Il pensiero di Schelling

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Testo

SCHELLING (1775)

“La natura deve avere la sua autonomia”

Aderisce alla filosofia di Fiche perché ha trovato il fondamento incondizionato della realtà, principio da cui dipende ogni conoscenza: l’io puro, assoluto, libero. Secondo Schelling, Fichte ha colmato i vuoti della filosofia kantiana.
Inizialmente egli ha interessi naturalistici, egli vuole recuperare la natura perché essa deve essere una soggettività. Rifiuta la nullificazione della natura di Fichte, ponendo l’io infinito rende nulla la natura.

Critica:
- l’assoluta soggettività della sostanza (Fichte)
- l’assoluta oggettività della sostanza (Spinoza)
La natura è un’unità indifferenziata di natura e spirito, non è limitata dall’attività dell’io, ma assume una validità oggettiva. Natura e spirito sono due facce dello stesso principio assoluto: l’assoluto si pone inconsciamente come natura e poi consciamente come spirito. La natura è un organismo dotato di finalità, aperto ad ogni sviluppo. Essa ha un carattere teleologico e non meccanico, perché le singole arti della natura si articolano nel tutto. La natura ha un’anima e una forza vivificatrice. Attraverso una serie di gradi si attiva in forma sempre più perfette. Da forme inorganiche e organiche: spirito pietrificato in divenire.
Il finalismo è nella natura stessa (finalità oggettiva e immanentista). Schelling rifiuta il meccanicismo e il finalismo teleologico. Il finalismo di Schelling è un carattere oggettivo della natura, interno ad essa. Considera la natura come un tutto vivente, è attività creatrice spontanea.
La natura per attuare se stessa si dialettizza in 2 principi di base: ASTRAZIONE e REPULSIONE. Nella natura agiscono due tendenze opposte. Ogni fenomeno è l’effetto di una forza che è limitata, condizionata dall’edizione di una forza opposta: la natura agisce attraverso la lotta di forze opposte. Quando esse sono in equilibrio si ha la produzione di una forma naturale. La ricomposizione dell’equilibrio da vita a forme naturali sempre migliori.
Vi sono 3 forze: MAGNETISMO, ELETTRICITA’, CHIMISMO (chimica). In ogni livello esse agiscono. Abbiamo nel I livello il mondo inorganico, nel II livello la natura, nel III livello il mondo organico. La natura si configura come uno spirito inconscio che si evolve verso la conoscenza e progressivamente si smaterializza facendo emergere lo spirito. La natura appare come la preistoria dello spirito, che cerca se stesso attraverso le cose. Come la pianta si chiude nel fiore così tutta la Terra si chiude nel cervello dell’uomo.
NATURA: spirito visibile
SPIRITO: natura invisibile
Tra la natura e lo spirito è esclusa ogni distinzione sostanziale (non più dualismo tre Io e non Io). Esiste differenza di grado perché la natura è spirito inconscio mentre lo spirito è superiore perché è vita spirituale conscia. Lo spirito riconoscendosi come rappresentazione inconscia della natura tende a ricostruire l’unità dell’assoluto mediante l’attività teoretica, pratica ed estetica. Questa identità non è mai pienamente raggiungibile. Nell’attività teoretica lo spirito si trova di fronte a se la natura come suo opposto e quindi si ha la dipendenza dal soggetto all’oggetto.
PRODUZIONE INCONSCIA: mediante essa il soggetto si trova di fronte la natura inconscia.
Schelling è un romantico perché da importanza all’estetica.
Nell’intelletto è radicata l’idea che ci sia un mondo oggettivo ed indipendente, in quanto nell’attività teoretica troviamo una natura diversa da noi. Fichte spiegava questo mediante l’immaginazione produttiva, Schelling parla di produzione inconscia. Nell’attività pratica lo spirito opera liberamente imponendo le leggi alla natura (c’è però sempre separazione fra spirito e natura in quanto lo spirito subordina la natura). Si adatta il soggetto conscio ad un oggetto inconscio ma comunque sono separati. A livello dell’attività pratica e in quella teoretica conscio ed inconscio, spirito e natura, continuano a configurarsi con due poli distinti.
Solo nell’attività estetica (l’arte) si scioglie il nodo, le differenze fra spirito e natura, in quanto essa ha una parte conscia (la produzione cosciente dell’opera) e inconscia (l’ispirazione perché l’artista quando produce è ispirato)
ARTE: organo di rivelazione dell’assoluto.

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