Kierkegaard: Contro l'idealismo

Materie:Tesina
Categoria:Filosofia
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Testo

Kierkegaard
La vita: Nasce a Copenaghen (Danimarca) nel 1813, figlio di un ricco commerciante; la sua educazione è basata su una rigida morale cristiana e pervasa dal senso di colpa, anche per il fatto che suo padre vede nella morte della moglie e dei suoi sette figli una punizione di Dio. Kierkegaard si laureò con una tesi sulle differenze tra l’ironia degli Romantici (gioco e illusione) e quella di Socrate (mezzo per condurre gli interlocutori a scoprire la verità). Per seguire solo Dio, egli rompe il suo fidanzamento con Regina Olsen, che amava profondamente. Durante i moti rivoluzionari del 1848, Kierkegaard assume una posizione reazionaria, perché vede in esse una minaccia al singolo e alla vita religiosa, che lo porterà a scagliarsi sempre vivamente contro ogni movimento di massa. In conflitto con la Chiesa ufficiale, muore nel 1855 rifiutando i sacramenti.
Contro l’idealismo: Kierkegaard critica l’idealismo: proprio l’esempio di Socrate, infatti, lo induce a concentrare la sua ricerca filosofica sull’individuo e sulla scelta che determina un impegno personale. Ciò che critica nell’idealismo è il suo tentativo di dare una risposta ad ogni quesito, interessandosi alla verità oggettiva: Kierkegaard al contrario, farà della verità individuale il tema fondamentale della sua ricerca. Ad esempio, Hegel aveva considerato l’uomo solo in funzione dell’umanità, mentre per Kierkegaard conta la persona nella sua individualità.
L’esistenza umana: Kierkegaard considera l’uomo come individuo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, caratteristica che lo contraddistingue dagli animali, che sono presi in considerazione per specie: la specie umana (l’umanità) è invece secondaria. Oltre alla categoria della singolarità, l’uomo ha anche la caratteristica della libertà, che gli permette di decidere e di scegliere. Questa possibilità non è però sempre e solo positiva, in quanto rende l’uomo responsabile delle sue scelte tra il bene e il male; questo porta l’uomo a vivere in uno stato di angoscia che genera a sua volta la disperazione: mentre la prima riguarda la condizione umana nel suo rapporto con il mondo e le sue possibilità, la seconda si riferisce all’uomo nel suo rapportarsi con se stesso. La disperazione, inoltre ha un duplice senso, in quanto l’uomo può essere disperato:
• quando non si accetta per quello che è, ma si rende conto di non poter abbandonare il proprio essere;
• quando si crede autosufficiente e completo, ma si scontra poi con i propri limiti.
In realtà la disperazione deriva dal fatto che non volgiamo riconoscere che il nostro essere si giustifica solo in Dio e tentiamo di negare la nostra appartenenza a Lui. Questo stato di insoddisfazione, porta l’essere umano a trovarsi davanti ad una scelta, tra la vita etica e quella estetica, che porterà poi alla scelta della fede:
Vita estetica
Vita etica
Significato
Vivere nella ricerca del piacere, rifuggendo la monotonia
L’uomo è dominato dalla responsabilità
Simbolo
Giovanni, seduttore non sensuale ma intellettuale, che usa le armi dello spirito e dell’intelletto per conquistare la donna
Marito: la famiglia esprime il dovere morale; sottomette la propria individualità alle regole della famiglia e della società⇒si rende universale (vita borghese)
Amore
Come la poesia: avventura e inquietudine
Come la prosa: dovere e impegno quotidiano
Donna
Deve essere affrontata sul suo campo: la finezza di spirito
Emblema della concretezza e della felicità durevole; perfetta perché tende al finito e conosce tutto il finito; è in buoni rapporti con il tempo
Difetti
Porta alla noia perché perde il senso della propria esistenza; non è frutto della decisione
Minacciato dal conformismo: adesione alle norme morali rischia di essere solo esteriore
Porta a...
Ora della mezzanotte: disperazione che porta al salto verso la vita etica
Comparsa di un senso di colpa perché la vita etica è ancora insoddisfacente ⇒ fede

Con il senso di colpa, l’uomo coglie la banalità della sua vita e compare un senso di inquietudine, che già lo orienta verso una scelta di fede, che è la realizzazione stessa dell’uomo. Con il pentimento, l’uomo si rende conto di essere solo peccato di fronte a Dio e quindi compie il salto della fede. La figura che simboleggia la scelta della fede è Abramo, che, posto di fronte all’alternativa radicale tra la morale umana e l’ordine ingiustificato di Dio, sceglie il secondo, compiendo quindi il salto della fede. La fede quindi è paradosso, perché è contraria alle leggi del mondo e è una scelta di solitudine, perché è compiuta dal solo individuo. Essa inoltre è subordinata e conseguente ad una scelta operata da parte di Dio, che invia un sego all’uomo prescelto; è inoltre scaldalo e contraddizione indissolubile.

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