Pietro Pomponazzi

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

PIETRO POMPONAZZI
Nacque a Mantova nel 1462 e insegnò filosofia in varie università italiane. Morì a Bologna nel 1524.
L’ordine naturale del mondo
La filosofia del Pomponazzi è quella di far capire che il mondo ha un ordine razionale necessario, criticando anche la filosofia aristotelica la quale ha escluso l’intervento nelle cose di Dio e di altri poteri soprannaturali. Per lui la realtà è fatta di fatti eccezionali o miracoli, magie, stregonerie, non riconducibili a tali solo perché contrari alla normale vita quotidiana, ma miracoli solo perché accadono raramente a lunghi intervalli di tempo e sotto l’azione degli astri. Gli astri sono il mezzo dell’azione di Dio sul mondo. Quindi miracoli e incantesimi sono dunque dovuti ai corpi celesti e rientrano nell’ordine naturale del mondo.
La dottrina dell’anima
Per Pomponazzi l’anima non può vivere senza il corpo. L’anima sensitiva ha bisogno del corpo come soggetto, per gli organi corporali, e come oggetto perché può percepire soltanto le cose corporee. Anche se, invece, l’anima intellettiva non ha bisogno del corpo come soggetto, ne ha bisogno come oggetto. Queste affermazioni portano a dire che l’anima è inseparabile dal corpo e la sua immortalità diventa dubbia e in caso contrario impossibile a dimostrarsi. Anche se non ci fosse un premio o un castigo dopo la morte, il premio essenziale della virtù è la virtù stessa, che fa in modo che l’uomo sia felice, mentre la pena del vizio è il vizio stesso, che rende l’uomo infelice.
Doppia verità
Con questa frase si vuole dire che sulla mortalità dell’anima esistono due verità opposte che bisogna accettare. La prima è che l’anima sia immortale, per la religione, e la seconda è l’opposto, che l’anima sia mortale, per la filosofia.
Libertà e necessità
Pomponazzi ritiene innegabile la libertà umana ma nello stesso tempo inconciliabile con Dio. Perché lui è la causa non solo del bene, ma anche del male, che concorre con il bene alla compiutezza dell’universo nel quale ci devono essere sia parti pure e nobili che impure ed ignobili.

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