Natura vista in un nuovo modo

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Testo

La rivoluzione scientifica

La scienza moderna degli inizi ha dovuto combattere una storica battaglia soprattutto contro la religione.
Innanzi tutto perché il nuovo sapere metteva in discussione le teorie cosmologiche e fisiche, ritenute sino a quel momento cortissime. Perché la scienza era portatrice di uno schema teorico anti-finalistico ed anti-essenzialistico che urtava contro i teoremi basilari della metafisica greca e di quella cristiana. Perché la scienza svuotava di senso ogni dogma intellettuale legato all’autorità del passato.
La religione si sentiva fortemente minacciata poiché si vedeva distruggere quella visione cosmologica in cui aveva inquadrato le proprie credenze di fede. Inoltre, ad inquietare la chiesa non erano solo i contenuti della nuova scienza, ma anche il suo metodo, che fondandosi sul principio della libera ricerca poteva apparire eretica quanto il libero esame delle Sacre Scritture da parte dei protestanti.
Eppure, attacchi e polemiche, anziché bloccare gli scienziati, gli spronarono ad approfondire meglio le loro dottrine, stimandoli e cercando prove sempre più solide a favore di esse. Così, sia pure lentamente e a prezzo di sofferenze e battaglie, la nuova scienza finirà per imporsi, dimostrando, con i fatti, la propria validità e la propria utilità sociale.
Il cosmo era concepito come un insieme di sfere rotanti intorno ad un unico corpo centrale, pesante e immobile: la Terra. Lo spazio non era omogeneo, ma diviso in due grandi regioni, celeste e terrestre; quest’ultima, a sua volta, era divisa nelle sfere dei diversi elementi: aria, terra, acqua, fuoco. La geometria di questo spazio determina i movimenti: circolari ed eterni quelli dei cieli, rettilinei e terminati quelli terrestri.
Intorno alla metà del XVI secolo, la cosmologia classica e medievale viene messa radicalmente in discussione dalla rivoluzione astronomica, detta copernicana. La rivoluzione copernicana ebbe inizio dalla ricerca di una soluzione più semplice e armoniosa di quelle tradizionali al problema classico del moto dei pianeti.
La natura viene vista in un nuovo modo:
a) La natura è un ordine oggettivo poiché essa costituisce un oggetto i cui caratteri non hanno niente a che fare con la dimensione spirituale, e quindi con i fini, bisogni, desideri dell’uomo. L’universo delle scienza si configura come un ordine programmaticamente spogliato di ogni attributo, valore o qualità umana. Solo disantropomorfizzando (spersonalizzando, studiare la natura quantitativamente e non qualitativamente) la natura risulta possibile studiare scientificamente la realtà effettiva del mondo circostante.
b) La natura è un ordine causale, poiché in essa nulla viene a caso, ma tutto è il risultato di cause ben precise, intendendo per causalità un rapporto costante ed equivoco fra due o più fatti, dei quali dato l’uno è dato anche l’altro e tolto l’uno è tolto anche l’altro. Ad esempio, dato i cento gradi l’acqua bolle necessariamente; tolti i cento gradi, smette necessariamente di bollire. Tuttavia, delle quattro cause riconosciute da Aristotele, l’unica scientificamente ammessa è quella efficiente. Infatti alla scienza non interessa il fine o lo scopo dei fatti, ma solo la causa efficiente, ossia le forse che li producono. Ad esempio, alla scienza non interessa per quale scopo la natura ha creato i pianeti o le maree, ma ha come unico traguardo lo studio delle cause efficienti generatrici di tali fenomeni.
c) La natura è un insieme di relazioni, poiché lo sguardo del ricercatore non è fisso sui principi sostanziali che stanno al fondo della realtà, ma sulle relazioni causali riconoscibili che legano i fatti. Ad esempio, lo studioso della natura non si occupa dell’essenza dell’arcobaleno, ma dell’insieme delle connessioni che lo legano ad altri fenomeni e lo rendono comprensibile, ad esempio la luce e l’acqua.
d) La natura è un insieme di leggi che regolano i fenomeni e li rendono prevedibili.
La scienza viene concepita diversamente:
a) La scienza è un sapere sperimentale poiché si fonda sull’osservazione dei fatti e perché le sue ipotesi vengono giustificate su base empirica e non puramente razionale.
b) La scienza è un sapere matematico che si fonda sul calcolo e sulla misura.
c) La scienza è un sapere intersoggettivo poiché i suoi procedimenti vogliono essere pubblici, cioè accessibili a tutti, e le sue scoperte pretendono di essere valide, ossia controllabili da ognuno.

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