Lo stoicismo antico

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Categoria:Filosofia

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Testo

Lo stoicismo antico (8/11/99)

La scuola stoica (cosм chiamata perchй la prima sede fu un portico dipinto (Stoa pecile) di Atene ebbe rapporti stretti con il cinismo e per comoditа la distinguiamo in tre fasi: antica (fino alla metа del II a.C.), media (fino al I a.C.), tarda (fino al II d.C.).
Zenone di Cizio (in Cipro), nato nel 336-5 e morto forse suicida nel 264-3, dopo essere stato commerciante, in seguito alla lettura dei Memorabili di Senofonte e dell'Apologia di Platone, si interessт alla filosofia che coltivт ad Atene come discepolo del cinico Cratete ed in seguito del megarico Stilpone e dell'accademico Polemone. Nel 300 fondт la sua scuola. Condusse vita semplice, rifiutando l'invito di Antigono Gonata alla corte macedone. Abbiamo frammenti delle sue opere: Logica, Sulle passioni, Sul conveniente, Repubblica, Sulla natura dell'uomo, Sulla vita secondo natura. Egli unм l'insegnamento cinico ad un sistema filosofico generale.
La crisi della scuola fu dovuta alle critiche dell'accademico Arcesilao, ma anche a discepoli di Zenone, Aristone di Chio, che preferм tornare al cinismo ed alle sole questioni morali, Erillo di Cartagine. Ma Cleante di Asso (304-3, 223-22), caposcuola dalla morte di Zenone, autore dell'Inno a Zeus, uomo di pochi bisogni e volontа ferrea, morto volontariamente, riportт al centro le tematiche logico-scientifiche.
Crisippo di Soli (Tarso in Cilicia), nato tra il 281-277 e morto tra il 208-204, considerato il secondo fondatore della scuola, scrisse 705 libri, quasi tutti perduti, con riconosciuta abilitа dialettica: suoi discepoli Zenone di Tarso, Diogene di Seleucia, il babilonese (nell'ambasciata a Roma nel 155) ed Antipatro di Tarso con cui finм la fase antica della scuola.
La filosofia stoica antica, che esponiamo qui in maniera unitaria sia perchи le opere sono quasi tutte perdute, sia perchи ritenuta abbastanza uniforme, mira a delineare il sapiente ideale, felice. Per ottenere ciт si ritiene necessaria la scienza. Per Zenone la scienza и virtщ, e le divisioni delle scienze sono divisioni delle virtщ: la virtщ. Tale posizione и documentata anche in Erillo, per cui il sommo bene ed il fine ultimo и il conoscere; contrariamente invece Aristone, per il quale la logica и inutile e superiore all'uomo la fisica.
Perciт l'insegnamento stoico и tripartito nella logica (che comprende psicologia e gnoseologia e il cui studio conferisce la virtщ razionale), fisica (che comprende metafisica e teologia che conferisce la virtщ naturale), etica (che comprende la politica e che conferisce la virtщ morale).
La logica, cosм nominata per la prima volta da Zenone (per Aristotele essa era l'analitica) ha per oggetto i lтgoi, discorsi (nella loro valenza esterna) e pensieri (nella loro valenza interna); come scienza dei discorsi la logica й retorica, come scienza dei pensieri и dialettica. La dialettica и dottrina dei segni (grammatica) o dei significati (logica formale).
La logica non и pertanto strumento ma parte della filosofia, le ossa ed i nervi, come l'etica la carne e la fisica l'anima (guscio, bianco etuorlo d'uovo o siepe, frutti e terra di un giardino).
Gli oggetti imprimono nella nostra anima la sensazione (аisthesis) e la rappresentazione (phantasмa) ma и necessario l'assenso del soggetto per la conoscenza, assenso che se precipitoso produce l'errore (vedere il remo nell'acqua e ritenerlo spezzato).
Si deve credere solo alle rappresentazioni comprensive o catalettiche (phantasмai kataleptikаi)cosм evidenti da non poter essere ingannevoli: con un'immagine efficace attribuita a Zenone, punto di partenza и la mano aperta-sensazione, curvando le dita rappresentiamo l'assenso, chiudendo il pugno la comprensione, stringendo il pugno con l'altra mano la scienza.
L'impressione prodotta sull'anima puт venire da stati interni (malvagitа, virtщ) come da stati esterni (oggetti). L'impressione dopo la scomparsa produce il ricordo, che connesso ad altri ricordi di stessa specie costituisce l'esperienza. Dalle anticipazioni (prolйpsis) o nozioni comuni (koinаi йnnoiai), che provengono dall'esperienza, si giunge ai concetti universali, che sono prodotti dell'istruzione e del ragionamento e non esistono nella realtа.
I concetti piщ generali, categorie sono quattro: il substrato, la qualitа, il modo d'essere, il modo relativo. La categoria che viene dopo determina e racchiude la precedente.
Il concetto piщ esteso и quello di essere, il piщ determinato quello di specie.
Tra la cosa reale e il nome con cui significhiamo qualcosa (semаinon) sta il significato (semainтmenon); esso и un concetto, incorporeo diversamente dagli altri due ed и ciт che riferisce il nome alla cosa: perciт tra linguaggio e realtа non vi и un rapporto immediato ma mediato, e questa и una novitа per il pensiero. La logica stoica и logica della proposizione che connette soggetto e predicato, di cui solo и possibile dire se sia vera o falsa e non и logica dei termini.
La dialettica й la scienza dei ragionamenti che connettono proposizioni semplici con implicazioni espresse dalla formula "se allora" (es. se и giorno allora c'и luce, ma и giorno quindi c'и luce). Questa logica ammette implicazioni valide ma non vere (se piove mi bagno и valida anche se c'и il sole) ed infatti prescinde dalla veritа.
Alla base della logica stoica и l'implicazione, connessione di proposizioni le cui forme semplici sono di per sй evidenti: il ragionamento ipotetico (se и giorno allora c'и luce, ma и giorno quindi c'и luce) ed il disgiuntivo (o и giorno o notte; ma и giorno quindi non и notte).
Dei sillogismi ipotetici solo uno и dimostrativo che differentemente da quello vero ha una conclusione che la premessa svela (se questa donna ha latte nel seno allora ha partorito; ha latte nel seno quindi ha partorito).
Il segno (semйion) spiega il passaggio dal noto all'ignoto (аdelon) . Il segno rammemorativo ci ricorda la presenza simultanea della causa (il fumo visibile и segno del fuoco che non vediamo); il segno indicativo indica invece qualcosa di non simultaneo, di non evidente (se questa donna ha latte nel seno allora ha partorito; ha latte nel seno quindi ha partorito): Per la scienza quest'ultimo segno и il piщ importante.
La fisica и materialistica: corporea и la materia (sostanza delle cose, passiva) e la forma (qualitа delle cose, attiva), negando ogni dualismo tra realtа fisica e metafisica. Gli incorporei ( il lektтn, il vuoto ed il tempo) non hanno nй forma nй materia. Oltre a sostanza e qualitа esistono negli esseri, come abbiamo visto nello studio della logica, i modi e le relazioni, non reali in sй, e le dieci categorie aristoteliche vengono ricondotte a queste quattro presenze.
Il principio attivo и potenza (dynamis) e ragione (lтgos), principio ordinatore immanente, perciт la realtа fisica и basata sul destino (heimarmиne) e sulla provvidenza (prтnoia), necessaria e finalistica. La materia и principio passivo.
Il lтgos, come per Eraclito, и identificato col fuoco distruttore ma soprattutto vivificatore.
Dei quattro elementi (acqua, terra, aria, fuoco) solo il fuoco и eterno, gli altri hanno origine e destinazione in esso. Crisippo parla di fuoco celeste, diverso da quello sensibile ed identificabile con l'etere sebbene non lo si ritenga un quinto elemento.
L'universo и sferico, finito, continuo; il vuoto и all'esterno in quanto non occupa un corpo.
L'universo и soggetto a formazioni e distruzioni periodiche in un ciclo eterno in cui ogni avvenimento si ripete. Esistono difatti semi eterni (lтgoi spermatikттi) che producono ogni cosa e periodico и il fuoco logos che in una conflagrazione (ekpyrosis) distrugge ogni cosa e che presiede al suo riformarsi (pyr technikтs). Dal raffreddamento del fuoco ha origine l'aria e poi l'acqua, dalla condensazione di questa la terra che per la forza centripeta si pone al centro in equilibrio; attorno ruotano sfere degli elementi e le stelle.
L'unica ragione del mondo (da cui deriva l'anima umana), rende razionali tutte le cose, sottomesse al fato ed unite in un ordine cosmico necessario. Perciт si ritengono esistenti influssi astrali e si crede nella divinazione e nell'interpretazione dei sogni.
Questa anima del mondo (pnйuma) и principio divino. Dio и unico e ordina le cose. Egli ha un rapporto intimo con gli uomini e il politeismo tradizionale va inteso come personificazione delle potenze cosmiche, fatto che giustifica anche la molteplicitа di culti.
L'anima dell'uomo appunto deriva dall'anima del mondo ed и fuoco vivificante ma materiale, perciт perituro. L'anima perisce anche se non contemporaneamente al corpo. Essa и divisa in otto parti: la principale и l'egemonica, che produce rappresentazioni ed assenso, и la ragione ed ha sede nel cuore o intorno ad esso. Le altre sette parti, subordinate, sono i cinque sensi, la parola e la forza generativa.
Crisippo distingue le cause perfette (necessarie, su cui non possiamo influire) dalle prossime (che possono subire la nostra influenza) affermando cosм con riferimento a queste ultime la libertа dell'uomo (del resto abbiamo visto come sia possibile dare o meno assenso alle sensazioni). Il fato и cosм determinato dalle capacitа individuali e non viceversa.
L'esistenza del male conferma e non nega la provvidenza divina, giacchи senza di esso non ci sarebbe neppure il bene.
La morale stoica richiede perciт di accettare volontariamente la provvidenza che tutto governa: ribellarsi и da stolto, giacchи non serve a nulla. Anzi, come un cane tirato da un carro, l'uomo si sentirа libero solo se seguirа spontaneamente il carro, altrimenti dovrа fare lo stesso strozzandosi.
Il vivere secondo natura и l'unica virtщ, di cui le altre sono solo aspetti particolari (la saggezza domina i compiti, la temperanza gli impulsi, la fortezza gli ostacoli, la giustizia la distribuzione): o si и virtuosi o si и stolti (la pazzia infatti и il contrario della ragione), non esistono gradazioni; non si puт avere una virtщ sola. La virtщ si raggiunge, non si nasce virtuosi (su questo punto perт alcuni ritenevano che si potesse anche perdere la virtщ); essa, essendo felicitа ed utilitа, и fine a se stessa.
Ciт che и difforme dalla natura и male, ciт che и conforme и bene, il resto indifferente (adiаphoron). Indifferenti infatti al bene ed alla virtщ sono la ricchezza, la salute, il piacere sebbene preferibili alla povertа, alla malattia, alla fatica.
L'azione retta и l'azione conforme alla ragione e sorretta dalla volontа; diversa и l'azione conveniente la quale, seppur conforme alla ragione, и suggerita dall'affetto, dall'impulso (proteggere i genitori, gli amici). La saggezza proviene solo dal seguire le prime azioni.
Le passioni (pаthe) ostacolano infatti una vita secondo ragione poichй vi sono impulsi (hormй) oltre misura che causano irrazionali ed innaturali movimenti dell'anima ed essi sono dovuti all'assenso dato ad una falsa rappresentazione, assenso che si impone con violenza e forza. Le passioni sono tutte negative ed il fine della vita и l'apatмa, liberazione dalle passioni.
Il saggio stoico perciт и raffigurato libero e felice anche nelle difficoltа, padrone di sй e superiore agli eventi anche nel suicidio.
Tuttavia non tutti possono diventare saggi e vi sono circostanze che, anche se indifferenti rispetto al bene ed al male, sono da preferire.in quanto convenienti e doverose (kathйkonta) nella vita familiare e politica. L'etica stoica и perciт improntata al dovere.
Al saggio и lecita ogni cosa, giacchи capace di farla bene. Zenone tracciando una cittа ideale infatti delineт una comunitа di sapienti senza governanti, proprietа, famiglia, culti, in cui anche l'antropofagia e l'incesto fossero ammessi. Respinte le tesi estremistiche, rimase comunque l'idea che i saggi siano una comunitа oltrei confini statali (cosmopolitismo) e che il lтgos universale sia la norma delle legislazioni. Sono perciт gli stoici propensi alle monarchie ellenistiche ed alla figura del saggio educatore.
Il diritto si identifica con la ragione universale, quindi non и un prodotto convenzionale: non esiste una distinzione naturale tra liberi e schiavi, tutti gli uomini sono ugualmente liberi e casomai и schiavo lo stolto poichй la saggezza и fonte di libertа.
Lo stoicismo ebbe buona fortuna sia negli ambienti dirigenziali che come insegnamento per i poveri ed emarginati.

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