Il pensiero di Schopenahauer

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Categoria:Filosofia

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Testo

SCHOPENHHAUER
Nacque a Danzica nel 1788 da un ricco commerciante e da una scrittrice di romanzi.Dopo la morte del padre s’iscrive all’università di Gottinga dove segue le lezioni su Kant dello scettico Schulze.
Nel 1820 ottiene la libera docenza e si trasferisce a Berlino dove tiene lezioni all’università nelle stesse ore di quelle di Hegel per fargli concorrenza.Risultato di ciò è il fatto che Schopenhauer si trovò sempre senza allievi.
Muore a Francoforte nel 1860.
Opere: 1 Il mondo come volontà e rappresentazione( 1818)
2 Quadruplice radice del principio di ragion sufficiente(1813)
Parerga e Paralipomeni( 1851)
La critica nei confronti di Hegel si sviluppa su 2 livelli:
-livello culturale-Hegel viene definito un ciarlatano e il suo idealismo una filosofia “delle università”, espressione di un pensiero al servizio dello Stato e della Chiesa poiché aveva la sola funzione di giustificare il potere
-livello teorico-pur cercando anche lui un principio unitario che sia in grado di spiegare tuta la realtà,S.sostiene che tale principio non possa essere rappresentato,rimanendo quindi un principio alogico.
Fonti: Platone
Kant (in una visione scettica)
Civiltà indiana (aveva infatti letto le Upanishad che erano i testi sacri della sapienza indiana incentrati sulla dottrina dell’Uno Tutto e cioè sull’unità sostanziale che soggiace alla molteplicità dei fenomeni)
A fondamento della dottrina filosofica di Schopenhauer c’è la distinzione kantiana fra il fenomeno e il noumeno (cosa in sé).Ma alla prospettiva di Kant egli apporta delle profonde correzioni incentrate su un’interpretazione più radicalmente dualistica fra fenomeno e noumeno.
1 il fenomeno per Kant coincide colla realtà stessa ed era sinonimo di “apparenza”.Per schopenhauer esso è solo una “parvenza”simile al velo di maya di cui parla la filosofia indiana, che copre la vera natura delle cose e quindi la realtà vera.
2 Il noumeno per Kant era solo un concetto(pensabile ma non conoscibile), per S. invece è la realtà a cui il filosofo cerca di arrivare ma non attraverso la ragione.
Il Mondo come volontà e rappresentazione inizia con una frase emblematica e cioè:”il mondo è una mia rappresentazione”.Infatti il mondo è visto proprio come un insieme di rappresentazioni che sono il risultato del rapporto fra soggetto e oggetto. Tale rapporto risulta inevitabile perché nessuno dei 2 termini può esistere senza l’altro,infatti il soggetto non può che conoscere un oggetto e se non ci fosse un oggetto il soggetto non conoscerebbe nulla e in questo caso non sarebbe più soggetto poiché esso è tale solo in quanto conosce.
L’uomo riceve le rappresentazioni attraverso le forme a priori della conoscenza mutuate dal pensiero di Kant.
Nel pensiero di S. queste vengono ridotte da 14 a 3:Spazio,Tempo e Causalità.
• Lo spazio e il tempo fungono da “principio d’individuazione” in quanto collocano l’oggetto in una determinata posizione e lo inseriscono in una determinata successione di momenti
• Grazie alla causalità gli oggetti determinati spazialmente e temporalmente vengono posti uno come causa. l’altro come effetto. Dunque la rappresentazione della realtà non è altro che la rappresentazione della causalità e cioè della dell’azione reciproca degli oggetti nello spazio e nel tempo.Il mondo di Schopenhauer è perciò un mondo di interconnessioni dove viene negata la materia in quanto tutto si riduce ad un sistema di forze.
Le forme a priori sono espressioni del principio di ragion sufficiente che Schopenhauer aveva illustrato nella sua tesi di laurea del 1813 dove in base al rapporto fra la cosa da spiegare e quella che spiega si possono riconoscere 4 diverse forme:
1 ratio fiendi spiega il mondo del divenire attraverso la connessione fra causa ed effetto nel mondo fisico(es.se calcio una palla questa si muove).Esprime la necessità fisica.
oggetto: cose normali e concrete del mondo
2 ratio conoscendi spiega il mondo della conoscenza ed esprime la necessità logica
oggetto: concetti
3 ratio essendi giustifica l’essere come definito dai rapporti dello spazio e dl tempo, determinando la concatenazione degli enti matematici e geometrici.Esprime la necessità matematica
oggetto:oggetti matematico geometrici
4 ratio agendi spiega il mondo dell’agire attraverso la relazione fra azione e motivi per cui è stata compiuta.
Oggetto: volontà.

La ragione di cui è dotato l’uomo trasforma le rappresentazioni in concetti(rappresentazioni di rappresentazioni) che sono poi comunicati attraverso la parola da cui nasce il linguaggio.
Per Schopenhauer il mondo della rappresentazione è proprio come un velo illusorio che nasconde la vera realtà a cui si può pervenire non attraverso la conoscenza intellettiva e razionale dal momento che essa è fondata sulle forme a priori e quindi non esce dalla sfera della rappresentazione.
Ciò che ci permette di andare al di là delle rappresentazioni(illusioni) è il corpo che fa in modo che l’uomo non sia solo “una testa alata d’angelo” e cioè semplicemente un soggetto sottostante alle forme a priori del conoscere.
Il corpo è infatti:1 oggetto rappresentabile
2 espressione della volontà che è una forza primigenia
che sfugge ad ogni determinazione causale
L’uomo perciò attraverso l’esperienza corporea può pervenire alla cosa in sé(fondamento noumenico).
La volontà caratterizzata da 2 aspetti: è una in quanto sfugge al principio d’individuazione.Questo vuol dire che se un uomo riuscisse per assurdo ad annullare la volontà che si trova in lui,verrebbe soppressa la volontà in generale e il mondo intero sparirebbe.
È irrazionale perché la ragione esiste solo nel mondo della rappresentazione.
VOLONTà = cosa in sé-aspirazione senza fine e senza scopo-forza cieca ed inconscia-puro istinto
Il mondo è allo stesso tempo rappresentazione e oggettivazione della volontà.La volontà infatti(che è infinita) si realizza in una serie ascensionale e gerarchica di gradi.
Al livello più basso ci sono le forze stesse della natura come la gravità,il magnetismo e l’elettricità che agiscono indipendentemente dalla causalità.
L’ultimo grado è rappresentato dall’uomo.
La filosofia di S. è caratterizzata da un profondo pessimismo originato dall’identificazione della cosa in sé colla volontà.Infatti la volontà è irrazionale(non risponde ad un perché) e quindi tutto ciò che notoriamente nel mondo è considerato ordine e armonia è solo un’illusione.
Inoltre la volontà in quanto desiderio di qualcosa che ancora non è stato raggiunto è privazione e quindi dolore e sofferenza.
Quando poi l’oggetto del desiderio è stato raggiunto subentra la noia,cosicché la vita viene paragonata ad un pendolo che oscilla tra noia e dolore.
L’oggettivazione della volontà nel mondo fenomenico porta sofferenza e dolore,per liberarsi da essi S.non suggerisce il suicidio(che elimina l’individuo ma non la volontà), ma 3 tappe che gradualmente portano alla negazione della volontà.
1 L’ARTE: colla contemplazione estetica godiamo a tal punto di un’opera d’arte da dimenticarci di noi stessi provando sollievo perché liberandoci di noi stessi ci liberiamo anche dal dolore.Il limite di questa tappa è la sua temporaneità,infatti finita la contemplazione dell’opera l’individuo torna al dolore.S.sostiene che la forma più alta d’arte è la tragedia greca poiché questa rende contemplabile il dolore.
2 LA PIETà: è un sentimento che induce a compatire e ad identificarsi col dolore del prossimo.Così ogni antagonismo fra gli uomini viene eliminato in quanto si riconosce che tutte le sofferenze derivano da un nemico comune e cioè la volontà di vivere.
L’ASCESI: si basa su un progressivo spegnimento della volontà di vivere.Viene proposta la castità volontaria,povertà volontaria,sacrificio a tutti i livelli,rassegnazione.
Non volontà = NULLA

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