Freud: vita e pensiero

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Testo

FREUD
VITA E OPERE
Sigmund Freud nacque in Moravia nel 1856 da una famiglia ebraica. Frequenta il ginnasio a Vienna e si iscrive alla facoltà di medicina. Contemporaneamente fa lavoro di ricerca nel laboratorio di neurofisiologia di Ernst Brucke, bravissimo. Conosce Breuer, che gli racconterà la storia di Anna O. Nel, e si dedica alla pratica clinica lavorando presso l’Ospedale Generale di Vienna. Riesce a trasferirsi a Parigi dove insegna Charcot, un clinico dell’isteria. Tornato a Vienna diffonde gli studi di Charcot e sposa Martha.
Negli anni successivi (1886-96) è molto impegnato professionalmente e con la famiglia: deve cercare di farsi una fama e mantenere la numerosa famiglia. Scrive Studi sull’isteria.
Con la morte del padre, Freud cade in una grossa depressione e si curerà con l’autoanalisi, spe-
cialmente con l’analisi dei sogni. Nel 1900 scrive L’interpretazione dei sogni. Molti seguono le sue teorie e comincia un vero e proprio movimento psicoanalitico. Vengono pubblicate Psicopatologia della vita quotidiana e Tre saggi sulla teoria sessuale.
Freud è famoso in tutto il mondo e viene invitato a numerosi convegni. Pubblica varie opere dedicate a particolari casi clinici. Nel 1910 viene fondata la Società psicoanalitica.
Scrive svariate e importanti opere finché, con il nazismo, la psicoanalisi non viene fortemente osteggiata in quanto “scienza ebraica”: vengono bruciati i testi di psicoanalisi a Berlino e, quando i nazisti entrano a Vienna, Freud decide di emigrare a Londra. Vi muore nel 1939 e non sarà celebrata nessuna cerimonia religiosa.
L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI (1900)
FREUD E LA SCOPERTA DELL’INCONSCIO
Freud è il fondatore della psicoanalisi, definita come psicologia del profondo, scienza degli strati della psiche esclusi dalla coscienza, ignoti al soggetto, ovvero inconsci. Non fu il primo a capire che esisteva qualcosa di diverso dalla coscienza nella psiche umana, ma fu innovativo perché la sua scienza ha come oggetto di analisi privilegiato l’inconscio e perché ha reso chiari i meccanismi di influenza dell’inconscio sulla nostra vita.
Al tempo di Freud era molto diffuso il positivismo, i cui sostenitori erano convinti che le malattie nervose fossero lesioni del cervello o co-
munque malattie fisiche, per cui era difficile che con queste cure un malato mentale potesse guarire. Freud considererà la psiche umana come il centro di questi disagi.
Le sue scoperte furono possibili anche grazie al mutato rapporto tra medico e paziente (il paziente diventava parte attiva della cura), grazie alla disponibilità di Freud che si sottopose egli stesso ad un’auto-analisi, ma soprattutto grazie alla sua attenzione ai lati “meno importanti” della vita: i lapsus, il gioco, l’umorismo e il sogno.
IL GIOVANE FREUD E LA GENESI DELLA TEORIA PSICOANALITICA
Verso la fine dell’800 si era diffusa l’isteria, che sembrava sottrarsi ad ogni cura da parte dei medici. Gli isterici, in maggioranza donne, presentavano sintomi come paralisi, allucinazioni, cecità. Curare l’isteria diventa una sfida scientifica, ma naturalmente i dottori ne ricercavano le cause nel cervello, analizzandolo anatomicamente e, sebbene non trovassero nulla di anomalo, affermavano ugualmente che si trattava di un disturbo fisico.
A Parigi, dove Freud si recò a studiare, insegnava il miglior specialista dell’isteria: Charcot. I fran-
cesi, a differenza dei viennesi, pensavano che la causa dell’isteria fosse la debolezza mentale acquisita ereditariamente. Le isteriche sono dunque donne fragili incapaci di affrontare i problemi che hanno di fronte. In questo la medicina francese ha fatto già un passo avanti, ma purtroppo punta la cura semplicemente su un ricovero in un ambiente sano e rilassante.
Charcot usava l’ipnosi: spingeva la paziente ad obbedirgli e le imponeva di eliminare uno dei suoi handicap, ad esempio la paralisi. Freud è affascinato dal poter far comparire e scomparire i sintomi “a comando”, fatto che provava l’infondatezza fisica del malanno. In ogni modo, dopo poco tempo la paralisi (in questo caso) tornava.
Partito da Parigi, Freud ha imparato che:
- i sintomi isterici non hanno base organica,
- le pazienti si ammalano spesso in seguito a traumi o spaventi;
- attraverso il gesto e la parola del medico spariscono anche i sintomi più gravi.
Forte di queste conoscenza, Freud apre uno studio privato a Vienna. I pazienti sono molto diversi da quelli che ha avuto fin ora: essendo una clinica privata che garantisce dunque riservatezza, vari esponenti dell’alta e media borghesia si rivolgono a lui: il disagio mentale veniva considerato vergognoso e privato. In questo modo il medico riusciva ad instaurare un rapporto più intimo con il paziente, in sintonia con esso, ed il medico non era più visto come un uomo lontano, ma autorevole. Freud comincia a farsi le basi per elaborare la teoria psicoanalitica.
LA TEORIA E LA TERAPIA DELLE NEVROSI
Nel 1895 Freud pubblica Studi sull’isteria, in cui, in collaborazione con Breuer, descrive vari casi clinici che gli si sono sottoposti. Il caso citato più di frequente è quello di Anna O. La paziente, attraverso l’ipnosi di Breuer, riesce ad eliminare i sintomi più fastidiosi. Ma durante il sonno ipnotico Anna si mostra diversa da tutte le altre pazienti di Charcot: racconta ai medici tutto ciò che nella sua mente si correla ad un certo disturbo. Esiste un legame fra i sintomi e qualcosa accaduto prima della malattia, in genere eventi fortemente emozionali che Anna non aveva saputo esprimere nel momento in cui li aveva provati. Anna riesce a scaricare rabbia, disgusto, paura... fino alla scomparsa dei sintomi. Il nome di questa cura è terapia catartica.
Breuer ritiene irrilevante per la cura la relazione medico-paziente e ritiene che il caso di Anna sia improponibile per altre analisi. Freud invece ritiene che sia un elemento da provare e studiare. I sentimenti della paziente verso il medico sono detti transfert, mentre quelli del medico verso la paziente controtransfert.
Il caso di Anna O. Fa riflettere Freud: allora esistono legami fra la storia del paziente e la malattia, ed è possibile che il “parlare” dei suoi sintomi con il paziente sia importante a scopo terapeutico.
La cura della nevrosi consiste nell’andare a ritroso nel tempo fino alle cause della nevrosi stessa, ai traumi. Per lo più riguardano la famiglia e i sentimenti, non spaventi come diceva Charcot: sono traumi lenti, lutti, solitudine, incomprensioni. Le pazienti affette da isteria soffrono per dei ricordi che, in quanto traumatici, sono stati rimossi dalla coscienza (rimozione) nell’inconscio. Dunque esiste qualcosa che a livello cosciente il soggetto non conosce e che ha bisogno dell’inconscio per esprimersi.
Abbandonata la tecnica dell’ipnosi, Freud passa a quella delle libere associazioni: il paziente viene fatto stendere su un lettino e fatto rilassare, in modo che possa far fluire ricordi, fantasie e immagini. Deve verbalizzare tutto quello che gli passa per la mente, anche se stupido o irrilevante. Attraverso questo metodo Freud scopre che i pazienti cercano di dare un aspetto logico ai loro pensieri, eliminandone la parte sgradevole: questa strategia è chiamata resistenza. Se un contenuto dell’inconscio è stato rimosso in quanto inaccettabile, questa strategia risulta normale, perché altrimenti il paziente si troverebbe di nuovo di fronte a qualcosa di traumatizzante. Il compito del terapeuta è quello di rendere conscio ciò che è inconscio cogliendo il significato delle resistenze.
In questo momento l’inconscio prende forma come il luogo di ciò che è stato rimosso.
Ora Freud si propone un compito più gravoso: individuare le cause dei disturbi nervosi in generale. Il problema più grave sta nel capire quali sono le esperienze traumatiche oggetto di rimozione e che quindi producono sintomi. In generale tutti i pazienti riscontrano lo stesso tipo di traumi, tutti riconducibili al periodo della prima infanzia e riguardanti episodi di seduzione sessuale da parte di un adulto verso un bambino inerme. Nessuno aveva mai collegato prima episodi di tal genere con i disturbi psichici.
Ma nel 1896 il padre di Freud muore e Sigmund si trova di fronte ad un disagio psicologico che lo vedrà medico di sé stesso: è l’autoanalisi, che va evolvere le cause della nevrosi dalla teoria della seduzione sessuale verso una nuova spiegazione.
Il bambino nella prima infanzia sviluppa un amore verso il genitore di sesso opposto e su di lui sviluppa delle fantasie che, scontrandosi con il tabù dell’incesto, vanno a far parte del bagaglio inconscio di ogni uomo. Nell’inconscio non esiste differenza fra reale e irreale, per cui tali fantasie vengono ricordate come vere che, scontrandosi con il tabù dell’incesto, vanno a far parte del bagaglio inconscio di ogni uomo. Nell’inconscio non esiste differenza fra reale e irreale, per cui tali fantasie vengono ricordate come vere. L’inconscio appare come una struttura che, pur non seguendo le regole del mondo fenomenico, non è un luogo caotico. Durante la sua vita il soggetto rielabora queste pulsioni sessuali infantili e il divieto sociale di soddisfarle, che lo riguarda in quanto partecipe della storia dell’umanità. Il trauma non è reale, ma immaginario, è la verità dell’inconscio.
La causa della nevrosi è ora tutta riposta nella psiche ed estranea al corpo, che è soltanto il luogo degli effetti del disturbo.
Si sta aprendo sempre più la strada per la psicoanalisi. La psicoanalisi cerca di individuare un ordine e una norma nell’imprevedibilità dell’inconscio.
L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI: LA VIA PER CONOSCERE L’INCONSCIO
Scrivendo tale opera Freud si pone contro tutta la società positivista che considera insensata l’area del sogno, i cui messaggi erano considerati elaborazioni irregolari del cervello. Viene esclusa qualunque implicazione psichica nel sogno, mentre nella cultura popolare si credeva ancora che il sogno avesse qualche significato.
Nel primo capitolo Freud parla di tutti gli studiosi che hanno affrontato tale argomento, come se volesse mettere le mani avanti per ogni critica. Già nel secondo capitolo Freud parla del sogno inquadrandolo nella psiche umana e nello studio delle nevrosi.
Il sonno, sottolinea Freud, al contrario della tecnica delle libere associazioni o dell’ipnosi, non è una forzatura ma uno stato naturale, condizione ideale per un’analisi. Nel sogno la vita inconscia è svelata e celata contemporaneamente, per cui bisogna interpretare i sogni.
Il sogno viene analizzato e si manifestano il contenuto manifesto (come ci si ricorda il sogno) e il contenuto latente (il suo significato inconscio). Dato che il ricordo rimosso che ha causato il trauma non può riproporsi puramente al soggetto, viene deformato e dunque espresso nel sogno: il sogno non viene fatto a caso.
I due meccanismi attraverso i quali il contenuto latente viene deformato sono la condensazione e lo spostamento. La condensazione è la tendenza a esprimere più elementi in un solo contenuto (il sogno è bizzarro e incomprensibile). Quando è in atto lo spostamento, invece, la carica emotiva viene spostata da un elemento particolare a livello inconscio ad uno meno importante (il sogno è noioso).
Importante nel sogno è la rappresentabilità (ossia l’espressione attraverso immagini) del sogno. Ciò comporta una drammatizzazione dei pensieri
più astratti o l’esclusione di un elemento troppo difficile da tradurre. Ultima fase del sogno è l’elaborazione secondaria, in cui il sogno viene rielaborato in modo da essere coerente e comprensibile.
A questo punto il contenuto latente si è trasformato in manifesto, una mediazione fra censura e pensieri inconsci.
I desideri che si esprimono nel sogno sono simili a quelli della nevrosi: si tratta di desideri sessuali infantili rimossi nell’inconscio per la loro natura incestuosa. Emerge così una prima descrizione del complesso di Edipo: il bambino manifesta assai precocemente dei sentimenti di amore per il genitore del sesso opposto e di rivalità per quello dello stesso sesso.
Attraverso l’analisi dei sogni, Freud si sposta dall’ambito della clinica a quello del quotidiano: la psicoanalisi diventa una scienza dell’uomo in generale, non più solo dell’uomo affetto da nevrosi. Viene approfondita l’analisi di una serie di manifestazioni che non hanno nulla di patologico (come il sogno), ma indicano la presenza di un’attività inconscia: lapsus, dimenticanze, tic.
L’agire umano dunque non è sorretto solo dal libero arbitrio, ma da un compromesso fra ragione da un lato e emozioni dall’altro. La vita dell’uomo appare dunque irrimediabilmente connessa agli elementi irrazionali.
Ciò provoca quella che Freud chiama ferita narcisistica: l’uomo non è più padrone della propria interiorità, ma legato a passioni incontrollabili. Inoltre la coscienza, poiché è la sede distorta del nostro inconscio, si rivela falsa, e il lavoro del filosofo non sarà più cercare verità su di essa, ma di svelare quello che si trova dietro di lei: l’inconscio.

DOPO L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI: LA TEORIA DELLA SESSUALITÀ
Al tempo di Freud la sessualità era concepita semplicemente come riproduzione, quindi legata a giovani e adulti. Alla luce dei nuovi studi la ricerca psicoanalitica si sposta verso una ridefinizione della vita sessuale del bambino: fin dai primi giorni il bambino può provare piacere.
La zona erogena maggiore è la bocca, che entra a contatto con il seno della madre che gli dà completa soddisfazione. E’ la fase orale. La seconda fase è quella anale, in cui il bambino impara a trattenere feci e urina e ad espellerle in modo consapevole. Questa capacità produce eccitazione e il bambino crede che le feci siano una cosa piacevole e preziosa da donare al genitore.
La fase fallica concentra la sua attività sugli organi genitali. E’ durante questa fase che si sviluppa il complesso di Edipo, il tramonto del quale conduce il bambino alla civilizzazione: la castrazione del desiderio lo spinge ad allargare le proprie pulsioni alla società, spostando le pulsioni da una meta sessuale all’altra (processo di sublimazione).
Se il controllo sulle pulsioni è stato troppo rigido il soggetto svilupperà nevrosi (le pulsioni vogliono esprimersi); se la rimozione è stata troppo scarsa si arriva alla perversione (controllo insufficiente dei propri istinti).
LA METAPSICOLOGIA E LA SISTEMAZIONE DELLA TEORIA PSICOANALITICA
E’ difficile però tradurre in termini di teoria clinica gli studi di Freud ed egli stesso cerca di organizzare i suoi studi in un ordine schematico. La difficoltà maggiore sta nel fatto che, se Freud scrivesse in modo troppo cristallino il procedimento da seguire, i medici sarebbero tentati di non prendere in considerazione eventuali nuovi fenomeni solo perché non si trovano sul manuale.
Nel 1890 compare il termine metapsicologia, che con il passare del tempo diventa la descrizione di un processo psichico nelle sue tre dimensioni: dinamica, economica e topica.
Il punto di vista dinamico considera i fenomeni psichici come derivanti da una relazione fra forze contrastanti che riguardano le pulsioni. Per pulsione Freud intende una spinta interna al soggetto che mira verso un oggetto per raggiungere la soddisfazione. Non si tratta di uno stimolo esterno perché non è possibile sottrarvisi e la tensione che crea è vissuta come sofferenza. Gli stimoli provengono principalmente da bocca, ano e organi genitali. L’oggetto che porta al soddisfacimento può essere sia reale che fantastico, a seconda che si consideri il principio della realtà o quello del piacere.
Questa dualità vede il nascere di contrapposto di pulsioni sessuali (principio del piacere – per la conservazione della specie) e pulsioni di autoconservazione o dell’Io (principio di realtà – per la sopravvivenza dell’individuo). Per il loro scopo, le pulsioni dell’Io possono essere soddisfatte da oggetti reali come cibo, acqua, …, mentre le pulsioni sessuali possono essere soddisfatte anche solo da oggetti fantastici. In ogni caso le pulsioni sono mosse dall’energia libidica, che ha natura sessuale ed è in quantità finita. Per cui,
con l’aumentare delle pulsioni sessuali (se non sono soddisfatte) corrisponde una minore energia per le pulsioni dell’Io (punto di vista economico).
La contrapposizione tra le pulsioni sessuali e quelle dell’Io è il conflitto che organizza tutta la nostra attività psichica. Questo conflitto trova fondamento anche nelle due modalità di funzionamento dell’apparato psichico, cioè il processo primario e quello secondario.
Il processo primario descrive il modo in cui funziona il pensiero inconscio, quindi attraverso lo spostamento, la similitudine, la contiguità (dall’acqua al bicchiere in quanto uno contiene il primo), la condensazione. In questo contesto la libido tende a coinvolgere solo le rappresentazioni degli oggetti che hanno un rapporto diretto con la soddisfazione del desiderio.
Il processo secondario descrive invece le modalità di funzionamento del pensiero preconscio e della coscienza. Dato che questo processo attiva il pensiero vigile, il ragionamento, l’azione compiuta in relazione alla realtà circostante, sarà più difficile raggiungere l’appagamento del desiderio: il primo processo è illusorio e tutto vi può accadere, qui invece si fanno i conti con la realtà.
Freud riassume il funzionamento di coscienza e inconscio nella prima topica, una delle due strutture che ha messo a punto per rendere visibili certi luoghi., per ricostruire i passaggi fra i differenti luoghi della psiche.
Nella prima topica si distinguono tre gruppi psichici: l’inconscio, il preconscio e la coscienza.
L’inconscio è costituito da rappresentazioni pulsionali (es.: il rappresentante pulsionale della pulsione orale è il seno), caricati di energia da scaricare che crea moti di desiderio. Scopo del pensiero inconscio è realizzare questi desideri.
IL DISAGIO DELA CIVILTA’ (1930)
Il conflitto tra principio del piacere e principio di realtà
Freud propone una spiegazione per il fenomeno dell’insoddisfazione diffusa, del disagio, che si crea nelle società più civilizzate e che aumenta appunto con il progresso della civilizzazione.
Il problema è dover adeguare il nostro desiderio sempre più a mete socielmente raggiungibili, mentre la nostra tensione sarebbe quelkla di volere tutto e subito.
Eros e Thanatos
Sono le pulsioni di vita e di morte (dualismo). Quelle di vita tendono a legare gli uomini in comunità sempre più vaste, mentre quelle di morte tendono a ridurre le tensioni e riportare l’essere vivente alla pace, come se fosse inorganico.
Le pulsioni di morte si manifestano con l’autodistruzione o con l’aggressività verso l’esterno.
La nuova interpretazione del Super-Io
Cambia così la genesi del Super-Io: un tempo era l’erede delle figure parentali che impedivano al bambino di soddisfare il desiderio: l’auto-aggressività del Super-Io era una proiezione in sè di quella dei genitori. Ora invece Freud scopre che l’auto-aggressività del Super-Io è formata anche da tendenze proprie, represse e scaricate verso l’Io. Da questo nasce il senso di colpa, interpretabile sia come timore per un’autorità esterna da cui si vorrebbe essere amati, sia come tensione aggressiva inibita.
Il senso di colpa differisce dal rimorso perchè, mentre quest’ultimo è preceduto da un’azione malvagia, il senso di colpa ne è indipentdente. E’ tensione fra desiderio del soggetto e esigenze del Super-Io.
Il prezzo psicologico della civiltà per l’individuo e la società
Dunque: l’inibizione del soddisfacimento provoca una diminuzione di felicità a avantaggio di una maggiore sicurezza. Questa è pagata con il senso di colpa, direttamente proporzionale all’inibizione.
Freud nota che esiste un’analogia tra lo sviliuppo individuale e la civilizzazione, che hanno entrambe un Super-Io di origine simile. Esso si forma a partire dall’impressione lasciata da figure importanti, che spesso hanno sofferto in vita e nel momento della morte (cosa che il singolo desidera per i genitori). L’esempio più famoso è Gesù, la coscienza morale in persona. Il comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso” è iun esempio di come l’uomo tenti di difendersi dalla propria aggressività, ma non è efficace perchè non tiene conto nè della felicità dell’Io, nè delle resistenze all’obbedienza causate dalle pulsioni dell’Eros. E’ un comandamnento irrealizzabile.
La civiltà ha dunque eretto altre difese dall’aggressività, che però portano, per nevrosi, all’infelicità.
La sublimazione come mezzo per lenire il disagio della civiltà
Freud riesce comunque a scoprire come, attraverso il processo di sublimazione, sia possibile raggiungere un buon grado di soddisfazione sessuale e aggressiva. ma le mete di questa sublimazione non sono nè sessuali nè aggressive, ma sono in relazione alla valutazione sociale. Per questo le attività artistiche e intellettuali assumono sempre maggiore significato
(basta guardare alla storia della civiltà). In queste attività l’uomo libera gran parte della sua energia così da dominare la realtà e rendere la vita del singolo e della società più sicura e appagante.
La religione invece vuole ridurre l’aggressività e la sensualità attraverso un’illusione consolatoria: unico effetto è quello di mortificare l’intelligenza dell’uomo con il pretesto di omologare tutto il pensiero dell’umanità ad una dottrina inverificabile.
L’uomo contemporaneo e la ricerca della felicità
Al di là della religione, però, ciò che può rendere il soggetto più appagato è riuscire, alla fine dell’adolescenza, a trovare un oggetto d’amore che gli provochi la stessa intensità amorosa del sentimento verso la madre di quando era bambino.
Per la rpecarietà di questo rapporto, la strategia più saggia è frazionbare la tesnione amorosa e dirigerla, depurata dalla componente sessuale, vederso persone, oggetti, hobby. Il sentimento è più stabile ma meno intenso.
Per Freud questo è il destino dell’uomo, cuasato da una ferita tra la dimensione naturale e quella culturale (a fondamento del primo divieto, quello dell’incesto).
TESTI
1) Come si interpreta un sogno
Interpretare un sogno vuol dire trovarne il senso. Anche solo dicendo cge vuole interpretare un sogno, Freud contraddice tutte le teorie oniricvhe formulate fino a quel momento, che dicevano che il sogno era un’attività del corpo slegata da ogni vincolo con la ragione.
Come si è convinto che sia giusto interpretare i sogni?
Durante i suoi studi con Breuer, ha elaborato la teoria che, per risolvere dei problemi psichici (come la nevrosi) era necessario, far ripercorrere a ritroso al paziente la sua storia personale, facendogli comunicare che cosa gli ricordavano i suoi sintomi, fino ad arrivare al trauma: a quel punto i sintomi della nevrosi scomparivano.
Dopo aver esaminato i sogni di alcuni paiienti, Freud dice che fu certo che anche i sogni erano sintomi e dovevano essere interpretati.
Per fare in modo che il paziente collabori nel modo giusto, bisogna renderlo più attento al so-
gno e eliminare la sua critica. Deve stendersi e chiudere gli occhi per rivedere il sogno e bisogna informarlo che ora tutto dipende dalla sua imparzialità nel raccontare il sogno. Ciò è molto difficile da ottenere, ma quando il paziente è ben concentrato, tutte le energie passano all’attenzione del sogno e ce ne sono poche per la critica.
Il sogno deve essewre scomposto in frammenti, perchè è necessario sapere quale idea il sogno provoca nel paziente: se gli si propone il sogno per intero, non saprà rispondere.
Tutto questo lavoro può essere fatto anche su persone sane. Non si tratta, dunque, della solita interpretazione dei sogni per chiavi fisse, peerchè per ogni paziente un oggetto indica una cosa diversa.
Per illustrare il sistema dei sogni, Freud parla dei suoi, per i quali ha tutto il materiale a disposizione! In questo modo si osserverà anche la validità dell’autoanalisi.

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