Kierkegaard

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia
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Testo

KIERKEGAARD
Nasce nel 1813. E’ considerato precursore dell’esistenzialismo. Mette al centro delle sue ricerche il singolo con la sua esistenza.
Individuo unico e irrepetibile nella sfera delle sue decisioni esistenziali (scelta, angoscia)
Critica:
*Aristotele e filosofia classica: hanno parlato dell’essenza e dell’universale ma non hanno tenuto in alcun conto l’esistenza
*Hegel: il suo sistema poggia su un fondamento ridicolo perché pretende di parlare dal punto di vista dell’assoluto quando in realtà non comprende l’esistenza umana. E’ come il corvo che perde il formaggio per colpa dell’eloquenza.
K. (come Agostino e Pascal) mettendo al centro il singolo, mette al centro anche la sua esistenza quindi troviamo riferimenti biografici

Ultimo di figli, nasce dalla relazione del padre con la domestica. Si sente
figlio della colpa. Importante è il fidanzamento con Regina Olsen (la amava
profondamente ma quando si trattava di matrimonio si tira indietro)
Nella specie animale, non conta il singolo ma conta il genere. Il singolo è solo davanti le scelte; il concetto di singolo nasce con il Cristianesimo e si fonda sul fatto che il singolo uomo è immagine e somiglianza di Dio
K. parla di dialettica dell’esistenza e cioè di esistenza come scelta

Unica cosa che è mia e che è irriducibile al pensiero e alla
ragione. Vuol dire proiettarsi fuori, scegliere.
Ogni singolo è chiamato a fare scelte che escludono altre ( aut, aut e non et, et)
Il fallimento porta alla disperazione mentre la paura davanti ad una possibile scelta porta angoscia (molto diversa dalla paura; è il “puro sentimento del possibile”, si prova davanti ad una scelta e non davanti ad un oggetto). Nella sua opera (aut, aut) ci parla di tre diversi stadi e cioè tre diverse possibilità di vita. Tra uno stadio e un altro c’è rapporto dialettico solo nel senso dell’aut, aut ( no evoluzione ma salto radicale che dipende dalla libertà del singolo)
STADIO ESTETICO: dimensione della vita spesa alla ricerca del piacere. Esteta è colui che cerca di vivere la vita attimo per attimo cercando di cogliere tutto ciò che appare bello e interessante, odia la ripetizione, vuole fare esperienze sempre nuove; corteggia ma non ama perché vuole avere ma solo nell’attimo fuggente. Cerca la propria identità nella varietà delle esperienze. L’unico limite è la noia perché alla fine queste esperienze sono ripetitive e sembrano diverse per cui mentre cerca il piacere perde se stesso e quindi è una continua insoddisfazione. L’esteta sperimenta la disperazione (viene chiamata malattia mortale perché l’unica fine possibile che l’uomo vede è la morte. E’ la mancanza di speranze e di prospettive, è l’esperienza del fallimento e l’unico modo per uscirne fuori è mettere in gioco la propria vita). Il modello è Don Giovanni
STADIO ETICO: si basa sulla fedeltà e sulla continuità. Bisogna prendere le proprie responsabilità. Anche qui ci sono i limiti: si può diventare rispettosi delle regole sociali in modo superficiale senza una vera e propria adesione nel cuore. I limiti sono chiamati peccato. È importante il pentimento, la consapevolezza dei propri limiti ed è qui che nasce l’angoscia (dimensione esistenziale che è legata alla scelta. Il modello è la persona che fa una scelta di vita definitiva e resta fedele a quella prendendosi le responsabilità
STADIO RELIGIOSO: con questo termine si intende una vita normale vissuta alla luce della fede e cioè mettendosi davanti a dio. Qui si è in due, il singolo e dio. La fede non è l’adesione ad una tradizione ma è rischio. L’esistenza della fede è Abramo (lascia la sua terra per scegliere Dio; ciò lo realizza come uomo, e gli da’ un figlio quando da un punto di vista umano, non era + possibile averne. È pronto a sacrificare il figlio che poi però gli viene ridonato da dio stesso. Scegliere dio significa scegliere la propria realizzazione.

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