Locke

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

LOCKE

Nasce nel 1632, è il rappresentante della corrente empirista ( il capostipite).
Razionalisti (Spinoza, Leibniz)
Cartesio
Empiristi ( Locke, Berkley, Young)
Non è un anti- razionalista, anzi la sua originalità sta nel tentativo di fondere empirismo e razionalismo. Il suo empirismo ricorda Hobbes, ma è diverso, lo è anche da Cartesio.
Infatti per Cartesio la ragione è la facoltà di conoscenza assoluta fondata sull’evidenza ( a priori) ed era un metodo matematico.
Per Locke non esiste l’io pensante, la ragione dipende solo dall’esperienza e sarà confronto delle idee. Egli estenderà il suo studio a tutto ciò che interessa l’uomo.

Vita: vive nel periodo delle rivoluzioni Inglesi (decapitazione Carlo I, Gloriosa Rivoluzione); è un puritano più giovane di Hobbes → filo- parlamentare. Si legherà al conte di Shatefsbury, era contrario alla restaurazione degli Stuart e per questo dovette lasciare l’Inghilterra. Ebbe numerosi incontri di rilievo a Parigi, fuggì in Olanda anonimamente e là fu estremamente prolifico.

Nel “saggio sull’intelletto umano” del 1690 introduce con un Epistola al lettore le sue intenzioni, pare fosse stato in riunione con 5 suoi amici e che stessero parlando di morale e religione (così compare su un’annotazione scritta a margina da uno dei 5), ma si resero conto di dover prima fare uno studio su come funziona l’intelletto.

Teoria della conoscenza : Nel primo libro spiega le origini delle Idee (intese come rappresentazioni mentali) che noi conosciamo → tutto parte dalla sensazione e critica ferocemente l’innatismo perché ad esempio per un bambino o un’idiota il Principio di non contraddizione ( una cosa è uguale a se stessa) non è così scontato, mentre se fosse innato questo problema non si presenterebbe; ciò è ancora più scontato per quanto riguarda i principi pratici : certe azioni in alcuni stati sono lecite, in altri no.
L’origine delle idee è empirica → deriva dall’esperienza.
Egli compie uno studio di casistica su quali sono le idee, la distingue in:
1. Semplici, quelle che abbiamo e derivano da 2 zone:
• sensazione (esterna), che deriva da un senso (vista) o da più sensi ( movimento), la seconda si divide in qualità primarie (appartenenti al corpo che sto guardando, oggettive) o secondarie ( soggettive).
• riflessione (interna) che derivano dalle operazioni del nostro pensiero/ volontà.
2. complesse, che derivano dalla rielaborazione/composizioni di più idee semplici, possono essere: semplici (dozzina)
• di modo → ciò che è percepito come non sussistente di per sé
miste (bellezza)
• di sostanza → sussistente di per sé (come l’idea di sostanza)
singola (uomo)
collettiva (esercito)
• di relazione→nascono dal confronto di un’idea con un’altra. La più importante è quella di causa-effetto (il fuoco è causa della malleabilità della cera -effetto-). Un altro tipo è l’idea di identità, se confronto l’idea di un oggetto con se stesso in contesti differenziati spazio-temporali ho l’idea di un’identità. Io percepisco la mia identità perché mi confronto in diverse situazioni.
Nel terzo libro si occupa del linguaggio: cos’è? E’ qualcosa di convenzionale, è un segno che fa riferimento alla cosa designata. Non è convenzionale l’idea di cui questo è segno. Non ci sono grossi problemi per il nome proprio. Mentre la questione si complica per i nomi comuni, essi si riferiscono a cose generali che hanno determinate qualità → sono segni di idee generali, cioè le idee ricavate mediante un processo di astrazione che mantiene solo certe caratteristiche tipiche della categoria a cui appartengono. Egli si chiede dunque se esiste l’universale,no io ho sempre un’idea particolare → le cose sono sempre particolari. Le idee generali non hanno dunque un corrispettivo nella realtà.

Nel quarto libro egli analizza il problema della conoscenza. Per lui la conoscenza corrisponde alla percezione dell’accordo o del disaccordo tra le idee. Per Locke ho conoscenza attraverso l’intuizione e la dimostrazione, l’intuizione emerge da due idee confrontate immediatamente → è certa (si sta spostando dall’empirismo totale). Se dico il tutto è maggiore delle parti per esempio. La dimostrazione è fatta di tanti passaggi, ma non siamo sicuri al 100% di averli fatti giusti tutti, è dunque una conoscenza certa ma con una piccola ombra d’incertezza.
Le idee frutto della conoscenza corrispondono alla realtà? Posso dire che a queste ideee corrisponde qualcosa di reale?Esistono? L’esistenza dell’io (qui è cartesiano) è certa → cogito ergo sum. Dimostra l’esistenza di Dio con le classiche prove ex contingentia → se c’è qualcosa, qualcuno l’ ha fatta. Almeno io ci osno è sicchè dal nulla non può venire nulla io derivo da qualcosa → Dio dnque esite. Restano tutte le cose esterne di cui ne ho sensazione → finchè c’è percezione ho una conoscenza certa, quando non ci sono non osso sapere se la cosa c’è. Per quanto riguarda le testimonianze ci spostiamo sulla probabilità, se però la testimonianza ce la dà Dio , che esiste, allora esiste.

Politica → discorso economicistico. Considerato il padre fondatore del pensiero liberale, ha scritto due trattati sul Governo prima della Gloriosa Rivoluzione. Scrive la “ Lettera sulla tolleranza” che pubblica nel 1989. Infine “la ragionevolezza del Cristianesimo”del 1695-97. Ha un pensiero giusnaturalistico → c’è un diritto naturale? Lo Stato che base ha? Prima dello Stato qual era la condizione dell’uomo? Locke pensa che esista il diritto naturale. Allo stato di natura però c’è la possibilità della guerra di tutti contro tutti. L’uomo ha diritto alla vita, alla proprietà, non su tutto: i suoi diritti sono limitati dagli stessi diritti degli altri.

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