Introduzione a Hegel

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Vita ed opere
Nasce a Stoccarda, nel Wüttenberg, nel 1770, anno di pubblicazione della “Dissertatio” Kantiana. La sua famiglia appartiene alla borghesia benestante e poteva quindi permettersi un’educazione notevole per il figlio: egli, infatti, ha un’ottima formazione classica e una formazione scientifica altrettanto adeguata, come risulta da un diario che lo stesso Hegel ha tenuto in lingua latina.
Fra il 1785 e il 1787 lesse molte opere di autori greci, latini e stranieri (Shakespeare); un entusiasmo particolare fu riscosso dalla tragedia “L’Antimone” di Sofocle.
Nel 1788 si iscrive all’università di Tubinga per studiare teologia. [STIFT → seminario per la formazione di pastori protestanti].
Nel 1790 strinse amicizia con Holderling (hanno in comune l’amore per la cultura classica); in quegli anni conobbe anche Schelling. Con questi due amici festeggiò la presa della Bastiglia.
Hegel è molto vicino alla filosofia di Spinoza, oltre che a quella di Rousseau e di Kant; la filosofia kantiana era molto utilizzata nelle università perché il suo pessimismo teoretico era strumentalizzato.
Finì di studiare nel 1793, anno in cui si trasferì a Berna, dove rimase fino al 1796 facendo il precettore e da dove mantenne una fitta corrispondenza con gli amici di Tubinga.
1793-1796 → SCRITTI GIOVANILI: “Vita di Gesù” (1795); “Sulla relazione della religione razionale con la religione positiva” (1795-’96).
Nel ’97 Hegel si trasferisce a Francoforte, dove rimarrà fino al 1800; qui lavora nuovamente come precettore, introdotto nell’ambiente dall’amico Holderling. Nel 1801, per consiglio di Schelling, si trasferisce a Jena, luogo in cui insegnavano i filosofi più importanti dell’epoca: questa città era la culla della cultura letteraria e filosofica europea.
Nel 1801 Hegel pubblica la prima opera in cui è già presente il suo sistema, “Differenza dei sistemi di filosofia di Fichte e Schelling”. Ottiene la cattedra per insegnare filosofia grazie alla sua opera “De orbitis planetarum”, sempre del 1801.
Hegel rimane a Jena fino al 1807, in quanto nel 1806 chiude l’università in seguito alla vittoria di Napoleone con la Prussia. Del 1806 è la “Fenomenologia dello spirito”.
Nel 1807 si trasferisce a Norimberga, dove si vede la rottura definitiva con Schelling e dove conclude la prefazione alla “Fenomenologia”; vi rimane fino al 1816 insegnando filosofia e religione. Nel 1811 convola a nozze con una ricca aristocratica; tuttavia, il matrimonio non lo distoglie dalla sua produzione, tanto che nel 1812 pubblica il primo volume della “Scienza della logica”. Il secondo volume è pubblicato a quattro anni di distanza, nel 1816. In seguito insegna a Heidelberg, dove nel 1817 pubblica l’”Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio”. Si trasferisce poi a Berlino, dove fu rettore dell’università dal 1829 al 1830.
Nel 1821 pubblica “Lineamenti di filosofia del diritto”; nel 1827 un ampliamento all’”Enciclopedia”.
Morì nel 1831 di colera. I suoi allievi pubblicarono testi importanti che corrispondevano ai vari corsi che Hegel aveva tenuto all’università, grazie ai quali si può conoscere parte del suo pensiero non presente nelle altre opere, nonché la sua evoluzione.
Gli scritti giovanili
Il primo interesse di Hegel fu di tipo teologico-religioso, anche se la religione è da Hegel strettamente legata alla vita politica e sociale dell’epoca.
“Religione popolare e cristianesimo”: Hegel prende le parti della religione popolare, realizzatasi perfettamente nelle poleis greche, in cui vi era una condizione di equilibrio fra individuo e stato (libertà). Il Cristianesimo, invece, è una religione privata individuale, che deve snaturarsi per tradursi in dogmi ed essere quindi oggettiva.
“Vita di Gesù”: l’insegnamento di Gesù è MORALE e si trasforma in RELIGIONE POSITIVA (ESTERIORE) per l’incapacità dei discepoli di mantenere una religione razionale.
“Positività della religione cristiana”: critica della religione positiva perché toglie libertà. Questa ha formato un concetto di trascendente che si impone dall’esterno sull’individuo e lo sminuisce, lo riduce.
Hegel propende verso la religione greca e rifiuta quella cristiana. Solo in un secondo momento diventa più morbido, attribuendo la responsabilità della decadenza del Cristianesimo alla religione ebraica, responsabile della rottura dell’armonia originaria, quindi della rottura fra uomo e Dio.

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