La città del sole

Materie:Tesina
Categoria:Filosofia

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Testo

L.S.S. Marie Curie A.S. 2006\2007
Sonia Cornacchia IVA
RICERCA DI FILOSOFIA
Lettura e analisi dell’opera
”La città del sole”
di
Tommaso Campanella
INDICE:
OPERA:
-riassunto
-analisi e pensiero dell’autore
-opinione personale
CAMPANELLA:
-vita

UTOPIA:
-Il termine
- utopie leggendarie (libertaria e Atlantide )
- l’antiutopia o distopia
RIASSUNTO
Personaggi:
Ospitalario & Genovese nocchiero del colombo
Il legame fra filosofia e politica:

La citta utopica immaginata da campanella è governata da un Principe Sacerdote, chiamato Sole(o Metafisico), egli possiede sia il potere temporale che quello spirituale.
I requisiti per poter governare la citta del sole sono : sapienza, saggezza, creatività, conoscenza sia teorica che pratica. Il Metafisico deve avere piu di 35 anni per governare, in modo da avere abbastanza esperienza. Nella citta del sole come nella repubblica di platone la figura piu adatta a governare è il filosofo. Sole è affiancato da tre ministri, Pon, che rappresenta la potestà e si occupa delle arti militari, Sin, che rappresenta il sapere e si occupa dell’istruzione, e Mor , che rappresenta l’amore e si occupa dell’ accoppiamento.
La città:
si trova sull’ isola di trapobana ed è la capitale dell’isola, situata su un colle ed ha forma circolare.
-struttura generale:
la citta è divisa in sei grandi gironi costituiti da grandi mura che rendono la citta inespugnabile. Questi 6 gironi prendono i nomi dai pianeti ed insieme al tempio che si trova al centro sono la rappresentazione del sistema solare.
- Il tempio del Sole:
è di forma circolare anch’esso, poggiato su grandi colonne e chiuso da una grande cupola al cui interno è rappresentata la sfera celeste, con i nomi di tutte le costellazioni e 3 versi per ogni stella. Sull’altare, che contiene l’immagine ella croce cristiana, ci sono 2 mappamondi, il primo rappresenta la sfera celeste, il secondo la terra; quest’ultimo è a sua volta affiancato da sette lampade che rappresentano i sette pianeti.
-i gironi:
ogni girone della citta rappresenta una diversa sfera del sapere,in tutto ci sono sette mura sulle quali sono raffigurati tutti gli aspetti della conoscenza umana.
Nel primo girone si trovano tutte le conoscenze matematiche, geometriche e c’è una cartina geografica che rappresenta i riti, le tradizioni e le lingue di tutti i popoli.
Nel secondo le principali nozioni di chimica, geologia e la geografia dei luoghi.
Nel terzo vi sono le nozioni che riguardano la fauna marina e il mondo vegetale, con tutte le erbe e le loro proprietà curative.
Nel quarto si trovano tutte le specie di uccelli, rettili e insetti.
Nel quinto gli animali terrestri, come i mammiferi.
Nel sesto le arti umane di meccanica, con indicazioni su inventori, arti, scienze e cultura delle armi.
Religione:
i solari credono nell’esistenza di un anima e della sua immortalità, nonostante non credano in una punizione eterna, come potrebbe essere l’inferno. La religione è naturale e spontanea, e somiglia molto alla religione cattolica, infatti la popolazione crede in un dio e negli altri dogmi del cattolicesimo. Nonostante ciò, i solari onorano oltre Gesù e suoi discepoli, anche Osiride, Oeus, Mosè e Maometto Esistono anche molti accenni a nozioni astronomiche, che normalmente sarebbero vietati dalla chiesa.
Educazione e modo di vivere:
gli abitanti di trapobana lavorano tutti sia in modo pratichi che intellettuale, in questo modo ogni cittadino dovrà lavorare solo 4 ore al giorno e potrà dedicare il resto del tempo ad attività ludiche, che però sono sempre finalizzate al sapere. L’educazione dei bambini è proprio fondata sull’ ”imparare giocando”. Infatti i bambini a tre anni vengono separati dai proprio genitori e cominciano il loro percorso formativo con dei maestri, che li accompagnano lungo le mura che circondano la città, qui i bambini leggono i libri che sono scolpiti e guardano le immagni che sono raffigurate sulle mura. In questo modo i bambini sono addestrati direttamente ad un sapere enciclopedico. La scuola non deve svolgersi in luoghi chiusi, perché i ragazzi non devono essere costretti all’istruzione.
Gli abitanti della città del Sole non conoscono gli egoismi, gli orrori della guerra e della fame e le violenze che ci sono nel resto del mondo. Non esiste la proprietà privata, nemmeno per quanto riguarda le donne; infatti tutti sono liberi di accoppiarsi, gli uomini sono liberi dall’età di 21 anni, mentre le donne da 19 anni.
Gli accoppiamenti sono gestiti da Mor che tiene in considerazione gli equilibri necessari(“… e non si accoppino se non le femine grandi e belle alli grandi e virtuosi, le grasse a’ macri, le macre alli grassi, per far temperie).
Paragone con la repubblica di platone:
Uno degli aspetti fondamentali della Città del Sole è la comunanza dei beni, i solari condividono la stessa mensa, vestono gli stessi costumi, ognuno ha le stesso opportunità e riceve la stessa educazione. Come nella repubblica esiste un’abolizione della proprietà privata e quindi non esiste una divisione in stirpi e discendenze, anche perché nessuno conosce i proprio genitori.I bambini infatti crescono tutti insieme.
L’unica differenza con il testo di Platone è che le unioni avvengono fra individui con le stesse caratteristiche e qualità. Nella città i nomi vengono assegnati secondo le caratteristiche di ogni individuo e vengono poi arricchiti con cognomi che rispecchiano quello in cui la persona eccelle(Pittor magno, eccellente o Crasso forte, astuto ecc...).
Mentre nel libro del filosofo greco, la società è divisa per classi sociali (artigiani, difensori,governanti), Campanella vede una società più egualitaria, nella quale ognuno è adatto ad un mestiere diverso,ed ognuno può essere eletto, a seconda della propria predisposizione e non a seconda della classe sociale. Ricorrono alle arti militari solo in caso di attacco dall’esterno, ma sempre dopo aver consultato il volere divino. Come nel testo di platone, anche le donne vengono addestrate all’ attività di guardiane, ma solo le donne possono praticare musica ed altre arti ritenute femminili.
ANALISI e PENSIERO dell’ AUTORE
Il pensiero di campanella che traspare dalla citta del sole è quello di un grande filosofo pensatore alla ricerca di un modello di società che possa definirsi ideale, fondato sulla moralità,uguaglianza, giustizia e libertà.
Campanella combatte il peso delle istituzioni politiche e religiose del suo tempo, che sono corrotte e agiscono in base a degli interessi di parte e non per il bene comune; in questo modo campanella si fa portavoce dell’aria di rinnovamento che si sente nella sua società.
Egli si pone davanti alle problematiche del suo tempo come un combattente che tenta di sconfiggere il sistema feudale , basato sui privilegi degli oziosi, ancora in atto sotto il dominio spagnolo. Fa proprie tutte le idee della scienza di Galileo e sarà anticipatore del pensiero illuminista e di alcune idee marxiste.
Nell’ ideale utopico della società perfetta di campanella , non vi è separazione fra i due poteri, temporale e spirituale, perché ci si trova in una società in cui non si conosce l’interesse proprio, ma solo quello comune.
Quello di campanella è un tentativo di creare una società alla quale il genere umano possa fare riferimento, un modello per il futuro.
Nello scrivere la sua opera Campanella è stato influenzato dallo studio della Repubblica di Platone e dall’Utopia di Tommaso Moro. Lo spirito con il quale lui scrive la sua opera è più vicino alle idee di Platone che a quelle di Moro. Campanella condivide il concetto di unità platonico, come la comunità dei beni.
In particolare Campanella utilizza lo stesso tipo di schemi organizzativi di Atlantide, che è anch’essa circondata da mura circolari, anche se si tratta solo di 5 mura contro le 7 di Campanella.
Ci sono anche analogie con alcuni disegni di Leonardo da Vinci.
Campanella riesce ad unire la sua fede cristiana con l’idea dell’esistenza di una religione naturale che lui descrive nell’apologia con la metafora dei due libri che Dio ci ha dato , il libro della Natura, che deve essere studiato dalle scienze, e il libro sacro, la bibbia che deve essere studiato dalla religione e ci è stato dato affinché l’uomo possa avere fede.
Nella Città del Sole ci sono alcuni elementi che provengono da culture antiche.
Ad esempio la descrizione della città stessa è un modo ingegnoso per descrivere la teoria del sistema copernicano. Il Sole(tempio) si trova al centro dell’universo(la città), e i sette pianeti( le mura)ruotano intorno al sole in modo circolare. Oltretutto Campanella ha adoperato il simbolo astrologico del sole, cioè un cerchio puntato al centro, nella planimetria della città stessa, per cui è come se la città fosse il sole.
Il recupero del pensiero antico è anche simboleggiato dal fatto che campanella unisce l’organizzazione sociale con l’astronomia, come avveniva gia in passato. Bisogna anche ricordare che campanella fu assunto dallo stesso papa come astrologo, dimostrazione che per quanto la chiesa condannasse l’astrologia, questa pseudo-scienza veniva comunque praticata di nascosto.
In fine un ultima caratteristica che riprende le culture antiche è la tradizione di incidere o dipingere libri e storie sulle mura di templi e tombe al fine di trasmettere conoscenze generiche. Ne sono un esempio le antiche tombe egizie che presentano tali caratteristiche.
OPINIONE(SCRIVILA!!!!!!)
Ho letto questo libro con piacere, ed ho trovato molto interessante il modo in cui Socrate espone le sue idee, e soprattutto come le riesce a dimostrare. L’unica critica che posso fare, e che mi ha tormentato durante l’intera lettura del libro, è che Socrate non avrebbe dovuto parlare ai giudici criticandoli e ritenendoli ignoranti per tutta la durata del processo. Capisco che lui volesse dire le cose come erano realmente, ma c’è differenza fra la sincerità e la stupidità. Sono pienamente d’accordo che non abbia senso temere la morte e che non sia giusto fuggire per continuare a vivere, ma non credo neanche sia giusto “andarsela a cercare” come si suole dire. Parlare ai giudici come ha fatto Socrate ha significato andare verso una sconfitta assicurata.
E se veramente Socrate aveva il compito di domare il cavallo di Atene, e se veramente amava così tanto i suoi concittadini ed i suoi ideali, a maggior ragione avrebbe dovuto cercare di sopravvivere, perché morendo non avrebbe più potuto fare ciò che Apollo gli aveva comandato di fare, cioè aiutare gli Ateniesi. Ritengo sia stato sciocco e testardo nel voler attaccare i giudici, perché avrebbe potuto benissimo dimostrare le sue tesi senza peccare di superbia e senza adirare i suoi concittadini. Socrate dice di non voler dire il falso come i Sofisti; infatti non avrebbe avuto bisogno di farlo,ma non avrebbe neanche dovuto ritenersi tanto migliore degli altri,o almeno avrebbe potuto evitare di dirlo, perché in questo modo ha finito comunque per andare contro i suoi ideali, lasciano gli ateniesi nella corruzione e nella convinzione di essere sapienti.
TOMMASO CAMPANELLA
VITA
Il suo vero nome era Giovanni Domenico campanella e fu uno degli intellettuali e filosofi che più rappresentano il rinascimento italiano nel ‘500.
Nasce a Stilo, in Calabria, nel 1568, di origini molto umili, entra in convento a 13 anni nell’ordine dei frati domenicani dove prese il voto con il nome di fra Tommaso, dal quale viene il nome che tutti conosciamo. Si dedicò successivamente agli studi di teologia e filosofia, approfondendo il pensiero della filosofia greca.
In questo periodo cominciò ad approfondire le filosofie contemporanee, accompagnando lo studio di queste ultime agli studi classici. Si soffermò in modo particolare su dei grandi pensatori della sua epoca, come Trasmoda Rotterdam, Telesio e Tommaso Moro; alcuni di questi filosofi erano in contrasto con le idee della chiesa.
Nello stesso periodo comincia ad avere un particolare interesse per l’alchimia e l’astrologia, a cui si dedicò con grande interesse.
E’ proprio ora che comincia a maturare in lui un idea che Dio non può essere come lo descrive Aristotele, creatore dell’ universo e motore immobile, ma piuttosto un garante dell’ordine universale delle cose.
Negli anni successivi comincia a frequentare l’Accademia delle Arti segrete a Napoli, e fu proprio in questo periodo che scrisse il suo primo scritto.
Proprio per queste sue nuove idee venne arrestato con l’accusa di eresia e condannato al rientro forzato nel suo monastero, con l’obbligo di attenersi alle “verità” di san Tommaso e alle sacre scritture. Campanella trovò comunque modo di approfondire i suoi studi conoscendo importanti personaggi dell’epoca. Ma in questo periodo il controllo dell’ inquisizione nei suoi confronti si fece molto più stretto, e quindi nel 1594 fu nuovamente arrestato con l’accusa di eresia, quindi nuovamente processato e costretto a ritirarsi in un convento nei pressi di Roma. Successivamente gli fu ordinato di rinunciare alle proprie dottrine.
Poco tempo dopo Tommaso incita la popolazione a ribellarsi contro la dominazione spagnola, per poter poi creare un a repubblica guidata dal Santo Padre. Il progetto però fallisce e Campanella viene arrestato, rinchiuso e torturato al Maschio Angioino con la grave accusa di ribellione al re di Spagna. Per sfuggire alla condanna Campanella si finge pazzo, ma viene comunque condannato al carcere a vita, pena che viene poi ridotta grazie all’intervento del papa.
E’ proprio durante la sua permanenza in carcere che Campanella scrive le sue opere più importanti, come l’Apologia di Galileo .
Pochi anni dopo riesce a fuggire con la complicità di alcuni amici e si rifugia in Francia, dove viene accolto da Luigi 13° e il cardinale Richelieu , che gli permettono di continuare le sue opere.
In questo ultimo periodo riscrive “la città del Sole” dedicandola al cardinale e continua i suoi studi di astrologia.
Muore nel 1639 all’età di 71 anni.
UTOPIA
Il termine:
Per utopia si intende un progetto che è apparentemente irrealizzabile e che si basa su dei principi di giustizia universale. Deriva dal termine greco où tòpos che significa “in nessun luogo”. Questo termine fu coniato dallo scrittore Tommaso Moro che utilizza anche la somiglianza al termine greco eu tòpos, “ buon luogo”, e quindi un luogo idealmente perfetto ma che non esiste. Quindi nel linguaggio corrente indica un mondo immaginario perfetto, che ha istituzioni migliori delle nostre.L’utopista è colui che decide di voler seguire un ideale che ritiene giusto pur sapendo che questo resterà irrealizzato.
Ma la prima utopia nella storia va attribuita non a Moro, ma bensì a Platone che nella Repubblica ritrae il modello di uno stato ideale, governato da filosofi, fondato su tre classi governanti( filosofi, guerrieri, lavoratori). Nello stato platonico ogni persona ha un posto in una delle tre classi a seconda della sua virtù.
A Platone si deve anche la descrizione dalla misteriosa isola di Atlantide, contenuta nei dialoghi Timeo e Crizia.Ma l’utopia nel vero senso della parola va comunque attribuita a Moro. Furono questi due autori ad ispirare Campanella nella stesura de “La città del Sole” e Bacone ne “la nuova Atlantide”.
Ma quali sono le caratteristiche principali di un utopia?
Generalmente si tratta di società in cui c’è la democrazia come forma di governo, si trova una totale assenza di guerre o conflitti interni, che vengono considerati irrazionali perché, nelle utopie ci si trova di fronte a popolazioni che credono al bene comune.
Lo scopo delle utopie è quello di controllare i comportamenti collettivi in modo da evitare di far aumentare quel male che nelle utopie stesse non traspare, ma che nella realtà è molto presente. Infatti generalmente nelle utopie gli autori si occupano di critiche più o meno pesanti alla società del loro tempo, cercando di proporre soluzioni che loro ritengono valide.
Utopie leggendarie: Atlantide e Libertaria
Esistono delle utopie che hanno fatto sorgere molti dubbi agli studiosi sulla loro possibile reale esistenza; le più famose sono Atlantide e Libertaria.
Atlantide è stata descritta per la prima volta da Platone nei suoi dialoghi. Secondo la leggenda si trovava nel mezzo dell’oceano atlantico ed è andata distrutta da un terremoto o maremoto circa 10 mila anni fa. Il nome deriva da Atlante, il mitologico gigante che reggeva il mondo sulle spalle e che governava l’oceano.Le ipotesi sull’ effettiva collocazione di Atlantide sono svariate. Nel medioevo si trovavano mappe che la collocavano al sud delle terre del fuoco, poiché è probabile che un tempo fossero terre rigogliose. Altri credono che si tratti di un ingigantimento della antica civiltà cretese, che scomparve in modo misterioso, forse per l’esplosione di un vulcano, che causò un grande maremoto , che potrebbe ricollegarsi alle descrizioni di Platone.
Libertaria è invece il nome di una colonia leggendaria che sarebbe stata fondata da un gruppo di pirati sotto il comando del capitano Misson alla fine del ‘600.
Si dice fosse situata nella zona meridionale del Madagascar e la sua storia abbia abbracciato un arco di tempo di circa 25 anni.
Il motto dell’utopia pirata era “per Dio e la libertà”, e la sua bandiera era bianca, al contrario del famoso jolly Roger che è invece nero con un teschio. I pirati di Libertaria erano liberali e cristiani, dichiaravano guerra contro gli stati oppressivi attaccando le loro navi e liberando gli schiavi.
Sostenevano l’anarchia ma avevano un sistema di governo che si basava su l’elezione di rappresentanti .
Libertaria venne descritta per la prima volta dal capitano Charles Johnson, ma non è chiaro fino a che punto quest’opera sia veritiera, come anche il mito di Atlantide.
Antiutopia o Distopia:
per distopia (o antiutopia) si intende una società indesiderabile da ogni punto di vista. Si tratta dell’opposto di un utopia ed è la descrizione del peggiore dei mondi possibili sia sul piano ideale che pratico. Il termine viene coniato per la prima volta da John Mill.
Le caratteristiche di base sono le stesse delle utopie ma rovesciate. Lo scopo di un antiutopia è quello di portare all’ estremo i mali che gli autori vedono nella loro società; l’antiutopia è quindi un allarme per metter in guardia i propri contemporanei, per far capir loro che se continuano ad esagerare alcuni aspetti della società potrebbe finire realmente in una distopia.
Un esempio di distopia può essere “il mondo nuovo” di Aldous Huxley. In questo romanzo futuristico l’autore tratta gli sviluppi delle tecnologie per la riproduzione che sono stati portati all’estremo, descrivendo bambini sotto vetro e lavaggi del cervello. Ma questo mondo viene descritto come un utopia da chi ci vive, ma l’autore gli dà un tono ironico che fa capire al lettore il suo vero scopo.
Altre antiutopie famose posso essere “il signore delle mosche” di Golding o il famoso film di fantascienza Matrix, ma anche “il pianeta delle scimmie” di Pierre Boulle.
Comunque in tutte le distopie si tratta di forme di stato nelle quali vediamo un sistema totalitario o di comleta manipolazione delle coscienze, quindi il peggiore dei mondi pensabili, in perfetta contrapposizione con l’utopia.

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