Kant

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Testo

KANT
Kant nasce in Germania nel 1724 e muore nel 1804. La sua produzione letteraria è della fine del 1700; la sua filosofia viene definita criticismo in quanto nelle sue opere effettua un esame della ragione, per capire quali sono le capacità e i limiti (le possibilità) della ragione, e quindi i limiti dell’uomo. Le sue opere principali sono:
* Critica della ragion pura: in questo libro fa una critica della ragione teoretica, cioè cerca di esaminare quali sono i limiti della conoscenza. Tratta un problema gnoseologico.
* Critica della ragion pratica: in quest’opera esamina la ragione pratica, cioè dell’attività pratica e morale, e cerca di capire quali sono i limiti dell’azione. Tratta un problema etico.
* Critica del giudizio: in quest’opera fa un esame del sentimento ed esamina i limiti dei desideri e della volontà. Tratta un problema estetico (sentimento dell’arte).
Kant fa anche una critica del razionalismo (illuminismo) e dell’empirismo per capire come dovrebbe essere la conoscenza:
RAZIONALISMO
EMPIRISMO
* Partono dalla ragione, la conoscenza non ha niente a che fare con l’esperienza, è una conoscenza a priori
* La conoscenza è analitica, in quanto si parte da idee innate che vengono poi analizzate
* La conoscenza è necessaria e universale, cioè è vera sempre e per tutti
* Partono dai sensi, la conoscenza ha origine dai sensi e si basa sull’esperienza, è una conoscenza a posteriori
* La conoscenza è sintetica, in quanto attraverso i sensi le nuove esperienze si uniscono a quelle già presenti in noi
* La conoscenza è contingente e particolare cioè cambia ed è vera soltanto per alcuni.
Kant critica il razionalismo perché è sterile, che non porta a nuove idee ma analizza quelle già esistenti ed è una conoscenza dogmatica, mentre critica l’empirismo in quanto non ci sono delle verità assolute, ma tutto è contingente. Quindi secondo lui la conoscenza dovrebbe essere sintetica, in quanto è prolifica, ma anche necessaria e universale.
GIUDIZIO= soggetto + predicato. Il giudizio può essere:
A PRIORI
A POSTERIORI
ANALITICO
Analitico a priori: il giudizio dei razionalisti, che non ha bisogno di ricorrere all’esperienza, e non ampliano il nostro patrimonio conoscitivo.
(es. il corpo è esteso)
SINTETICO
Sintetico a priori: è il giudizio oggettivo o scientifico, che deriva dall’esperienza ma che ha alla base dei principi immutabili.
(es. 7+5 =12)
Secondo Kant la conoscenza è costituita di questi giudizi.
Sintetico a posteriori: il giudizio degli empiristi, dove il predicato dice qualcosa di nuovo rispetto al soggetto. Non è universale, perché si basa totalmente sull’esperienza
(es. i corpi sono pesanti)
CRITICA DELLA RAGION PURA
Kant divide la conoscenza in tre facoltà fondamentali: la sensibilità, l’intelletto e la ragione. La sua prima opera, la “Critica della ragion pura”, è appunto divisa in tre parti, che trattano ognuna di una di queste facoltà.
lL’ESTETICA TRASCENDENTALE
Nell’Estetica studia la sensibilità e le sue forme a priori. Prima di tutto la conoscenza sensibile è recettiva, in quanto non genera i contenuti, ma li trae dalla realtà esterna e dall’esperienza interna, ma è anche attiva, in quanto organizza le sensazioni tramite lo spazio e il tempo, che sono le forme a priori della sensibilità. Le forme a priori sono necessarie e universali.
• Spazio: è la forma a priori del senso esterno, cioè riguarda il disporsi delle cose l’una accanto all’altra.
• Tempo: è la forma a priori del senso interno ed esterno, cioè riguarda i nostri stati interni e gli stati esterni e il loro disporsi uno dopo l’altro in successione.
Spazio e tempo sono quindi schemi mentali entro i quali mettiamo i dati che riceviamo dall’esterno e dall’interno.
Le intuizioni sono delle conoscenze immediate, e Kant distingue tra intuizioni empiriche (le sensazioni) e intuizioni pure (spazio e tempo)
CONOSCENZA SENSIBILE = materia + forma (impressioni e forme a priori spazio\tempo).
Secondo Kant la geometria e l’aritmetica sono le scienze sintetiche per eccellenza: sintetiche in quanto ampliano le nostre conoscenze aggiungendo al soggetto un predicato che non è già insito nel soggetto (es. 7+5=12), e inoltre sono a priori perché valgono indipendentemente dall’esperienza.
• La geometria è la scienza che dimostra a priori le proprietà delle figure tramite lo spazio.
• L’aritmetica è la scienza che determina a priori le proprietà delle serie numeriche tramite la successione, e quindi il tempo.
TRASCENDENTE: che sta al di là di questa realtà
TRASCENDENTALE: che sta al di là dell’esperienza, ma che permette l’esperienza
(es. spazio e tempo sono elementi trascendentali della conoscenza)
L’ANALITICA TRASCENDENTALE
In questa parte studia la CONOSCENZA INTELLETTUALE = sensazioni + 12 categorie.
Mentre le intuizioni sono affezioni, quindi qualcosa di passivo, i concetti sono delle operazioni attive dell’intelletto, che consistono nell’ordinare o unificare diverse rappresentazioni sotto una rappresentazione comune. I concetti possono essere empirici quando sono costruiti con le sensazioni (derivanti dall’esperienza), e possono essere puri, cioè contenuti a priori nell’intelletto.
I concetti puri si identificano nelle categorie, cioè quelle funzioni attraverso le quali l’intelletto unifica le varie intuizioni empiriche.
QUANTITÀ
QUALITÀ
RELAZIONE
MODALITÀ
Unità (una cosa)
Realtà (una cosa è
reale)
Sostanza (una certa
proprietà
appartiene
ad una certa
sostanza)
Possibilità (una cosa
è possibile oppure
è impossibile)
Pluralità (più cose)
Negazione (una cosa
non è reale)
Causalità (un certo
fatto è causa di
un altro fatto)
Esistenza (una cosa
esiste o
non esiste)
Totalità (totalità di
cose)
Limitazione (una cosa
non è tale realtà)
Reciproca azione (due
cose agiscono
o reagiscono
una sull’altra)
Necessità (una cosa
esiste
necessariamente
o è puramente
accidentale)
C’è però una categoria delle categorie, che si identifica con l’io penso, e che è l’unità sintetica dell’appercezione, cioè è quel centro mentale che unifica tutti i concetti creando la conoscenza del mondo.
Tra le sensazioni e i concetti c’è però un elemento mediatore, l’immaginazione produttiva, che opera tramite gli schemi trascendentali e che permette di rappresentare intuitivamente un concetto. A differenza delle immagini, che sono particolari, gli schemi sono universali (es. lo schema di triangolo è universale, sebbene esistano infinite immagini di triangoli).
p LA DIALETTICA TRASCENDENTALE
Nella dialettica Kant affronta il problema se la metafisica sia una scienza. La metafisica studia tre idee trascendentali che sono proprie della ragione:
• Anima: (psicologia razionale) la ragione è portata a unificare i dati del senso interno attraverso l’idea di anima, che è l’idea di totalità assoluta dei fenomeni interni.
• Cosmo: (cosmologia razionale) la ragione è portata a unificare i dati del senso esterno attraverso l’idea di cosmo, che è l’idea della totalità di tutti i fenomeni esterni.
• Dio: (teologia razionale) la ragione unifica i dati esterni ed interni attraverso l’idea di Dio, inteso come totalità di tutte le totalità.
La differenza tra i concetti dell’intelletto e le idee della ragione è che i concetti sono empirici, derivano dall’esperienza; mentre le idee di anima\Dio\cosmo non si possono percepire con i sensi e quindi non sono empiriche.
Per capire se la metafisica può realmente essere considerata una scienza, Kant analizza tutte e tre le idee della ragione:
• ANIMA: secondo Kant la psicologia razionale è fondata su di un paralogisma, cioè un ragionamento errato; infatti se la CONOSCENZA = MATERIA + FORMA A PRIORI allora
CONOSCENZA DELL’ANIMA = IO PENSO + IO PENSO
L’io penso è quindi a sua volta una forma che contiene una materia che è sempre l’io penso
Si può dedurre quindi che la psicologia non è una scienza.
• COSMO: anche la cosmologia razionale, intesa come la totalità dei fenomeni cosmici, è destinata a fallire; poiché la totalità dell’esperienza non è mai un’esperienza (non possiamo verificare tutti i fenomeni), l’idea di mondo cade fuori da ogni esperienza possibile.
Fenomeno: apparenza, ciò che appare
Noumeno: cosa in sé
• DIO: anche la teologia razionale risulta priva di valore conoscitivo, perché tutte le prove dell’esistenza di Dio sono prive di capacità dimostrativa tramite l’esperienza. Dio secondo Kant rappresenta l’ideale della ragion pura (modello supremo). Kant da tre prove dell’esistenza di Dio:
1. Prova ontologicaP (S.Anselmo + Cartesio) Dio è un essere perfettissimo e in quanto tale non può mancare dell’attributo dell’esistenza.
2. Prova cosmologicaP Kant afferma che se qualcosa esiste deve anche esistere un essere assolutamente necessario che l’abbia creato
3. Prova fisico- teologicaP si riferisce alla finalità e alla bellezza del mondo che si innalza ad una Mente Ordinatrice che è Dio.
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA DI KANT
L’IO, ovvero il soggetto trascendentale, è il fondamento di ogni conoscenza, è ciò che permette la conoscenza. Il soggetto è attivo, perché rielabora la conoscenza
In questo modo Kant attua una “rivoluzione copernicana” in quanto inverte il rapporto oggetto-soggetto: non è il soggetto che si modella passivamente sulla realtà, bensì la realtà che si modella sulle forme a priori attraverso cui la percepiamo.
Il soggetto ha tre facoltà:
• Sensibilità S essa è possibile grazie a spazio e tempo.
• Intelletto I elabora le sensazioni e permette così l’esperienza del mondo naturale attraverso le forme a priori spazio e tempo.
• Ragione R elabora i concetti e forma le idee permettendo la conoscenza del mondo morale.

MONDO NATURALE MONDO MORALE
caratterizzato dalla necessità; caratterizzato dalla libertà;
tutto è determinato gli uomini sono liberi di scegliere
il proprio comportamento
L’uomo appartiene a entrambi i mondi,
e li concilia grazie alla FACOLTÀ DI GIUDIZIO

CRITICA DELLA RAGION PRATICA
Kant divide prima di tutto la ragion pratica in due parti: la ragion pura pratica (che è indipendente dall’esperienza) e la ragione empirica pratica (che dipende dall’esperienza e dai sensi). Nella “critica della ragion pratica” studia quella empirica, vale a dire quella maggiormente legata all’esperienza ed egli critica in questo libro proprio la pretesa di restare vincolata ad essa.
In quest’opera egli analizza le azioni morali dell’uomo: in particolare Kant è convinto che esista una legge morale che sia:
• PURA, cioè a priori, indipendente dall’esperienza.
• UNIVERSALE E NECESSARIA, cioè valida per tutti e sempre.
• INCONDIZIONATA E LIBERA, cioè indipendente dalle sollecitazioni contingenti della sensibilità e libera dagli istinti del corpo.
LA LIBERTÀ E LA SANTITÀ
L’uomo per essere libero deve liberarsi dai condizionamenti del corpo, dagli istinti materiali. C’è quindi un contrasto tra corpo e anima (ragione).
La santità consiste nel liberarsi completamente da questi istinti perché grazie ad essa l’uomo riesce a conformarsi completamente alla legge morale; Kant si pone il problema se sia possibile per l’uomo diventare santo, e arriva alla conclusione che la santità è impossibile per l’uomo, e che la sua vita è una lotta continua tra la ragione e gli istinti del corpo. Quindi la santità è solo un’illusione e solo i fanatici sono convinti di essere dei santi.
La vita, secondo Kant, si fonda su due tipi di principi pratici:
• le massime l prescrizioni che hanno un valore soggettivo, cioè regole che ciascuno si pone; non sono quindi azioni morali (es: ogni mattina mi devo alzare presto per fare ginnastica)
• gli imperativi g prescrizioni oggettive, quindi valide per tutti, e si dividono in
1. IPOTETICI : “se vuoi...allora devi...” : condizionati da un fine, cioè prescrivono un’azione se si vuole raggiungere un certo scopo
2. CATEGORICI : “tu devi...” doveri incondizionati, assoluti e universali
L’azione morale deve essere basata sugli IMPERATIVI CATEGORICI; infatti l’azione morale non deve avere un fine, ma dev’essere un dovere fine a se stesso, disinteressato; viene così seguito solo il senso del dovere, il dovere per il dovere.
La morale di Kant ha quindi diverse caratteristiche: è
• antiutilitaristica, appunto perché segue solo il senso del dovere.
• autonoma, perché l’uomo se la impone da sé (mentre per es. la legge dello stato è eteronoma)
• rigorosa o rigoristica, perché esclude ogni sentimento tranne il rispetto della legge.
• intenzionale, perché dipende dalle intenzioni, e un’azione è morale se si ispira all’ideale del dovere per il dovere.
Se la ragion pratica, ovvero la volontà, segue la legge morale, essa è buona.
L’uomo è libero perché è libero di autocrearsi le leggi morali (che poi segue per il senso del dovere), e inoltre se segue le leggi morali si libera dagli istinti materiali.
La morale formale
AZIONE MORALE = AZIONE + “TU DEVI”(senso del dovere)
(materia) (forma)
IMPERATIVI CATEGORICI:
1. “Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo
come principio di legislazione universale”. Questo impone l’universalità della legge morale;
2. L’umanità deve essere il fine della nostra azione, non il mezzo; cioè il fine incondizionato e oggettivo della nostra azione non deve essere il bene individuale, ma il bene dell’umanità.
3. È la mia volontà che crea la legge, l’azione morale, io sono legislatore.
Kant aveva inoltre pensato ad una comunità ideale: il Regno dei Fini ; all’interno di esso tutti seguono la legge morale della quale gli uomini sono i fini (scopi), non c’è bisogno dello Stato, gli uomini sono liberi.
SOMMO BENE = VIRTU’ + FELICITA’
Kant si pone il problema se fare il bene rende felici e se si può quindi essere virtuosi e felici su questa terra. La risposta è ancora una volta NO. il sommo bene è irrealizzabile, virtù e felicità sono in contraddizione, in antitesi; infatti le persone più felici sono anche le più cattive. L’unica speranza è che ci sia un’altra vita dopo la morte (speranza religiosa)e che quindi fare il bene in questa vita sia utile per realizzare il sommo bene dopo la morte.
L’uomo per avere una vita morale deve fondare le sue azioni su tre postulati(indimostrabili), che egli stesso si pone e in cui ha bisogno di credere;
• IMMORTALITÀ DELL’ANIMA→ visto che in vita l’uomo non può raggiungere la santità, deve per forza disporre di un tempo infinito oltre la vita, dove poterla raggiungere (realizzazione prima condizione del sommo bene- virtù-)
• ESISTENZA DI DIO→ l’uomo per essere felice deve poter credere in una volontà santa ed onnipotente che faccia corrispondere la felicità al merito (realizzazione seconda condizione del sommo bene- felicità-)
• LIBERTÀ DELL’UOMO → se c’è la morale c’è la libertà di agire (se devi allora puoi)
La vita morale si basa quindi sulla fede razionale, che è appunto l’esigenza di credere nei 3 postulati.
CRITICA DEL GIUDIZIO
In questa terza opera Kant cerca una conciliazione tra il mondo naturale e morale, e trova che l’unico punto di contatto è il SENTIMENTO.
Il giudizio è un’affermazione costituita da un soggetto e un predicato, e può essere:
• DETERMINANTE E affermazione scientifica sul mondo, sulla realtà (attrav. Le 12 cat)
• SENTIMENTALE O RIFLETTENTE T affermazione basata sul sentimento che può essere:
1. estetico: basato sull’armonia
2. teologico: basato sulla finalità, che ha cioè un fine, uno scopo
Nella “critica del giudizio” Kant tratterà il giudizio sentimentale.
IL GIUDIZIO SENTIMENTALE ESTETICO
L’estetica è la scienza del sentimento, la filosofia dell’arte e della bellezza (= giudizio estetico puro).
La BELLEZZA ha le seguenti caratteristiche:
• Qualità Q piacere fine a se stesso, disinteressato;
• Quantità Q piacere universale (viene provato nello stesso modo da tutti), extralogico (non ha niente a che fare con la ragione);
• Relazione R piacere senza scopo, è come un gioco spontaneo; si trova tra fantasia ed intelletto: l’armonia;
• Modalità M piacere necessario.
Anche in questo caso Kant attua la sua “rivoluzione copernicana”: la bellezza non è nell’oggetto, ma è qualcosa che è dentro di noi e che noi proiettiamo fuori (es: opera d’arte).
Kant suddivide quindi il giudizio estetico in:
• puro p è il piacere estetico (es: opera d’arte) fondato sull’armonia, la forma; va al di là dei sensi e tutti possono percepirlo;
• empirico e è soggettivo, fondato sul concetto di piacevole
IL BELLO ED IL SUBLIME
1. Il BELLO si prova davanti ad un oggetto limitato, finito (albero, quadro...) e può essere:
• di natura: è bella quando sembra un’opera d’arte;
• artistico: l’arte è bella quando rappresenta la natura, la spontaneità (realismo).
2. Il SUBLIME viene provato quando siamo davanti ad oggetti illimitati, infiniti, ed in un primo momento ci sentiamo piccoli e proviamo un senso di angoscia e depressione, in seguito però arriva l’esaltazione in quanto ci sentiamo anche noi parte dell’infinito.
Il sublime può essere:
• matematico m infinito spaziale;
• dinamico infinito di potenza (es: vulcano in eruzione).

IL GENIO
L’uomo che crea il bello artistico è il genio; le sue caratteristiche sono:
1. la creatività, perché crea dal nulla come Dio
2. il talento, il suo è un dono di natura
3. fa da esempio per gli altri, crea un modello, una tipologia, da seguire, da imitare
4. la spontaneità, perché crea in modo spontaneo, segue l’istinto naturale, e la conseguente incomunicabilità, perché proprio per questo non riesce a comunicare, ad insegnare agli altri la sua arte
GIUDIZIO SENTIMENTALE TEOLOGICO
Si basa sul concetto di fine, scopo, di causa finale (finalismo). Secondo Kant questo giudizio non è determinante ma riflettente, perché non coglie un elemento costitutivo delle cose, ma rispecchia un modo soggettivo di rappresentarle. Il finalismo è solo uno degli usi dell’intelletto opportuno e necessario perché l’intelletto incontra dei limiti nella spiegazione meccanica del mondo ed è portato ad una considerazione complementare di tipo teologico; ma anche questa non può valere come autentica spiegazione. Il finalismo è una sorta di promemoria critico che ci ricorda sia i limiti della visuale meccanicistica, sia l’intrascendibilità dell’orizzonte fenomenico e scientifico. La causa finale ultima è Dio.

Esempio