Il Pensiero Utopico Dall'antichità Al Rinascimento

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Testo

Il pensiero utopico dall’Antichità al Rinascimento

Nel medioevo non si trovano opere utopiche, poiché l’escatologia cristiana, impediva ogni aspirazione verso un mondo di giustizia e di eguaglianza.
La storia dell’umanità è la storia del diffondersi di Dio sulla terra e della costruzione del suo regno.
Cristo sarebbe giunto per la seconda volta sulla terra, avviando l’ultimo periodo della storia del mondo.
Sarebbe rimasto per mille anni sulla terra, inaugurando un regno di pace e di giustizia, avrebbe scelto gli eletti, e li avrebbe portati con se giunta la fine del mondo.

Gioacchino Da Fiore

Propone una nuova concezione millenaristica, parlando di un rinnovamento sociale sulla terra, e dell’arrivo di una terza età: l’età dello spirito, che avrebbe liberato gli uomini da ogni fatica.
Le pagine di Gioacchino, hanno scopo utopico poiché fanno riferimento ad un futuro rinnovato, e allo stesso tempo criticando il presente.

I tre stati della vita secondo Gioacchino:
• 1° Il regno del padre, creatore dell’universo.
• 2° Regno del figlio che si umiliò prendendo le vesti di un uomo.
• 3° Il regno dello “Spirito Santo”, dove sarà sovrana la libertà.

Tommaso Moro: l’Utopia Della Libertà

Fu lui a coniare il termine “Utopia”, che letteralmente significa “Luogo che non è in nessun luogo”. Nell’opera omonima, egli racconta di una civiltà su un isola lontana governata da leggi ben diverse da quelle del suo tempo. Egli utilizza molto spesso termini che fanno comprendere l’enorme distacco della realtà utopica da quella presente, in modo da far capire che essa non è immediatamente raggiungibile, ma che Tommaso vuole unicamente alludere ad una meta, ad un indicazione di un possibile percorso da seguire, allo stesso tempo criticando in modo passivo la politica del suo presente.
Moro si ispira per la sua opera alla “Repubblica” di “Platone”, tuttavia con la differenza che Tommaso non vuole impartire delle norme da rispettare, ma suscitare il pensiero e la ricerca di soluzioni alternative, che garantiscano la libertà e la felicità.

La società dell’Utopia è così strutturata:
• L’attività principale è l’agricoltura.
• Poche leggi di facile comprensione.
• Magistrati eletti per gruppi di famiglie.
• Assenza della proprietà privata.
• Tutti i cittadini hanno uguale reddito.
• Tenore di vita modesto

L’abolizione della proprietà privata, forse è il punto più importante poiché essa, secondo Platone, porta con se il desiderio di possesso e di superiorità, creando disaccordi e inimicizie.
Secondo Tommaso, non è giusto che persone come gli usurai, ottengano denaro senza sporcarsi le mani, mentre un contadino, di cui lo stato non può fare a meno, vive un vita così miserabile.

Tommaso Campanella

Scrive un opera chiamata “Città Del Sole”, avente finalità simili quella di Tommaso Moro. Differisce però da essa nel fatto che la Città Del Sole vuole rappresentare una possibile iniziativa politica, e non una organizzazione perfetta dalla quale attingere, come nell’Utopia.
La città risulta così strutturata:
• La città nasce su un colle, ed essa è divisa in sette gironi, ognuno recante il nome di un pianeta.
• Nella città si può accedere tramite quattro ingressi, rivolti ognuno verso un punto cardinale.
• Le quattro strade portano ad un tempio situato al centro della città dove si pratica un culto simile al cristianesimo, ma differente da esso nei sacramenti.

Interessanti sono le istituzioni dell’isola che vedono l’intrecciarsi dei principi politici con quelli religiosi.
Non mancano i riferimenti alla situazione e alla vita del tempo, e agli aspetti metafisici religiosi e astrologici della sua filosofia.
Lo stato è gestito da un monarca che detiene il potere temporale sia politico che religioso e detto “Metafisico” esso è anche il primo astronomo della città ed è aiutato nella sua opera da tre prìncipi: Politica, Sapienza e Amore. I quattro incarnano le forze che regolano l’universo, e sono in grado di assicurare un tenore di vita elevato all’uomo.

I tre principi si occupano dei seguenti problemi:
• Politica o “Pon”: ha cura delle guerre e delle paci e dell’arte militare, degli ufficiale, dei soldati e dei rifornimenti per essi.
• Sapienza o “Sin”: ha cura di tutte le scienze, e ha tanti sottoufficiali quante sono le arti e le scienze: Astrologo, Cosmografo, Geometra, Loico, Retorico, Grammatico, Medico, Fisico, Politico, Morale.
• Amore o “Mor”: ha cura della generazione dell’accoppiamento tra maschi e femmine, in modo che da essi si generi buona razza. Si occupa dell’educazione, della medicina e dell’agricoltura.

Francesco Bacone

Sua è l’opera intitolata “La Nuova Atlantide”, pubblicata incompleta nel 1627. Descrive una città dove l’uomo domina sulla natura tramite le scienze tecniche. Caratteristica dell’opera è il progresso scientifico della società descritta, in cui sono anticipate numerose invenzioni e scoperte che saranno portate alla luce solo parecchi anni dopo: congegni che trasmettono suoni a distanza, imbarcazioni che navigano sott’acqua, trapianto di una specie in un’altra…
Nell’opera manca i riferimenti all’organizzazione politica, che probabilmente non è stata ancora scritta, o forse è stata omessa, poiché Bacone sosteneva che l’abbondanza dei beni ottenuti tramite il progresso scientifico, renderebbe inutile l’esercizio della politica. Da Bacone sorge poi la domanda se sia sempre giusto realizzare ciò che sia tecnicamente possibile. Infatti, secondo le parole del Padre della Casa di Salomone, non tutte le scoperte scientifiche posso essere utili alla società, quindi è bene nascondere quelle che non lo sono.

In definitiva, per Bacone, la scienza è un aiuto che renderà realizzabile la nascità della sua utopia.

Ernst Bloch

Il suo primo libro si intitola “Lo Spirito dell’Utopia”, dove è evidenziata l’idea secondo cui è necessario un pensiero che aiuti a varcare le soglie del presente, perché è nella mentalità di ogni uomo il desiderio di superare ciò che è per raggiungere il meglio.
Per Ernst l’utopia non è una realtà che non è in nessun luogo, ma una “realtà che potrà avere luogo”.
Bloch pubblica un ulteriore libro intitolato “Il Principio Speranza” dove è analizzato il panorama di numerosi progetti di liberazione umana attraverso i sogni ad occhi aperti, e quindi attraverso la speranza.

Il pensiero di Bloch si può così riassumere:
• Pensare(sperare) significa oltrepassare.
• La speranza alimenta il mondo e lo spinge al progresso.
• L’uomo attivo è quello che spera in una realtà diversa, e che cerca di raggiungerla.
• L’uomo passivo si arrende all’evidenza e si abbandona nella disperazione.
• Ogni uomo vive per il futuro, senza di esso la vita non avrebbe senso.

L’utopia è solo una realtà irraggiungibile che, in quanto tale spinge l’uomo alla disperazione, mentre solo la speranza, che esiste, permette all’uomo di non fermarsi al presente e di cercare di raggiungere la nuova realtà.

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