Rapporto Tra Filosofia Greca e Cristianesimo, Filosofia di San'Agostino

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Testo

RAPPORTO TRA LA FILOSOFIA GRECA E LA TEOLOGIA CRISTIANA
Tutta la filosofia patristica e scolastica (medievale) rappresenta un felice connubio tra filosofia cristiana e greca ( in particolare il pensiero Platonico).
Filosofia Greca:
- La ricerca della verità e del principio (Dio) si fonda sulla ragione, sul logos e non sul mito, che è una credenza.
- Il mondo (il tutto) non è stato creato, ma esiste da sempre: dal nulla non si genera alcunché.
- L’essenza dell’uomo risiede nell’anima razionale.
- Esistono solo due tipi di amore: l’eros (amore fisico) e la contemplazioni del mondo delle idee.
Religione Cristiana:
- Attraverso la fede (che non è un pensiero logico) e l’amore si arriva alla verità.
- La verità diventa persona: Gesù Cristo (per i Greci non può essere una persona, ma un principio). Gesù non è un filosofo e non fonda una scuola o un suo pensiero (i vangeli sono un racconto della sua vita).
- Dio è il creatore: da lui tutte le cose sono state create, dal nulla il mondo è stato creato.
- L’essenza dell’uomo è lo spirito.
- L’amore cristiano è agape: si fonda sul sacrificio. L’unica religione dove il Creatore si fa creatura della sua creazione: Gesù Cristo ha sacrificato la sua immortalità per farsi uomo e ha sperimentato il dolore fisico, l’impotenza sulla croce e la morte. Agape significa sacrificare il proprio io, entrare in empatia con l’altro e metterlo nella condizione di poter realizzare il bene.
- L’uomo diventa sé stesso quando si riconosce creatura e può farlo solo quando conosce il suo Creatore.
- Dio è padre (la legge), il figlio (l’amore) e lo spirito santo (la conoscenza).

SANT’AGOSTINO
Nasce a Tageste, Egitto, nel 354 d.C. e studia a Cartagine: rimane deluso dai Vangeli, che trova noiosi e si interessa profondamente dell’opera di Cicerone che riassume tutta la filosofia Greca, l’Ortensio.
Scrive un’autobiografia, Le Confessioni (nessun filosofo greco aveva trovato importante parlare dei suoi sentimenti interiori) e realizza una sintesi rigorosissima tra filosofia greca e cristianesimo.
In Oriente venne fondata una religione chiamata Manicheismo, che si diffuse in Egitto, il cui capo si chiamava Fausto: Agostino si fa manicheo. Per i manicheisti c’erano due tipi di principio in eterna lotta tra loro: il Principio Materiale (che era il male, l’ombra) e il Principio Spirituale (che era il bene e la luce). Durante una discussione pubblica con Fausto, Agostino lo mette in difficoltà affermando che non possono esserci due principi. Decide allora di andare a Roma, nel 383. Entra nella scuola dello Scetticismo, che afferma l’impossibilità dell’esistenza i una verità assoluta. A Milano incontra il Vescovo Sant’Ambrogio (nobile Romano di grande cultura) e decide di frequentare le sue lezioni di retorica in chiesa. Agostino arriva alla conclusione dunque che se il Cristianesimo si è potuto diffondere in tutta Europa deve essere fondato sulla verità.
Incontra Plotino, un filosofo egiziano che non si convertì mai al Cristianesimo, platonista che scrisse l’Enneadi. Agostino rimarrà sempre influenzato da questo libro e diventerà un cristiano neoplatonista.
Filosofia di Plotino.

La frequentazione alla comunità cristiana di Sant’Ambrogio portò in Agostino il desiderio della conversione: ma in questo modo avrebbe dovuto abbandonare la ragione (che non poteva dimostrare che Gesù era la verità e che era risorto) per la fede.
Nelle confessioni scrive: Quando io volevo prendere la decisione di darmi finalmente al servizio del mio Signore, ero ben io che volevo, ero ben io che non volevo, io, io, sempre io. Si può ben notare il conflitto interiore che lacerava la sua anima; Socrate e tutti i filosofi greci non avrebbero mai potuto affermare una simile cosa, poiché per loro non esisteva la fede, ma solo la ragione, il logos.
Durante una visita all’amico cristiano, Alibio, Agostino assiste alla sua grande meditazione e riconosce la sua miseri interiore: il dispiacere si traduce in pianto. Si vergogna del suo passato, ma allo stesso tempo non riesce ad abbandonarlo, e tra le lacrime prega il Signore di liberarlo dalla sofferenza. In quel momento sente la voce di un bambino che dice “Prendi, leggi”: in quella frase lui riconosce l’aiuto di Dio e prende il vangelo e lo apre a caso. Il versetto dice che Dio non si trova nei piaceri della carne, ma nell’amore spirituale e nel sacrificio: tutte le sue incertezze e il dolore vengono diradate da una “luce” rassicurante (Il suo volto tornò sereno). Dopo essere stato battezzato torna in Egitto e viene fatto vescovo di Ippona fonda un ordine: gli Agostiniani. Morirà nel 540 d.C.
RAGIONAMENTI FILOSOFICI DI SANT’AGOSTINO
- Confuta lo scetticismo che afferma che la verità assoluta non esiste. Agostino risponde: “io, essere pensante, devo esistere per forza nel momento in cui penso che la verità non esiste. Dunque se pensa, necessariamente deve esistere: gli scettici ammettono implicitamente una verità negandola. Si può dubitare di qualunque cosa, ma non posso dubitare del fatto che io esisto come essere pensante. L’esistenza però non si trae da sé stessa; deve esistere necessariamente un essere assoluto, da cui tutte le cose esistenti sono nate. L’essere e la verità coincidono necessariamente, dunque la verità assoluta esiste.
- Agostino si confronta con Platone per capire se la verità è riconoscibile. Platone afferma la preesistenza dell’anima attraverso la teoria della reminiscenza: non possiamo conoscere qualcosa del mondo sensibile se non lo abbiamo conosciuto nel mondo delle idee, dunque abbiamo il ricordo delle idee che provengono dall’Iperuranio e possiamo riconoscerle perché le abbiamo intrinseche nell’anima. Per Agostino non basta dire che la conoscenza dell’anima avviene per renderla un’esperienza reale: la conoscenza avviene attraverso la luce di natura spirituale dell’anima. Poiché la parola idee significa visione (Eidos in greco), cioè la conoscenza attraverso gli occhi dell’anima, si può cercare di comprendere la natura della conoscenza delle idee facendone un confronto con la conoscenza realizzata dalla vista nel mondo sensibile

L’uomo non ricorda le idee ma le intuisce grazie ad una luce che sta nella nostra coscienza, cioè che ci permette di pensare. Poiché l’uomo muore e le idee universali invece sono eterne, non possono essere necessariamente essere state create dallo stesso edere pensante. Dunque la luce deve venire dal principio, da Dio. L’uomo partecipa alla luce di Dio. Le idee sono una realtà oggettiva perché create da Dio, che da la possibilità all’uomo di conoscerle (attraverso la luce), ma non da la conoscenza stessa. Per Agostino la conoscenza non può essere separata dalla vita morale dell’uomo: essa presuppone un cammino di purificazione dell’anima. Il filosofo cristiano deve pregare Dio per avere l’intuizione, per avere la luce della conoscenza.
- I Filosofi greci dissero che il principio è l’archè e che il mondo esiste da sempre (dal nulla non si genera nulla). Per Agostino la filosofia greca ha in sé una contraddizione: per i greci i principi erano due ( uno materiale e l’altro formale), ma il principio non può essere dualistico, ma solo uno. Necessariamente la contraddizione dualistica mette in discussione anche il fatto che il tutto non sia mai stato creato. Per Agostino dunque il principio è uno solo (quello formale) che crea dal nulla la materia. Dio, quindi, creò la materia.
- Una riflessione filosofica molto importante di Agostino riguarda il tempo: egli si chiede cosa facesse Dio prima di creare il mondo. Ma il tempo per Dio non esiste, non è una realtà oggettiva; infatti il Passato è ciò che non esiste più, quindi non esiste, il Futuro è ciò che deve ancora esistere, quindi non esiste, e il Presente è ciò che è in mezzo a passato e futuro, è un istante che tende allo zero, dunque non esiste. L’idea del tempo che abbiamo noi mortali deriva dal fatto che viviamo i un mondo in movimento, che diviene: il tempo deriva dalla nostra condizione soggettiva. Per poter ricordare bisogna estraniarsi dal mondo e fermare il movimento per ricordare quello passato: dunque grazie al ricordo noi possiamo capire che un certo tempo è passato; la facoltà dell’anima di ricordare fa capire che l’essere è sempre in movimento e necessariamente non è più lo stesso l’istante prima. Invece grazie ai desideri dell’anima il futuro esiste. Non avremmo la coscienza del tempo se non ci fosse la luce dell’anima che aiuta a ricordare o a desiderare. Il tempo è necessariamente un ente creato dall’uomo dopo la creazione di Dio, quindi per Dio il tempo non esiste.

“CREDO UT INTELLIGAM, INTELLIGO UT CREDAM” disse Agostino: Io credo per comprendere, io comprendo per poter credere (Attraverso la filosofia dimostra che Dio esiste e attraverso la fede crede che Gesù esista).

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