Freud

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

1. LA SCOPERTA DELLA RIMOZIONE
Sigmund Freud (1856-1939), dopo la laurea in medicina - conseguita a Vienna nel 1881 -, studia per un breve periodo anatomia cerebrale. Successivamente si dedica allo studio delle malattie nervose, prima con Charcor a Parigi e poi con Bernheim a Nancy. Tornato a Vienna, Freud nel 1895 pubblica gli "Studi sull'isterismo", dove si sostiene che "Il soggetto isterico, in stato ipnotico, riesce a tornare all'origine del trauma, illumina quei punti oscuri che durante la sua vita hanno generato la malattia e che sono nascosti nel profondo; è così che egli afferra la causa del male e che, in una sorta di catarsi, si libera del male". Esattamente da questi studi ha inizio la psicoanalisi.
L'ipnotismo svela delle forze e fa intravedere il mondo sul quale Freud indaga. quale poteva essere la ragione - si chiede Freud - per la quale i pazienti avevano dimenticato tanti fatti della loro vita interiore ed esteriore e potevano invece ricordarli, quando si applicava loro la tecnica sopra descritta? L'osservazione dei malati trattati dava una risposta a siffatto interrogativo: tµtte le cose dimenticate avevano avuto, per un qualche motivo, un carattere penoso per il soggetto, in quanto erano state considerate temibili, dolorose, vergognose per le aspirazioni della sua personalità. E per rendere di nuovo cosciente ciò che era stato dimenticato, era necessario vincere nel paziente una resistenza mediante una continua opera di esortazione e di incoraggiamento. Più tardi, Freud si accorgerà che tale resistenza dovrà essere vinta diversamente (attraverso la tecnica della associazione libera), ma intanto era sorta la teoria della rimozione. In ogni essere umano operano tendente, forze o pulsioni che spesso entrano in conflitto.
La nevrosi si ha quando l'lo cosciente blocca l'impulso e ad esso nega l'accesso alla coscienza e alla scarica diretta di una resistenza e muove l'impulso nella parte inconscia della psiche.

2. L'INCONSCIO
Con la scoperta della rimozione, Freud si vede costretto a prendere sul serio il concetto dell'inconscio. È l'inconscio stesso che parla e si manifesta nella nevrosi. Ma sia la precedente pratica ipnotica, sia gli studi sull'isterismo, sia la successiva scoperta della rimozione, sia le indagini che Freud stava compiendo sui disturbi psichici, lo convinsero sempre di più della realtà corposa e determinante dell'inconscio. È l'inconscio che sta dietro le nostre libere fantasie; è esso che genera le nostre dimenticanze, che cancella dalla nostra coscienza nomi, persone, eventi. Come mai volevamo dire una cosa e ce ne esce un'altra? Come mai intendevamo scrivere una parola e ne scriviamo un'altra ? Dove troviamo la causa di questi atti mancati, cioè dei nostri lapsus? Non sorgono forse essi dalla contrapposizione di due diverse intenzioni, di cui una, quella inconscia appunto, è più forte di noi. È in "Psicopatologia della vita quotidiana" (1901) e successivamente con "Il motto di spirito e i suoi rapporti con l'inconscio" (1905) che Freud offre analisi brillanti di un fascio di fenomeni (lapsus, sbadataggini, associazioni immediate di idee, errori di stampa, smarrimento o rottura di oggetti, motti di spirito, amnesie, ecc.) mai presi sul serio dalla scienza esatta e dietro ai quali Freud mostra l'azione di "forze" che la rimozione ha respinto dalla coscienza e nascosto nell'inconscio senza però essere riuscita a distruggerle.

3. L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
Già nella "Interpretazione dei sogni" (1899) Freud aveva mostrato - in maniera estremamente brillante e suggestiva - l'azione dei contenuti rimossi nell'inconscio. L'antichità classica aveva visto nei sogni delle profezie, la scienza dei tempi di Freud li aveva abbandonati alle superstizioni. Ma Freud li ha voluti portare all'interno della scienza. II risultato fu che nel sogno c'è un "contenuto manifesto" (quello che si ricorda e si racconta quando ci si sveglia) e un "contenuto latente". Ebbene, proprio questo contenuto latente contiene il vero significato del sogno stesso, mentre il contenuto manifesto non è altro che una maschera, una facciata (...). La tecnica psicanalitica, per mezzo di libere associazioni, permette di individuare ciò che è nascosto. E nelle radici nascoste dei sogni noi troviamo impulsi rimossi che il sogno, data la diminuita vigilanza esercitata dall'io cosciente durante il sonno, cerca di soddisfare: il sogno costituisce la realizzazione di un desiderio, magari nemmeno ipotizzabile nella realtà.
Tuttavia, non c'è da credere che l'azione rimovente dell'io cessi del tutto durante il sonno: una parte di essa rimane attiva, come censura onirica, e proibisce al desiderio incosciente di manifestarsi nella forma che gli è propria. A motivo della severità della censura onirica, i contenuti latenti vengono sottoporsi a modifiche e ad attenuazioni, che rendono irriconoscibile il significato reale del sogno. In conclusione: il sogno è la realizzazione di un desiderio rimosso dall'io cosciente. Ecco perché il sogno è ritenuto tanto importante nell'ottica psicanalitica: rappresenta cioè una via d'accesso facilitata all'inconscio e ai suoi misteri.
Il sogno fu studiato molto a lungo dall'uomo. Un saggio omonimo a quello di Freud, "Interpretazione dei sogni" fu composto dallo scrittore dell'età greco-romana Artemidoro.

4. L'IDEA DI LIBIDO
A questo punto una domanda diventa inevitabile: per quali ragioni certe pulsioni vengono respinte, come mai certi ricordi sono a disposizione della coscienza, mentre altri possono essere sottratti ad essa e spostati nell'inconscio?
La ragione di ciò ¨ da trovare nel fatto che si tratta di pulsioni e di desideri in contrasto con i valori e le esigenze etiche proclamate e ritenute valide dall'individuo cosciente. Per cui, quando c'è incompatibilità ´ra l'io cosciente (i suoi valori, i suoi ideali, i suoi punti di riferimento, ecc.) e certe pulsioni e certi desideri, allora entra in azione una sorta di "repressione" che strappa queste pulsioni alla coscienza e le trascina nell'inconscio, cercando di non farle riaffiorare alla vita cosciente.
E rimozione e censura entrano in azione, per il fatto che debbono agire su desideri e ricordi di natura principalmente e ampiamente sessuale e quindi su cose vergognose, da non dire e cancellare. Freud riconduce la vita dell'uomo ad una originaria libido, cioè ad una energia connessa principalmente al desiderio sessuale, paragonabile all'istinto della fame per quel che riguarda l'assorbimento del cibo. Ma mentre desideri come la fame o la sete non sono in contrasto etico e non vengono rimossi, le pulsioni sessuali vengono rimosse, per poi riapparire nei sogni e nelle nevrosi. Questa scoperta ci obbliga a considerare i disturbi della vita sessuale come una delle patologie più comuni. Sessualità repressa che esplode in malattia o ritorna in parecchi sogni. È analizzando questi sogni che Freud scopre la sessualità infantile.

5. IL COMPLESSO DI EDIPO
Lo studio della sessualità infantile porta Freud ad uno dei punti centrali della sua filosofia, all'idea cioè di complesso di Edipo. Scrive Freud: "Il bimbo concentra sulla persona della madre i suoi desideri sessuali e concepisce impulsi ostili contro il padre, considerato come un rivale. Questa è anche l'attitudine della bambina (molti studiosi in questo caso parlano di "complesso di Elettra")".
I sentimenti che si formano durante questi rapporti non sono solo positivi, cioè affabili e pieni di tenerezza, ma anche negativi, cioè ostili. Si forma un complesso (vale a dire un insieme di idee e di ricordi legati a sentimenti molto intensi) che è certamente condannato ad una rapida rimozione. Ma nel mondo dell'inconscio esso esercita ancora una attività importante e duratura. Freud suppone addirittura che esso costituisca il complesso centrale di ogni nevrosi.
Nell'impossibilità di soddisfare il suo desiderio, il bimbo si assoggetta al genitore di cui è geloso, e costui diviene il suo padrone interiore. E con l'interiorizzazione di un censore la crisi edipica passa, ma intanto si è instaurato il Super-Ego, e con esso la morale.

6. LA LIBERA ASSOCIAZIONE DI IDEE
Per quanto riguarda la tecnica terapeutica, Freud si convinse che la tecnica maggiormente adeguata fosse quella della associazione libera delle idee: l'analista fa sdraiare il paziente su di un divano, in un ambiente dove non ci sia una luce troppo intensa, in modo da porre il paziente in una situazione di rilassamento; l'analista si pone dietro al paziente e lo invita a esporre tutto quello che viene in mente senza porsi alcun problema.
Ovviamente, perché l'analisi proceda nel giusto senso, occorre che l'analista abbia sviluppato una certa abilità ed esperienza. L'analista non costringe il paziente, ma lo guida e lo invita a lasciare via libera alle idee che gli vengono in mente, cercando di vedere quali altre idee e sentimenti essa susciti nel paziente.
L'analista lavora, dunque, sulle libere associazioni del paziente. Ma anche sui suoi sogni, che egli interpreta al pari dei lapsus, delle dimenticanze, dei ritardi, delle associazioni immediate, insomma di tutto ciò che costituisce la tipologia della vita quotidiana. Tutte le tecniche che l'analista usa in fase interpretativa vengono a costituire la cosiddetta metapsicologia. È attraverso queste tracce che l'analista intende riportare il paziente al suo inconscio, a quei problemi che hanno causato la malattia e che pongono il soggetto in stato talvolta di insopportabile sofferenza. Solo sapendo cosa è avvenuto ci si può liberare dalla sofferenza. È la trasformazione dell'inconscio in conscio la via della guarigione.
7. L'EGO TRA L'ES E IL SUPER-EGO: LA PSICODINAMICA
Da tutto quanto si è ¦inora detto, risulta ormai facile estrarre la teoria dell'apparato psichico proposta da Freud. L'apparato psichico è composto dall'Es (o Id), dall'Ego e dal Super-Ego.
L'Es (in tedesco è il pronome neutro dimostrativo ed equivale all'id latino) è l'insieme degli impulsi inconsci della libido; è l'inconscio amorale ed egoistico.
L'Ego è la "facciata" dell'Es; è il rappresentante conscio dell'Es; la punta consapevole di quell'iceberg che è appunto l'Es.
II Super-Ego si forma verso il quinto anno di età e differenzia l'uomo dall'animale; è la sede della coscienza morale e del senso di colpa. II Super-Ego nasce come interiorizzazione dell'autorità familiare e si sviluppa successivamente come interiorizzazione di altre autorità, come interiorizzazione di ideali, di valori, modi di comportamento proposti dalla società attraverso la sostituzione dell'autorità dei genitori con quella di altri modelli ideali. II Super-Ego paterno diventa un Super-Ego sociale. L'Ego, dunque, si trova a commerciare tra l'Es e il Super-Ego, tra le pulsioni dell'Es, aggressive ed egoiste - che tendono ad una soddisfazione irrefrenabile e totale - e le proibizioni del Super-Ego che impone tutte le restrizioni e le limitazioni della morale e della civiltà.
In altri termini, l'individuo è sotto la spinta originaria della libido, ma questa pulsione istintiva è regolata da due principi: quello del piacere e quello di realtà. Per il principio del piacere, la libido tende a trovare un soddisfacimento immediato e totale. Su questa strada, però essa trova quel censore che è il principio di realtà che costringe le pulsioni egoistiche, aggressive ed autodistruttive ad incanalarsi per altre vie, le vie della produzione artistica, della scienza, e così via: le vie della civiltà. Tuttavia, davanti alle repressioni del principio di realtà, l'istinto non desiste e non si dà affatto per vinto e cerca altri sbocchi per il suo soddisfacimento. E allora, se non riesce a sublimarsi in opere d'arte, risultati scientifici, realizzazioni tecnologiche, educative o umanitarie, e se, d'altra parte, gli ostacoli che incontra sono massicci e impermeabili a qualsiasi deviazione sostitutiva, la spinta dell'istinto si trasforma in volontà di distruzione e di autodistruzione.

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