FRANCIS BACON (1561-1626)

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Testo

FRANCIS BACON (1561-1626)

QUADRO STORICO

L'Inghilterra di Elisabetta I

L'Inghilterra, dopo aver subito un grossolano tentativo di ricattolicizzazione per opera di Maria Tudor e del cardinale Pole, ed un tentativo di unione politica con la Spagna attraverso Filippo II, negli anni "60 si distacca nuovamente dal mondo cattolico e dalla politica filoasburgica. Con l'ascesa al trono di Elisabetta I (1558) in concomitanza con una fase estremamente favorevole del commercio inglese, e con l'apertura di nuove vie transeuropeee ed atlantiche, l'Inghilterra riprendeva la propria vicenda autonoma, di sviluppo interno e di politica internazionale, parte dell'Europa ma un po'discosta, influenzata dal continente ma capace di produrre un'identitа propria.
La nuova regina Elisabetta (1558-1603) si fece interprete della decisa opposizione nazionale antispagnola e antiromana, che s'era manifestata nel paese, e si affrettт a restaurare la confessione riformata come unica religione di stato, sicchй ancora una volta la Chiesa anglicana risultт sottratta al controllo del Papato. La lotta politico-religiosa in Inghilterra s'inasprм a seguito dell'atteggiamento intransigente assunto dal pontefice Pio V, il quale nel 1570 lanciт una bolla di scomunica e di deposizione contro la regina Elisabetta, i cui diritti di successione non erano mai stati legittimati dalla Chiesa romana, essendo ella nata dal matrimonio di Enrico VIII con Anna Bolena, ritenuto canonicamente invalido.

L'opposizione catttolica: Maria Stuart

L'opposizione cattolica interna contrappose ad Elisabetta la candidatura al trono della cattolica Maria Stuart, regina di Scozia e pronipote di Enrico VII, educata alla corte francese.
Nel 1568, per la crescita del calvinismo in Scozia, la regina Maria Stuart и costretta ad abdicare e si rifugia nel nord dell'Inghilterra. Qui ottiene il sostegno degli aristocratici cattolici, che promuovono la ribellione nell'intento di difenderne la persona e di ottenene il riconoscimento come erede. La rivolta vine repressa e Maria Stuart imprigionata, che solo dopo la scoperta di due complotti contro la regina Elisabetta, verrа condannata e decapitata (1568).

La guerra anglo-spagnola

L'esecuzione di Maria Stuart offrм al sovrano spagnolo l'occasione per venire allo scontro armato diretto e decisivo. Filippo II, infatti, si decise di dare esecuzione al progetto da tempo maturato di tentare l'invasione dell'Inghilterra, che tuttavia si concluse con una clamorosa sconfitta della sua Invincibile Armata (1588).

L'ascesa della "gentry"

Le grandi riforme di Enrico VIII avevano portato alla ribalta della vita politica inglese una nuova classe sociale di proprietari terrieri (la "gentry") che si era affermata a detrimento del clero e di quell'aristocrazia feudale che si era suicidata nella Guerra delle due rose. Costoro rappresentarono la base sociale piщ consapevole del consenso monarchico durante il regno di Elisabetta, dato che vedevano nel consolidamento del potere centrale una salvaguardia tanto alle rivendicazioni dell'aristocrazia feudale quanto alle pressioni del basso.
Il padre di Bacone apparteneva a questa generazione di uomini nuovi. Erano i primi statisti di professione che producesse l'Inghilterra; cresciuti in mezzo alle sottili controversie teologiche erano, in quanto protestanti, all'avanguardia della vita intellettuale, ma lontani da ogni forma di zelo e fanatismo religioso. Riformarono la chiesa inglese non coon impeto da teologi, ma con tranquilla sicurezza di statisti; si appoggiarono all'opinione pubblica, decisamente anticattolica, e giocarono le loro forune sul trionfo del protestantesimo in Europa; la loro politica abile e prudente gettт le basi della potenza inglese.
Elisabetta I andт a prendere i suoi consiglieri fra gli uomini nuovi, figli di yeomen (proprietari terrieri) o di mercanti, notevoli non per la loro nascita, ma per la loro intelligenza.
Guidata da questa nuova classe sociale di uomini di legge e gentiluomini di campagna l'Inghilterra vide accrescere straordinariamente, sotto il regno di Elisabetta, la sua prosperitа: operai, industriali e commercianti, provenienti soprattutto dalla Francia e dai Paesi Bassi sconvolti dalle guerre di religione, si rifugiarono in Inghilterra portando nella nuova patria capitali, capacitа tecniche, spirito di iniziativa.
Nascevano nuove industrie e l'Inghilterra andava trasformandosi da nazione agricola e pastorale in uno stato industriale e mercantile.
Nei cento anni che seguirono la chiusura dei monasteri decretata da Thomas Cromwell, consigliere di Enrico VIII, l'Inghilterra attuт la sua prima rivoluzione industriale.
Fra il 1575 e il 1642 essa divenne il primoo paese di Europa per quanto riguardava le miniere e l'industria pesante. La manifattura della lana, che prima veniva spedita nelle Fiandre per la lavorazione, si diffuse rapidamente nelle cittа e nelle campagne. Il sorgere di compagnie commerciali che armavano nuove flotte per il trraffico, per i viaggi di scoperta, per la pirateria, dava all'Inghilterra nuova ricchezza e potenza.
L'artigiano, il mercante, il banchiere sono i tre tipi umani dominanti nell'ambiente di allora, pieno di fermenti, proteso verso il futuro e verso la ricerca di nuove tecniche capaci di consentire all'uomo un sempre piщ ampio dominio sul mondo. Per vie del tutto differenti si accostava a questo mondo dell'azione anche la religiositа puritana; essa era ben lontana dal risolversi in contemplazione: solo attraverso un duro, continuo assoggettamento della realtа l'uomo puт muovere alla conquista di Dio. Di qui nasceva l'idealizzazione religiosa del lavoro e la concezione di una conoscenza concepita come strumento della volontа.

QUADRO CULTURALE

F. Bacon visse, fra il 1561 e il 1626, in un ambiente politico e culturale ricco di contrasti, in un'etа cruciale per la storia inglese. Di molte delle idee che furono espresse in quella cultura и certo possibile andar rintracciando le origini e le fonti nella cultura inglese ed europea delle etа precedenti. E' ormai un risultato acquisito che le prime origini della nuova problematica culturale che si afferma nel secolo XVII vanno ricercate nell'empirismo della scuola di Occam, nell'identificazione occamista della conoscenza con l'esperienza, nel nominalismo.
D'altra parte la rinascita delle letterature classiche, la rivolta antiecclesiastica e il sorgere di una nuova filosofia della natura contribuiranno in seguito ad accentuare questo distacco della cultura inglese dalla teologia sistematica e dalla disciplina peripatetica. La critica degli umanisti inglesi alle forme "barbariche" dell'erudizione teologica e il loro interesse per un rinnovamento religioso che accentuasse i valori "pratici" del messaggio evangelico, in opposizione alle pretese definitorie della teologia, implicavano un radicale mutamento di attitudini verso il corpus delle dottrine metafisiche.
Resta tuttavia il fatto, innegabile, che l'intellettuale inglese degli inizi del secolo XVII era "medievale" piщ che a metа e, intorno al 1660, era piщ che a metа un uomo "moderno.
Il mondo culturale inglese che sta a cavallo fra il Rinascimento e l'etа moderna si presenta complesso e denso di contraddizioni, ancora pieno degli echi della cultura e della mentalitа medievale.

La posizione storica di Bacone

Nonostante la sua febbrile attivitа, la sua quasi affannosa partecipazione alla vita politica e culturale del tempo, Bacone rimase, almeno come "filosofo", una figura relativamente isolata perchй ciт che piщ di ogni altra cosa lo aveva interessato - la lotta in favore di un ideale cooperativo della scienza e il progetto di una serie di grandi istituti scientifici - si risolse, durante gli anni della sua vita, in un pieno insuccesso. Il successo venne piщ tardi, durante la seconda metа del secolo XVII.
Infatti, la consapevolezza dell'importanza sociale della ricerca scientifica, la coscienza che i fini della scienza sono il progresso e il rinnovamento delle condizioni di vita dell'umanitа, la collaborazione organizzata e pianificata fra ricercatori sono fenomeni della vita culturale posteriori a Bacone e che si richiamano esplicitamente al suo nome e al suo insegnamento.

ITER BIOGRAFICO E INTELLETTUALE

+ 1561 Nasce a Londra da Sir Nichol Bacon, Lord Guardasigilli della regina Elisabetta.
+ 1575 Termina gli studi all'universitа di Cambridge. Compie un viaggio in Francia.
+ 1584 Viene eletto alla Camera dei Comuni, dove restт per circa vent'anni. Finchй visse la regina Elisabetta, non potи ottenere nessuna carica importante.
+ 1597 Pubblica la sua prima opera: i Saggi, sottili ed erudite analisi di vita morale politica nelle quali la sapienza degli antichi и ampiamente utilizzata.
+ 1602 Scrive il Parto maschio del tempo: uno scritto molto polemico contro i filosofi sia antichi sia medievali sia rinascimentali. Tutti questi filosofi, ad avviso di Bacone, sono moralmente colpevoli di non aver avuto il debito ossequio per la natura e il necessario rispetto per quell'opera delт Creatore che va ascoltata con umiltа ed interpretata con la necessaria cautela e pazienza. La filosofia del passato и sterile e verbosa. Una siffatta critica della cultura tradizionale tornerа a piщ riprese nelle successive opere di Bacone.
+ Nel 1603 salм al trono Giacomo I, uomo amante della cultura e protettore di intellettuali. E sotto Giacomo I la carriera di Bacone divenne rapida e brillante, fino ad essere nominato nel 1618 Lord Cancelliere.
+ 1605 Scrive Della dignitа e il progresso del sapere umano e divino. Questo lavoro, che verrа ampliato nel 1623, и una specie di difesa e di elogio del sapere; si prospetta una enciclopedia del sapere distinto in storia (fondata sulla facoltа della memoria), poesia (basata sulla fantasia), e scienza (fondata sulla ragione).
+ 1608 Verosimilmente in quest'anno Bacone inizia il Novum Organum, in cui riprende anche i concetti elaborati nelle opere precedenti e non pubblicate e che и da lui inteso in contrapposizione al vecchio Organum aristotelico. A quest'opera, pubblicata nel 1620, Bacone lavorт per quasi dieci anni e la presentт come la seconda parte della Instauratio Magna (Grande rinnovazione), un progetto non realizzato il cui piano era il seguente:
1) partizione delle scienze: doveva dare la somma della scienza e del sapere dell'umanitа;
2) Novum Organum, ossia Principi di interpretazione della Natura: era destinato alla elaborazione di un nuovo e migliore metodo per l'indagine della realtа, che Bacone definiva interpretazione della natura (in contrapposizione alle anticipazioni sulla natura, sommarie generalizzazioni tipiche delle filosofie dogmatiche). Tale metodo doveva concretarsi in una nuova logica;
3) Fenomeni dell'universo, ossia storia naturale e sperimentale per la fondazione della filosofia: doveva comprendere "la raccolta delle esperienze di tutti i generi, quella storia naturale che puт servire a fondare la vera filosofia";
4) Scala dell'intelletto: doveva predisporre i modelli della ricerca e della scoperta secondo il nuovo metodo, anticipandone esempi evidenti e vari;
5) Prodromi, o Anticipazioni della filosofia seconda: doveva contenere quanto noi abbiamo scoperto verificato o aggiunto;
6) Nuova filosofia o scienza attiva: si apriva il campo della filosofia preparata e diretta dal nuovo metodo.
Di questa opera Bacone considerт il Novum Organum come la seconda parte e il De dignitate et augmentis scientiarum (1623) come la prima parte. Quest'ultimo scritto и la traduzione e l'ampliamento di uno scritto del 1605. La terza parte dell'Instauratio и rappresentata Storia naturale e sperimentale per la fondazione della filosofia ovvero i fenomeni dell'universo (1622-3).
+ 1624 Rivede il testo della Nuova atlantide (pubblicato postumo ne 1627), in cui vuole dare l'immagine di una cittа ideale, ricorrendo al pretesto, giа adoperato da Tommaso Moro nell'Utopia, della descrizione di un'isola sconosciuta. Bacone la immagina come un paradiso della tecnica in cui siano portati a compimento le invenzioni e i ritrovati di tutto il mondo. L'isola della Nuova Atlantide и descritta come un enorme laboratorio sperimentale, nel quale gli abitanti cercano di conoscere tutte le forze nascoste della natura "per estendere i confini dell'impero umano ad ogni cosa possibile". I numi tutelari dell'isola sono i grandi inventori di tutti i paesi; e le sacre reliquie sono gli esemplari di tutte le piщ rare e grandi invenzioni.

ASPETTO ANALITICO E SISTEMATICO

Il significato culturale delle arti meccaniche

L'attenzione per i procedimenti della tecnica e delle arti meccaniche, il riconoscimento della loro utilitа per il progresso del sapere, l'insistenza sul loro valore "educativo" caratterizzano in larghissima parte la cultura dei secoli XVI e XVII. I procedimenti quotidiani degli artigiani, degli ingegneri, dei tecnici, dei navigatori, degli inventori vengono elevati a dignitа di fatto culturale e uomini come Bacone, Harvey, Galileo riconoscono esplicitamente il loro "debito" verso gli artigiani.
Da questo nuovo contatto fra sapere scientifico e tecnico deriverа in primo luogo un notevolissimo arricchimento delle quantitа di "veritа empiriche" che fu decisivo per l'affermarsi di molte scienze.
In secondo luogo da questo riconoscimento della dignitа del lavoro artigianale e tecnico e dalla presa di consapevolezza degli atteggiamenti e dei presupposti metodologici che ne erano alla base uscirа enormemente rafforzato il concetto che una teoria debba essere "applicata ai fatti" per poter essere qualificata giusta o verificata. Seguire piщ da vicino di quanto non si fosse mai fatto per il passato i procedimenti delle arti meccaniche volle dire per molti rendersi conto del distacco esistente, nella tradizione culturale, fra la struttura concettuale delle scienze e la loro capacitа di servire concretamente ad usi umani, di render conto di "nuovi fatti".
L'interesse di Bacone per le "arti meccaniche" nasce dal fatto che esse gli appaiono in grado di rivelare i processi effettivi della natura ed egli vede in esse quella capacitа di produrre invenzioni ed opere di cui и privo il sapere tradizionale.
Infatti, la sua protesta contro la "sterilitа" del spere tradizionale appare fondata, in Bacone, su un ripetuto appello al carattere di progressivitа delle arti meccaniche che, a differenza della filossofia e delle scienze intellettuali, non vengono adorate come perfettissime statue, ma appaiono continuamente vitali cosм da trasformarsi da informi in sempre piщ perfette in relazione ai mutati bisoogni della specie umana.
Il fatto che gli ingegni di molti abbiano collaborato a un unico fine gli appare la causa principale di questi progressi. Nelle arti meccaniche non c'и posto per il potere "dittatoriale" del singolo, ma solo per un potere "senatoriale" che non esige affatto che i seguaci rinuncino alla loro piena libertа facendosi perpetuamente schiavi di una sola persona. Cosм il tempo lavora a favore delle arti e contribuisce invece alla distruzione degli edifici, inizialmente perfetti, costruiti dai filosofi.
Solo sull'analisi umile e accurata dei procedimenti delle varie tecniche puт invece fondarsi per Bacone la nuova filosofia ed essa avrа il compito non solo di lavorare per il trasferimento del metodo di un'arte nel campo di altre arti e per far sм che il progredire delle tecniche non sia affidato al caso, ma anche per condurre al livello e al metodo della tecnica quelle "scienze liberali" che non hanno ancora raggiunto tale livello.
Il carattere di collaborazione e di progressivitа delle arti meccaniche fornisce dunque a Bacone un modello di cui egli si serve da un lato per intendere le caratteristiche della ricerca tecnico-scientifica e per differenziarla dalla magia e dall'altro lato per fornire una serie di valutazioni dell'intero campo del sapere umano in tutti i suoi settori.
La valutazione baconiana delle arti meccaniche e la concezione baconiana della scienza sono strettamente legate alla posizione assunta da Bacone nei confronti della tradizione magico-ermetica del pensiero rinascimentale, tenuto conto della continua mescolanza di tecnica e magia, di alchimia e filosofia naturale che и l'elementoo tipico di molta filosofia inglese ed europea del Cinque e Seicento.

L'ereditа della magia

In Bacone и rilevabile la presenza di una serie di temi e motivi che derivano dalla tradizione magico-alchimistica. A questa tradizione, cosм come essa venne configurandosi nell'etа del Rinascimento, sono infatti legati due concetti centrali della filosofia di Bacone che stanno alla base della sua concezione della natura, dell'uomo e dei rapporti fra l'uomo e la natura. Questi concetti sono:
1) l'ideale della scienza come potenza e opera attiva volta a modificare la situazione naturale ed umana;
2) la definizione dell'uomo come "ministro e interprete della natura" che Bacone sostituiva alla veneranda definizione dell'uomo come "animale ragionevole".
Ciт che accoglie quindi dalla tradizione magica и il concetto di un sapere come potenza e di una scienza che si fa ministra della natura per prolungarne l'opera e portarla a compimento, che giunge infine a farsi padrona della realtа e a piegarla, quasi per astuzia e attraverso una continua tortura, a servizio dell'uomo.

La condanna della magia e l'ideale della scienza

Un concetto centrale dell'opera baconiana di riforma del sapere и che nella scienza si possono raggiungere solidi ed effettivi risultai solo mediante una successione di ricercatori e un lavoro di collaborazione fra gli scienziati. I metodi e i procedimenti delle arti meccaniche, il loro carattere di intersoggettivitа forniscono il modello per la nuova cultura.
La sccienza, cosм come Bacone la concepisce, deve abbandonare il terreno dell'incontrollata genialitа individuale, del caso, dell'arbitrario, della sintesi affrrettata e procedere sulla base di uno sperimentalismo fondato sulla consapevolezza della natura strumentale delle facoltа conoscitive.
In una cultura di questo tipo non c'и posto per una ragione capace di cogliere, in solitaria comunione, la veritа razionale. La veritа si configura come un ideale da raggiungere e la logica baconiana vuol essere appunto lo strumento di conquista di veritа nuove invece che il mezzo di trasmissione di veritа giа acquisite.
Ma la conquista di veritа nuove non puт essere per Bacone opera del singolo, ma solo di una collettivitа di scienziati organizzata a questo scopo.
La lotta in favore di una collettivitа organizzata di scienziati finanziata dallo stato o da altri enti di pubblica utilitа e il tentattivo di creare una specie di internazionale della scienza furono perseguiti da Bacone, con estrema coerenza durante tutto il corso della sua vita. Egli, tuttavia, non riuscм a realizzare nessuno di questi suoi progetti, anche se nel 1603, alla salita al trono di Giacomo I, le sue speranze si erano riaccese. Nell'Advancement of Learning (1605) Bacone si volgeva nuovamente al potere sovrano. Egli tendeva non solo alla creazione di nuove istituzioni culturali, ma alla riforma delle principali organizzazioni di questo genere esistenti: le universitа. Anche se durante la sua vita questi progetti fallirono, questi restarono per i fondatori della Royal Society e poi per gli enciclopedisti l'atto di nascita di quell'umanesimo scientifico al quale si ispirrerа la parte piщ progressiva del pensiero europeo.
Questa riforma del concetto, della pratica e degli ideali della scienza и senza dubbio il contributo piщ rilevante che il pensiero di Bacone abbia offerto alla cultura europea. Solo chi tenga presente il peso che ebbe ad esercitare l'atteggiamento assunto da Bacone potrа rendersi conto delle origini precise del "compito" e della "funzione" che gli enciclopedisti assegnarono all'uomo di cultura. Infatti, con la loro estrema considerazione delle arti e delle tecniche si ponevano, consapevolmente, come gli eredi e continuatori della riforma avviata da Bacone.
La valutazione baconiana delle arti meccaniche comportava, in ultima analisi, il rifiuto di quel concetto di scienza che, pur da mille parti incrinato, era rimasto operante per secoli: una scienza che nasce solo quando giа sono state apprestate le cose necessarie alla vita umana e che si volge quindi a una disinteressata ricerca e contemplazione della veritа. Questo concetto di scienza, che ha in Aristotele la sua espressione piщ coerente, appare fondato sulla struttura economica di una societа schiavista dove l'abbondanza di "macchine viventi" rende inutile o superflua la costruzione e la utilizzazione di macchine tendenti a sostituire il lavoro umano e dove il disprezzo che si prova per chi esercita l'attivitа manuale si estende a quell'attivitа medesima che appare l'ultima nella gerarchia dei valori sociali ed esclusa dall'ambito di quelli culturali. Su queste basi gli artigiani non hanno diritto alla piena cittadinanza nelle Leggi di Platone mentrre Aristotele nega che gli operai meccanici possano essere ammessi nel novero dei cittadini e li differenzia dagli schiavi solo in base al fatto che i primi attendoono ai bisogni e alle necessitа di piщ persone, mentrre i secondi hanno cura di una sola persona. Gli ideali di vita dell'artigiano e del commerciante appaiono ad Aristotele "ignobili e contrari alla virtщ" perchй il loro genere di attivitа и privo di oogni nobiltа e nessuna delle loro occupazioni richiede una particolare eccellenza. L'opposizione tra schiavi e liberi tende cosм a identificarsi con l'opposizione tra tecnica e scienza e fra conoscenza "pratica" e conoscenza "razionale". Questa identificazione, salvo brevi parentesi, и comune ad una larga parte del pensiero europeo durante l'etа classica e il medioevo.
Le arti meccaniche appaiono invece a Bacone un nuovo, grande fatto culturale e, in base a questa valutazione del loro significato e della loro importanza per la vita associata e per la ricerca scientifica, egli puт rivalutare gli ideali di vita che ad esse sono legati e rovesciare, radicalmente, alcune impostazioni che Aristotele aveva dato al problema dei rapporti fra la natura e l'arte.
Quando Bacone considera la historia artium come una sezione della storia naturale e polemizza nei confronti della contrapposizione arte-natura egli rompe, decisamente e consapevolmente, con una tradizione secolare. Per questa tradizione (che risale anch'essa ad Aristotele) l'arte и solo un tentativo di imitare la natura e di contraffarla nei suoi moovimenti; quest'ultima ha al suo interno il principio di un movimento indefinito, mentre i prodotti dell'arte, mossi da un principio esteriore, sono soltanto dei tentativi, necessariamente destinati a fallire, di imitare la spontaneitа del moto naturale.
Questa dottrina, chiarisce Bacone, и legata alla teoria aristotelica delle specie in base alla quale un prodotto della natura (albero) и qualificato come avente una forma primaria mentre a un prodotto artificiale (tavolo) compete solo una forma secondaria. Per Bacone la forma ed essenza, nelle cose naturali e in quelle articiali, sono dello stesso identico tipo.
L'aver invece affermato l'eterogeneitа fra natura ed arte ha condotto la filosofia a concepire l'arte come una mera aggiunta alla realtа naturale e ha rischiato di togliere agli uomini la speranza nella possibilitа di una radicale trasformazione della natura e della vita umana.
La scienza ha dunque per Bacone carattere pubblico, democratico, collaborativo; и fatta di contributi individuali in vista di un successo generale che и patrimonio di tutti. L'affermazione di questo ideale di scienza e la realizzazione di questo tipo di cultura implicavano evidentemente, per Bacone, anche la rinuncia all'immagine dello scienziato come vivente incarnazione della infinita sapienza o come solitario custode di segreti successi dovuti alla genialitа della sua mente individuale. Ciт che veniva a cadere era l'antica e veneranda immagine del sapiente come "illuminato" e il concetto, a questa immagine connesso, della collaborazione fra gli uomini di scienza come collaborazione fra "illuminati" che dа luogo a risultati che vanno mantenuti segreti.
Questo, della distinzione fra homo animalis e homo spiritualis, fra illuminato e comune mortale, и un concetto che attraversa tutta la cultura europea dai pitagorici agli gnostici, da Averroи a Marsilio Ficino. Questo motivo di un sapere segreto, di una sapienza di cui pochissimi son degni e che va quindi accuratamente occultata, и presente in tutta la sterminata letteratura magico-ermetica che, soprattutto dalla fine del secolo XII, invase il mondo occidentale e contro la quale Bacone polemizza aspramente.
Quando egli ripetutamente afferma che il metodo della scienza da lui progettato non lascia gran parte al genio singolo ed eguaglia in qualche modo le intelligenze, intende prendere posizione coontro il carattere di eccezionalitа dei metodi impiegati nelle ricerche magico-alchimistiche. Qui il risultato appare affidato, in ultima analisi, alla applicazione di un procedimento "segreto" dovuto alla capacitа di un individuo.
In questi atteggiamenti di Bacone verso la magia e l'alchimia, appare evidente la sua distanza dai filosofi scienziati e maghi del Rinascimento, che rimanaevano sostanzialmente legati ad una concezione esoterica del sapere che egli apertamente condannava.

La rottura con la tradizione e la confutazione delle filosofie

Un tema dominante nell'opera baconiana и il tentativo di sostituire a una cultura di tipo retorico-letterario una cultura di tipo tecnico-scientifico. Questa idea, di sostituire alla trradizionale "filosofia delle parole" una "filosofia delle opere", accompagnт Bacone sin dalla giovinezza.
La consapevolezza che la mutata funzione attribuita al sapere comportava una decisa rottura con una millenaria tradizione appare infatti evidente fino dai primissimi scritti baconiani e il Temporis partus masculus (composto certamente prrima del 1603) dа espressione precisa a questa volontа di rottura e di rifiuto.
Il presupposto fondamentale della critica baconiana alla filosofia tradizionale и che nella storia della razza umana si sia iniziata un'epoca nuova. Di fronte a questo nuovo destino che attende gli uomini e che gli uomini devono costruirsi и colpevole cercare di richiamare in vita la scienza dalle tenebre dell'antichitа, invece che dalla luce della natura.
Ciт di cui Bacone accusa i filosofi dell'antichitа e quelli del Medioevo e del Rinascimento non и una serie di errori di carattere teorico. Queste filosofie possono essere sullo stesso piano, sono degne delle stesse accuse e partecipi dello stesso destino perchй sono espressione di un atteggiamento moralmente colpevole. Ciт che si tratta di sostituire a quelle filosofie non и dunque una nuova "filosofia" che pretenda di rimpiazzarle muovendosi sul loro stesso terreno, accettando i loro principi, le loro argomentazioni e le lor dimostrazioni, ma un atteggiamento nuovo dell'uomo di fronte alla natura che implica diversi principi, argomentazioni e dimostrazioni: richiede cioи un nuovo concetto di veritа, una nuova moralitа, una nuova logica.
La condanna morale di Bacone si appunta sul fatto che la tradizione filosofica ha sostituito al rispetto per l'opera del ceratore che va umilmente ascoltata e interpretata, a)"le astuzie dell'ingegno e l'oscuritа delle parole" o b)"una religione adulterata" o c)"le osservazioni popolari e le menzogne teoriche fondate su certi famigerati esperimenti". Degenerazioni queste, che derivano tutte da quel peccato di superbia intellettuale cche ha reso la filosofia sterile di opere trasformandola in uno strumento di prevalenza nelle dispute.
Bacone dirige la sua polemica contro tre obbiettivi precisi e le forme di filosofia di cui egli parla corrispondono storicamente:
a) alle esercitazioni logiche di tipo scolastico;
b) alle varie teologie razionali di ispirazione aristotelica e ai temi religiosi presenti nelle correnti platoniche o platonizzanti;
c) alle metafisiche della natura elaborate da alchimisti, maghi e filosofi del Rinascimento.
Riguardo a Platone, queste sono le critiche che Bacone muove alla sua filosofia:
1) Platone ha falsamente asserito che la veritа abita naturalmente, fin dalla nascita nella mente dell'uomo e non proviene dall'esterno;
2) egli si и servito inoltre, per puntellare le sue spregevoli teorie, dell'appoggio della religione. In tal modo da un lato ha distolto gli uomini dalla realtа facendo volgere i loro occhi verso l'interno dell'anima e orientandoli verso la contemplazione, e dall'altro ha favorito quella mescolanza di scienza e teologia che si rivela esiziale sia al progresso della scienza sia alla vita religiosa.
Aristotele, dal canto suo,
1) ha cercato di rendere gli uomini "schiavi delle parole" entusiasmandoli per inutili sottigliezze e vani sofismi. La sua filosofia и da porre alla origine di quel verbalismo abbondantemente ripreso dalla scolastica.
2) Costruendo su pochi fatti affrettate teorie, Aristotele ha dato inizio a quel tipo di scienza che si illude di aver determinato le cause dei fenomeni quando in realtа ha costruito soltanto vane ragnatele teoriche.
Le ragioni per le quali Bacone ritiene che sia inevitabile una radicale rottura con tutta la tradizione filosofica sono riconducibli alle seguenti:
1) la filosofia ha distolto gli uomini dalle indagini sulla natura e si и trasformata da una riflessione sulle cose in una riflessione sulla interioritа; ha posto la contemplazione al posto delle opere, и diventata una scuola di rassegnazione invece che uno strumento di possibilitа nuove per il genere umano;
2) questa incapacitа di affrontare i problemi dell'esperienza e della realtа и legata a tre atteggiamenti che caratterizzano questa millenaria tradizione:
a) la sostituzione di soluzioni verbali a soluzioni reali,
b) la pretesa di costruire dottrine concepite come "sistemi" e quindi capaci di esaurire una volta per sempre nel loro ambito tutti i problemi e tutta la realtа,
c) la confusione continua fra cose divine e cose naturali, fra religione e scienza.
Negli anni fra il 1603 e il 1608, con gli scritti Cogitata et visa del 1607 e Redargutio philosophiarum del 1608, Bacone inizia una discussione di carattere storico critico che investe le premesse politico-socilai e i risultati delle filosofie tradizionali. Questo lavoro di approfondimento viene svolto in una duplice direzione: da un lato egli cerca, attraverso un'analisi di carattere storico, di determinare le "cause" del fallimento della filosofia tradizionale; dall'altro cerca di indicare e di elaborare dei criteri (i "segni") che possano dare indicazioni sulla validitа o non-validitа delle varie posizioni filosofiche.

Critica della logica tradizionale e nuova logica

I progetti relativi ad una riforma della logica contraddistinguono tutto lo sviluppo del pensiero baconiano fino alla pubblicazione del Novum Organum (1620) e del De augmentis (1623). Tali progetti sono legati da un lato al ripudio della tradizione filosofica e dall'altro alla constatazione della necessitа di una radicale riforma del sapere. In tutte le opere baconiane le formulazioni date al progetto di una riforma del metodo appaiono organicamente connesse ad una ricerca di carattere "storico" e ad una indagine tendente a diagnosticare i limiti e le insufficienze del presente status della cultura.
La riforma dell'induzione scientifica и solo un aspetto e una "sezione" della rifoma della logica e questa, a sua volta, и solo un aspetto e una "sezione" della restaurazione del sapere che BAcone ha in animo di realizzare.
La logica, secondo Bacone comprende quattro parti denominate arti intellettuali47. Queste si distinguono tra loro in base ai fini che la logica si propone di realizzare: l'uomo a) trova ciт che ha cercato; b) giudica ciт che ha trovato; c) ritiene ciт che ha giudicato; d) trasmette ciт che ha ritenuto. Siamoo quindi in presenza di quattro arti: della ricerca o invenzione, dell'esame o giudizio, del ritenere o memoria, del parlare o della trasmissione.
Bacone riscontra le maggiori deficienze della logica tradizionale soprattutto nel primo settore, quello della ricerca o invenzione. La sua riforma del metodo induttivo vuol appunto ovviare a questa situazione fornendo ai procedimenti un nuovo organo o strumento capace di consentire all'uomo di impadronirsi della realtа e di piegarla ai suoi fini. Ma la stessa arte dell'invenzione che si riferisce all'invezione delle scienze comprende due parti: la cosidetta experientia literata e la interpretatio naturae.
Quest'ultima и la "logica nuova" che Bacone tratta nel secondo libro del Novum Organum. Qui la formulazione della dottrina dell'induzione scientifica si presenta come inseparabile da quella dottrina dell'emendazione dell'intelletto che ha il compito di liberare la mente umana dagli idola. Infatti, secondo Bacone, l'intelletto umano puт giungere ad impadronirsi dello schema induttivo, di cui far uso nell'invenzione scientifica, solo liberandosi contemporaneamente dai limiti, storici e naturali, che lo caratterizzano e lo condizionano.
Il Temporis partus masculus, che comprende di fatto solo una critica delle filosofie tradizionali, и in realtа il frammento di un piщ vasto progetto concernente una riforma della "logica". A tale scopo и necessario per Bacone non solo liberare le menti dai pregiudizi in esse scolpiti, ma trovare il mezzo di "persuaderle" e di penetrare in esse. Proprio a questo proposito egli introduceva la nozione di idola.
In Bacone due ordini di problemi si intrecciano:
1) quello di una logica capace di attingere la realtа delle cose e di condurre al contatto, al "connubio" con le cose;
2) quello di una logica capace di portare la luce nelle menti, di penetrare in esse e di liberarle dai pregiudizi che le assediano e le ostruiscono.
Il primo problema coincide con quello di un nuovo organo della scienza (interpretatio naturae) che porrа in grado di conoscere le forme e di effettuare una serie infinita di operazioni naturali, e che il secondo problema coincide con quello di un emendamento dell'intelletto umano (expurgatio intellectus) che richiede speciali tecniche di esposizione, di persuasione e di trasmissione.
Ma da dove deriva per Bacone l'insufficienza della logica tradizionale? Dipende dal fatto che essa ha rinunciato ad essere di giovamento alle arti meccaniche e liberali, alle scienze, alla scoperta degli assiomi. Invece la nuova logica, a differenza di quella tradizionale, ha per scopo l'invenzione delle arti invece dell'invenzione degli argomenti; non vuole insegnare agli uomini a riportare la vittoria nelle discussioni, ma vuole metterli in grado di dominare la realtа naturale.

La dottrina degli "idola"

Nel Novum Organum e nel De augmentis gli idola sono ripartiti in quattro gruppi:
1) gli idola tribus nascenti dalla natura generale della mente umana;
2) gli idola specus caratteristici dell'individuo singolo;
3) gli idola fori derivanti dai rapporti sociali e dal linguaggio;
4) gli idola theatri che van fatti risalire all'influsso delle opinioni filosofiche e agli errati procedimenti dimostrativi.
Bacone traccia una chiara distinzione tra idoli acquisiti e idoli innati: i primi penetrano nella mente "dalle sиtte dei filosofi o dalle cattive forme delle dimostrazioni". Questo tipo di idoli и eliminabile con difficoltа; gli altri non sono in alcun modo eliminabili: resta soltanto la possibilitа di indicarli, di descriverli, di prendere consapevolezza di queste forze insidiatrici della mente umana.
Alla radice della teoria baconiana degli idola sta la convinzione che la situazione della mente umana di fronte alle cose non sia di fatto quella che dovrebbe essere. Questa convinzione и strettamente legata agli atteggiamenti assunti da Bacone in sede religiosa e allo stretto legame sussistente fra la sua concezione del cristianesimo e la sua riforma del sapere.
L'opera di liberazione delle menti coincide in tal modo, per Bacone con una riforma dell'atteggiamento dell'uomo di fronte al mondo e si inserisce non soltanto in un tentativo di riforma della conoscenza, ma in quello, assai piщ vasto, di una radicale modificazione della moralitа e dello spirito religioso. La lotta contro le false immagini presenti nella natura umana appare un mezzo per realizzare la divina promessa e per condurre a compimento l'opera della redenzione. Bisogna che l'uomo sia nuovamente in grado di "ricevere le immagini delle cose".
Da questo punto di vista, и allora possibile comprendere come le piщ importanti tematiche dell'opera baconiana, come il fine di utilitа pratica attribuito alla scienza, la valutazione delle opere e delle arti sia strettamente connessa ad una ispirazione religiosa e nasca sul terreno di un anglicanesimo imbevuto di spirito calvinistico.
Il primo tipo di idola, quelli della tribщ, и fondato sulla costituzione stessa della natura umana. Questi errori derivano dalla debolezza dei sensi, dalla limitatezzadell'intelletto, dall'influsso degli affetti, dal modo di ricevere le impressioni dagli oggetti, dall'atteggiamento di fronte alle concezioni giа accettate.
Gli idoli della spelonca hanno origine dalla natura particolare del singolo individuo, dalla sua costituzione, dall'educazione, dall'abitudine e da circostanze accidentali. Qui Bacone si rifа esplicitamente al mito della caverna, considerando il nostro corpo come un involucro attraverso cui viene rifratta la luce naturale delle cose. Le quattro fonti di questi idola sono per Bacone: l'attaccamento ad un particolare tipo di ricerca; la tendenza eccessiva all'analisi o alla sintesi; la predilezione per un particolare periodo della storia umana; la considerazione esclusiva degli elementi semplici o dell'insieme della realtа naturale.
La descrizione degli idola fori и strettamente connessa in Bacone sulla convinzione che il linguaggio, come del resto gli altri prodotti dello spirito umano, costituisca o possa costituire un ostacolo, del quale tuttavia in quanto crreature umane non si puт fare a meno, alla autentica comprensione della realtа, sia, in altri termini, qualcosa che si frappone fra l'uomo e i fatti reali o le forze della natura. Per "avvicinarsi alle cose" и necessario rifiutare i nomi che non corrispondono a cose reali e imparare a costruire parole che rispondono alla realtа effettiva delle cose. Gli idoli che si impongono all'intelletto sono di due generi: o sono nomi di cose che non esistono, o sono nomi di cose che esistono, ma confusi, mal definiti e astratti dalle cose in modo affrettato e parziale.

L'interpretazione della natura

Nella determinazione di che cosa sia veritа della conoscenza gli uomini si sono finora fondati su prove insoddisfacenti. La scoperta di nuove opere e di attive direzioni prima non conosciute и l'unica prova che puт essere accettata. Non si tratta di andar cercando la produzione di cose concrete che sono infinite di numero e transitorie, ma di muovere alla ricerca di nature astratte che sono poche e permanenti, simili alle lettere dell'alfabeto o ai colori della tavolozza del pittore dalla cui mescolanza si fa derivare l'infinita varietа dei volti e delle figure. Il fine operativo al quale deve tendere il sapere scientifico non dev'essere perт confuso con quel tipo di operativitа che и "legato alle congetture dell'arte e alla lunghezza dell'esperienza". L'arte e l'esperienza immediata conducono soltanto alla conoscenza delle cause delle cose particolari; compito del metodo scientifico и invece quello di condurre a contatto con le nature astratte dalla cui combinazione risulta la realtа naturale.
Contrapponendo il concetto di natura astratta a quello di cosa concreta, ed escludendo che la ricerca scientifica debba occuparsi di quest'ultima, BAcone mette in rilievo da un lato la riducibilitа dei fenomeni naturali alla combinazione di un numero finito di elementi semplici e dall'altro la radicale diversitа fra l'esperienza comune e quella scientifica. Le nature astratte (o nature semplici) sono le qualitа semplici e irriducibili che possono essere riscontrate presenti in un qualsiasi contesto sensibile e dalla cui mescolanza e composizione tale contesto и costituito. Il problema che si tratta di risolvere и che "ogni particolare che produce un qualsiasi effetto и una cosa composta... di diverse singole nature... e non appare a quale di queste singole nature l'effetto debba essere riferito". Il metodo richiede quindi un'analisi e un'opera di sezionamento dei particolari, in mod da mettere in luce il rapporto di corrispondenza esistente fra una determinata natura e l'effetto che si intende ottenere: alla presenza o all'assenza di una determinata natura corrisponderа necessariamente la presenza o l'assenza dell'effetto che si vuole realizzare.
Per dare luogo ad effetti reali bisognerа seguire una direzione. Quest'ultima dovrа, secondo Bacone obbedire a due criteri fondamentali: quello della certezza e della libertа.
La direzione per essere certa deve essere infallibile, cioи una direzione certa dovrа indirizzare a "qualcosa" che, se presente, l'effetto cercato debba necessariamente seguirne. Il "qualcosa" di cui parla Bacone и la natura astratta alla cui scoperta e determinazione deve tendere la conoscenza.
Si ha invece libertа quando la direzione non и limitata ad alcuni mezzi giа definiti, ma comprende tutti i possibili mezzi e le possibili vie. La direzione, per esserre libera deve essere fondata sulla reciproca implicanza e convertibilitа dell'effetto e della direzione. Ogni volta che l'effetto и presente la direzione deve essere stata soddisfatta; ogni volta che и presente un certo tipo di direzione, seguirа da essa un determinato effetto. In altri termini: ogni caso nel quale una determinata natura и prodotta puт essere considerato come una direzione in vista della sua riproduzione artificiale.
Attraverso la nozione di direzione libera Bacone giunge a gettare le basi di un procedimento di esclusione che ha per fine la scoperta della forma.
Giova chiarire i termini di questa scoperta con un esempio:
Fra "la bianchezza quale appare ai sensi" e la "bianchezza inerente alle cose" и presente una netta distinzione. La prima puт essere determinata da un esame di tipo "fisico" tendente ad accertare la presenza di certe condizioni di fatto e la loro traducibilitа in operazioni che le riproducano. La seconda richiede un tipo di esame diverso ("metafisico") che tenda, mediante una serie di esclusioni e "liberazioni" successive a stabilire che cosa sia sempre presente ogni volta che и presente il bianco, indipendentemente dalla materia, dal mezzo nel quale appare il bianco o dalla particolare azione o causa che lo fa apparire. Il primo и per Bacone uno studio "fisico" delle cause efficienti delle cose concrete, mente il secondo и un esame "metafisico" inteso come conoscenza delle forme delle nature semplici.
Si puт cosм facilmente osservare come in Bacone convergano ricerca della direzione libera e ricerca della forma o causa formale.
Risulta evidente inoltre che "la bianchezza inerente alle cose" dipende da una certa struttura delle parti dei corpi e da loro determinate condizioni di tipo geometrico-meccanico.
Le proprietа dei corpi, cosм come appaiono ai sensi, non hanno carattere oggettivo; superando il piano della sensibilitа e facendo uso di opportuni strumenti e tecniche logiche и possibile individuare quei processi meccanici di elementi forniti di proprietа geometriche che costituiscono la struttura della realtа oggettiva e materiale. Queste due tesi costituiscono il "presupposto" o l'"ipotesi di tipo meccanicistico" destinata a sorreggere l'intera struttura della nuova induzione baconiana.
Il fine che si propone il nuovo metodo della scienza teorizzato da BAcone и la scoperta delle forme o, con piщ precisione, la determinazione delle forme delle nature semplici. Queste ultime sono qualitа irriducibili presenti in differenti contesti sensibili.
Causa materiale e causa efficiente di una determinata natura simplex sono: l'orinamento delle particelle materiali (schematismus latens) e la serie di movimenti infinitesimali che costituiscono i movimenti sensibili (processus latens). Il compito di determinare queste cause in relazione ad una data materia (nella quale si puт osservare quella determinata natura) spetta alla fisica. Ma chi conosce le cause materiali ed efficiente puт giungere ad effettuare nuove invenzioni solo in una materia particolare, mentre chi conosce le forme puт giungere ad abbracciare l'unitа della natura in ogni materia. Alla metafisica, che per Bacone и una scienza naturale generalizzata fondata sulla storia naturale, interessa invece scoprire le forme: cioи determinare, prescindendo dalle materie particolari, i rapporti fra gli schematismi latentes e i processus latentes che costituiscono una certa natura.
La forma si presenta come una relazione di naturae simplices; essa и dal punto di vista dell'uomo una definizione che consente di scoprire tutti gli schematismi e i processi che portano alla realizzazione della natura semplice in questione, dal punto di vista della natura и la relazione che lega quei processi e quegli schematismi. La forma и causa come essenza; e questa non и trascendente alle cose, ma immanente come l'aristotelica; ma a differenza di essa и pensata in senso non logico-concettuale, bensм geometrico-meccanico, e cosм mostra la sua derivazione dal pensiero democriteo.
Senza dubbio la ricerca sulla natura si presenta a Bacone come una ricerca di essenze e di qualitа assolute e non come un'indagine tendente a determinare rapporti quantitativi in vista della risoluzione del "fenomeno" in un sistema di relazioni.

Le "tavole" baconiane

A queste tavole spetta, secondo Bacone, un compito preciso: di fronte alla infinita varietа dei contenuti della storia naturale l'intelletto umano si trova come smarrito: le tabulae devono organizzare e ordinare tali contenuti in modo da consentire all'intelletto di agire su di essi. Bacone parla, usando un termine giuridico, di "citazione" di fronte all'intelletto, che viene effettuata mediante le tavole.
Nella ricerca della forma del calore, esposta da BAcone nel secondo libro del Novum Organum, la tabula pesentiae raccoglie tutti i fatti conosciuti nei quali si trova presente quella natura di cui si cerca la forma. La forma, per BAcone, и infallibilmente presente o assente, quando la natura и presente o assente.
La seconda tavola, la tabula absentiae, deve riunire i casi nei quali la natura data и assente. Tali casi sarrebbero evidentemente infiniti; la tavola ha il compito, limitato e quindi possibile, di considerare le "assenze della natura" solo nelle sostanze che hanno maggiore somiglianza con quelle nelle quali la natura и presente. Poichй la forma и la cosa nella sua essenza, vera forma di una natura puт essere considerata solo quella che aumenta o diminuisce in correlazione con questa. La terza tavola, la tabula graduum raccoglie i fatti in cui la natura studiata и piщ o meno presente.
L'intelletto si trova ora di fronte ad una collezione ordinata di fatti e su questo fondamento ha inizio quel procedimento che BAcone chiama nuova induzione. L'induzione vera, a differenza di quella tradizionale, per enumerazione, fa uso di un procedimento di esclusione e solo dopo aver completato il processo di esclusioni si potrа giungere ad una affermazione.
Il vero e perfetto principio operativo nella scoperta delle forme, и per Bacone il seguente: che la direzione sia certa, libera e diretta all'azione. Il fatto che la presenza della forma determini necessariamente quella della natura и la garanzia della certezza della direzione, la libertа di quest'ultima consiste in quella liberazione dall'inessenziale che si raggiunge attraverso successive esclusioni.

Il metodo per BAcone и un mezzo di ordinamento e di classificazione della realtа naturale. Non per caso esso si presenta come un filo capace di guidare l'uomo entro quella caotica selva e quel complicato labirinto che и la natura. zi limiti maggior del metodo baconiano derivano senza dubbio dal fatto che Bacone ebbe scarsa o nessuna coonsapevolezza della funzione esercitata dalla matematica nell'ambito del pensiero scientifico. Ma questa incomprensione era profondamente connessa a quella sua immagine di logica come mezzo per ordinare la selva naturale, immagine che Galileo non aveva certo condiviso, con la sua idea di un universo "scritto in lingua matematica".
Le immagini galileiane tipicamente platoniche di un mondo a strutture matematiche e razionali, di un Dio geometra che compone il mondo secondo numero, peso e misura, saranno senza dubbio piщ feconde, negli sviluppi della scienza moderna, dell'immagine baconiana della natura come selva e labirinto. In Galileo e nello stesso Newton, pur cosм profondamente legato a certe posizioni baconiane, si troverа energicamente riaffermato quel principio che Bacone relegт ai margini della sua teoria della realtа: quello della semplicitа della economia e della inesorabilitа della natura.
Proprio nell'ambito di quella impostazione platonica e di quell'affermazione della "semplicitа" della natura (che ritonerrа anche nella prima delle quattro regole newtoniane) si giunse ad un tipo di interrogazione della realtа naturale assai diverso e piщ fecondo di quello baconiano che funzionava sulla base di modelli retorici. L'interrogazione di Galileo tende non alla determinazione delle forme essenziali o delle proprietа comuni a piщ fenomeni, ma alla individuazione degli "elementi della strutturra di un fenomeno che possano concepirsi come assolutamente validi e tali da costituire la legge di tutti i fenomeni analoghi". La funzione delle ipotesi o dei modelli teorici veniva qui esplicitamente teorizzata e riconosciuta: "fatto" non и per la scienza che ciт che viene raggiunto in base a precisi criteri di carattere teorico. Si apriva in tal modo una possibilitа che veniva radicalmente disconosciuta all'interno del metodo baconiano: quella di una interpretazione dei dati sulla base di tesi prestabilite, che pone cioи quelle tesi anche alla base di quei risultati dell'esperieza che si "discostano" da esse e interpreta quei risultati come "circostanze disturbanti".
Nell'ambito del sapere scientifico, secondo Bacone, si tratta solo e sempre di giustificare e garantire la validitа dei principi e il lavoro scientifico, dal suo punto di vista, sembra esaurirsi nella formulazione di una serie di procedimenti atti a indirizzare alla scoperta di tali principi. Quando egli rifiuta il metodo deduttivo affermando che le nozioni (di cui constano le proposizioni) sono solo "etichette delle cose" e dichiara che si tratta di ricavare in modo non grossolano tali nozioni dalle cose particolari, si lascia sfuggire la funzione dell'ipotesi nell'ambitoo del sapere scientifico e non a caso, nell'ipotesi, vede solo una illegittima e arbitraria anticipazione della natura. In questa opposizione ad ogni procedimento di tipo deduttivo (e cosм pure nel rifiuto dell'ipotesi) si и visto giustamente uno dei limiti maggiori del metodo baconiano della scienza.
E'da tener presente tuttavia, il significato storicamente determinato della protesta baconiana contro la deduzione e il sillogismo e il valore che tale protesta venne ad assumere nell'orizzonte della cultura moderna. Le affermazioni di Bacone in tal senso mostrano appunto come egli mirasse a colpire, in nome di una discussione capace di investire l'intero ambito della conoscenza umana, proprio la connessione che si era di fatto anadata istituendo fra metodo deduttivo e tendenza ad accettare senza discussione principi o dottrine fornite dalla tradizione o dalla autoritа.
Newton, in opposizione a Galileo e Cartesio, vedrа nella matematica non la "regina delle scienze", ma un metodo e uno strumento di chiarificazione dell'esperienza, rifiuterа la visione platonica di una natura in sй matematica e parlerа di uno sconosciuto e infinito oceano che и compito della scienza esplorare: egli farа rivivere, anche su un diverso piano, alcune tipiche esigenze "baconiane".
In conclusione si puт dire evidente che Bacone non puт essere considerato in alcun modo, a causa della cosidetta scoperta del metodo induttivo, come il fondatore della scienza moderna. Infatti, la feconditа della scienza moderna и stata assicurata non da uno sperimentalismo empirico di tipo baconiano, ma dal metodo galileiano fondato su un'analisi quantitativa e meccanica che non mira a ordinare e purificare il mondo dei dati in vista di una scoperta delle forme, ma tende alla scoperta della legge mediante la sola considerazione dell'ordine misurabile delle cose naturali. Inoltre, le definizioni e gli assiomi, di cui farа uso la ricerca scientifica, non nasceranno, come voleva Bacone, da una induzione che "acenda gradatamente verso sempre piщ estese generalizzazioni", ma si presenteranno come modelli necessari alla stessa determinazione del campo di ricerca.
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