Hegel

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Testo

HEGEL
Per capire bene questo filosofo si deve far riferimento a Eraclito e gli Stoici.
Eraclito diceva pantarei(=tutto scorre) e che tutto è e non è allo stesso tempo e ogni cosa si scambia nel suo opposto ed esiste perché esiste il suo opposto. Diceva poi che vi è una lotta incessante degli opposti e questa lotta è la vita. Se si riesce a scorgere l’ armonia più profonda dietro alle cose e alla lotta si può scorgere un ordine
Per gli stoici nella realtà c’è ordine necessario e razionale, nella natura ciò che è, è necessario che sia così.
Unendo questi due estremi abbiamo la comprensione di H.
Il problema con l’ idealismo è sempre riuscire a ricostruire una totalità organica in cui ogni parte è in relazione con tutto il resto sulla base del fondamento. Tutta la realtà deve essere unità. Per H innanzitutto l’ unità è l’ unione inscindibile di finito e infinito, il finito non è altro che una manifestazione(o momento particolare) parziale dell’ infinito. L’ infinito è fatto di tanti particolari(momenti). La verità è l’ unità di cui abbiamo diverse manifestazioni. Questo infinito non lo possiamo cogliere solo come un momento con vari particolari, dobbiamo proiettarlo sia spazialmente che temporalmente(tutto ciò che è stato e tutto ciò che sarà).
Rispetto a F, S e gli altri che parlavano atemporalmente H parla invece in dimensione temporale. L’ infinito di H è un processo, un divenire.
Questa unità è anche razionale intrinsecamente tanto che H dice che tutto ciò che è razionale è relae e viceversa. La razionalità non è astratta ma è la realtà, e tutta la realtà è razionalità.
Questo ordine razionale che si dispiega nel tempo è necessario, è un dover essere; in tedesco quest’ ultimo termine può avere due traduzioni: sollen = aspirazione ideale, dovrebbe essere così oppure con můssen = dover essere necessariamente; in H c’è solo il mussen nel senso che è un ordine che non può essere diverso da così come è.
La legge in base a cui tutto diviene e la logica nelle cose è la dialettica che ci spiega come il finito viene ricompresso nell’ infinito di cui è parte. Spiega insomma come tutto si articola al suo interno e divine. La dialettica è la legge del divenire delle cose, è sia l’ ordine ontologico(intrinseco della realtà) sia il modo in cui noi possiamo interpretare la realtà.
La dialettica è un momento triadico: tesi(c’è l’ affermazione), antitesi(negazione della tesi) e sintesi(ricompone in unità ciò che era nella tesi e antitesi, è un superamento). Dobbiamo prendere in considerazione: l’ intelletto che è schematico, analitico e astratto le cui determinazioni sono rigide e di identità e non contraddizione; e la ragione che riesce a scoprire i legami delle determinazioni e capisce che ciò che si nega è indispensabile per ciò che si afferma.
La dialettica permette di capire come l’ infinito è considerato autonomo e indipendente, mentre il finito deve entrare in relazione con il tutto che è insieme delle relazioni.
Un aspetto importante di H è appunto la negazione: è ciò che muove tutto, la storie e la dialettica, è indispensabile.
Il compito della filosofia per H è quello di cogliere la struttura razionale della realtà, è “il tempo di essa stessa appresa in concetti”, la filosofia non è una razionalità ideale: è la compresione della logica razionale che è nelle cose. Come di ce nella “prefazione ai lineamenti della filosofia del diritto”, la filosofia come la mottola di Minerva che li leva in volo al crepuscolo quando cioè la realtà è gia stata fatta tutta. Quando la filosofia dipinge grigio su grigio, cioè coglie l’ essenza razionale ma non può cambiare nulla, comprende e basta.
Questa opera suddette parla di diritto e di stato, e della necessità razionale ella realtà. H in questo periodo era rettore dell’ Università di Berlino e quindi era il più importante intellettuale tedesco. In quest’ oper non fa altro che giustificare razionalmente lo stato prussiano.
Alla fine del suo percorso H arriva a riconcialirsi e accetta la realtà come razionale.
Inizieremo dalle opere giovanili di H fino ad arrivare alla “fenomenologia delospirito”, la storia che è l’ unità e lo spirito che diviene.
Abbiamo anche opere sistematiche: “enciclopedia scienze filosofiche”; da ora ora in poi le opere rappresenteranno le idee di H della realtà.
In quest’ opera sopraccitata tratta di:
- logica: studio della mente di “dio” prima di fare la realtà non è proprio il Dio che intendiamo noi;
- filosofia naturale: l’ idea della natura che si estranea da se per diventare incosciente;
- filosofia dello spirito: idea che ritorna a sé, c’è spirito soggettivo(che riprende la fenomenologia dello spirito), spirito oggettivo( ciò che si è realizzato nell’ istituzione di leggi e dello stato e si compone di diritto morale ed eticità) e spirito assoluto(in cui lo spirito conosce se stesso con arte, religione e filosofia.
Il giovane H era un illuminista e fa suoi tali principi illuministi, però la Germania come sappiamo non è la Farancia, perché e piena di staterelli dispotici dove non c’è libertà né partecipazione politica. H immagina una rivoluzione anche in Germania: la immagina sui principi illuministi e sul mondo classico, quel mondo della polis: una comunità organica in cui ogni cittadino si sente parte di un tutto, in cui la dimensione è quella presente, ognuno è lo stato, il cittadino è parte dello stato, la vita associata con virtù, libertà, e religione popolare(volks religion) dove le divinità sono come gli uomini e quindi non trascendenti. Le divinità infatti hanno virtù, vizi come gli uomini, è una religione popolare che nasce dallo spririto del popoo greco.
In Gemania però c’è un re dispotico e una religione con Dio trascendente il cui fedele è servo(ha dogmi, corpus doctrinario da seguire, ecc.). Per H la religione cristiana educa all’ obbedienza ed è un sostegno al potere dispotico.
L’ obbiettivo della critica di H è la religione cristiana e abbraccia la storia e la politica; lo dice ne “ la positività(imposizione) della religione cristiana”.
L’ insegnamento originario di Gesù però è un'altra cosa ed è veramente buono.
Ne “la vita di Gesù” H riprende la morale kantiana costruita razionalmente, Gesù pe rH rappresenta questa morale: rispetta gli altri come te stesso, tratta gli altri come un fine e non come un mezzo.
Le varie chiese derivate invece sono solo delle sette che hanno assunto poter politico temporale.
Un’ altra opera importante è “ lo spirito del cristianesimo e il suo destino” dove parla di amore, vita e destino. Questa opera viene scritta a Francoforte negli anni di svolta del suo pensiero: fino a dora era un illuminista, poi si rende conto che la Germania è irriformabile e ciò gli causa una crisi esistenziale vera e propria. Da tutto ciò si evolve qualcosa in lui e diventerà un filosofo che comprende la contraddizione(ideali vs. realtà) e pensa che questa contraddizione sia proprio nella realtà.
La realtà sembra dunque irriformabile.
A Francoforte c’ è la svolta che farà sì che quella contraddizione si trasformi nella contraddizione intrinseca della realtà, questo si farà con la dialettica.
Ne “lo spirito del cristianesimo e il suo destino” parla della Bibbia e parla di amore, vita e destino con un significato da analizzare. Troviamo qui il racconto della Bibbia e inizia parlando della storia e della religiosità degli ebrei.
Essi sono un popolo che ha un rapporto con il proprio Dio che è lontano e trascendente, l’ ebreo è quindi sottomesso a Dio; tutta la sua vita ha senso perché adora questo Dio, c’è un rapporto esclusivo che esclude il resto e lo porta ad isolarsi rispetto ad altri popoli e alla natura. Sono ostili a tutti gli altri, ma anche fra loro stessi i legami interpersonali passano in secondo piano. Un momento emblematico della loro storia fu quando Dio comandò ad Abramo di uccidere il figlio Isacco: rinunciare ad un figlio per il suo Dio.
Alla religione degli ebrei subentra Gesù Cristo, egli toglie innanzitutto la distanza tra uomo e Dio, ora Dio è padre; il messaggio più importante è l’ amore, che è la parola di Cristo che lega e riconduce ad unità gli uomini fra loro stesi, con Dio e la natura. E’ molto diverso rispetto allareligione ebraica, l’ amre è espressione della vita che è tutto e di cui siamo parte(ricorda l’ identico e l’ assoluto di Shelling.
Gesù viene paragonato al mondo classico perché anche lì c’ era unità tra uomini, e tra uomini e natura. Però greci e gesù hanno lo stesso destino: i primi conquistati dai Macedoni diventarono sudditi, mentre Gesù venne crocifisso e il suo messaggio d’ amore non potrà restare come all’ inizio: se esso vuole restare vero deve rinunciare all’ universalità e se vuole essere universale deve riununciare alla filantropia. Nella chiesa poi ha il destino peggiore: perché qui l’ amore diventa un rituale esteriore, perde il legame con la vita, la cosa più evidente è il segno di pace a messa che è pura formalità.
Lo spirito del cristianesimo ha in definitiva questo destino: perdere il legame con la vita umana.
DESTINO
(anticipa ciò che dirà nella dialettica)
Questo è il concetto più importante. A H gli arriva dai tragici greci, è ciò di cui parlano anche gli stoici: un ordine necessario, razionale, ecc. intrinseco. Ogni essere ha un destino che è ciò che lo lega a tutto ciò che ci circonda. Il destino deve essere necessariamente. L’ uomo pensa di essere l’ artefice del suo futuro(ad es. Achille) ma non lo è, più uno cerca di andare contro il suo destino tanto più tale destino si realizzerà grazie al tentativo di opposizione ad esso. In altri termini ogni essere tanto più siassolutizza e si individualizza tanto più non fa altro che realizzare ciò che deve essere.
Il destino ci fa capire poi il modo in cui la parte viene ricompresa nella totalità(anticipando la dialettica, e come vi è logica nel divenire.
Finiti gli anni di Francoforte arriva a Jena(’97-’98) e insegna all’ università iniseme a Shelling. La sua prossima opera è del 1807 “fenomenologia dello spirito”(fenomenologia= come appare).
In questi anni Hegel ha già gli ingrewdiente importanti, solo che adesso li rielabora. C’è già tutta la base ideologica dell’ idealismo tedesco, c’è anche critica all’ intelletto perché si contrappone alla vita.
Shelling aveva unito indissolubilmente Io e natura(sogettività e oggettività), Hegel invece si distacca da S quando pubblicò l’ opera sopracitata. Nella prefazione critica S perché quello identico ch e ha raggiunto è indifferenziato e non tiene conto della molteplicità della vita concreta. Quell’ unità è come la notte, perché durante essa tutte le vacche sono nere(cioè sono tutte uguali.
H dice invece che non è il fatto di parlare dell’ unità che ce la fa raggiungere, è il percorso con cui ci arriviamo che è determinante e soprattutto è la dialettica, la contraddizione del particolare.
Rispetto all’ indifferenziato di S, qui abbiamo il finito che con la contraddizione vine ricompreso nella realtà, è un processo storico in cui le singole parti sono ricomprese.
Sempre in quest’ opera parliamo dello spirito che è tutto, e si manifesta ed è la storia. Questo è apunto come la sostanza diSpinoza che era tutto.
S e Ficht cercavano di unire insieme soggetto e oggetto, diventando però una riflessione di un soggetto su un oggetto. Si risolve x H dicendo che lo spirito comprende se stesso, il filosofo non è altro che lo spirito cosciente di sé e quindi tutta la storia è manifestazione dello spirito. La fenomenologia dello spirito è quindi un discorso dello spirito sullo spirito e si è manifestato nella storia con le varie culture e civiltà., e si vede anche come si è manifestato.
Le varie forme che lo spirito ha assunto nel tempo sono le figure fenomenologiche.
Il protagonista della storia è lo spirito.
Ogni figura fenomenologica si assolutezza e esiste in quanto soggettività, ma così facendo tanto più una tesi si afferma tanto più pone un’ antitesi nella realtà che la nega vi è una contraddizione per poi passare a una sintesi che comprende insieme i due momenti precedenti.
Il divenire dialettico è così: la contraddizione è la molla attraverso cui la storia va avanti. Se prima H soffriva la contraddizione ora la considera la molla della storia. La fenomenologia dello spirito non è altro che la storia della coscienza che sin dal suo emergere è storia. Questo percorso nella storia è lo stesso percorso che le fa rendere conto che tutto ciò che è la storia è un dispiegarsi di questa coscienza finchè non si rende conto che è proprio la coscienza.
La storia è il discorso dalla nascita della coscienza al momento in cui non si riappropria di tutto il suo processo.
Tutto il percosro della fen. Dello spirito può essere racchiusa nella “coscienza infelice”=la coscienza che soffre per il suo isolamento, essa cerca l’ infinito e l’ assoluto ma non lo raggiunge mai(perché pensa sia una cosa diversa da sé), il superamento di questa infelicità si avrà quando la coscienza si riappropria di tutto il percosrio e si identifica con lo spirito e sogg e ogg diventeranno una cosa sola.
Finito e infinito, sogg e ogg, si devono identificare. Bisogna riuscire a entrare dentro al tutto.
La coscienza è il momento in cui emerge l’ attenzione per l’ oggettività che esiste perché è posta una soggettività. Ora io sono cosciente dell’ oggetto.
Il mmomento successivo è l’ autocoscienza dove l’ attenzione è allo stesso soggetto(la sotria intesa come autocoscienza).
Per H l’ autocoscienza nasce da un desiderio non naturale(i desideri naturali sono cicli ripetitivi e vengono soddisfatti) che non appartiene a nessun animale e non si risolve con l’ amore. Il desiderio che apre la storia è quello del riconoscimento, una coscienza che vuole che l’ altro la riconosca come coscienza libera=annerken. Si deve dare libertà all’altro, implica che io sono sottoposto all’ altro però e inevitabilmente c’è conflitto che fa si che si rischi la morte; a questo punto di fronte alla paura di morire una delle due coscienze si ritrae: quindi una si dimostra più forte dell’ altro, la prima è il signore e la seconda è il servo. Il servo deve riconoscere libertà assoluta al signore, il signore consuma e gode dei beni prodotti dal servo che lavora: il servo domina la natura e con il suo lavoro è veramente libero e vince i bisogni(è un’ anticipazione alle tesi marxiste).
Così comincia la storia dello spirito.
Le figure dello stoicismo e dello scetticismo rimarcano il senso della separazione della coscienza degli altri .
Lo stoicismo non vuole passioni,ecc. ma vuole l’ atarassia e l’ apatia ed è un tagliare i ponti con il mondo; lo scetticismo nega ogni verità negando quindi il mondo, ma x H è una contraddizione perché se io nego tutto affermo qualcosa: la negazione.
La figura più emblematica è l’ ebreo(quello religioso) che è sottomesso(servo) a un Dio lontano e trascendente(il signore): c’è l’ infelicità del finito che non può raggiungere Dio che è il tutto. Un passo avanti si fa con la venuta di Gesù che cercò di costruire un ponte tra uomo e Dio, però è un sepolcro vuoto perché è trascendenza ed è dileguato nello spazio e nel tempo.
Quando H parla di religione e di Cristo non è che parla in senso religioso della fede, sta parlando del significato umano della religione che è un’ espressione dell’ uomo e infatti è cambiata nella storia). Cristo infatti è stato un modo diverso di vedere e un cambiamento fra gli uomini.
H indaga quindi elementi della cultura e della vita asociale degli uomini.
Dio però per H è quell’ infinito che noi tutti stiamo cercando(ciò poi causa la coscienza infelice), dobbiamo cercare di capire come riportare l’ uomo a Dio e Dio all’ uomo.
Una figura emblematica dell’ infelicità dell’ uomo è l’ ascetismo: si arriva ad escludersi totalmente dal modo per cercare Dio come se questa fosse la strada giusta. Con l’ autom0rtifciazione c’è un’ inversione perchè la coscienza capisce di essere Dio, il finito è l’ infinito.
La fenomenologia dello spirito è partita da coscienza, è diventata autocoscienza ed ora è ragione, il momento in cui comprendiamo e ci riconosciamo nella razionalità del tutto. Dio per H è tutto, lo spirito e l’ uomo è un momento del divenire dell’ infinito.
Se noi esistiamo e abbiamo delle idee, ecc. è perché abbiamo una storia alle nostre spalle recepita dall’ esterno, noi possiamo poi scegliere ed elaborare, ma questo esterno cambia nella storia e noi possiamo anche contribuire a questo cambiamento. La nostra identità è la cultura che abbiamo alle spalle. H parla del rapporto tra il sogg e lo spirito che è la cultura., le idee, lo stato, le leggi, la religione, ecc. H alla fine dice che questa mia coscienza è il risultato di tutto quello che è e che è stato. La filosofia è il suo tempo appreso in pensieri
La fenomenologia dello spirito termina con il sapere assoluto che è il momneto in cui iil filosofo diventa autocoscienza dello spirito.

Dopo tutto questo iniziano le opere sistematiche della maturità: “enciclopedia delle scienze filosofiche”, è la rappresentazione della realtà nel suo ordine razionale della vita che non può essere diverso da così com’ è perché è quello dialettico.una logica che studia le strutture formali, una filosofia della natura e una filosofia dello spirito.
La logica è lo studio della trama razionale del mondo(Dio prima della creazione del mondo), è lo studio delle forme concettuali attraverso cui il pensiero si rappresenta l’essere, ma non è solo logica, è anche ontologia perché c’è identità di sogg e ogg.
Quando studio la logica io sto studiando l’ essere. C’è un pensiero che storicamente si rappresenta l’ essere in un certo modo: non esiste altro che l’essere del pensiero.
Prima c’era la convinzione che pensiero e essere fossero due cose diverse, l’ uomo col pensiero pensava di rispecchiare l’ essere(realismo gnoseologico) invece per H è una metafisica ciò perchè quel che si conosce sono i modi in cui il pensiero vede l’ essere . Gli empiristi riconducono l’ essere alla percezione, non esiste l essere ma la percezione dell’ essere; non conosciamo l’ essere ma ne conosciamo la percezione come in Kant: ma ciò per H porta allo scetticismo.
Per H poi non c’è verità assoluta, ma è relativa al tempo, nel rapporto tra pensiero ed essere non c’è una verità sola, perché ogni epoca pensava di ragionare in maniera corretta. La logica ricostruisce questo percorso.
STUDIO DELLA NATURA
È il momento in cui lo spirito si estranea da sé, la natura è il mondo non cosciente di sé: lo spirito che ancora non è nato. La filosofia della natura è quel mondo diverso da quello intelleggibile e simbolico che noi abbiamo chiamato civiltà. Lo spirito nasce con la dialettica del servo e del padrone, ciascuno di noi resta nel divenire della storia perché attraverso noi si manifesta e si sviluppa lo spirito.
Nella natura invece qualunque animale ha un ciclo vitale e dopo di esso non resta nulla di loro.
Tutto è ciclico nella natura e si ripete allo stesso modo. La natura è l’ idea (la struttura logica del mondo) che si estranea da sé. Lo spirito nasce quando inizia l’ autocoscienza.

Lo spirito soggettivo è il momento iniziale e lo spirito appare, è un’ antropologia, una fenomenologia e una psicologia. (si riprende la fenomenologia dello spirito ma in modo più ridotto).
Lo spirito oggettivo è quello che si è oggettivato, parla dello stato che è il momento più alto dell’ oggettivarsi dello spirito nella storia. Ci sono tre momenti: diritto astratto, morale soggettiva ed eticità(famiglia,società civile e stato).
Serve però un’ introduzione ne “i lineamenti della filosofia del diritto”, nella prefazione c’è il momento più distante dalla visione di Francoforte. Ora H dice che tutto ciò che è reale è razionale e viceversa: la realtà è razionale perché è animata da un divenire dialettico. La filosofia è lo scandaglio del reale e comprende la razionalità. La filosofia è come la nottola di Minerva che svetta in cielo al crepuscolo e quindi la filo arriva quando la realtà è già fatta.
Quindi quando noi comprendiamo una figura della vita vuol dire che essa è già vecchia e sta arrivando qualcosa che la supererà, ma la filosofia non può dirci cosa sarà.
Qua riprende una favola di Esopo che trattava di un abitante di Creta che si trovava a Rodi durante una gara di salto, egli disse che a Creta lui sapeva fare salti di dieci metri, gli abitanti di Rodi gli rispondono qui è Rodi e qui salta: bisogna fare i conti con questa realtà.
Bisogna riconciliarsi col mondo concreto e comprendere la razionalità che è nella realtà, l’ ordine razionale del sogg deve ricongiungersi all’ ordine razionale del tutto.
Lo stato di cui parlava nell’ opera è quello concreto e razionale prussiano, essendo lui il massimo esponente della cultura prussiana . È uno stato arretrato ma viene visto come la massima incarnazione dello sprito nella storia.
Si parla dello stato così com’ è e non come dovrebbe essere.
Lo spirito oggettivo è lo spirito così come si è manifestato.
DIRITTO ASTRATTO
Insieme delle norme che disciplinano i rapporti tra soggetti che sono le volontà libere in una situazione di uguaglianza giuridica e sono passive di fronte alla legge. Il contenuto di questo momento è la proprietà privata e il contratto che la disciplina, le violazioni delle norme del diritto che sono gli illeciti, la sintesi che ripristina il diritto è la pena.
Si chiama atratto perché è un insieme di norme da recepire passivamente.
MORALE SOGGETTIVA
Sono le norme che ciascuno si da in maniera autonoma e libera, e deve rispondere a sé stesso. Si può agire inseguendo passioni e istinti oppure secondo un’ idea del bene, la morale è un tendere verso il bene. Il fondamento della morale è la coscienza, la volontà soggettiva, ciascuno ha un’ idea del bene ed agisce in vista di quel bene. Un conto però è dire che la coscienza è il fondamento della morale e un conto è pensare di costruire una società su un elemento così fragile come la coscienza, è come se ognuno per suo conto fosse a fondamento della società. H porta una critica alla morale di Kant che era universale, autonoma e formale(no contenuto concreto), la morale di K è astratta all’ interno di un soggettivismo morale(il sogg è l’ artefice di tutta la morale), è come la ragione astratta dell’ illuminismo.
ETICITA’
È il bene così come storicamente si è realizzato: un popolo, valori, costumi, modi di pensare,ecc. Stiamo parlando di un popolo e del suo modo di essere. L’ eticità è la sintesi di diritto astratto e morale soggettiva. L’ eticità è il diritto che diventano morale e che vengono riconosciute come qualcosa di buono. Il soggetto riconosce il diritto come il bene, lo stato e le leggi sono la libertà oggettiva: la libertà come si è oggettivata perché grazie alle leggi noi siamo liberi. La nostra libertà sta nelle leggi e nelle leggi c’è il bene.
L’ eticità si articola poi in famiglia, società civile stato.
I momenti dell’ eticità sono la famiglia, la società civile e lo stato. Lo stato è importante perché è lo spirito ed è la massima oggettivazione dello spirito nella storia, ogni popolo ha uno stato e in quella forma statale c’è proprio lo spirito di quel popolo.
FAMIGLIA
La famiglia è il legame fra l’ uomo e la donna, ciò garantisce la possibilità della procreazione, ed è il primo importante legame sociale; questo legame poi si articola in matrimonio(il legame giuridico), patrimonio(è la fonte di sostentamento della famiglia) e educazione dei figli( con questa si ha la possibilità di perpetuare noi stessi). L’ indispensabile è il patrimonio, questo bisogno ci fa entrare nel secondo momento dell’ eticità che è la società civile.
SOCIETA’ CIVILE
La società civile è il momento in cui lo spirito si estranea da sé, c’è questo conflitto degli interessi particolari, il momento economico in cui ciascun individuo lotta per il suo privato tornaconto.
Abbiamo conflittualità economica, nessuno pensa al prossimo ma solo a se stesso e deve essere così. Questo momento si divide in:
- sistema di bisogni:il momento economico x eccellenza, si parla della produzione e della divisione del lavoro, porta alla divisione in ceti:grande proprietari privati, artigianato industria e commerci, burocrazia;
- amministrazione della giustizia: riguarda l’ applicazione del diritto;
- polizia e corporazioni: riguardano la , la corporazione è l’ unione di una categoria di mestiere x difendere il loro interesse comune, è a metà tra l’ interesse individuale e quello collettivo.
STATO
Lo stato è la sostanza etica consapevole di sé e de è l’ insieme di famiglia e società civile. Lo stato è l’ unione tra un elemento aggregatore( la famiglia) e uno disgregatore(la società civile). Lo stato è tanto più forte tanto più che ciascuno persegue i suoi interessi particolari a condizione però che rispetti la legge perché così facendo può ritornare nell’ universalità: il borghese(individuo privato) diventa cittadino(parte di uno stato) . Il rispetto della legge ricomprende l’ individualità all’ interno dello stato come il momento finito di un tutto.
Parliamo di uno stato etico organicamente coeso che trattavamo quando si parlava di polis, in cui ogni cittadino si riconosceva nello stato, e per lui lo stato prussiano è così.
E’ uno stato che sta al di sopra degli individui, non come lo stato di diritto di Lock che garantiva solo i diritti dei cittadini. Per Hegel poi non è che uno si siede e a tavolino scrive una costituzione(legge fondamentale dello stato) perché lo stato è il risultato di un divenire storico del popolo: se si vuole imporre un modello si crea un gran caos. La costituzione non è come un cappello indossabile da qualunque popolo. La monarchia costituzionale di cui parla H ed è quella prussiana è organizzata in: potere legislativo, potere esecutivo e il principe, (l’ amministrazione della giustizia era incluso nella società civile). Il potere legislativo formula le leggi e da vita all’ universale della legge; nel parlamento seguono le rappresentanze dei ceti detti prima che però seguirebbero l’ interesse privato , quindi siedono anche le rappresentanze degli altri poterei: il governo(che applica l’ universale della legge ai casi concreti, potere esecutivo) e il principe(è il monarca e per H è necessario che l’ unità dello stato sia impersonato da una persona fisica e nel rapporto tra re e popolo c’è lo stesso rapporto che c’è tra cittadino e stato).
Nella filosofia di H lo stato è l’ ingresso di Dio nel mondo; il modo d’ essere più importante di un popolo è lo stato e il modo di essere importante è quella della religione.
Fin dai primi scritti per H erano fondamentali lo stato e Dio perché sono l’ espressione più importante del popolo.
Gli scritti della filosofia del diritto finiscono con il diritto statale esterno, che è la relazione tra i diversi stati, per H non c’è un giudice superiore ai vari stati quindi le controversie vengono regolate con la guerra, vuol dire che chi ha ragione è chi vince.
Per H gli uomini hanno due figure sopra di loro: Dio e lo stato.
La storia che intendeva H poi non è quella du un singolo popolo, ma è quella dell’ umanità, della civiltà: della coscienza.
Nel corso della storia ci furono vari popoli che incarnarono l’ avanguardia per la loro epoca: Egiziani, Greci, Romani, barbari, italiani, popoli nordici, inglesi, americani. In ogni epoca c’è un popolo all’ avanguardia che incarna lo spirito.
All’ interno del popolo ci sono gli individui che sono spinti da dentro ad agire per il proprio interesse, e tanto più forte è lo stato quanto più ciò è evidente, attraverso gli uomini si sviluppa qualcosa di più o meno grande. Ciascun individuo incarna il suo tempo(è lo spirito del suo tempo) ed è figlio del suo popolo. Per H c’è questo esaltare lo stato esistente come qualcosa di razionale, ciò ci farebbe pensare che H sia un conservatore ma non così perché nella storia ci sono sia forze consevatrici(che spingono per la tesi) sia forze rivoluzionarie(che spingono per l’ antitesi, la rivoluzione).
Gli uomini forti che incarnano il cambiamento riescono a farsi seguire perché dicono qualcosa di buono, quando arriva il successo porta la storia da una parte o dall’ altra. Non si può prevedere ciò che verrà, ma permette dopo di comprendere la razionalità.
Nella storia si realizza la libertà; H ordina gli stati in base alla libertà:
-regni orientali: dispotismo, libertà solo per uno;
-regno greco-romano: libertà per pochi;
-regno tedesco: libertà per tutti.
La libertà non è quella individuale(perché l’ individualità è irrilevante ed è l’ espressione di un intero), è la coincidenza di libertà soggettiva e oggettiva(le leggi e le istituzioni, condizioni che la rendono possibile). Se fosse solo soggettiva ci sarebbe il libero arbitrio e basta.
L’ ultima parte dell’ opera di H “lo spirito assoluto”, ed è analizzato il modo in cui lo spirito ha preso ad oggetto se stesso, il modo in cui lo spirito si conosce: arte, religione, filosofia. Esse sono modalità in cui lo spirito conosce se stesso, nell arte attraverso l’ intuizione, nella religione con la rappresentazione(qui lo spirito è presente con Dio) e nella filosofia attraverso il concetto(qui lo spirito è presente come ciò che veramente è).
Nell’ arte poi c’è: contenuto(lo spirito) e forma (elemento concreto) e c’è dialettica tra questi due. C’è un’ arte simbolica, la prima espressione artistica dell’ uomo, in cui prevale il contenuto sensibile rispetto al significato. C’è un’ arte classica, realizzate con in greci, che è la più equilibrata tra contenuto e forma e la bellezza è al suo livello più alto, e quindi anche lo spirito di quel popolo è il più equilibrato. Nell’ arte romantica invece c’è uno sbilanciamento verso il contenuto che prevale sulla forma ed è come se ci fosse la morte dell’ arte perché l’ oggetto esteriore sembra incapace di contenere il significato. Per H non è più l’ arte che ci può far cogliere lo spirito.
La religione inizia da quando si attribuisce a fenomeni naturali essenza divina, pian piano dalla religione naturale si è passati a divinità antropomorfizzate fino ad arrivare alle grandi religioni monoteiste e in seguito alla religione assoluta che è il cristianesimo. In questa religione il divino ha una forma sempre più astratta e concettualizzata.
C’è una doppia interpretazione per quanto riguarda la religione di H:
la destra hegeliana dava un’ interpretazione teologica la sinistra invece l’ opposto. Per H però lo spirito siamo noi, invece se ci fosse Dio esso lo spirito diventerebbe trascendente come Dio.
La filosofia è lo spirito visto come concetto e coincide con la storia della filosofia, fino ad arrivare al momento in cui H dice: questo è lo spirito. Con la filosofia si può comprendere lo spirito come concetto.

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