John Locke

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Categoria:Filosofia

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Testo

Vita e opere
John Locke nacque a Wrington, presso Briston, nel 1632, da famiglia puritana appartenente alla media borghesia; il padre, avvocato, parteciperа attivamente -anche con le armi- alla guerra civile scatenata dalla classe borghese contro Carlo I. Nel 1652 il futuro filosofo entrт all' universitа di Oxford, ove conseguм i gradi di baccelliere e di maestro delle arti.
L' universitа di Oxford, tradizionalmente aristotelica, era diventata in quegli anni un centro di studi particolarmente aperto verso la nuova scienza. E' probabile che sia stata proprio la iatrochimica a far sorgere nel nostro autore un vivo interesse per la chimica; certo и che, allorquando Boyle si stabilм ad Oxford, il giovane studente non tardт ad avvicinarlo e a diventargli amico.
Locke volle esercitare la professione di medico, convinto che, risultasse piщ importante l' effettiva competenza pratica che non un titolo accademico. Questo atteggiamento fornisce una prova manifesta della sfiducia che egli nutriva verso l' universitа considerata sede naturale della vecchia cultura (teologico-filosofica), per l' altro della sua convinzione che solo un ambiente piщ libero e aperto di quello universitario potesse offrire autentici stimoli alla ricerca.
In veritа, pur interessandosi vivamente di scienza, egli non intese mai diventare uno scienziato nel vero senso della parola; ciт che si proponeva era di assimilare a fondo lo spirito piщ nuovo del sapere scientifico per poterlo trasferire in tutte le attivitа dell' uomo, con lo scopo di rinnovare la cultura e la societа.
Per quanto riguarda, in particolare, il suo atteggiamento di fronte ai problemi politici, va ricordato che il 1659 -anno della restaurazione monarchica- segna un momento di arresto nello sviluppo del suo pensiero: prima di allora, infatti, egli si era decisamente schierato a favore di una concezione critica e tollerante dello stato e della religione; invece nei due saggi intorno al problema della tolleranza scritti fra il 1660-62 rivela, proprio su tali argomenti, notevoli incertezze non senza qualche propensione verso il nuovo regime.
Negli anni successivi sarа la stessa rivoluzione del governo monarchico a fargli superare l' anzidetto punto critico, spingendolo verso quelle posizioni di " filosofo ufficiale " della rivoluzione liberale che saranno caratteristiche della sua piena maturitа.
Locke coltiva con molta serenitа anche i problemi filosofici piщ generali, studiando con impegno le opere di Cartesio e Hobbes.
Sono del 1664 i saggi sulla legge di natura, che costituiscono la prima opera lockiana in cui venga trattato il problema della conoscenza: pur senza prender posizione contro il platonismo di Cambridge Locke vuole sottolineare i nessi fra la ragione e l' esperienza comune. Nel 1667 diventa membro della Royal Society, grazie anche a Anthony Ashley.
Nel 1675 lord Ashley cadde in disgrazia, e Locke preferм ritirarsi in Francia. Nel 1679 essendo lord Ashley ritornato al potere il nostro autore rientrт in Inghilterra onde essere alui vicino; non volle tuttavia partecipare alla vita pubblica, per dedicarsi interamente alla stesura delle opere che pubblicherа dieci anni piщ tardi.
Intanto lord Ashley veniva nuovamente travolto dalle lotte politiche accusato di alto trdimento, riusм a malapena a fuggire in Olanda dove morirа nel 1682. Sentendosi sospettato e spiato dagli avversari di quello che era stato il suo grande amico e protettore anche Locke fuggм in Olanda.
Nel nuovo regime Locke avrebbe potuto facilmente ottenere i piщ alti incarichi; era infatti in buoni rapporti con il re William of Orange e con i maggiori uomini politici, godeva la stima universale e l' amicizia dei piщ noti studiosi di quell' epoca.
Seppe tuttavia rinunciare alla vita pubblica per dedicarsi all' attivitа di scrittore. Il 1689 e il 90 vedono la pubblicazione delle piщ importanti opere di Locke.

La coscienza delle idee
La filosofia di Locke и senza dubbio in connessione con quella di Bacone, per il grande valore che l' una e l' altra attribuiscono all' esperienza come origine delle conoscienze umane. Essa и perт strettamente collegata anche alla filosofia di Cartesio, di cui Locke subм l' influenza durante i 4 anni trascorsi in Francia. Basti elencare alcuni punti in cui questa influenza и particolarmente visibile: Locke attribuisce all' intuizione chiara e distinta il valore di criterio fondamentale della veritа; ammette, con Cartesio, che "lo spirito non conosce le cose in modo immediato, ma solo attraverso le idee"; accoglie la distinzione da lui compiuta fra le qualitа geometrico- meccaniche e quelle costituite dai colori, dai suoni, dalla temperatura, etc....
Considerare la filosofia di Cartesio quale bersaglio principale dell' analisi di Locke sarebbe dunque inesatto. Allorchи egli combattи l' innatismo, non и contro il grande francese che rivolge la propria critica, ma principalmente contro i platonici che in quegli anni dominavano nell' universitа di Cambridge, insegnandovi una filosofia di carattere scolastico.
Quando poi estende la propria critica dai platonici di Cambridge a Malebranche, anche lui combatte soprattutto il platonismo di cui sono ben evidenti le tracce nella teoria malebranchiana della visione in dio.
Mentre per Bacone e per Cartesio il problema centrale и quello della scienza, ossia и il problema di determinare un criterio assoluto della veritа scientifica, per Locke, invece, il vero problema и quello di indagare in molteplici processi della nostra mente.
Quanto all' esistenza di idee "le parole e le azioni assicureranno ognuno di noi che ci sono idee anche negli altri".
Identificare il possesso di un' idea con la consapevolezza attuale della medesima, и dunque per Locke un' ammissione spontanea; qualcosa che egli assume dall' esperianza quotidiana di ogni uomo; un punto di partenza di cui non puт , secondo lui, fare a meno qualunque onesta indagine sull' intelletto.
Eppure sarа proprio questo punto di partenza, tanto semplice e spontaneo, ad avviarlo per una strada che lo porterа alle piщ straordinarie conseguenze.
Classificazione dell' idee
e loro origine
Locke si domanda se esistono idee possedute da tutti gli uomini e le cerca tra i principi piщ semplici della logica, della morale, della religione; ma и costretto a riconoscere che nessuna idea si trova nelle condizioni accennate. Dunque non esistono idee innate. Evidentemente questa dimostrazione non risulterebbe sufficiente a Cartesio, secondo cui un' idea и innata quando l' essere pensante la puт ricavare da se stesso; bisogna perт riconoscere che per Locke, il quale identifica l' esistenza di un' idea in noi con la coscienza della medesima essa и perfettamente calzante.
Se nella nostra mente non esistono idee innate, bisognerа concluderne che la mente и come una tabula rasa. Ciт non significa che la nostra coscienza risulti interamente passiva; significa che essa non troverа in se' alcuna idea giа completa e perfetta. Per determinare la natura delle idee, Locke si rivolge all' esperienza. Nelle idee semplici la nostra mente и passiva; possiamo dire che per Locke essa и cosciente della propria passivitа; lo spirito non puт in alcun modo "nи farle, nи distruggerle".
Esse sono "i materiali di ogni nostra conoscienza". Proprio per ciт il loro contenuto и comune a tutti gli uomini. Quando l' intelletto si и provveduto delle idee semplici, ha il potere di ripeterle, compararle e unirle, fino a una veritа quasi infinita... Ma non и in potere dell' ingegno piщ esaltato o di un vasto intelletto,... inventare o foggiare una sola idea semplice nello spirito, non ricevuta per le vie menzionate; nи puт una qualsiasi forza dell' intelletto distruggere quelle che ci sono: il dominio dell' uomo in questo piccolo mondo dell' intelletto essendo lo stesso di quello che и nel gran mondo delle cose visibili in cui il suo potere, per quanto diretto co arte e abilitа, non giunge oltre il comporre e il dividere i materiali che sono a portata delle sue mani; ma non puт far nulla per creare la menoma particella di nuova materia, o per distruggere un' atomo di ciт che giа esiste.
Le idee semplici possono dunque provenire dai sensi esterni, ma possono anche provenire dalla riflessione, cioи dal senso interno o dalla combinazione di questi.
Passando dalle idee semplici alle complesse, va subito ricordato che Locke vede in queste ultime il risultato della riunione di idee piщ semplici.
Mentre nelle idee semplici la nostra mente и passiva, in quelle complesse и essenzialmente attiva. Per quanto infinite di numero, le idee complesse sono divise in tre categorie fondamentali: "modi", "sostanze" e "relazioni".
I modi sono le idee piщ complesse che, comunque composte, non contengono in sи la supposizione di sussistere per se stesse, ma sono considerate come dipendenze di sostanze; tali sono le idee significate dalle parole triangolo, gratitudine...; le sostanze sono combinazioni di idee semplici, prese a rappresentare cose particolari, distinte, sussistenti per sи stesse; le relazioni sono idee complesse che consistono nel considerare e comparare un' idea con un' altra. Questa riduzione delle idee complesse a veri e propri elaborati della nostra mente costituisce una delle tesi dell' empirismo lockiano.
Da essa prende le mosse la famosa critica del concetto di sostanza, che и il punto di piщ profondo contrasto tra la filosofia di Locke e le filosofie di derivazione cartesiana

Il linguaggio
Il terzo libro del saggio sull' intelletto umano dedicato appunto al linguaggio, sviluppa la tesi dell' arbitrarietа dei segni; Locke sostiene che il linguaggio rappresenta le idee e non la realtа, che le parole di cui esso и costituito designano le idee. Se non fosse cosм non vi sarebbe fra gli uomini che un solo linguaggio: in realtа ogni uomo ha una cosм inviolabile libertа di fare che le parole stiano per le idee che a lui piacciono, che nessuno ha il potere di far si che altri abbiano nella mente le stesse idee che ha lui, pur usando le stesse parole usate da lui.
Le diverse vie della
conoscenza
Locke и nominalista in logica e realista in gnoseologia; e poichи и l' esperienza a fornirci questo tipo di idee potrа essere soltanto essa a renderci accessibile l' esistenza del reale. Anche l' esistenza di Dio puт essere raggiunta solo con un processo argomentativo che parta dall' esperienza: egli usa l' argomento causale respingendo l' argomento ontologico perchи illusorio.
Per Locke,conoscere и qualcosa di piщ che possedere idee: "conoscere и percepire con la mente l' accordo o il disaccordo, la connessione o ripugnanza tra alcune delle nostre idee. Dove questa percezione non ha luogo poteva esserci l' immaginare, il cogetturare, il credere ma non il conoscere".
Quando la mente non percepisce per via diretta l' accordo o il disaccordo tra le idee puт ricorrere ad altre idee perchи facciano da intermediario finchи arrivi a vedere l' accordo o il disaccordo di quelle prime".
Il parallelismo tra il filosofo inglese e quello francese и su questo punto cosм completo che noi finiamo per ritrovare nell' uno e nell' altro frasi simili.

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