Nicola Cusano

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Nicola Cusano
Per Nicola Cusano la possibilità della conoscenza risiede solo nel rapporto tra noto e ignoto, si può infatti giudicare ciò che ancora non si conosce solo in relazione a ciò che già si conosce. Egli rinuncia alla pretesa di oggettivare e di conoscere e comprendere Dio perché la sua infinitezza è al di sotto dell’intelletto umano che è finito, non si può dare di Lui una conoscenza oggettiva non c’è proporzione tra Dio e le cose finite, la conoscenza di Dio sta come il poligono iscritto nel cerchio per quanto possa essere piccolo il lato il poligono non combacerà mai con la circonferenza ma ne resterà solo tangenziale e così è la conoscenza di Dio che resterà sempre imperfetta; Dio è al di là della ragione. In Dio vi è una vera e propria coincidentia oppositorum per cui Dio va anche oltre il principio di non contraddizione e in lui coesistono i contrari caldo freddo, luce buio....solo noi che viviamo nel relativo possiamo contrapporre il meno col più, nell’assoluto il concetto di massimo assoluto coincide con quello di minimo assoluto. Egli spiega i rapporti tra l’assoluto e la realtà attraverso i concetti di complicatio (complicazione), implicatio (implicazione), contractio (contrazione): infatti il mondo è un Dio contratto, cioè un Dio materializzato e determinato in una molteplicità di cose; in Lui tutte le cose coesistono nella loro complicazione, perché in lui tutte le cose si uniscono e fanno uno; Dio è esplicatio il dispiegarsi dell’unità nella molteplicità di cose. Dicendo che in tutte le cose vi è Dio si può notare una componente che richiama al panteismo; per lui l’universo è il macrocosmo e l’uomo il microcosmo, e ciò che l’universo possiede in maniera universale l’uomo la possiede in maniera particolare e differenziata, l’uomo e anche un’immagine della mente di Dio, infatti la mente umana è la più semplice immagine speculare della mente divina.

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