Platone: l'Amore platonico

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Categoria:Filosofia

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Testo

Platone e la sua visione dell'Amore
Contesto
Nel periodo di massimo splendore e forza della città, nei cenacoli aristocratici spartani era nata una pratica che consisteva nel amore omosessuale tra un anziano, nobile ed istruito, ed un adolescente, che era considerato un rapporto più degno e virile di quello eterosessuale, in quanto la donna era vista come un essere inferiore.
Anziano dotto e potente ← ASIMMETRIA → Giovinetto di buona famiglia
debole e inesperto
Questa usanza si diffuse poi in tutta la Grecia antica, interessando anche filosofi e letterati, i quali prendevano sotto la propria protezione dei giovani di buona famiglia, istruendoli e instaurando con loro questo rapporto che in teoria costituiva una tappa educativa molto importante.
ES.: Achille → Patroclo Socrate → Alcibiade
Alcuni sostennero anche la parità tra questa forma di rapporto e quello eterosessuale, ma questa forma di amore, che ora definiremo pedofilo, non si estinse e anzi si protrasse per diversi secoli.
Ciò nonostante, l'omosessualità tra coetanei era considerata contro natura, una perversione, e perciò condannata, infatti, appena il ragazzo compiva lo sviluppo il "maestro" doveva troncare il rapporto fisico con il proprio allievo, e per questo viene definito "Amore a tempo determinato".
Anche perché il fatto stesso che l'uomo sia mortale impone che l'amore sia finito temporalmente.
La differenza d'età tra i due amanti evidenzia l'inesorabilità di questa legge naturale.
Platone e la Filosofia dell'Amore
La filosofia dell'Amore è necessaria per far fronte alla sua finitezza precostituita e per impedire che si risolva in nulla.
Per Platone non può finire in nulla.
L'amore nel suo accadere è promessa di un eterno ritorno, il che non significa abbandonare la sua natura di desiderio fisico.
La FINITEZZA è condizione dell'amore.
La DIFFERENZA D'ETA', l'ASIMMETRIA e la NON PARITETICITA' del rapporto sono fattori costitutivi dello stesso.
Per essere tale l'Amore deve accadere secondo la sua idea, che è perciò necessario possedere.
Solo il Filosofo può possedere l'IDEA di AMORE, perciò solo il Filosofo sa di amare, e può chiamare razionalmente qualcosa Amore.
Il filosofo conosce l'idea perché la ricorda tramite un'intuizione.
Posso chiamare amore ciò che me ne ricorda l'idea.
Su questo argomento Platone scrive tre dialoghi:
1_ con Lisia
Lisia affronta questo argomento da un punto di vista unicamente economico, analizzando i vantaggi (benefici) e gli svantaggi (costi) che possono trarre sia il giovane sia l'anziano da questo rapporto.
Lui si chiede se per un adolescente sia meglio cedersi ad un amante innamorato o non innamorato.
Lui sostiene che sia meglio concedersi ad un amante, detto Don Giovanni, che pianifichi il rapporto razionalmente ed economicamente perché:
INNAMORATO PIANIFICATORE
_ Sperpera per il proprio amato _ Spende solo il necessario per
e lo riempie di attenzioni. preservare il proprio capitale e
| raggiungere i propri scopi.
| |
_Ma al termine del rapporto proverà _ Quando dovrà chiudere il "contratto"
rancore nei confronti del giovane amoroso potrà mantenere un rapporto
che non potrà più amare. amicizia con il giovane.
|
Fin dall'inizio era consapevole della
finitezza del rapporto
Platone sostiene però che si tratti in entrambi i casi di forme di amore misere, nella forma in cui le affronta Lisia.
Infatti definisce:
Sentimento dell'innamorato: → → AMORE DEMENTE, perché e provato e vissuto senza
senno e consapevolezza.
Sentimento del pianificatore: → → AMORE MORTIFERO, perchè non ha nulla di vitale e si
basa solamente sull'aspetto economico.
Platone identifica invece nella "FOLLIA D'AMORE" (che è ben differente dalla demenza) una forma più alta di intelligenza, un qualcosa di quasi religioso, perché si manifesta in un invasamento senza perdita di senno: è una lucida follia in quanto si è chiamati all'amore da Eros.
FOLLIA D'AMORE: non è un calcolo ma neanche cieca demenza.
Al termine naturale del rapporto, il folle non prova rancore perché conserva il ricordo dell'amore, essendo stato fin dall'inizio consapevole della finitezza precostituita del rapporto.
Questi vivendo e concludendo il rapporto in maniera positiva, salvaguarda la possibilità che possa ricapitargli di provare questo sentimento, mentre il demente che vive con un eccesso di dedizione il rapporto e lo conclude con un eccesso di delusione, si preclude una nuova esperienza amorosa.

2_ con Socrate
In questo dialogo Socrate cerca come suo solito di dare una definizione, e per fare ciò parte da un luogo comune:
"L'amore è un desiderio senza ragione asservito al piacere"
Attraverso un ragionamento non economicista giunge però alle stesse conclusioni di Lisia, sottolineando che il demente il più delle volte tenderà ad estremizzare il suo amore perdendo di vista il futuro del ragazzo, per occuparsi solo della soddisfazione del proprio sentimento, arrivando perfino a segregare il ragazzo per averlo tutto per sé.
3_ con Socrate
E' un discorso di fondazione filosofica dell'Amore.
La FOLLIA d'amore non è una perdita di senno, ma una superiore salute mentale.
L'EROS è un dono divino, e perciò non è una scelta dell'uomo, ma del destino: l'uomo può scegliere di fare il folle ma non di esserlo.
Dalla follia non si esce, non c'è libero arbitrio.
Solo chi conosce l'idea d'amore saprà chiamare amore ciò che ne ricorda l'idea, solo il filosofo lo potrà riconoscere.
Nel volto e nello sguardo dell'altro riconosco, incontro la memoria dell'idea d'amore.
PARTICOLARE che ricorda l'UNIVERSALE.
La verità dell'amore è METAFISICA, ma l'amore non lo è e conserva la sua natura FISICA.
Il desiderio dell'altro nel corpo dell'altro.

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