Meccanicismo

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

M
ECCANICISMO:
INTRODUZIONE Il termine meccanicismo fu adottato nel 17° sec.; per spiegazione meccanicistica s'intende quella che si serve esclusivamente del movimento dei corpi, inteso come movimento spaziale (due elementi fondamentali, la massa/materia e il movimento). In questo senso, una teoria meccanicistica della Natura è quella che non ammette altra spiegazione possibile dei fatti naturali, a qualsiasi dominio appartengano, se non quella che li considera come movimenti o combinazioni di movimenti di corpi nello spazio. In sostanza, nel meccanicismo si diede una portata universale ai principi fondamentali della meccanica, nel senso che la realtà naturale veniva ridotta ad una mera struttura di corpi in movimento, interpretabile soltanto attraverso le precise regole del movimento dei corpi fra loro (fondamentale in questa direzione fu la scoperta del principio d'inerzia). Ogni fenomeno viene così risolto in una serie di operazioni complesse, ma definibili e comprensibili chiaramente: allo stesso tempo si toglie ogni specificità di comportamento ai corpi, i quali vengono tutti interpretati secondo un unico punto di vista.
La scoperta della macchina come modello teorico di indagine è connessa con la generalizzazione dei principi della meccanica. In questo periodo si scoprono nuove macchine (anche le armi da fuoco), se ne perfezionano altre e se ne mettono a punto altre ancora in grado di dare rilevazioni precise (orologi, telescopi, ecc.). L’uso di tutte queste macchine, con gli effetti evidenti che arrecano nella vita reale degli uomini, suscitano la convinzione che si possa instaurare un pensiero attivo nella vita pratica. Una macchina strumento-tecnico deve essere costruita in modo tale che siano osservate le relazioni precise tra i pezzi: solo allora potrà funzionare, si avranno le conseguenze previste in virtù del fatto che è stata costruita in modo univocamente determinato. Del pari, anche i fenomeni reali sono costruiti mediante elementi quantitativi e quindi solo mediante formulazioni geometriche.
ASPETTI PRINCIPALI DEL MECCANICISMO:
• Un aspetto importante del meccanicismo è la polemica tra questo e il finalismo, cominciata a partire dal ‘600 con il nuovo spirito di rinnovamento. Dopo secoli in cui le cause finali erano state soggetto della spiegazione dei fenomeni naturali, ora vengono quasi completamente escluse, poiché l’attenzione si sposta dalla causa alla misurazione.
• L’altra caratteristica della concezione del meccanicismo è il determinismo rigoroso, cioè il concetto di una casualità necessaria che investa tutti i fenomeni della natura. Anche oggi si considera come non meccanicistica ogni concezione del mondo che neghi il determinismo rigoroso.
DA DOVE DERIVA IL MECCANICISMO?
Come concezione filosofica del mondo come di un sistema di corpi in movimento , cioè di una grossa macchina, è propria dell’ atomismo antico.
DIFFERENZE CHE LA NUOVA FILOSOFIA INCONTRA CON LA FILOSOFIA ANTICA
➢ Questa nuova visione del mondo paragonato ed identificato a una macchina, un orologio, presuppone l’eliminazione delle gerarchie nella Natura che per secoli ne avevano spiegato l’ordine ( al primo livello c’era l’uomo che dominava sugli oggetti viventi e su quelli inanimati), poiché il mondo non è più costruito per l’uomo o a misura dell’uomo: tutti i fenomeni, così come tutti i pezzi che compongono una macchina o un orologio, sono egualmente necessari ed hanno, rispetto al fine del funzionamento della macchina, lo stesso valore, sono tutti indispensabili.
La macchina – anche solo pensata come possibile – funge da modello esplicativo, diviene l’immagine più adeguata di una realtà costituita di dati quantitativamente misurabili nella quale ogni elemento adempie, sulla base di una determinata forma, di determinati movimenti e velocità di movimenti, una sua precisa funzione. CONOSCERE LA REALTA’ VUOL DIRE RENDERSI CONTO DEL MODO IN CUI FUNZIONA LA MACCHINA DEL MONDO.
➢ La seconda importante differenza corrisponde alla concezione dell’universo; la sua precedente immagine era come un grande organismo, una realtà vivente, UNIVERSO VIVO. Con la rivoluzione scientifica, invece, anche l’universo entra a fare parte dell’insieme dei fenomeni naturali e viene quindi, per la prima volta, immaginato come una struttura meccanica.
IL RUOLO DI DIO:
All’immagine platonica del Dio geometra, si sostituisce l’immagine, poi largamente diffusa, del Dio “meccanico”, costruttore di quel perfetto orologio che è il mondo. La conoscenza delle cause ultime e delle essenze, che è negata e preclusa all’uomo e che non interessa la scienza, è riservata a Dio in quanto creatore e costruttore del mondo. L’intelletto umano, che è finito e limitato, può accedere solo alle verità che sono state costruite dagli uomini: la verità della fisica, della matematica, della geometria. L’immagine della macchina del mondo implicava l’idea di un suo Artefice o Costruttore e lo studio accurato e paziente di quella macchina si rifaceva a Dio.
I tre pensieri dei rispettivi scienziati che si occuparono di questo problema sono diversi tra loro:
PENSIERO CARTESIANO
PENSIERO NEWTONIANO
PENSIERO DI LEIBNIZ
La visione della realtà cartesiana riconduce al suo pensiero divino: il filosofo attribuisce a Dio (causa prima) l’atto creativo della materia e il movimento di quella, e alle cause seconde il funzionamento del mondo. Anche relativamente a questo campo, è possibile notare il dualismo cartesiano, la tendenza di Cartesio a dividere schematicamente ruoli e funzioni.
La posizione di Newton vede Dio paragonato ad un orologiaio: ha, cioè, il compito di provvedere nel funzionamento del cosmo che lui stesso ha costruito.Il filosofo inglese sostiene che l’intervento provvidenziale sia assolutamente necessario, poiché la sola materia non è in grado di far funzionare il mondo. Il suo pensiero implica, poi, che il mondo, creazione divina, sia imperfetto perché necessita dell’aiuto di Dio.
Leibniz è fortemente contrario all’idea Newtoniana per la relativa imperfezione. Sostiene d’altro canto che l’atto creativo iniziale divino sia stato perfetto e privo di interventi nel suo corso.

Prima di passare alla descrizione delle tre teorie relative ai concetti di spazio e di materia, è necessario stabilire la posizione di Cartesio riguardo alla realtà:
il filosofo sosteneva che l’intera realtà è composta da due sostanze. Quella che si può definire spirito è una sostanza caratterizzata dall’atto del pensiero; il regno materiale, invece, è una sostanza la cui essenza è l’estensione. Res cogitans e res extensa: Cartesio le definiva in modo tale da distinguerle e separarle in modo assoluto. Alla res cogitans non si può attribuire alcuna proprietà caratteristica della materia, né estensione, né luogo, né moto. Il pensiero, che comprende i diversi modi assunti dall’attività mentale, e soltanto il pensiero è la sua attività. L’effetto del dualismo cartesiano, fu quindi quello di sradicare ogni traccia della natura psichica da quella materiale, assegnando alla seconda un campo inerte, quello della materia.

Continua
LA DISCUSSIONE RELATIVA AI CONCETTI DI MATERIA, CORPO E MOVIMENTO: LE TRE TEORIE
CARTESIO
GALILEO/GASSENDI
HOBBES
Identificazione dello spazio con la materia, la quale è concepita come estensione.
Eliminazione dell’esistenza del vuoto, tutto è materia.
Infinita divisibilità della materia, tesi aristotelica.

Teoria corpuscolare:
distinzione netta tra spazio e materia, dove lo spazio è concepito come contenitore vuoto di materia.
I corpi materiali sono pensati come aggregati atomici e pertanto nelle loro unità indivisibili
Teoria intermedia fra le due che distingue concettualmente materia e spazio, ma nega categoricamente il vuoto.
IL MOVIMENTO NEL PENSIERO MECCANICISTICO:
Alle differenti concezioni di spazio e materia corrispondono diversi concetti di movimento; tutti gli autori di questo periodo concordano nell’identificare il movimento con il moto locale. E riconoscono il principio di inerzia secondo il quale il movimento permane in uno stato stabile, indifferentemente di quiete o di moto, fino a che non intervenga qualcosa a fermarlo o a deviarne la traiettoria. Questa concezione contrasta con il pensiero aristotelico, il quale sosteneva che lo stato perfetto fosse quello di quiete e che il movimento fosse finalizzato a raggiungere tale stato. Il movimento era, pertanto, potenzialmente quiete.
CARTESIO: sostiene che il movimento sia circolare, a conseguenza del fatto che nega l’esistenza del vuoto. Il moto è quindi concatenato, e ogni corpo nel cambiamento di luogo prende il posto della materia che precedentemente lo occupava. Seguendo questa linea, il filosofo francese, dà una spiegazione ai movimenti astronomici, formulando la teoria dei vortici; secondo la quale il moto avviene per contatto fra corpi e non è possibile che agisca a distanza.

TEORIA CORPUSCOLARE: afferma che, dal momento che lo spazio comprende anche il vuoto, i corpi non trovano ostacoli al loro movimento inerziale, che, di conseguenza, sarà rettilineo. La deviazione dipende dall’urto di altri corpi. La questione astronomica viene spiegata in modo differente. Gassendi, per spiegare le orbite chiuse dei pianeti, sostituisce i vortici cartesiani con dei “tentacoli” che trattengono il corpo ruotante impedendogli di partire per la tangente. Newton, invece, suppone l’esistenza di una forza responsabile sia della gravitazione dei pianeti intorno al Sole, sia della gravità terrestre. Formula la legge della gravitazione universale, la quale sostiene che due corpi si attraggono reciprocamente con una forza direttamente proporzionale alle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato delle distanze.Con questa formulazione Newton ipotizza l’ azione a distanza del movimento, senza però avanzare alcun tipo di ipotesi (hypotheses non fingo).
NOZIONI ASSOLUTE E RELATIVE DI SPAZIO, TEMPO E MOVIMENTO:
CARTESIO
NEWTON
Il moto è determinato relativamente alle parti di materia immediatamente contigue al corpo che si muove; così la Terra può essere considerata in quiete, pur compiendo una rivoluzione intorno al Sole, poiché non si muove relativamente alla materia del vortice nella quale è immersa.
Nozioni “vere” sono quelle assolute dei concetti di spazio, tempo e movimento.Nozioni “volgari” sono quelle relative.
Lo spazio assoluto è il contenitore infinito di tutti i luoghi, necessario punto di riferimento in quiete di tutti i movimenti che si svolgono nell’ universo.
Il tempo assoluto fluisce sempre uniformemente e in rapporto al quale si misurano tutte le variazioni di velocità.
LA SPIEGAZIONE MECCANICISTICA DEI FENOMENI PSICOLOGIGI:
La percezione deriva dal movimento e dal contatto che le particelle dei corpi hanno con i nostri organi di senso.La struttura complessa del mondo viene concepita come manifestazione ai nostri sensi della struttura del reale.Da qui ha origine la distinzione fra proprietà oggettive e soggettive dei corpi, chiamate anche primarie e secondarie.
Le prime sono le proprietà geometrico-meccaniche ovvero la figura, l’estensione, il movimento. Quelle soggettive non sussistono nei corpi, ma sono il risultato dell’ interazione delle proprietà oggettive con i nostri organi di senso.
Cartesio nega che i fenomeni psicologici siano totalmente spiegabili secondo il metodo meccanico, mentre Hobbes estende la spiegazione meccanicistica alle attività intellettuali oltre che a quelle sensoriali.
VALENTINA GUERZONI

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