace di ricostituire i vincoli dell'uomo con l'uomo e con la natura.
UNITà E INFINITà DELLA NATURA
Dio è assolutamente al di là del mondo sensibile, uan MENS SUPER OMNIA, sopra di ogni cosa del tutto inconoscibile perché al di là della portata della nostra ragione, dal punto di vista della ragione di Dio è invece una MENS INSITA OMNIBUS, mente interna è presente in ogni cosa, e appare noi come la natura stessa. Dio è causa dell'universo, sì in quanto produce se in quanto ne costituisce il principio immanente. Poiché Dio è potenza creativa infinita, anche l'universo è infinito, in quanto effetto sono di quella causa infinita. Dio per Cusano era trascendente, mentre per Bruno e immanente alla natura stessa. È l'artefice interno delle infinite realtà che costituiscono la natura. Bruno è fautore della teoria astronomica di Copernico. L'universo è infinito non solo perché è infinitamente grande, ma anche perché è costituito da infiniti mondi. Essendo infinito all'universo non ha centro né circonferenza non è né alto né basso e la mancanza di un centro fa sì che non esista un ordine gerarchico della natura. Bruno definisce la concezione del tutto nuova nella quale sono abbattuti i confini dell'universo fissati dalla tradizione. Nell'universo, animato dalla presenza immanente di Dio, tutto di vita e la morte è solo apparenza: tutto muta e nulla si annihila. Il concetto di materia risulta profondamente mutato in quanto essa appare dotata di intrinseco principio attivo.
LA LOTTA PER LA VERITà COME COMPITO MORALE
nell'universo infinito cambia la collocazione dell'uomo: e gli non è più in interno, il fondamento e i figli. Anche l'uomo e il prodotto della causalità infinita di Dio e la sua distanza dalla infinita potenza divina è incolmabile. L'uomo in quanto essere fintamente infinito, può cogliere in sé e nel mondo l'infinita potenzialità e cercare di tradurla in atto con la propria azione e con il proprio pensiero, in un processo che non ha mai compimento. Il presupposto gnoseologico è la corrispondenza fra la struttura della realtà e quella del pensi. L'attività conoscitiva miniera a individuare i nessi esistenti fra diverse rappresentazioni sensibili di tali principi della realtà sensibile e solo l'ombra cioè il segno: un'ombra nella quale la mente cerca di cogliere un ordine. La ricerche incessante di quest'ordine ultimo delle realtà costituisce per l'uomo un compito morale oltre che conosci tifo. Tre amori: l'amore per la vita dedita al piacere, quello per la vita attiva e quello per la vita contemplativa. I primi due tipi sono propri del barbaro ingegno. Il terzo è l'autentico ed eroico furore, perché esso ha come fine supremo la contemplazione della bellezza di film che si manifesta nell'intero universo. Quella di Bruno non è una forma di elevazione mistica verso la trascende: essa è risoluzione dell'individuo e l'infinita evidente natura. L'uomo cerca la verità in tal modo paradossalmente da cacciatore diventa preda, il calciatore viene a catturare se stesso.
LAVORO E CIVILTà
Bruno descrive la vita come conflitto solo, guerra perenne del bene contro il male. Il mondo e il campo ove si dispiega pienamente l'attività umana, l'ozio viene cacciato dalla e l'uomo cerca di affermare se stesso con le opere. Bruno concepisce unitariamente l'impegno teoretico e l'impegno pratico dell'uomo di conseguenza e esalta la virtù delle mani oltre a quella dell'intelletto.
Tommaso Campanella
entra in un convento domenicano, ma respinge le dottrina aristotelica che gli vengono insegna, considerandole verbose e astratte.
NATURA ANIMATA E PRIMALITà
il pensiero di Campanella è strettamente legato al contesto storico e rivela la presenza di temi e motivi disparati, provenienti dalla cultura medievale. L'uomo a piedi di do a indagare razionalmente la natura, cercando di conoscerne i fondamenti e le regole di funzionamento. Egli afferma l'autonomia reciproca della religione e della scienza. Campanella riprende la polemica nei confronti del mondo di carta dell'umanesimo e della cultura libresca, in nome della natura e dell'esperienza diretta. La natura deve essere conosciuta attraverso i suoi intrinseci principi regolatori. Egli considera essenziale l'animazione universale della natura; nella natura tutto assente, tutto può essere conosciuto da noi attraverso l'esperienza e la riflessione sulle speri: valorizza la magia cioè la possibilità offerta all'uomo di prevedere libri e di intervenire sui processi della natura. La metafisica di Campanella si sviluppa quindi all'interno di questo animismo e magismo. La natura appare come una moda o triade, articolata in tre dimensioni costitutive o primalità: potenza, sapienza e amore. Potenza= tensione e forza creativa, sapienza= conoscenza di ciò che può distruggerlo, amore di sé, tendenza all'autoconservazione. L'aratura è distribuita gerarchicamente in più piani; solo Dio può, sa e vuole tutto può, mentre negli altri esseri le tre primalità sono limitate.
L’AUTOCOSCIENZA
il fondamento del conoscere è costituito dal senso. Le sensazioni non hanno pena lo stesso valore e la loro verità è relativa, dipendendo da ciò che trova in un certo momento su una determinata persona. Contro lo scetticismo osserva che si conoscere da un lato e sentire, partire, dall'altro è sentire se stessi: a fondamento della conoscenza del reale si è la autocoscienza sensibile. La percezione delle cose è il frutto di un sensus additus, di una sensazione che si aggiunge ad una sensazione originaria. Riprende l'argomento del dubbio degli scettici.
L’UTOPIA POLITICA
in Campanella l'esigenza di rinnovamento del sapere si accompagna all'aspirazione ad una profonda renovatio politico-religiosa. E non prende la strada della rassegnazione, ma quella dell'utopia; le regole là in vigore sono opposte a quelle conosciute nei paesi europei e gli che vengono proposte acquisti come modello da realizzare. Tutti beni sono in comune e non esiste la proprietà privata tutti hanno ciò di cui abbisognano punti solo così è possibile eliminare l'egoismo. Le donne sono comuni e la generazione viene programmata, regolata dai criteri di interesse pubblico; nella città non esiste la schiavitù e è importante il valore del lavoro. Il governo è affidato ai dotti, guidati dalla persona tra essi dotata di maggiore cultura. Le scienze hanno rilievo notevole e la culture s'apprende attraverso le cose. Il suo fondamento e metafisico, in quanto la stessa visione unitaria lega la realtà della natura e l'organizzazione dello Stato. Il capo è aiutato da tre sacerdoti, pon sin mor. Pon la pace e la guerra, Sin le scienze, Mor la riproduzione umana che l'alimentazione.
LA RELIGIONE NATURALE
riforma morale e religioso, gli abitanti seguono una religione naturale, fondata sulla ragione e ancorata a pochi principi, il primo dei quali è quello dell'esistenza di un unico di; tutti devono seguire un'unica religione. Successivamente riconoscerà il cristianesimo come l'unica religione davvero naturale: essa però deve tornare alla sua ispirazione di fondo.

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